
All'inizio tra Psicoanalisi e Chiesa, specialmente quella cattolica, fu guerra senza risparmio di colpi. Poi gradualmente, per il venir meno dei rispettivi fondamentalismi, le opposte posizioni cominciarono a smussarsi. L'antropologia cristiana e quella religiosa rimasero certo in contraddizione, ma subentrò fra di loro un ignorarsi reciproco e venne col tempo l'apprezzamento di singoli aspetti del campo avverso; si avviò così uno scambio fra psicoanalisti e credenti, portando ad un incontro che oggi è andato molto avanti.
Questo volume raccoglie i contributi presentati al I Convegno Nazionale sull'anoressia maschile, organizzato a Monza nel gennaio del 2005, presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università degli Studi di Milano-Bicocca con il supporto della Fondazione Maria Bianca Corno di Monza. La scarsità degli studi sull'argomento da un lato - dovuta con buona probabilità all'indice epidemiologico della malattia - e, dall'altro, l'incremento dei casi di anoressia maschile a cui si assiste in questi ultimi anni hanno indotto terapeuti e ricercatori ad interrogarsi sulle caratteristiche psicopatologiche di questo disturbo, sulla manifestazione clinica nelle sue differenze di genere, sulle possibilità di trattamento in ambito ambulatoriale, residenziale o semiresidenziale (centro diurno) e, infine, sul ruolo della famiglia e delle dinamiche relazionali in cui sono coinvolti genitori e pazienti. Da queste premesse è scaturito il dialogo tra diversi esperti di salute mentale, di cui questo volume vuole essere testimonianza. Per le sue caratteristiche, il testo si rivolge in particolare ad un pubblico di specialisti (medici, psichiatri e psicologi), ma anche a quanti si devono confrontare a vario titolo con il problema dell'anoressia nervosa maschile, nel suo manifestarsi in età evolutiva o in età adulta.
Per tutti gli anni del suo insegnamento Lacan si è impegnato a formalizzare una teoria psicanalitica, sforzandosi di riportare le nozioni della clinica entro uno spazio asettico, ritagliato sul modello della matematica. Il suo scopo non era propriamente quello di accreditare la psicanalisi come una scienza, quanto di costituire un corpus dottrinale trasmissibile, senza indulgere ad uno psicologismo intuitivo, che si prestava a facili deviazioni verso l'omologazione del senso comune. Per questa via egli pervenne, attraverso la strutturazione di un discorso propriamente psicanalitico, ad un'elaborazione teorica non auto-referenziale, che richiedeva di essere sempre mantenuta ad un elevato livello di tensione formale. Ne deriva per la psicanalisi, che per se stessa si configura come una pratica artigianale, l'esigenza ineliminabile del sostegno di una dottrina. Paradossalmente è proprio il rigore teorico della dottrina a permettere alla psicanalisi di mantenere ciò che costituisce il suo pregio, il legame a filo doppio che, nella pratica, connette la sua trama con il sapere inconscio. Freud non scrisse mai un vero e proprio manuale di tecnica psicanalitica. Che lo facesse era forse auspicato da chi intendeva ricondurre la novità rivoluzionaria dell'invenzione freudiana in termini di scientismo terapeutico, appellandosi ai voti dello stesso Freud che, a giusto titolo, rivendicava alla psicanalisi il diritto di cittadinanza nell'ambito delle scienze vigenti a quel momento.
Capita a volte, nella vita, di vedersi piombare addosso eventi del tutto imprevisti, straordinari. Così è accaduto anche a Paola Leonardi che ha dovuto subire, inaspettatamente, un intervento chirurgico al cuore. Questo evento sconvolgente per il corpo e per la mente, ha offerto in qualche modo lo spunto per una riflessione sul cuore inteso non solo come organo ma anche come metafora. Si potrebbe dire una riflessione che parte dal cuore. Ne è nata questa raccolta di pensieri, esperienze, ma anche testimonianze di chi, come l'autrice, si è fermato ad ascoltare il proprio cuore. Ne è nato un libro che ci farà aprire all'amore, al desiderio, alla vita. Un libro - per uomini e donne, amiche ed amici - da leggere o da consultare, per trovare la soluzione a tanti problemi affettivi, amorosi e lavorativi. Per conoscerci meglio, per avere sempre più il coraggio di essere noi stessi, per fare spazio alle emozioni del cuore.
