
L'uso della metafora, all'interno di una concezione simbolica di comunicazione e della cura, è una tecnica importante. Come utilizzarla e in che misura dipende dal singolo caso clinico, perché non è mai un'applicazione banale come se fosse la panacea di tutti i mali e necessita di un'elaborazione attenta e profonda. Questa pubblicazione vuole mettere al centro la capacità di intervenire in modo sistematico su tutte le funzioni mentali, concorrendo ad attivare tutte le risorse della nostra mente, verbali e non verbali, all'interno di un progetto di terapia. Un progetto che ha certamente come capisaldi fondamentali la diagnosi, la relazione, l'insight, la comprensione dei processi inconsci, il superamento delle resistenze al cambiamento e l'attivazione delle potenzialità personali. E soprattutto la consapevolezza che la Persona del terapeuta è il soggetto e il fondamento d'integrazione di modalità diverse di intervento secondo una logica multifattoriale di conoscenza degli elementi che concorrono al disagio e delle tecniche per affrontarli. Un libro a più voci risultato di anni di lavoro e di ricerche tra professionisti diversi, che vuole essere anche l'avvio di un percorso ancora più condiviso, che ora avvertono il bisogno e la necessità di andare oltre le barriere delle diverse scuole e di diversi approcci. La riflessione sulla Metafora esprime una ricerca sul piano clinico volta ad individuare modalità per comunicare con il paziente in modo efficace, facendo leva su tutte le sue risorse, anche con l'immaginazione ed il linguaggio simbolico. Un libro fondamentale per chiunque intenda affrontare le professioni di cura.
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Dopo averci deliziato con La Psicantria e La Psicantria della vita quotidiana, Palmieri e Grassilli si cimentano ora con La neuropsicantria infantile e con il mondo della sofferenza emotiva infantile.
Perché c’era bisogno di questo libro-Cd? Perché se la musica e la canzone possono rappresentare un mezzo straordinariamente efficace per guardare ai disturbi psichici adulti in modo caldo, empatico e sufficientemente “leggero”, a maggior ragione questo può valere per i disturbi psichici dell’età evolutiva, contrastando auspicabilmente le pesantezze, l’ignoranza, le inquietanti aree di ombra e i pregiudizi che ancora esistono intorno a queste problematiche.
Attualmente, il 15-20% della popolazione tra 0 e18 anni manifesta un qualche tipo di difficoltà di carattere e che di questi solo il 10-15% viene preso in cura da servizi pubblici e privati. Il restante rimane impigliato in modo vario nella sua condizione psicopatologica. La bassa percentuale di casi che arrivano ai servizi psichiatrici mette in luce un problema sociale tanto ovvio quanto preoccupante: i bambini con un disturbo psichiatrico non sono in grado, da soli, di cercare aiuto. A differenza degli adulti, essi dipendono dai grandi per quanto riguarda la percezione del bisogno e l’accesso alla terapia.
Inoltre, se non sono adeguatamente individuati e trattati i disturbi psichiatrici infantili gravi non vanno di solito incontro a remissione spontanea e finiscono per produrre uno scarso adattamento nell’adolescenza e nella vita adulta.
Tutto ciò rende evidente quanto sia importante dar voce all’infanzia e alla sofferenza infantile.
Di qui l’importanza di questo volume-Cd: mettere al centro dell’attenzione, non solo degli specialisti ma anche del lettore/ascoltatore comune, il tema dell’infanzia, delle possibili forme di sofferenza infantile, con la loro ricca, variegata e talora sorprendente espressività sintomatologica. Cercando, se possibile, di farlo in modo sensibile e genuino, con un linguaggio immediato e vicino al mondo dell’infanzia.
