
Nell'isola di Okinawa vivono le persone più longeve del mondo: non è solo merito delle abitudini sane, ma anche e soprattutto di una vita sociale gratificante e intensa. In Occidente, invece, gli anziani si sentono un peso per la società e si ritrovano senza uno scopo con cui riempire le giornate. Come affrontare serenamente la vecchiaia? Da psicologa e da donna che ha appena superato i sessant'anni, Marie de Hennezel descrive con tono partecipe i tabù e i preconcetti sulla terza età, condanna la corsa insensata all'eterna giovinezza, suggerisce piccoli accorgimenti per accettare i cambiamenti inevitabili e imparare ad apprezzarli.
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Come è possibile che quel cretino sia ricco e io no? Quante volte ci siamo posti questa domanda? La risposta di Robert Shemin è semplice: probabilmente, quello è ricco perché è cretino (almeno per i nostri standard di giudizio). Per Shemin, infatti, per fare soldi non è necessario essere furbi (anzi, i furbi finiscono comunque per non godersi la ricchezza e vivere male); conviene piuttosto ribaltare le vecchie regole, fare cose che solo un ingenuo (o uno che i furbi considerano un cretino) potrebbe fare. Per la prima volta, Shemin rivela i segreti che hanno reso ricco lui e altri membri del "Club dei Cretini", e propone una serie di consigli che, se non rendono milionari, pongono almeno le basi per migliorare la qualità della vita.
Non buttare via ciò che hai di più prezioso: la tua identità.
E ricordati che non c’è gioia nella droga.
“Io mi occupo di sentimenti e so che basta un momento di abbandono, un lutto, una ferita che abbia distrutto la propria autostima per perdersi nella droga e non tornare più indietro.” Negli ultimi anni se si escludono le notizie di cronaca nera, è calato il sipario sulla diffusione della droga, sul come affrontare i drammi che coinvolgono intere famiglie, come fosse semplicemente una questione privata, o addirittura normale. Un silenzio che Vittorino Andreoli non accetta e che ha deciso di rompere presentandoci il suo punto di vista con grande semplicità. A partire dalla sua lunga esperienza nel mondo delle realtà più difficili, Andreoli prende per mano il lettore e lo accompagna in un’esemplare ricognizione nei luoghi dell’anima, rivolgendosi non solo a chi la droga la tiene dentro la testa, ma anche a chi la tiene in tasca e potrebbe usarla, a chi teme che i propri figli ne siano già parte.
Pagina dopo pagina, Carissimo amico. Lettera sulla droga non offre uno sguardo accusatore, ma quello lucido di un uomo vicino al dolore dei suoi simili e che difende “il diritto a non drogarsi” perché non c’è libertà nella dipendenza. Un libro che finalmente dice che cosa succede nella relazione tra un giovane e le droghe, e che dà voce al dolore di chi è costretto a convivere con questa terribile realtà.
Come superare la crisi
senza che il tuo lavoro ti rovini la salute.
Il lavoro è ancora un mezzo o sta diventando la nostra fine?
Lo stress da Lavoro:
- colpisce il 28 per cento delle persone
- è un fattore di rischio cardiovascolare
- causa almeno il 50 per cento delle assenze in ufficio
- costa all’unione europea 20 miliardi di euro l’anno
Oggi possiamo quantificare lo stress con criteri scientifici, isolare i sintomi e curarlo.
Questo libro racconta come.
