
Francesco Corrao è stato presidente della Società psicoanalitica italiana e nel 1991 ha fondato l'Istituto italiano di psicoanalisi di gruppo. L'impronta freudiana del pensiero di Corrao ha subito successivamente l'influenza di due grandi figure: Bion e Lacan. All'incontro con Lacan si deve l'attenzione posta da Corrao alle questioni del linguaggio connesse con l'inconscio e la psicosi, mentre l'incontro con Bion favorì il suo persorso nel campo della clinica psicoanalitica dei gruppi.
In questo libro il linguaggio di accademici, esperti di psicologia dello sviluppo e di pedagogia scolastica si intreccia con la voce di insegnanti, presidi, pediatri e psicologi della scuola, fino ad abbracciare le esperienze di terapeuti della famiglia e di neuropsichiatri infantili. "Adolescenti tra scuola e famiglia" offre una prospettiva relazionale su come lavorare per una scuola realmente condivisa: non si può sottovalutare il ruolo della famiglia, e i conflitti tra genitori e insegnanti non si risolvono nell'arroccamento e nella separazione ma nella costruzione comune di una scuola davvero educativa.
Risultato di molti anni di lavoro nel campo dell'assistenza medica, psicologica e sociale dell'anziano in stato di grave dipendenza fisica e psichica, il volume segna il passaggio dalla "gerontologia psichiatrica" alla "psicogeriatria", che considera l'anziano come il soggetto ancora attivo della propia condizione, come il padrone della propria vita psichica conscia e inconscia. Da questa prospettiva, molte idee correnti sulle demenze senili vengono sconfessate da Ploton, che si preoccupa costantemente di indicare i possibili percorsi per l'evoluzione e il miglioramento delle cure.
Il libro, finora unico nel suo genere, raccoglie storie di donne consacrate che hanno subito un abuso sessuale in tempi diversi della loro vita da preti e consorelle di comunità. Ed è la testimonianza di come si possa riemergere dalle ferite e ricominciare a vivere. L'intento è anche di portare alla luce ciò che si trova in quest'angolo buio della realtà della Chiesa. «Il tono della presentazione delle storie delle donne consacrate è forte, la presa di posizione è molto chiara e drastica, e questo è comprensibile non solo perché l'autrice ha ascoltato e ha accompagnato le donne abusate che parlano della loro esperienza, ma anche perché questo testo vuole svegliare la coscienza e motivare a rompere il silenzio», scrive nella presentazione il gesuita Hans Zollner, preside dell'Istituto di Psicologia della Pontificia Università Gregoriana e membro della Pontificia commissione per la protezione dei minori. «I racconti riportati in questo libro e la descrizione del cammino di accompagnamento mettono in evidenza la complessità dei vari fattori che contribuiscono a infliggere ferite e a creare situazioni di enorme dolore e disperata solitudine».Tra le diverse prospettive di lettura se ne propongono due particolarmente importanti: quelle dell'integrazione e quelle delle domande pedagogiche che interpellano.
Lo studio della comunicazione non verbale ha già attirato attraverso i secoli l’attenzione di più ricercatori tra etologi, antropologi, psichiatri, psicologi, esperti della comunicazione, da Della Porta (nel 1615) a Lavater (1819) e Lombroso (1897), fino agli autori più recenti e alle ricerche commissionate dalla cia e dal Pentagono, che si sono occupate finanche di tutte quelle strategie che consentono l’individuazione della simulazione e della menzogna. Interessanti si presentano tutti quei segnali di accettazione e/o di rifiuto dell’interlocutore nella poliedricità dei rapporti interumani e nei vari contesti, come i cosiddetti ’messaggi della sigaretta’, della ’stretta di mano’, i ’messaggi della cravatta’ e tutti i vari messaggi che sfuggono al controllo personale e si manifestano al di sotto della percezione cosciente. Si è poi riusciti finalmente a sistematizzate le tipologie delle bugie, da quella di autopresentazione per migliorare l’immagine di sé, a quella autoprotettiva, a quella utilitaristica, pedagogica per vana gloria eccetera. Non si poteva peraltro in questo contesto trascurare i messaggi non verbali in ambito penitenziario e criminologico, ivi incluse le varie tipologie di tatuaggi, da quelli erotici a quelli mistici, a quelli esprimenti disprezzo verso le autorità, a quelli della connotazione in un gruppo e altri ancora. Non per ultimi vengono passati in rassegna i preziosissimi messaggi del suicidio, lì dove lo stesso esprime una minaccia o una protesta, o ancora fuga, lutto, castigo, vendetta, richiesta di aiuto o ricatto. L’ausilio delle figure si rivela quanto mai prezioso nel fornire al lettore l’esatta rappresentazione grafica dei codici di comunicazione non verbale.