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Il bambino si sviluppa attraverso l'esperire. La consapevolezza di sé infatti è così strettamente legata al fare esperienza che non può esistere l'una senza l'altra e viceversa. Allo stesso modo, via via che in terapia il bambino sperimenta i suoi sensi, il suo corpo, le sue emozioni e il modo in cui può usare l'intelletto, riacquista una sana posizione verso la vita. Amare i bambini, stabilire con loro un rapporto di accettazione di fiducia, conoscere qualcosa del loro sviluppo, di come crescono e apprendono, comprendere i contenuti importanti che corrispondono a particolari livelli di età, sono i presupposti di base necessari per chiunque lavori con i bambini. Le innumerevoli tecniche di psicoterapia con bambini e adolescenti descritte dall'autrice in queste pagine servono a dare al bambino esperienze sensoriali, corporee, emozionali, intellettive e verbali e aprono all'immaginazione dell'adulto (sia esso psicoterapeuta, insegnante, educatore o semplicemente genitore) un'infinita gamma di possibilità creative per comprendere i bambini e aiutarli a superare le loro difficoltà. L'obiettivo di questo approccio nella psicoterapia è quello di aiutare il bambino a prendere consapevolezza di se stesso e della sua esistenza nel suo mondo. Ogni terapeuta troverà il proprio modo di raggiungere quel delicato equilibrio esistente fra il dirigere e guidare la seduta da una parte e, dall'altra, seguire le direttive del bambino. Chi lavora con i bambini utilizza molte tecniche creative, espressive e di gioco, ma talvolta questo lavoro viene mal compreso e visto come un "solo giocare", e invece rappresenta la principale forma di contatto possibile tra l'adulto e il bambino. Un libro realistico, facile, pratico, che può diventare una finestra aperta sul bambino che è in voi e con voi.
Il metodo Gordon dell'Approccio centrato sulla persona, con la gestione responsabile dei conflitti e la partecipazione consapevole alle scelte e alle fasi di sviluppo di un processo di crescita, viene applicato in questo volume alla leadership. Il libro vuole "insegnare" a diventare un buon leader in ogni situazione in cui vi è un gruppo di persone più o meno numeroso, e una persona che deve organizzarlo e dirigerlo verso obiettivi comuni. Consigli e tecniche indicate sono nell'ottica della creazione di una relazione che tenga conto dei diversi livelli di responsabilità, senza prescindere assolutamente dal rispetto delle persone, dei loro ruoli, dei loro bisogni e delle loro attese.
Questo libro si propone di aiutare i genitori, insegnando loro ad avere fiducia nella capacità dei loro figli piccoli di conoscere ed esprimere i loro bisogni e sentimenti. Portando avanti l'approccio alla relazione genitori/figli, l'autrice esplora i sentimenti e il mondo interiore dei bambini, descrivendo alternative efficaci sia alle punizioni che alle ricompense, ugualmente dannose per i piccoli.
La prima violenza che caratterizza la nascita della vita nella nostra cultura è la rottura traumatica del rapporto madre-bambino sin dai primi istanti di vita. La separazione violenta del neonato dalla madre, imposta dalle moderne tecniche ospedaliere di gestione del parto, viene poi ripetuta spesso orgogliosamente nel corso della vita neo-natale. In realtà queste traumatiche privazioni infantili spesso costituiscono le premesse per la formazione di individui ansiosi, sradicati, aggressivi. A partire da un'originale esperienza di condivisione con una tribù di indios venezuelani, l'autrice rilegge in queste pagine il nostro contraddittorio rapporto con il bambino, spesso devastante perché privo delle più spontanee esperienze di continuum come la posizione dell'in-braccio, l'allattamento al seno, ecc. Quest'opera, conosciuta e tradotta in numerosi Paesi, chiarisce come la riappropriazione dei legami iniziali, che i genitori avvertono istintivamente verso il bambino, sia il primo ed essenziale contributo per educare alla pace in un mondo che gli adulti - bambini non amati di ieri - hanno condotto sull'orlo del baratro.
Prima di essere genitori, educatori, insegnanti, operatori sociali siamo tutti maestri di vita perché impegnati a riconoscere alla nuove generazioni il desiderio di nascere come persone in un gruppo. Il cammino suggerito in queste pagine, dense e coinvolgenti, è impervio. Il traguardo però sicuramente allettante. Il punto d'arrivo è proprio la comprensione del motivo per il quale si ottiene l'obbedienza. La via suggerita è l'ascolto della parola, ingenua quanto acuta, dei ragazzi, in fondo i veri autori di questo libro. Ma per udire la parola del bambino è necessario sedersi e fare silenzio. Allora ci si potrà stupire o adirare, divertirsi o commuoversi. Lasciare che le parole del bambino giungano alla parte più innocente in ciascuno di noi.
