
Il libro nasce dall'esperienza diretta dell'autrice, impegnata dal 2008 in varie attività per la lotta contro le malattie mentali e che ha lottato lei stessa, per anni, contro un lungo periodo di depressione. La sua risalita è iniziata quando ha accettato di farsi aiutare da chi le vive accanto. Ne è nato così un libro che presenta, con delicatezza, i sintomi e gli effetti della "malattia del nostro tempo", da cui è possibile uscire cominciando a sconfiggere il silenzio, la gabbia in cui ci si chiude senza più voglia di vivere. Una "guida pratica" per comprendere le numerose facce della propria depressione, i fattori scatenanti, le diverse manifestazioni, i traumi delle ricadute e i consigli per riprendere in mano la propria vita. Ma anche un aiuto concreto per quanti vivono a contatto con i depressi, suggerendo come superare le difficoltà di comunicazione e avviare insieme un percorso di guarigione.
"Questo libro che in italiano prende il titolo dal problema dell'inconscio, costituisce in tutti i sensi la più efficace e piena introduzione per la lettura di Jung e il testo che meglio ne indica l'evoluzione del pensiero. I primi capitoli, forse i più interessanti e i più validi, dimostrano come la maggiore aderenza ai temi della psicologia venga espressa in primo luogo da un linguaggio cauto, spesso dubitativo, estremamente critico e problematico nei confronti delle sue stesse asserzioni. Gli ultimi saggi contenuti in questo volume indicano invece la via per speculazioni più ardite, pur senza staccarsi completamente da una terminologia psicologica" (dalla Prefazione di Giovanni Jervis).
Da sempre gli studiosi psicoanalitici cercano di dare un senso all'universo dell'inconscio. "L'inconscio come insiemi infiniti" rappresenta il tentativo di rifondare i concetti base della teoria psicoanalitica in un trattato discorsivo in cui si partecipa dal vivo ai ragionamenti, alle dimostrazioni. Ne scaturisce un percorso che è al tempo stesso un originale ampliamento del discorso freudiano e una riflessione critica sui fondamenti del pensiero scientifico. Vengono insomma definite le regole peculiari dell'universo dell'inconscio, per cui l'insieme delle sue immagini e dei suoi eventi diventa catalogabile, comprensibile: l'insieme delle percezioni inconsce raccoglie elementi tra cui esistono relazioni simmetriche cui si può dare un ordine.
La schizofrenia, in quanto testo classico della psichiatria del Novecento, ha la sua platea ideale nell'ambito della Facoltà di Medicina e della scuola di specializzazione in Psichiatria. Data la particolare prospettiva assunta dall'autore e la ricchezza di pensiero filosofico e psicologico del libro, è una lettura consigliata anche a tutti quegli operatori della salute mentale i quali, abbandonato per un momento l'atteggiamento irriflessivo di chi pretende una risposta per ogni problema umano, siano disposti a porsi ancora qualche domanda circa l'enigma della psicosi schizofrenica e dell'umano dolore.
Lo psichiatra R. D. Laing per sei anni ha riportato in un diario le conversazioni con i suoi due figli. Queste si sono svolte a partire dal termine della prima infanzia, quando ancora i bimbi non possedevano un linguaggio completamente articolato. Secondo Laing dai bambini si possono apprendere, allo stesso tempo, nozioni sull'infanzia e sull'età adulta, ed è quasi certo che, come il contatto con gli adulti forma lo sviluppo dei bambini, così il rapporto inverso influisce sulla "crescita dei grandi". Con una prefazione di Stefano Mistura.
Quest'opera si propone di ripercorrere le tappe più importanti dello 'studio dell'anima', mettendo in rilievo l'influenza determinante dell'antichità greco-romana e cogliendo, nella storia del pensiero dal XVII secolo in poi, gli elementi che hanno costituito la premessa necessaria per la successiva nascita della psicologia. Questa impostazione non trascura i rapporti con le discipline confinanti, sia quelle sul cui terreno essa è nata (filosofia e medicina) sia quelle con cui, viste le molteplici specializzazioni che ospita, essa ancora collabora.
Capire chi assiste indifferente a carneficine inaudite è impossibile senza spiegare il comportamento opposto, quello dei soccorritori. Inerzia e solidarietà sono le due facce di un'unica medaglia che spesso mette a dura prova la capacità di comprensione degli eventi. La diffusa e rassicurante personalizzazione dell'inerzia e della solidarietà enfatizza il ruolo di singoli individui e dei loro valori morali. Al centro dell'analisi di Zamperini non vi è lo spettatore inerte, con il suo alone negativo, né il soccorritore illuminato dalle sue virtù, ma l'ambiente psico-sociale che caratterizza le atrocità collettive.
Maria Chiara Levorato offre con questo saggio un'introduzione ai principali campi teorici e applicativi della psicologia infantile. Il volume è propedeutico allo studio dello sviluppo piscologico, del quale vuole fornire una panoramica sintetica e chiara. Maria Chiara Levorato analizza il cambiamento psicologico dal punto di vista cognitivo, linguistico, comunicativo, affettivo, emotivo e sociale.
Evelyne Pewzner, dopo un breve excursus storico, analizza le potenzialità ma anche i limiti di una classificazione che separa la psichiatria dalla psicopatologia. Descrivendo gli aspetti più critici delle malattie mentali, sottolinea la necessità di un approfondimento clinico rigoroso per avvicinarsi con efficacia al problema della diagnosi, nodo principale della psicopatologia. Gli esempi clinici e i testi presentati mettono in rilievo gli aspetti semiologici e relazionali più caratteristici e le osservazioni dell'autrice indicano che la ricerca di un senso è subordinata all'approccio empirico dei fatti patologici.
Questo volume, insieme a "La schizofrenia", è uno dei più importanti classici della letteratura psichiatrica novecentesca. La polemica contro il naturalismo della psichiatria ufficiale implica un'accusa non solo verso il medico che oggettivizza il malato di mente, limitandosi a classificare i sintomi, ma anche verso chi si illude di fare della fenomenologia solo raccogliendo tracce e testimonianze di stati d'animo personali. Su quest'ultimo punto si coglie un dissenso di fondo con Karl Jaspers, al quale Minkowski attribuisce l'errore di identificare atteggiamento fenomenologico e psicopatologia soggettiva. Un'opera chiave sia sul piano del dibattito sui "metodi" della psichiatria, sia su quello filosofico, come dimostra l'introduzione storica di Enzo Paci.
Cosa succede a un gruppo di studenti che accettano di essere rinchiusi per due settimane in una prigione simulata? Quale la condotta di chi veste i panni dei carcerieri e di chi assume le vesti dei prigionieri? È quello che emerse durante il controverso esperimento svolto nel 1971 da Philip Zimbardo a Stanford. La ricerca venne interrotta dopo solo sei giorni a causa dell'atteggiamento aggressivo dei carcerieri e quello apatico dei prigionieri, ma dimostrò il potente effetto dei ruoli sociali sul comportamento umano. Legando questi avvenimenti a quelli che si verificano in altri luoghi dell'oppressione, come la prigione di Guantanamo, l'autore indaga le dinamiche tipiche dei luoghi in cui un gruppo di persone esercita potere su un altro.