Siamo stati abituati a ritenere che all'uomo, in quanto essere dotato di razionalità, sia sufficiente tenere a freno l'istinto e l'emotività per essere in grado di valutare in modo obiettivo le situazioni che deve affrontare e di scegliere, tra varie alternative, quella per sé più vantaggiosa. Gli studi sul processo decisionale condotti ormai da molti anni dal premio Nobel Daniel Kahneman hanno mostrato quanto illusoria sia questa convinzione e come, in realtà, siamo sempre esposti a condizionamenti - magari da parte del nostro stesso modo di pensare - che possono insidiare la capacità di giudicare e di agire lucidamente. Illustrando gli ultimi risultati della sua ricerca, Kahneman ci guida in un'esplorazione della mente umana e ci spiega come essa sia caratterizzata da due processi di pensiero ben distinti: uno veloce e intuitivo (sistema 1), e uno più lento ma anche più logico e riflessivo (sistema 2). Se il primo presiede all'attività cognitiva automatica e involontaria, il secondo entra in azione quando dobbiamo svolgere compiti che richiedono concentrazione e autocontrollo. Efficiente e produttiva, questa organizzazione del pensiero ci consente di sviluppare raffinate competenze e abilità e di eseguire con relativa facilità operazioni complesse. Ma può anche essere fonte di errori sistematici (bias), quando l'intuizione si lascia suggestionare dagli stereotipi e la riflessione è troppo pigra per correggerla.
Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, nei prossimi anni la depressione sarà il disturbo psichico più diffuso. Già oggi ne soffrono 350 milioni di persone di ogni età e fascia sociale. In Italia, è clinicamente depresso 1 adulto su 5, in particolare le donne, ma sono sempre più numerosi i casi che riguardano bambini e adolescenti. Ma di che cosa parla la psichiatria quando parla di depressione? Non certo di un semplice abbassamento del tono dell'umore, della comune esperienza di sentirsi con il morale a terra, ma della percezione della perdita del Sé, del tempo dell'Io che rallenta fino a fermarsi, del dolore che frantuma l'identità individuale e preclude ogni progetto e ogni apertura al futuro. Schiacciata da un profondo sentimento di vuoto, di colpa e di disperazione, la persona depressa affonda, sentendo di aver perso lo slancio vitale e smarrito il filo della propria esistenza. Per aiutarla a «risalire in superficie», bisogna imparare a conoscere e ad ascoltare la sua sofferenza. Alberto Siracusano analizza questa patologia diffusissima a trecentosessanta gradi, descrivendone origini, meccanismi, caratteristiche e indicando i possibili e più efficaci trattamenti. Con un linguaggio semplice e accessibile, ma senza rinunciare all'accuratezza e al rigore del discorso scientifico, affronta il tema della depressione da una duplice prospettiva - quella razionale, scientifica di chi cura e quella emozionale del paziente. Il tutto raccontato anche attraverso diverse storie cliniche, che arricchiscano il testo dando voce alle esperienze di chi ne ha sofferto e ha avuto la forza di uscirne.
I temi trattati in questo studio sono quelli tradizionali di un corso universitario di base di psicologia generale: sensazione e percezione, attenzione e apprendimento, memoria, intelligenza e problem solving, linguaggio, emozione e motivazione. A questi ultimi due argomenti è dedicata una particolare attenzione, allo scopo di riequilibrare la trattazione dei processi affettivi spesso trascurati rispetto a quelli cognitivi. Ogni capitolo tratta le maggiori teorie psicologiche sul tema, con il supporto delle ricerche sperimentali che le hanno confermate e con diversi esempi pratici. Obiettivo delle autrici è quello di portare i problemi della ricerca psicologica fuori dal laboratorio, in situazioni di vita quotidiana.
A venticinque anni dalla scomparsa del loro autore, questa antologia raccoglie alcuni dei più importanti contributi di Franco Basaglia. Come ha scritto Franca Ongaro nella nota introduttiva, si tratta di una scelta "fatta seguendo i passaggi dell'evoluzione teorico-pratica di quella che è stata l'impresa di una vita". Un'impresa che da un lato ha contribuito al rinnovamento della cultura sulla follia e la malattia mentale, e dall'altro ha ispirato la promulgazione della celebre e discussa legge 180 del 1978. E proprio oggi che si parla di rivedere quella legge, è di particolare interesse capire la posizione di Basaglia, maturata sperimentando un percorso di superamento del manicomio e di costruzione di risposte nuove alla sofferenza mentale.
