
La "Legenda aurea" è l'opera che meglio ha espresso in tutta la sua ricchezza e complessità l'originalità di una componente insostituibile della storia di una società umana, vale a dire il tempo. Dopo il trionfale successo riportato per oltre tre secoli, la "Legenda" è andata incontro a una sorta di eclissi, soprattutto tra XVII secolo e inizio del XX. È stata a lungo - ed è ancora oggi - classificata dagli specialisti come letteratura agiografica. Ma ai miei occhi l'opera è in realtà una summa sul tempo. La grande originalità di Jacopo da Varazze non è solo nel considerare e nell'abbracciare il tempo nella sua totalità, ma nel giungere alla totalità del tempo combinandone tre dimensioni: "temporale", vale a dire il tempo ciclico della liturgia cristiana; "santorale", il tempo lineare scandito dalla successione delle vite dei santi; "escatologica", ovvero il cammino dell'umanità cristiana nel tempo fino al giudizio finale. Originale è la combinazione di questi tre tempi, così come il ruolo essenziale di indicatori del tempo attribuito ai santi. Il nostro domenicano vuole mostrare come solo il cristianesimo abbia saputo strutturare e sacralizzare il tempo della vita umana e accompagnare l'umanità verso la salvezza; in effetti, il tempo della "Legenda" non è un tempo astratto, bensì un tempo umano, voluto da Dio e santificato dal cristianesimo.
"Né tesi né sintesi, questo libro è il punto d'arrivo di una lunga ricerca : una riflessione sulla storia, sui periodi della storia occidentale, nel corso della quale il Medioevo mi ha accompagnato fin dal 1950. Si tratta quindi di un'opera che porto dentro di me da molto tempo, alimentata da idee che mi stanno a cuore. Scritto in un momento in cui gli effetti quotidiani della globalizzazione stanno diventando sempre più tangibili, questo libro è una cavalcata nel tempo che torna a riflettere sulle diverse maniere di concepire le periodizzazioni storiche: le continuità, le rotture, i modi di pensare la memoria della storia."
"Se studiate il Medioevo vi accorgerete che è diverso da ciò che siamo, da ciò che l'Europa è oggi diventata. Avrete come l'impressione di fare un viaggio all'estero. Occorre non dimenticare che gli uomini e le donne di questo periodo sono i nostri antenati, che il Medioevo è stato un momento essenziale del nostro passato, e che quindi un viaggio nel Medioevo potrà darvi il duplice piacere di incontrare insieme l'altro e voi stessi." Jacques Le Goff racconta anche ai più giovani che cos'è stata veramente 'l'età di mezzo' della storia occidentale, da dove sono sorte le sue leggende, qual era la quotidianità degli uomini e delle donne medievali, e soprattutto perché sia tanto importante per noi, oggi, conoscere ciò da cui discendiamo. Età di lettura: da 11 anni.
"Scaviamo all'interno dell'Europa. Da ogni periodo della storia noi europei moderni abbiamo ricevuto qualcosa in eredità. Trasformiamoci in archeologi dell'Europa, scavando prima il sottosuolo e poi tra i libri, le iscrizioni, gli archivi, i musei e, sulla superficie, andiamo alla ricerca dei monumenti, delle abitazioni, degli oggetti che testimoniano tecniche e stili di epoche differenti." Jacques Le Goff ripercorre tappa dopo tappa l'eccitante sfida dell'Europa, il più piccolo dei continenti, che ha conquistato mezzo mondo, ha innescato la miccia di tante rivoluzioni, ha trasformato il pianeta. Età di lettura: da 11 anni.