Il lavoro non deve per forza fare male alla salute. Ma spesso lo fa: è tra le principali cause di stress, per di più sempre a rischio di acutizzarsi per via di eventi imprevedibili: un giro di vite che trasforma l’ufficio in una trincea, tagli al personale, invidie e pettegolezzi fra colleghi. E noi rimaniamo impotenti, come chi rientra a casa e scopre che gli hanno svaligiato l’appartamento: un grandissimo disordine, la sensazione di aver perso il controllo del proprio ambiente, l’organismo che si ribella con tachicardie, insonnie, gastriti. Che fare? Da dove cominciare per ripristinare la serenità? Per spiegarlo, questo libro entra nelle vite di alcuni “impiegati modello” che sono nel bel mezzo di una situazione simile. Chiara, che investe tutto sulla carriera ed è colta da intensi attacchi di panico. Gigliola, che dopo una vita a barcamenarsi tra lavoro e famiglia rischia di scoppiare tra i problemi della figlia e la pressione in ufficio. Sergio, che coi suoi quarant’anni di onorato servizio teme di essere scavalcato dal primo giovanotto di passaggio. E altri, a vari gradi di stress: capi compresi. Finché per fortuna in azienda arriva un’esperta in dipendenti e manager esasperati.
Daniela Lucini ci guida in un percorso di gestione dello stress lavorativo con un libro insolito: si segue come una fiction ed è utile come un manuale di pronto intervento. Grazie a Lorenzo, Chiara, Gigliola, Maurizio, Sergio, al racconto delle loro reazioni ai problemi, dei loro sintomi e del percorso per riprendere il controllo della situazione, Lucini spiega come valutare il nostro stato di stress e come correre ai ripari, evitando che la crisi, e le sue conseguenze sul nostro lavoro, inghiottano la nostra vita.
Uscito per la prima volta nel 1979, dopo un lungo periodo di ideologie che avevano negato ogni valore alla coppia, all'innamoramento e ridicolizzato l'esclusività e la gelosia, "Innamoramento e amore" è stato come un lampo che fa improvvisamente vedere una realtà nascosta, e ha avuto un immediato successo con traduzioni in 25 lingue. Criticando le correnti filosofiche e psicologiche dominanti che riducevano l'innamoramento a una rimozione sessuale o a una regressione infantile, il libro lo colloca nel campo dei processi collettivi in cui due individui si ribellano ai loro legami precedenti e danno origine, attraverso l'entusiasmo dello stato nascente, a una nuova comunità: la coppia innamorata, proiettata sul futuro.
A ripensarci vi viene da sorridere. La vostra vita è cambiata. Prima di avere un figlio vi spalmavate il pancione di olio di mandorle, giravate per vetrine osservando graziosi completini da neonato, tagliavate la verdura cruda a julienne per far piacere al vostro compagno. Ora di Julien nella vostra vita ce n'è uno solo, ed è il re dei lemuri nel cartone animato Madagascar. Adesso, per far piacere al vostro compagno, nei giorni buoni buttate sul fuoco 4 salti in padella, altrimenti gli urlate di arrangiarsi con una scatoletta di tonno. Per risparmiare tempo non tagliate più le unghie, le mangiate. Le giornate di shopping sono un lontano ricordo. Fare un figlio è come lanciare nel mondo un amo a forma di punto interrogativo. Bisogna essere preparati, raccomanda qualcuno. Per fortuna e purtroppo, per quanto impegno ci si metta, non lo si è mai abbastanza: né a metterlo al mondo, né ad allevarlo quando sarà nato. Ci si sforza di informarsi, confrontarsi, prendere le misure. Ma, come racconta questa guida pratica, quello che si ha in mente prima non corrisponde mai a quello che succederà dopo.
Che cos'è il potere? In quali forme e con quali simboli determina la nostra vita quotidiana? Uno dei maggiori filosofi e psicoanalisti viventi cerca di rispondere a queste domande attraverso un esame serrato e spietato della vera religione del tempo presente: si può usare "la forza, la forza di volontà, la persuasione, la logica, l'argomentazione, oppure la conversione, il terrore, la manipolazione, l'irretimento, l'inganno. Qualunque sia il metodo, il complesso di potenza subordina tutto all'arrivare e al restare in testa". Silvia Ronchey, che con Hillman collabora da molti anni, indica le connessioni intime fra le strutture del potere e quelle del nostro io più profondo: in questo senso, una riflessione sulla sfera pubblica può rappresentare un "recupero di anima per la vita collettiva". Hillman interpreta tutto quanto ci accade intorno, dal microcosmo della psiche al macrocosmo della società, sorprendendo a ogni pagina e rifiutando ogni cliché su gruppi senza leader e organizzazioni orizzontali, in cui "nuovi peccati sostituiscono quelli vecchi" e si è costretti dentro un tirannico "assolutismo dell'uguaglianza". Così questa inedita ricognizione sugli "stili del potere" da parte di una delle voci critiche più lucide del mondo contemporaneo smuove le nostre coscienze e ogni comodo automatismo. La speranza esplicita è che "le idee del potere cedano il posto al potere delle idee".
