
"Siamo nani sulle spalle di giganti", mi è venuto da ripetere con Bernardo di Chartres, rileggendo quei miei elzeviri-incontri con protagonisti nella vita politica e religiosa, sociale e culturale di tre continenti nell'ultimo secolo (oggi tutti ormai scomparsi eccetto Giovanni Paolo II). La mia piccolezza contribuisce, mi pare, a far grandeggiare - anche nell'episodio e nell'aneddoto - la loro importanza nella e per la vita del Novecento. Una vita alla quale io ho partecipato molto modestamente (come ricordano le ultime pagine), operando lungo settant'anni, nella ricerca di verità e di libertà: una ricerca che quei maestri e protagonisti avevano posto generosamente come fine ideale della loro vita e della loro azione. (Vittore Branca)
Il volume è il catalogo della mostra di Roma (Archivio di Stato, 2 maggio - 4 giugno 2005). La mostra illustra, attraverso un ricco corredo iconografico e documentale, le trasformazioni subite dal paesaggio naturale ed urbano del litorale laziale, nel periodo compreso tra il XVI e il XIX secolo. Un'area di estrema importanza storica che ricomprende le più importanti città marinare della provincia di Roma: Civitavecchia, Fiumicino, Anzio, Nettuno, cui si aggiungono altri centri di consolidata vocazione turistica, quali Ladispoli e Santa Marinella.
Il volume di Hugo Brandenburg, pubblicato per la prima volta da Jaca Book nel 2004, è diventato un'opera di riferimento internazionale sulle prime chiese di Roma, straordinario fenomeno edilizio che, a seguito dell'editto di Milano del 313 emanato da Costantino e dal coreggente Licinio, rese Roma il primo centro di espressione e diffusione di quella nuova arte che definiamo «paleocristiana». La lettura delle Scritture, la salmodia, l'omelia e il banchetto divino che caratterizzavano le riunioni e le pratiche di culto delle prime comunità - e anche dopo l'età apostolica - si svolgevano in ampi ambienti privati, o altri edifici messi a disposizione da un membro della comunità, non costituendo ancora un'associazione religiosa riconosciuta, dotata di proprio status giuridico, e non potendo possedere beni immobili. Diversamente dai templi o dagli edifici di culto pagano, sacralizzati dalla presenza del dio, il cui culto si svolgeva per lo più all'esterno, il servizio divino dei cristiani aveva sempre luogo in ambienti chiusi. Dalla fine del II secolo, con l'accrescersi delle comunità si rese necessario avere specifici spazi destinati al culto, luoghi che verranno definiti domus dei o domus ecclesiae, dal termine greco che in origine designava la comunità stessa, l'assemblea dei credenti, ai quali via via verrà attribuita la sacralità che ne farà il «tempio di Dio». Ma bisognerà attendere l'epoca costantiniana perché questi luoghi inizino a presentare una particolare fisionomia architettonica e acquisiscano nella Chiesa cristiana la fisionomia monumentale che possiamo ancora ammirare.
Dopo anni di carcere, ancora braccato dall'FBI e ormai costretto su una sedia a rotelle, Frank Sheeran confessa, per la prima volta al suo avvocato Charles Brandt, il mistero che ha ossessionato l'opinione pubblica statunitense per quasi trent'anni a partire dall'estate del 1975: la sparizione di Jimmy Hoffa, mitico protagonista del sindacalismo americano tra gli anni Cinquanta e Settanta, un caso rimasto irrisolto poiché nessuno è stato mai condannato né il corpo di Hoffa ritrovato. Per certo, è stato un personaggio scomodo a molti uomini, politici e criminali, e che il caso non sia mai stato chiuso fa pensare alla responsabilità di poteri molto in alto. Ma perché Sheeran ha scelto di parlare a trent'anni dai fatti, fuori da un'aula di tribunale? Frank "l'Irlandese" Sheeran a metà degli anni Cinquanta è stato dirigente della più grande unione sindacale americana, l'International Brotherhood of Teamsters (che rappresenta la categoria degli autotrasportatori), al fianco del suo fondatore e leader, Jimmy Hoffa. Ma Frank è stato anche l'uomo delle "commissioni" che la mafia gli affidava in nome della sua leggendaria freddezza. Com'è riuscito questo gigante dai capelli rossi e dal pugno di ferro a diventare il braccio armato del padrino Russell "McGee" Bufalino e insieme la spalla del sindacalista più potente degli Stati Uniti? "L'Irlandese. Ho ucciso Jimmy Hoffa" risponde a questa e a molte altre domande...
