
Redatti a Parigi alla fine dell'Ottocento da agenti della polizia segreta russa, i Protocolli dei savi Anziani di Sion avevano lo scopo di provare l'esistenza di una cospirazione ebraica per il dominio del pianeta. In realtà, rappresentano un falso di fattura platealmente dozzinale. Plagio di un precedente libello contro Napoleone III ma imbevuti di ataviche superstizioni, i Protocolli furono dapprima utilizzati dalla propaganda zarista, per dilagare poi in tutto l'Occidente ed essere adottati dal nazionalsocialismo, nonostante le prove della frode fossero emerse poco dopo la pubblicazione. "Licenza per un genocidio" è la storia di come questo documento rinnovò una paranoia nei secoli, si diffuse nel mondo e aprì la strada allo sterminio degli ebrei d'Europa. Indagine storica e studio di psicopatologia collettiva, è la prima grande analisi sull'incredibile vicenda dei Protocolli e un libro per comprendere lo sviluppo e il funzionamento dell'antisemitismo moderno. Norman Cohn traccia l'evoluzione del mito del complotto ebraico dalle sue origini cristiane fino all'età moderna, per addentrarsi poi nell'oscuro ambiente dell'estrema destra ottocentesca, popolato di spie e occultisti, all'interno del quale la demonologia tradizionale si trasformò in strumento di azione politica. Ma è nel descrivere il trionfo globale dei Protocolli, a dispetto di ogni logica ed evidenza, che il libro di Cohn esplora il lato più oscuro della sua materia...
Che cosa significa essere ebrei? Nel rispondere a questa domanda il volume ricostruisce la storia del popolo ebraico, della sua religione e della sua cultura. Una vicenda iniziata 2000 anni prima della nascita di Cristo con l'insediamento di una tribù semitica nella terra di Canaan. L'esperienza dell'esilio, la distruzione del tempio di Gerusalemme ad opera dei romani, la diaspora, l'Olocausto, le sfide attuali: momenti fondamentali di un percorso che gli autori seguono con acume ed empatia, organizzando il racconto sul doppio registro degli eventi storici e delle correnti di pensiero teologico e filosofico mettendoci così in contatto con una delle tradizioni culturali che più hanno impregnato la nostra civiltà.
“UNA STORIA, DOVE, COME IN UNA LINGUA COMUNE, OGNI GENERAZIONE LASCIA DELLE TRACCE E, AL CONTEMPO, PUÒ RITROVARSI IN ESSE E IN QUELLE EREDITATE DALLE GENERAZIONI PRECEDENTI.”
Una cronologia che copre centocinquanta anni di storia d’Italia, dal 1861 ai nostri giorni, e che diventa storia dei nostri padri e delle nostre radici, tutte da scoprire. Questo primo volume va dall’Unità alla fine della seconda guerra mondiale e prende in considerazione, non solo le vicende politiche, economiche e istituzionali, ma anche aspetti della storia sociale e culturale. Una piccola storia d’Italia in date che si propone di lasciar intravedere la complessità e la pluralità dei vissuti cui la stringata elencazione rimanda. Di qui, l’ampio spazio lasciato a documenti e testimonianze ma, di qui, anche le righe bianche poste a conclusione di ciascun anno. Spazi vuoti che vogliono invitare a iscrivere le tracce di una propria autobiografia plurigenerazionale all’interno della storia comune a tutti gli italiani.
“UNA PICCOLA STORIA D’ITALIA IN DATE CHE, SEPPURE ESSENZIALE NEI CONTENUTI, AMBISCE A LASCIAR ALMENO INTRAVEDERE LA COMPLESSITÀ E LA PLURALITÀ DEI VISSUTI.”
Questo secondo volume della cronologia dell’Italia Unita affronta il periodo che va dal 1946 al 2011. Anche in questo caso, l’invito al lettore è di completare le pagine con le date importanti della propria vita, non solo per ciò che concerne gli ambiti più strettamente individuali e familiari, ma anche per tutto ciò che attiene ai diversi aspetti della propria identità, quali membri di una comunità locale, politica, culturale,§ di genere ecc. In tal senso, le date proposte vogliono disegnare in primo luogo le tracce di una possibile intelaiatura. Un terreno comune entro cui si snodano milioni di vissuti diversi. Milioni di storie, le nostre, certo tutte differenti eppure, al tempo stesso, sempre unite da infiniti legami. Fili a volte evidenti, più spesso invisibili, ma comunque sempre esistenti e determinanti.
Una serie di avvincenti viaggi nel tempo per essere protagonisti di quei momenti che hanno fatto la storia di Roma e del mondo intero: immaginate di assistere in prima persona all’omicidio di Giulio Cesare, o di passeggiare tra i vicoli di Trastevere nel Medioevo, o ancora di stare a fianco dei nostri avi nelle sommosse popolari del Risorgimento, durante gli assedi stranieri, oppure stretti nel buio di un rifugio antiaereo mentre tuonano le bombe su Trastevere. Percepirete l’angoscia dei rastrellamenti nazisti, per poi ritrovarvi, spensierati, a partecipare ai giochi olimpici di Roma, al carnevale romano o a goliardiche serate all’osteria nell’Ottocento. Sarete viaggiatori di tutti i tempi, vi unirete all’autore fino a incrociare lo sguardo di Romolo, ammirare le movenze degli imperatori in corteo trionfale, la regalità dei papi e la nascita dei capolavori dell’arte italiana. Pagina dopo pagina, Roma sarà sempre con voi, così come la gente comune di ogni epoca, a condividere questo meraviglioso viaggio senza tempo, a spasso attraverso la storia. Per rivivere Roma in prima persona: dall’antichità fino ai giorni nostri. Avventure incredibili che, come per magia, faranno immergere il lettore in un mondo lontano
Cent'anni di storia italiana, la storia di un popolo che alle soglie del Novecento non era ancora nazione e che nel 1861, raggiunta l'unità politica, non aveva ancora sanato le profonde divisioni economiche, sociali e culturali. Questo libro narra le tappe del difficile percorso per conquistare una piena cittadinanza: dai primi passi verso la democrazia nell'Italia liberale alla dittatura fascista, dalla costituzione della Repubblica democratica fino a oggi, passando per due conflitti mondiali, una guerra civile e quasi mezzo secolo di guerra fredda.
