
Cosa sappiamo oggi dell'emozioni e dei sentimenti? Così come per l'invenzione della macchina fotografica per mezzo della quale è stato possibile "riprodurre" sia pure staticamente il repertorio virtuale di ogni nostra emozione, saremmo in grado oggi, con la tecnologia disponibile, di inventare un sistema in grado di emulare i flussi metabolici che attraversano il nostro corpo e che ci rendono felici oppure arrabbiati? Se sentimenti ed emozioni devono considerarsi "pensieri" e se è vero che oggi l'Intelligenza Artificiale (IA) può mimare alcuni processi del pensiero come l'elaborazione della soluzione di una partita di scacchi, perché mai allora è così difficile sviluppare un algoritmo che possa provare dei sentimenti e comunicarli? Cosa c'è nel sentimento che non riusciamo a cogliere e a ricreare in una macchina? Questo libro non parla solo di emozioni, parla anche di automi, di reti neuronali e di algoritmi in generale. Il suo fine sarà quello di discutere di emozioni e di sentimenti attraverso il linguaggio dei computer. Ci si domanderà se l'informatica sia in grado non tanto di emulare le emozioni, quanto di ricrearle "per sé" all'interno di un algoritmo.
L'attività di perito in ambito giudiziario richiede delle particolari capacità da parte dello psicologo chiamato da solo o in collaborazione con altri professionisti - a compiere la valutazione dei processi cognitivi e della personalità. Sono richieste non solo competenze "tecniche" in campo psicologico, ma anche una sufficiente conoscenza dei meccanismi procedurali vigenti in campo forense, in modo da poter fornire le risposte giuste nel modo giusto, senza deludere le aspettative dei committenti ma al tempo stesso senza snaturare il fondamento della propria disciplina: "ascoltare" la persona, "comprendere" il funzionamento della psiche umana. Il volume presenta aspetti essenziali della valutazione psicologica in campo forense: oggetto e obiettivi dell'assessment, strumenti specificamente utilizzabili, stesura della relazione peritale.
Appena messa in campo la stupidità innesca un coinvolgimento che possiamo in alcuni casi riconoscere come morboso e perverso. Nell'esperienza clinica con soggetti pseudostupidi le funzioni intellettive superiori non vengono eliminate, ma sono destinate ad un generale ottundimento. Il pensiero subisce una concretizzazione e gli eventi complessi una ipersemplificazione in dettagli spesso insignificanti e confusivi. L'analisi col paziente "stupido" deve affrontare la costante possibilità che si realizzi una reazione terapeutica negativa e, paradossalmente, l'eliminazione del principale strumento di lavoro, il pensiero e l'interpretazione, è l'unica premessa possibile per mantenere una forma di relazione.
Il territorio, piuttosto che come "dato", può essere concettualizzato in termini "potenziali". La realtà e consistenza dello stesso rimandano, infatti, al quadro rappresentazionale di coloro che al medesimo fanno riferimento, focalizzando l'attenzione sugli aspetti che lo caratterizzano in termini di "limiti" o, viceversa, individuandone le "potenzialità". La problematica specifica, peraltro, va oltre i processi puramente cognitivi, coinvolgendo la rappresentazione del sé, specialmente per le dimensioni che, in termini di possible selves, rimandano alla progettualità di vita delle persone coinvolte.
Di fronte a fenomeni tanto complessi, quali il turismo sessuale, l'infanticidio, i crimini informatici e la criminalità organizzata, sarebbe opportuno creare delle possibilità che permettano di intervenire e auspicabilmente prevenire la scelta deviante. Di particolare rilievo, ci sono inoltre le tematiche inerenti il fenomeno della Shoah e Genocidio, oltre che il mobbing familiare. Viene inoltre affrontato in chiave critica l'esperienza della Psicologia penitenziaria.
Circoscritto nell'ambito di un approccio psicosociale e psicodinamico, il volume propone gli esiti di una ricerca-intervento nell'ambito di un articolato modello di differenti azioni progettuali, rivolte al supporto per minori ed adulti coinvolti in contesti multiproblematici, di violenza e maltrattamento familiare. Le metodologie d'indagine utilizzate hanno consentito l'esplorazione di una serie di dimensioni: la percezione del sostegno sociale; le tipologie ed modelli di rappresentazione familiare; gli stili di parenting; i modelli di operatività educativa, nonché gli aspetti problematici connessi alle esigenze e difficoltà, emotive, d'integrazione e di gestione nel lavoro di rete, individuate negli operatori delle comunità coinvolti nel progetto di ricerca.
La neuropsichiatria infantile ha avuto in questi anni recenti un notevole impulso legato all' incremento epidemiologico di varie condizioni neurocomportamentali, quali i disturbi dello spettro autistico e la sindrome da disattenzione con iperattività e impulsività che causano, quasi sempre , un disadattamento funzionale dell'individuo affetto e un impatto sociale sfavorevole. Un'ulteriore ragione della crescita della disciplina è attribuibile alla sempre maggiore consapevolezza che i disturbi dell'affettività e dell'umore sono ben presenti nella popolazione infantile e adolescenziale e che, in molti casi, possono persistere in età adulta. L'interesse per antiche ma sempre attuali patologie come le paralisi cerebrali infantili, le epilessie, l'enuresi è rimasto immutato e la loro presentazione ne è la riprova. Altre condizioni emergenti, trattate sempre con stile chiaro e analizzate in prospettiva sia clinica che psicologica, sono l'anoressia nervosa e l'abuso su i minori che, oggi, costituiscono le nuove scommesse della neuropsichiatria infantile rivolta sia alla cura che alla prevenzione.
Gli stereotipi di genere costituiscono una sorta di costellazione di elementi psicologici ritenuti più o meno tipici di un genere piuttosto che dell'altro. Il maschile ed il femminile rappresentano il fertile terreno entro cui le tessere di un puzzle si ancorano tra loro e si combinano coerentemente a formare un profilo di genere, in cui viene assimilato tutto ciò che ad esso è strettamente connesso, mentre viene discriminato ciò che, invece, risulta incoerente. Cosa è considerato da maschio e da femmina costituisce l'interrogativo delle autrici che intraprendono un excursus stereotipo, dall'età infantile a quella adulta, esaminando la differente articolazione dei due profili di genere. Il volume, diviso in due parti, affronta, nella prima, le prospettive teoriche più rilevanti relative al costrutto in oggetto ed analizza, nella seconda, i risultati di alcuni studi realizzati sugli stereotipi di genere nelle differenti età evolutive.
Il volume propone un percorso di tipo riflessivo, finalizzato al raggiungimento di una maturità vocazionale, attraverso un confronto tra sviluppo della propria identità, attitudini e interessi, la relazione tra modalità decisionali e preferenze vocazionali. La finalità è di fornire momenti e opportunità di riflessione su alcuni temi salienti della complessa sfida che oggi il problema della scelta vocazionale rivolge a ciascuno di noi, ed in particolare, a chi, proponendosi come adulto-educatore, svolge la fondamentale funzione di negoziatore dei pensieri, delle attitudini e degli interessi di fronte alla scelta. Ma tale decisione necessita di un progetto sulla risorsa uomo, che appare influenzato dalla costruzione di una identità coerente, della strutturazione di concetti di sé chiari, realistici, stabili e sicuri, e dell'utilizzo di stili decisionali che consentano di transitare dall'indecisione iniziale alla scelta finale, in modo che il giovane possa sentire di aver soddisfatto se stesso e le richieste sociali.