Non mangia, non dorme, ha paura...
... il racconto giusto per ogni piccolo, grande problema
Che favola raccontare a vostro figlio?
Che messaggio deve avere?
Come accendere la sua fantasia?
Da sempre il linguaggio metaforico e magico della favola
viene utilizzato da genitori ed educatori per raggiungere il
cuore e la mente dei bambini e rispondere ai loro quesiti
sui temi fondamentali della vita. Anna Oliverio Ferraris
fornisce esempi di storie che gli adulti possono adattare
alle esigenze dei loro figli o servirsene come canovacci per
crearne di nuove.
Quindici storie per altrettante situazione diverse: una guida all’uso della favola, oltre a numerosi consigli pratici sulle tecniche di narrazione e le letture consigliate.
Per secoli, anzi millenni, gli adulti hanno raccontato ai bambini delle storie per intrattenerli e divertirli, ma anche per trasmettere loro dei messaggi utili a scoprire e capire il mondo. Non c’è strumento migliore di una favola per suscitare l’interesse di un bambino, specialmente quando risponde alla sua curiosità, al bisogno di trovare dei modelli da imitare, all’esigenza di vivere delle avventure attraverso l’immaginazione. Nella storia, letta da un libro o inventata al momento, egli trova una piccola “cura” quotidiana contro le sue paure e insicurezze, e una guida che gli spiega come superare i pericoli, come reagire alle minacce e come ritrovare l’ordine quando c’è il caos. Anna Oliviero Ferraris consiglia i giusti strumenti per parlare ai bambini nel modo più semplice e leggero: raccontando loro una storia.
VERSO UNA NUOVA ECONOMIA DELL’ONESTA’
Che cos’hanno in comune guerre, crisi governative e catastrofi economiche?
In un sistema al collasso la trasparenza è l’unica salvezza.
Meglio incassare una critica costruttiva che mille complimenti inutili, meglio dire e sentirsi dire la verità, anche se scomoda: un’aurea regola che tutti si affrettano a dimenticare, una volta raggiunti i vertici. Ed è stata proprio la politica della falsità a causare il recente crollo dei colossi finanziari catapultandoci in una disastrosa crisi economica. È quindi ora di curare le nostre società dal malcostume della menzogna che le rende opache e vulnerabili: dall’innocua bugia detta al capo fino a quelle planetarie delle multinazionali, dal curriculum falsificato alla promessa elettorale disattesa. Viviamo un’epoca di cambiamenti rapidissimi che possono essere interpretati e affrontati soltanto grazie a un insieme di competenze diverse, e mettendo in comune le informazioni. Occorre quindi sostituire il modello classico della leadership autoritaria con una cooperazione tra alto e basso permeabile ai rinnovamenti e in grado di raccogliere gli input del controllo collettivo.
Oggi basta un clic per smascherare chi bara: blog, quotidiani online, motori di ricerca sono le nuove piazze aperte alla denuncia e alla testimonianza di consumatori e cittadini a cui conviene esercitare quanto più possibile il diritto alla chiarezza. Ma in realtà anche leader e aziende possono trarre vantaggio dal dovere complementare che impone di diffondere i dati e giustificare le proprie scelte. Perché, come dimostrano i guru della consulenza aziendale Daniel Goleman, Warren Bennis e James O’Toole, la trasparenza non è sempre la scelta più facile, o più conveniente nel breve periodo – per esempio quando si tratta di rivelare una scomoda verità – ma è la chiave grazie a cui un leader, una società, un mercato possono recuperare la fiducia dei loro interlocutori. E l’unica virtù che può ridare stabilità al mondo convulso in cui viviamo.
