
Il volume offre una interpretazione delle perversioni a partire dalla psicologia del Sé di Kohut. In quest'ottica la perversione è definita da tre elementi: la sessualizzazione di un'attività di per sé non sessuale; una sorta di temporanea cecità di quelle parti della personalità che sono in grado di discriminare tra realtà e fantasia; determinate dinamiche familiari.
Il titolo indica il "percorso" personale dell'autore attraverso la psicoanalisi, nella pratica clinica e nell'insegnamento. Ma "percorso" indica anche l'esigenza, per chi si occupa di psicoanalisi, di tenere sempre presente la storia di questa disciplina, i cui fili conduttori possono essere rintracciati e acquisire plausibilità solo in un dialogo tra gli analisti e con i maestri del passato. Il contributo del paziente è essenziale in questo cammino, perciò "percorso" è un modo per definire l'esperienza stessa della psicoanalisi, come progresso faticoso e arricchente.
A vent'anni dalla legge 180, che ha trasformato in Italia l'assistenza psichiatrica e la stessa psichiatria, il volume contribuisce a tracciare un bilancio e a indicare orientamenti futuri; nello stesso tempo, intende promuovere la dimensione del dialogo, ma anche lo studio, l'aggiornamento, la riflessione, come costitutivi della prassi psichiatrica.
Le idee di Weiss, che propongono un'integrazione operativa di psicoanalisi e psicoterapia cognitiva, hanno profondamente influenzato psicoanalisti e psicoterapeuti dell'ultima generazione. Questo libro presenta una teoria della psicoterapia, la cui validità è confermata dall'osservazione clinica e da una serie di ricerche sperimentali. La psicopatologia ha origine da conflitti interni e da altri contenuti inconsci che il paziente ha acquisito da esperienze traumatiche della prima infanzia. Il paziente è in grado di esercitare un considerevole controllo sulla sua vita mentale, e di pianificare, con l'intervento del terapeuta, la modificazione di tali contenuti e presupposti patogeni.
Il volume presenta un percorso storico in cui i curatori organizzano e contestualizzano i contributi di alcune tra le figure di maggiore spicco nella storia della psicologia, individuati come materiale per una possibile fondazione di una teoria della personalità.
Questo libro presenta l'ottica psicoanalitica come una diversa possibilità di lettura critica di fronte a opere letterarie, artistiche e musicali. Vengono proposte modalità di lettura ispirate alla riflessione psicoanalitica sul problema dell'interpretazione dell'opera d'arte. Il libro nasce dalla convinzione che la psicoanalisi possa introdurre nella scuola una metodologia di lavoro nuova e più vicina agli stili affettivi, cognitivi e di apprendimento dei giovani: sentire, ascoltare, problematizzare, trovare non una ma più soluzioni.