Più che un libro Vivere a colori! è un vademecum. Ognuno di noi ha un destino, ma non si tratta di una fatalità, si tratta di un copione che abbiamo elaborato noi stessi, generalmente in modo inconsapevole. Questo copione, se lo vogliamo, possiamo riscriverlo e realizzarlo. Come? Prima di tutto procedendo a una esplorazione delle nostre risorse nascoste: sono infinite e le neuroscienze confermano che rimangono disponibili per tutta la vita. Il libro propone strumenti per scoprire i nostri talenti, ignorati o sottosviluppati e indicherà come liberarli e svilupparli. Siamo tutti creativi, il "magma" esiste in tutti noi, basta creare falde per farlo uscire; e poi incanalarlo verso realizzazioni che corrispondono ai nostri desideri. Un'altra risorsa formidabile sono gli altri. Se sappiamo trovare le giuste porte di accesso si mostreranno disponibili non solo per aiutarci ma anche per diventare partner di opere che difficilmente saremmo capaci di realizzare da soli. È la famosa sinergia: 2 + 2 più grande di 4. Una volta realizzato il bilancio delle nostre forze, risorse, competenze, talenti, è possibile cominciare a immaginare copioni di successo. Poi scegliere tranquillamente quello che desideriamo veramente realizzare, in funzione dei risultati materiali e psicologici che vogliamo ottenere. E dell'energia che siamo disposti a investire. Tutto con un motore principale: il piacere.
Un volume pensato per studenti universitari alle fasi iniziali del loro percorso, ma utile anche ad operatori della formazione psicosociale e dell'educazione, che vi troveranno temi che in genere sono dispersi in testi diversi. Vuole introdurre all'uso dei metodi e delle tecniche di gruppo nei contesti formativi ed educativi, premettendo una rassegna dei temi principali della dinamica di gruppo e dei gruppi di lavoro organizzativi, e della psicologia sociale dei gruppi. Il volume è caratterizzato da una forte e costante sottolineatura del carattere non meramente fattuale del gruppo, dunque della necessità di trattarlo in quanto fenomenologia contingente, che si configura ed acquista specifiche modalità di funzionamento in ragione dei contesti di pratica entro cui ed in ragione dei quali si dispiega. Questa idea di gruppo se non può considerarsi di per sé originale in assoluto - essa riflette una concezione più generale dei processi psicosociali di matrice socio-costruttivista - è sicuramente innovativa nel campo della psicologia dei gruppi, troppo spesso portatrice di una visione reificata, entro la quale il gruppo, invece che costrutto teorico, viene inteso e trattato come uno stato del mondo.
La psicologia dei gruppi è un campo di teorizzazioni ampio e diversificato che trova applicazioni a differenti livelli e in molteplici contesti, dalla dimensione micro a quella macrosociale. Il volume, in questa nuova edizione aggiornata, propone una visione consolidata del lavoro con i gruppi e un approccio a nuovi contesti di intervento. Il testo si articola in tre parti: la prima fornisce un inquadramento teorico del concetto di gruppo, dei processi e delle dinamiche che lo definiscono, analizzando le relazioni e i percorsi di formazione dei gruppi, la costruzione di sentimenti identitari e il legame che lega i gruppi alla comunità. La seconda parte presenta contributi specifici rispetto a metodi di lavoro che richiedono approcci puntuali e, per alcuni aspetti, innovativi. Il lavoro degli psicologi e degli operatori che intendono acquisire competenze psico-relazionali non può prescindere dalle conoscenze relative ai gruppi virtuali, al lavoro di rete e al mutuo aiuto, alle attività svolte nell'ambito dei focus group e, rispetto alle dimensioni macro sociali, alle competenze necessarie per l'impostazione di ricerche partecipate e alla costruzione di coalizioni di comunità. La terza parte prende in considerazione alcuni contesti in cui si attua la costruzione, promozione e attivazione dei gruppi: l'azienda, la scuola, l'ambito sociosanitario, la famiglia.
"Il Primo vocabolario del bambino-PVB" (adattamento italiano del "MacArthur-Bates Communicative Development Inventory-CDI"), è un questionario per i genitori di bambini fra 8 e 36 mesi. Diffuso in Italia già da diversi anni, è molto utilizzato per lo studio e la valutazione della comunicazione e del linguaggio in bambini con sviluppo tipico e atipico. In questo volume, indirizzato a neuropsichiatri infantili, psicologi, logopedisti, terapisti e pediatri, sono presentati i nuovi dati normativi relativi alla versione originale (Forma lunga) della scheda "Parole e Frasi", e quelli relativi ad un nuovo strumento, la Forma breve della stessa scheda, particolarmente adatta in progetti di screening per l'individuazione di bambini a rischio per problemi di comunicazione e/o linguaggio. Il libro ripercorre le tappe principali dell'acquisizione del linguaggio, le differenze individuali e gli indici di rischio. Queste conoscenze sono la base per comprendere la costruzione dello strumento e le sue finalità, facilitando così l'interpretazione dei dati normativi. I questionari, le figure, le tabelle relative ai valori normativi e la scheda di sintesi del profilo del bambino sono anche reperibili sul sito www.francoangeli.it/Area_multimediale.