"In questo momento della storia, le donne e gli uomini cercano ciò che li accomuna, superando le differenze. Però hanno anche diverse sensibilità, diversi desideri, diverse fantasie. Entrambi, spesso, immaginano l'altro come, in realtà, non è, e pretendono cose che egli non può dare. L'erotismo ci si presenta sotto il segno dell'equivoco e della contraddizione. Eppure gli incontri avvengono, eppure esiste l'attrazione reciproca, esiste l'innamoramento. Come è possibile? Qual è la strada che conduce dalle differenze all'intesa, alla comprensione, all'incantesimo dell'amore?"
Che uomini e donne ragionino in modo differente e abbiano quindi un diverso modo di comunicare è cosa risaputa da tempo. Ora Allan e Barbara Pease cercano di fare un ulteriore passo avanti nella comunicazione uomo-donna e quindi nei miglioramento dei loro rapporti. "Diversi" non vuol dire essere migliori o peggiori; significa semplicemente avere approcci, priorità, pulsioni, comportamenti difformi. Esistono ragioni precise che giustificano tali differenze e gli autori hanno intervistato esperti di tutto il mondo per fornirle.
“Un libro utile per le donne…
indispensabile per gli uomini!”
Daniel Goleman sul Cervello delle donne
• Nel cervello dei maschi lo spazio dedicato all’impulso
sessuale è due volte e mezzo maggiore rispetto a quello
delle donne. Che lo hanno sempre sospettato.
• Sono gli ormoni rilasciati dal suo cervello a far
cadere l’uomo in un sonno profondo dopo il sesso.
Da tenere a mente se lei invece è in cerca di coccole.
• Gli adolescenti hanno il cervello così pieno di testosterone
da percepire i volti altrui più aggressivi di quanto sono
in realtà. Ecco perché ce l’hanno con il mondo.
L’amore, il sesso, il tradimento, la paternità: non sono solo il carattere e le circostanze sociali, ma anche e soprattutto i geni e gli ormoni a determinare cosa succede nell’universo complesso e affascinante che è il cervello maschile. La neuroscienza ha scoperto per esempio che gli uomini usano circuiti cerebrali alternativi rispetto alle donne per elaborare informazioni connesse a difficoltà emotive: ecco perché, davanti alle lacrime di lei, la mente di lui attiverà il processo “soluzione del problema” e non quello “comprensione e consolazione”, e cominceranno a volare le stoviglie. La risonanza magnetica evidenzia che nel maschio l’organo sessuale recepisce l’attrazione più rapidamente del cervello: se lei è abbastanza vicina, può quindi accorgersi che gli piace un attimo prima che se ne accorga lui. Ricerche sui topi hanno decretato che esiste un ormone della monogamia: se lui tradisce non è colpa solo di “quella scostumata”. Con molti esempi concreti tratti dalla sua lunga esperienza di neuropsichiatra, Brizendine svela finalmente i segreti dell’organo maschile più incompreso. Che non resta immutato dall’infanzia alla vecchiaia: il cervello inondato di testosterone dell’adolescente è molto diverso da quello di un neopapà, addolcito da un’incursione di ormoni femminili, ma anche da quello di un innamorato o di un pensionato. Rendersi conto che incompatibilità e catastrofi relazionali sono in gran parte il risultato di “incomprensioni chimiche” è dunque il primo passo per fare la pace con se stessi e con le proprie pulsioni. E magari per farla finita con l’eterno e forse ingiusto grido di esasperazione femminile: “Ma non capisci proprio niente!”.