Cosa accomuna Leonardo da Vinci a Steven Spielberg, oppure Agatha Christie a John Lennon? La loro dislessia. Anzi, la tenacia con la quale sono riusciti a sprigionare le potenzialità creative della loro dislessia. Le recenti ricerche offrono una lettura della dislessia, secondo la quale questo disturbo può divenire straordinaria condizione per lo sviluppo del genio creativo. Questo libro contiene una rassegna delle riflessioni sul fenomeno della dislessia e propone un approccio positivo, di tipo multisensoriale, al bambino dislessico valido sia in ambito pedagogico che riabilitativo. Arricchito da suggerimenti pratici per stimolare le abilità dei bambini dislessici, il volume è anche una guida per quanti operano in questo ambito.
Le statistiche dicono che è sempre più difficile fare famiglia e sempre più facile separarsi anche in età matura. Ci vuole molto poco perché le cose, a un certo punto di una storia, non vadano più bene. A volte l'illusione di una felicità coniugale si sgretola giorno dopo giorno, rovesciandosi in una realtà cupa e oppressiva. Quella che un tempo era l'anima gemella", appare come il mostro da evitare o sconfiggere. A complicare le cose, spesso di mezzo c'è un bambino. Di fronte alla separazione dei genitori il bambino rimane disorientato, confuso, depresso, rischia di essere segnato da un dolore difficilmente domabile. Spesso, una buona separazione può rappresentare per tutto il nucleo familiare una "chance creativa", quando un eccessivo impoverimento sentimentale e comportamentale, nella relazione marito-moglie, rischia di produrre anche nei figli una pericolosa sterilità esistenziale. Coniugi che riescono a separarsi in tranquillità, rimanendo uniti e collaborativi come genitori, possono individualmente ritrovare la vitalità che un tempo possedevano, rinforzata, semmai, anche da nuovi legami sentimentali. Per riuscirci può essere necessario servirsi di una persona qualificata che aiuti i futuri coniugi o conviventi ad affrontare la vita a due con più consapevolezza. La proposta di queste pagine è innovativa: anticipare l'intervento mediativo prima possibile. Ossia, spingere i mediatori familiari verso una funzione "preventiva" rispetto ai conflitti coniugali.
José Bleger è, nonostante gli anni, di sorprendente attualità. La seconda edizione italiana viene oggi ripresentata da Ariele Psicoterapia che, attraverso il training della scuola di Psicoterapia Coirag, porta avanti la diffusione, la ricerca e l'attualizzazione del pensiero psicoanalitico di questo autore. Nella prima parte José Bleger, muovendo da un'ottica psicoanalitica, accompagna il lettore nella complessa dinamica dei gruppi e delle istituzioni come rete tra gruppi. Per il pensiero psicosocioanalitico, messo a punto da Luigi Pagliarani fondatore di Ariele, è sempre stato di particolare interesse il concetto di "psicoigiene", inteso come quel ramo dell'igiene mentale costituito dall'applicazione delle conoscenze psicoanalitiche alla Polis. La cura dell'individuo, dei gruppi e delle istituzioni, anche in chiave preventiva, trova infatti nel pensiero di Bleger un punto di riferimento imprescindibile. Nella seconda parte dell'opera di Bleger i testi mettono a fuoco la tecnica che sostiene il lavoro dello psicoterapeuta che incontra i pazienti, ma anche che opera nella selezione del personale o nella valutazione degli studenti o ancora in ambito associativo. A partire dal colloquio clinico l'autore accompagna il lettore nella stanza d'analisi, ma non solo, per prendere in considerazione la diagnosi intesa come interrogativo sui propri obiettivi e il trattamento come disvelamento della struttura narcisistica che provoca un doloroso isolamento.