La psicologia può offrire un importante contributo alla comprensione dei dinamismi familiari implicati negli attuali mutamenti sociali. Può aiutarci, per esempio, a definire la sua identità, a comprendere la sua trasformazione in una pluralità di forme familiari, ad interpretare le transizioni da una fase di sviluppo all'altra del suo ciclo di vita, a studiare i vari tipi di relazione che comporta come quello coniugale, genitoriale, tra le generazioni, con la società, ecc. Lo scopo di questo volume è proprio quello di avviare il lettore alla comprensione delle relazioni familiari da un punto di vista psicologico. Vista la specificità dei suoi contenuti può rappresentare un utile sussidio per docenti e allievi di un corso di psicologia della famiglia a livello universitario. È comunque indicato anche per chi lavora con le famiglie nei diversi ambiti (psicologico, psicoterapeutico, educativo, sociale, pastorale, giuridico, ecc.) o sia interessato ad approfondirne la conoscenza.
L'assunzione di un'identità di ruolo maschile e femminile in adolescenza è come una seconda nascita, che richiede la mentalizzazione del corpo, la trasformazione del rapporto con i genitori, l'inserimento nel gruppo dei pari, l'avvio di relazioni sentimentali e sessuali e l'acquisizione di nuove competenze. La realizzazione di questi compiti è inevitabilmente attraversata da conflitti, nel mondo interno ed in quello esterno. Come avviene oggi il cambiamento adolescenziale? Il modo in cui l'adolescente affronta questa fase del suo sviluppo è universale o storicamente determinato? In questo manuale, dopo una rassegna di rappresentazioni dell'adolescenza nell'antropologia, nella storia della psicoanalisi e nella cultura attuale, si illustrano le aree dello sviluppo e le principali difficoltà che gli adolescenti incontrano nel loro percorso di crescita. I disturbi alimentari, il rapporto con le droghe, i comportamenti antisociali o autolesivi, sono trattati in una prospettiva evolutiva, con indicazioni sul modo in cui gli psicologi possono aiutare gli adolescenti. Il volume si propone come manuale per gli studenti di psicologia e di scienze dell'educazione, ma anche come testo di riferimento per psicologi, psicoterapeuti, insegnanti, educatori, assistenti sociali e genitori, che possono trovarvi informazioni utili a sostenerli nell'esercizio del loro ruolo. Gli autori sono membri dell'Istituto Minotauro, che svolge attività di ricerca e psicoterapia con gli adolescenti e i loro genitori.
Il dato più rilevante del nostro tempo è lo scarto tra il dominio tecnico sul mondo esterno che l'uomo ha raggiunto e la scarsa familiarità ch'egli ha con quello interno. Al di là della consapevolezza di avere un io, poche persone sono in grado di interrogarsi sulla natura umana, sul cervello, sull'uso che se ne fa e che, nel corso del tempo, ne è stato fatto, da tutte le generazioni che si sono succedute, producendo la cultura (materiale e spirituale), la storia e l'organizzazione sociale. Questo limite ha una causa specifica. Il patrimonio di sapere accumulato dalle scienze umane e sociali - neurobiologia, psicologia, psicoanalisi, sociologia, economia, storia delle mentalità, antropologia culturale, ecc. -, con il suo carico di verità, intuizioni e contraddizioni, è praticamente riservato agli specialisti. Ritenendo che questa lacuna vada urgentemente colmata, per rimediare ad un disagio psicologico che va assumendo una configurazione epidemica, l'autore ha scritto un saggio che, con un linguaggio accessibile e uno stile accattivante, sintetizza ciò che di quelle scienze si può ritenere indispensabile per avviare una programmazione sociale e culturale che dia ad ogni individuo gli strumenti minimali per riflettere non già solo sull'esperienza personale ma sulla condizione umana cui essa appartiene.
Questo libro raccoglie alcune lezioni di training alla psicoterapia cognitiva post-razionalista svolte da Vittorio Guidano. Pertanto è un "manuale parlato", dettagliato e preciso, su "come si fa una psicoterapia" non persuasiva, costruita a partire dal punto di vista del soggetto. Questa modalità innovativa di psicoterapia si riflette anche nella conduzione del training, che procede nel suo accadere momento per momento, come un reportage dal vivo, tra i dubbi degli allievi e lo sforzo di chiarimento del maestro. Questo libro è anche la testimonianza del passaggio da una epistemologia razionalista, propria dell'approccio cognitivo-comportamentale, ad una epistemologia post-razionalista. Esso si traduce in un approccio terapeutico che oltrepassa i limiti della psicoanalisi, attenta ai resoconti del paziente, e quelli del comportamentismo attento a ciò che accade, costruendo un nuovo livello di conoscenza che emerge nell'interfaccia tra come il soggetto si racconta ciò che gli accade. Considerando come oggetto di ricerca "il primate parlante uomo", Guidano propone un modello etologico ed antropologico che parte da una psicopatologia esplicativa fino ad arrivare a nuovi punti di vista sull'essere umano normale dei nostri tempi. Da ultimo si ritrova qui l'aspetto più immediato ed affettivo di Vittorio Guidano che integra e completa quello più rigoroso delle sue opere teoriche.