La storia del Novecento in Europa parte da est, dai grandi imperi multietnici dove le idee di nazione rompono gli equilibri secolari, innescano le scintille di due devastanti conflitti e portano alla distruzione di tutte le potenze europee, un tempo padrone del mondo. Vista così, l'Europa del Novecento è un continente incendiato e distrutto, ricostruito e nuovamente disseminato di rovine, povertà, ingiustizie, massacri, odi e orrori. Eppure cento anni di divisioni non hanno spento la civiltà europea, né interrotto il percorso per l'affermazione dei valori democratici, né soffocato la speranza di un futuro di giustizia e di benessere per tutti. La storia di questo secolo in Europa è anche il racconto del coraggio di donne e uomini che negli ideali di libertà e nei diritti hanno creduto. È la storia del riscatto dalla povertà e dall'oppressione di milioni di europei che acquistano coscienza di sé, istruzione, piena cittadinanza e pari diritti. È anche il racconto di una civiltà che cambia sulla scia di due rivoluzioni industriali e di una terza tecnologica e informatica: le prime segnano la scomparsa del mondo contadino, mentre l'ultima, dalla fine degli anni Settanta, marca l'avvento di una nuova era post moderna, l'era della comunicazione e della conoscenza.
La storia europea del Novecento è la storia di due devastanti conflitti che hanno portato alla distruzione di tutte le potenze europee insieme a povertà, ingiustizie e massacri. Ma è anche la storia del riscatto di donne e uomini che hanno creduto negli ideali di libertà, di milioni di europei che hanno acquistato coscienza di sé, istruzione, piena cittadinanza, pari diritti. È anche il racconto di una civiltà che cambia sulla scia di due rivoluzioni industriali e di un'incalzante trasformazione tecnologica e informatica.
Nell’immaginario collettivo gli anni Settanta sono rimasti impressi come gli anni di piombo, una definizione che evoca il tanto sangue versato dai terroristi, dagli stragisti, dalla criminalità organizzata. Sono rimasti così nell’oblio gli ‘altri’ anni Settanta: un decennio di crescita democratica che ha consentito di sconfiggere i terrorismi. Grazie a questa Italia di gran lunga maggioritaria rispetto alle minoranze criminali, si sono evitati i pericoli di un’involuzione autoritaria o di un’esplosione rivoluzionaria, gli obiettivi rispettivamente degli strateghi del terrore e dei brigatisti. Chi ha vissuto quegli anni ha una memoria viva dei fermenti democratici che percorrevano la sua generazione. Al contrario dei loro coetanei che si smarrivano nei miti rivoluzionari o si mettevano al servizio dei golpisti o della mafia, moltissimi altri giovani e meno giovani, saliti prepotentemente alla ribalta della politica sulla scia del boom economico, legavano il loro impegno agli ideali della democrazia e del progresso. Vale per i giovani impegnati nei movimenti – operai, studenti, borghesi – ma vale anche per i militanti e per una parte delle élite politiche al governo e all’opposizione che hanno interpretato le trasformazioni in corso nella società e ne hanno accolto le istanze. Non è un caso che in quegli anni entri in vigore lo Statuto dei Lavoratori, il servizio sanitario nazionale e vengano approvate leggi fondamentali come quella sul divorzio e sull’aborto. Questo libro ripercorre la vicenda di tre generazioni di giovani e giovanissimi, di ogni ceto sociale, che nel giro di un ventennio hanno realizzato una vera e propria rivoluzione culturale che ha cambiato l’intera società italiana, dal mondo del lavoro a quello delle imprese, delle scuole, delle università, delle professioni, del pubblico impiego, delle famiglie, della politica e della Chiesa.
Nel 1992, trent'anni fa, cominciava il crollo della prima Repubblica e il passaggio alla seconda, segnato dalla scomparsa di un'intera classe politica che dal 1945 in poi aveva governato la democrazia repubblicana; un passaggio cruciale che nell'opinione pubblica italiana resta legato alle inchieste sulla corruzione del pool Mani Pulite. Questo libro, per la prima volta, affronta invece l'insieme dei fattori politici, economici, sociali e internazionali che dagli anni Ottanta in poi hanno concorso alla caduta del sistema, un evento senza precedenti tra i paesi dell'Europa occidentale dalla fine della seconda guerra mondiale in poi. Malgrado la rottura profonda intervenuta nel 1992-1994, gli stessi problemi lasciati irrisolti, aggravati dal progredire della globalizzazione, hanno continuato a condizionare anche la seconda Repubblica: debito pubblico, crisi della rappresentanza, incapacità di fare riforme, crescita dei populismi e di una comunicazione politica che oggi come ieri sembra dettare l'agenda ai nuovi partiti, riportano al passato e mettono ancora una volta a rischio la stabilità politica e istituzionale del paese. Attraverso una scrittura agile e un linguaggio sintetico, Simona Colarizi ricostruisce una fase cruciale della storia d'Italia che ha lasciato una così difficile eredità nel presente.