Poter amare, grande desiderio di ogni persona e aspirazione del cuore umano, è un’esigenza profondamente radicata nella sua sorgente, l’amore primario di Dio, che costituisce il cuore stesso della vocazione e della comunità cristiana. Ma, come insegna l’esperienza quotidiana, amare non è un processo automatico. Tante forze contrarie contrastano e facilmente depistano, talora bloccano questo appello profondo della vita di ciascuno. Come mai avviene questo? Che cosa può rendere attuabile, sul piano educativo, l’aspirazione ad amare? Quali dinamismi psichici la sostengono? Quali resistenze la frenano? Quale collaborazione personale alla crescita si rende indispensabile perché le scelte fondanti della vita, il matrimonio e la vita consacrata, abbiano una base solida e un avvenire positivo? La terza edizione di questo libro propone tavole rinnovate e suggerisce nuovi spunti di riflessione in merito alla sensibilità odierna nei confronti della sessualità, dell’affettività e della cultura «del genere».
In base ai dati del CENSIS, nel nostro Paese i frequentatori abituali di palestre e centri fitness sono più di quattro milioni (il doppio rispetto al 1990), con un giro d’affari che nel 2003 ha raggiunto i dieci miliardi di euro. Tanto successo indica con chiarezza un recente mutamento degli stili di vita e una domanda di beni e di servizi orientati alla cura e al benessere del corpo, insieme a un notevole rafforzamento della pratica sportiva.
«Il corpo che si esercita in palestra e programma la sua forma nei centri fitness è un corpo ordinato, forgiato dalle regole sociali che impongono il loro controllo onnipresente e fanno di queste pratiche corporee i luoghi dell’adeguamento agli standard prescritti. Ma è anche il corpo disordinato ed effervescente, che vuole distinguersi nella propria individualità e che trasforma palestre e sport in fenomeni di aggregazione e di nuove pratiche collettive della corporeità» (dalla Premessa).
Nel desiderio di indagare quale spazio concedano queste nuove tendenze alla vera libertà e quanto viceversa si rivelino forme nuove della pressione alla conformità o del condizionamento del mercato è nata la ricerca “Corpi allo specchio”, che ha attivamente coinvolto – con 600 questionari, 100 tracce costruite con domande aperte e alcune interviste – i protagonisti, per lo più giovani e adolescenti.
Il volume, indirizzato a genitori, educatori, insegnanti, allenatori e operatori sociali, raccoglie gli esiti della ricerca affrontando la problematica in un’ottica prevalentemente educativo-pedagogica, a partire da alcune domande: come si sta trasformando la pratica educativa nelle nostre società evolute? Come sono oggi compresi e ridefiniti i termini di un’antica pedagogia che si dava per sorpassata (disciplina, controllo, dominio di sé)? Quali sono i valori e le innovazioni che l’essere umano può liberare a partire dal proprio corpo, in un arco dell’età evolutiva in cui il corpo raggiunge il culmine della prestanza fisica e, insieme, della fragilità psicologica?
Sommario
Premessa. 1. Il corpo in forma. 2. Fare del corpo un progetto. 3. Un castello per sognare. 4. Personaggi e trama. 5. La trama svelata. 6. Tracce di trascendenza. Conclusione.
Note sull'autore
Domenico Cravero, psicoterapeuta e sociologo, opera dal 1975 nell’ambito delle tossicomanie giovanili. È responsabile di comunità terapeutiche e coordinatore di progetti di prevenzione educativa rivolti agli adolescenti e alle loro famiglie. Conduce da più anni una proposta di Scuole dei Genitori.
Ha pubblicato Il piacere di vivere e Regole di vita, A.S.G., Torino 1993, Genitori che crescono, Effatà, Cantalupo 2004 e, presso le EDB, Se tuo figlio in discoteca… Provocazioni e domande educative dei giovani in discoteca: una ricerca, 22005; Fascino della notte e paura del giorno. Giovani culture droghe, 2001; Un io senza Dio? Pastorale giovanile in risposta alle droghe, 2001; Padri e madri insieme. Schede di educazione attiva, 22004.