Artù e il mago Merlino, Carlomagno e il Cid, Tristano e Isotta, Robin Hood e Rolando. Ciò che incontriamo tra le pagine illustrate di questo libro è il meglio dell'immaginario medievale, parola del grande medievista Jacques Le Goff. Eroi e meraviglie che sono vivi nella nostra fantasia e colpiscono ancora oggi la nostra immaginazione. La loro storia svela il magnifico mondo dei miti e dei valori del Medioevo così come è andato costruendosi, come è stato venerato, amato e poi tramandato ai secoli successivi. In questo potente serbatoio dell'immaginazione, nuovo campo di indagine che si apre agli studi, troviamo cavalieri valorosi e cortesi, figure storiche e leggendarie, fiabesche e soprannaturali. E ammiriamo insieme a loro il "meraviglioso" che ha fatto sgranare gli occhi degli uomini e delle donne di ieri e ha affascinato le loro menti: inespugnabili castelli, grandiose cattedrali, strabilianti forze della natura.
"Né tesi né sintesi, questo libro è il punto d'arrivo di una lunga ricerca : una riflessione sulla storia, sui periodi della storia occidentale, nel corso della quale il Medioevo mi ha accompagnato fin dal 1950. Si tratta quindi di un'opera che porto dentro di me da molto tempo, alimentata da idee che mi stanno a cuore. Scritto in un momento in cui gli effetti quotidiani della globalizzazione stanno diventando sempre più tangibili, questo libro è una cavalcata nel tempo che torna a riflettere sulle diverse maniere di concepire le periodizzazioni storiche: le continuità, le rotture, i modi di pensare la memoria della storia."
"L'Europa oggi è ancora da fare e addirittura da pensare. Il passato propone, ma non dispone, il presente è determinato tanto dal caso e dal libero arbitrio quanto dall'eredità del passato. Questo libro mostra le anticipazioni medievali dell'Europa e le forze che le hanno combattute con maggiore o minore vigore per poi sconfiggere questi primi tentativi, in un processo discontinuo dalle alterne vicende. Ma si tenta anche di provare che i secoli tra il IV e il XV sono stati determinanti e che, di tutti i lasciti vitali per l'Europa di oggi e di domani, quello medievale è il più importante". Così Le Goff presenta la sua riflessione sulle unità e le diversità, le idee e le strutture materiali che hanno definito la nascita e l'evoluzione dell'Europa.
"La ricerca per Jacques Le Goff non è mai finita. Poiché il Medioevo che ha studiato è molto più di un "periodo". Jacques Le Goff ha presto avuto l'intuizione di incontrare un mondo, una civiltà, molto vicini e molto lontani. Nonostante l'intensa opera di rimozione - talvolta di negazione - che permette alla nostra cultura di affermarsi contro le sue origini, il grande millennio che appassiona Jacques Le Goff ci tocca da vicino. Ecco il nostro problema: siamo spesso "medievali" quando ci vantiamo di essere moderni; e spesso siamo soltanto "medievaleggianti" quando crediamo di radicarci nel tempo delle cattedrali, dei cavalieri, dei contadini e dei mercanti." (dalla Prefazione di Jean-Maurice de Montremy)
"La ricerca per Jacques Le Goff non è mai finita. Poiché il Medioevo che ha studiato è molto più di un "periodo". Jacques Le Goff ha presto avuto l'intuizione di incontrare un mondo, una civiltà, molto vicini e molto lontani. Nonostante l'intensa opera di rimozione - talvolta di negazione - che permette alla nostra cultura di affermarsi contro le sue origini, il grande millennio che appassiona Jacques Le Goff ci tocca da vicino. Ecco il nostro problema: siamo spesso "medievali" quando ci vantiamo di essere moderni; e spesso siamo soltanto "medievaleggianti" quando crediamo di radicarci nel tempo delle cattedrali, dei cavalieri, dei contadini e dei mercanti." (dalla Prefazione di Jean-Maurice de Montremy)
"Perché il corpo nel Medioevo? Perché il corpo ha una storia. La concezione del corpo, il suo spazio nella società, la sua presenza nell'immaginario e nella realtà, nella vita quotidiana e nei momenti salienti hanno subito mutamenti in tutte le società storiche. Quale trasformazione è intercorsa dalla ginnastica e dallo sport dell'antichità greco-romana all'ascetismo monastico e allo spirito cavalleresco del Medioevo! Ebbene, dove si ha una trasformazione nel tempo, vi è storia. La storia del corpo nel Medioevo è dunque parte essenziale della sua storia globale. "