Il periodo tra Antichità e Medioevo, ormai comunemente denominata Tardoantico, gode oggi negli studi di una particolare fortuna. Considerato tradizionalmente un periodo di decadenza, l'epoca cosiddetta "tardoantica" ha ormai acquisito una propria dignità in quanto sostrato dell'Europa moderna. Il volume di Brandt traccia, secondo tale nuova prospettiva, la storia di questo momento di trapasso fra il terzo e il sesto secolo d.C., segnato da numerosi contrasti e rivolgimenti. L'autore mette in luce quanto vasti siano l'eredità e gli impulsi che da quell'età discendono: basti pensare alla diffusione del Cristianesimo, alla tensione fra potere ecclesiastico e potere secolare, alla codificazione del diritto.
Il contributo più innovatore di Fernand Braudel ha dato agli studi storici è senza dubbio lo sforzo di capire e interpretare i fenomeni di lunga durata. In "Civiltà materiale, economia e capitalismo", lo studioso francese ha approfondito la sua visione della storia, quasi prendendo a pretesto le vicende di quattro secoli per analizzare nelle sue diversa complessità e contraddizioni il passato, collegarlo strettamente al presente e rileggerlo in chiave antropologica. In questo volume l'avventura dell'uomo è ricostruita attraverso il cibo che i diversi paesi offrono o che dal lavoro umano sono messi in grado di offrire, le bevande, i tipi di abitazione, l'abbigliamento, gli ausili diversi per dare alle società un fondamento materiale solido.
L'opera, di lettura affascinante, ha innovato profondamente la nostra visione della vita europea e mediterranea nel Cinquecento: allo schema tradizionale della crisi sopraggiunta come conseguenza delle nuove vie di navigazione atlantica, Braudel contrapponeva - con la forza di convinzione che derivava da una conoscenza precisa di fonti sterminate - la visione di un mondo ancora pieno di traffici e di contrasti, di tensioni e scambi, di cui erano partecipi, direttamente o indirettamente, non solo i paesi rivieraschi, ma anche Stati lontani. In altre parole, la vitalità dell'area mediterranea risultava dirompente ed essenziale, per le civiltà del vecchio mondo, ancora per tutto il XVI secolo. Lo studio della storia visto come connessione di tre momenti diversi - la storia di lento svolgimento e di lente trasformazioni, secolari o addirittura millenarie, la storia ritmata in cicli piú brevi, ma pur sempre pluridecennali, e infine la storia «secondo la dimensione dell'individuo» - mostrava, attraverso questa indagine, la sua efficacia e il suo valore di strumento per l'analisi delle grandi età del passato.
Il volume raccoglie quanto fu scritto da Braudel per un libro che preparò sul finire della prigionia in Germania, nell'autunno 1944, a partire da un ciclo di lezioni tenuto in campo di concentramento. Sono lezioni sul senso della storia dedicate non a un pubblico di studiosi o studenti, ma di uomini comuni riuniti da una vicenda storica non comune. L'edizione italiana si correda di una introduzione redatta dalla moglie di Braudel, che sulla base di testimonianze e carte inedite ricostruisce le vicende della prigionia dell'autore in Germania.
Braudel dispiega la sua insuperata capacità di tracciare le grandi linee di uno sviluppo storico individuando le nervature dei processi. Si dedica al "lungo Cinquecento", i quasi due secoli che vedono il primo sviluppo del capitalismo europeo e la formazione di un'economia mondiale: processo interrotto a metà Seicento e riavvito un secolo dopo. Braudel illustra dapprima le tendenze generali del periodo, poi analizza gli episodi particolari, infine il lungo e frastagliato riflusso che frena lo sviluppo europeo nella prima metà del Seicento.
Il volume raccoglie quanto fu scritto da Braudel per un libro che preparò sul finire della prigionia in Germania, nell'autunno 1944, a partire da un ciclo di lezioni tenuto in campo di concentramento. Sono lezioni sul senso della storia dedicate non a un pubblico di studiosi o studenti, ma di uomini comuni riuniti da una vicenda storica non comune. L'edizione italiana si correda di una introduzione redatta dalla moglie di Braudel, che sulla base di testimonianze e carte inedite ricostruisce le vicende della prigionia dell'autore in Germania.