
La psicoterapia junghiana non privilegia la biografia personale del paziente, ma allarga la sua indagine all'ambiente, al peso della storia, all'incidenza dei miti e degli archetipi. Il linguaggio del sogno, il simbolismo dell'incesto, la psicologia della traslazione sono i tre grandi temi della riflessione junghiana, che interpreta l'attività psicoterapeutica come un'arte umanistica, fatta di intuizione, vastissime conoscenze culturali, esperienza totale e impegno etico.
Questi testi offrono allo studioso nuove conoscenze, soprattutto sulle prime fasi della teorizzazione di Freud e sugli inizi della psicoanalisi, e rendono possibili ulteriori connessioni tra le idee e gli scritti dell'autore, da cui l'insieme della sua opera risulta un tutto coerente e integrato.
In questo volume Luce Irigaray dialoga con Sartre, Merleau-Ponty, Lévinas, e inoltre con Hegel e Heidegger, nell'intento di far emergere nella storia della filosofia occidentale una dialettica dell'intersoggettività fondata sulla differenza sessuale. L'autrice affronta il tema della relazione tra l'uomo e la donna al livello delle percezioni sensoriali e del rapporto con la natura: il corpo e il cosmo.
Gli scritti raccolti in questo ottavo volume delle Opere sono tutti posteriori alla rottura scientifica con Freud ed esprimono il pensiero proprio di Jung. Alcuni saggi cercano di figurare un modello della psiche fondato sul concetto di libido intesa come energia psichica. Altri definiscono le modalità di emergenza della tendenza all'individualizzazione; altri ancora discutono i ritmi vitali dell'esperienza psichica e i presentimenti inconsci della morte individuali e collettivi. Infine i due ultimi testi sulla sincronicità costituiscono un tentativo di elevare alla dignità di una ricerca scientifica certi fenomeni di correlazione psicofisica altrimenti inspiegabili dalla scienza cau-salistica.
Verso la fine degli anni venti Jung scopre singolari affinità tra antichi simboli cinesi e i sogni dei suoi pazienti: inizia così a studiare i testi alchimistici. Dopo quindici anni di lavoro pubblica questo volume. La tradizione alchimistica e la pratica analitica hanno in comune il tentativo di creare una realtà nuova e superiore: da una parte l'oro, la pietra filosofale, dall'altra la "presa di coscienza" della psicologia moderna. L'alchimia in sostanza è espressione di una pulsione a trasformare la materia prima dell'esperienza in conoscenza. Jung allarga la sua indagine alla saggezza orientale e a esperienze culturali che hanno una radice comune, mostrando come le scoperte scientifiche possano in realtà essere il ritrovamento di universali esperienze.
Rivolgendosi a chi lavora con gli anziani e li assiste, l'autore afferma che, come per l'analista è importante riflettere su ciò che prova nei confronti del paziente, così il senso più vero del parlare di psicologia e invecchiamento agli operatori e alla gente comune sta nell'attribuire importanza ai vissuti personali e collettivi, più o meno chiari e coscienti, attivati dai vecchi, nella convinzione che questi vissuti abbiano un forte valore dinamico e orientino i nostri pensieri, le nostre attese e i nostri comportamenti.
Secondo l'autrice un certo ottimismo cristiano e la fede di stampo illuministico nella necessità del progresso ci hanno reso inermi di fronte al male. Il quale però, oggi, ci si presenta ormai come una realtà irriducibile. Ed è proprio su questo terreno che la saggezza realistica e disincantata delle fiabe può offrire un contributo significativo alla formulazione di una psicologia antropologica dell'Ombra, il lato oscuro del carattere umano.
Ridere è veramente importante per tutti noi e in qualsiasi momento della vita. Non dobbiamo perdere occasione di farci una risata o, comunque, di affrontare gli eventi quotidiani con un sorriso sulle labbra o nel cuore. Contro i rischi dell'ansia e dello stress, sostiene l'autore, dovremmo leggere ogni sera prima di addormentarci qualche pagina di un libro umoristico. Perché ridere fa bene? Il libro sintetizza le conclusioni a cui sono giunti psicologi e psicoanalisti riguardo ai meccanismi dell'umorismo e riporta i risultati di una serie di ricerche svolte negli Stati Uniti e in Italia: la risata ci permette di liberarci dei nostri impulsi inibiti in un modo che è piacevole e non danneggia gli altri.
"Nel corso della mia pratica professionale di medico di malattie nervose mi ha da tempo colpito il fatto che, accanto alle molte diversità individuali della psicologia umana, esistono anche "differenze di tipi": più specialmente mi hanno colpito "due tipi", che ho denominato "introverso" ed "estroverso"..." L'opera, forse la più famosa di Jung, non descrive soltanto quella polarità caratteriale alla quale può essere ricondotta ogni altra diversità del comportamento umano, ma si presenta come un trattato di psicologia junghiana, prodigo di informazioni, di casi clinici, di una cultura sterminata. Dunque un libro di grande respiro, che è anche una storia del pensiero umano.
All'occhio dello psicologo l'attesa di un figlio appare un'occasione di crescita e di maturazione psicologica per entrambi i genitori, come è molto evidente oggi anche ai profani. Nelle nuove generazioni è presente una concezione della vita di coppia diversa da quella tradizionale, con una sempre maggiore responsabilizzazione dei padri nel vivere la gravidanza della donna e la nascita di un figlio. E' sempre più frequente che il padre assista di persona al parto. E' una questione dibattuta, tra antropologia e psicologia, se esista, o sia mai esistito, un "istinto paterno". Per la donna, la maternità, al di là degli eventi biologici gravidanza-parto-allattamento, è una fondamentale esperienza psicologica.
Gli scritti raccolti in questo volume sono dedicati al concetto di archetipo e di inconscio collettivo, che si possono considerare il nucleo centrale della concezione junghiana della realtà psichica, e sono fra gli aspetti più noti anche al pubblico generale dell'intera opera di Jung.
Il saggio "Aion" è del 1951 e insieme a "Gli archetipi e l'inconscio collettivo", propone le caratteristiche che formano il fascino dell'opera di Jung, un complesso intreccio di esperienza psicoanalitica e di vastissime conoscenze scientifiche e umanistiche.