
Questo libro propone un dialogo tra psicoanalisi e mondo della scuola. Vengono presentate le riflessioni che hanno animato il progetto "La prepotenza del disagio - Percorsi alla ricerca di senso attraverso le difficoltà scolastiche". Si tratta di un'iniziativa di Jonas per la prevenzione del bullismo in quelle situazioni e in quei contesti dove la carenza simbolica della relazione con l'Altro fa da detonatore a fenomeni di disagio che possono poi esprimersi attraverso vari comportamenti sintomatici (dall'abuso di sostanze all'alcoolismo, ai disturbi del comportamento alimentare, al bullismo, alla violenza tra minori, alla dispersione scolastica per arrivare, in casi estremi, al suicidio adolescenziale).
Riappropriarsi della propria storia personale e familiare, inserirsi meglio in una discendenza e in una leggenda e mettere ordine nel "cantiere" lasciato dai nostri avi: questo è l'obiettivo della psicogenealogia clinica. Il termine, creato da Anne Ancelin Schutzenberger, che ha concepito questo libro come il seguito ideale di "La sindrome degli antenati", si riferisce a quanto ci apre verso il possibile: far emergere ciò che è stato gioioso e piacevole; deporre il fardello degli errori, delle sofferenze, delle ferite e delle "colpe" del passato; accettare il male, la vergogna e il non detto della nostra famiglia, i drammi non risolti e le perdite difficili da sopportare. Insomma, prendere tutto con distacco e vivere finalmente la propria vita. Il libro ci aiuta a porci le domande giuste per vivere, e non più sopravvivere; ci indica le trappole da evitare e ci apre il cammino che permette di "raccogliere" nel giardino di famiglia.
I primi tre anni di vita sono il tempo delle costruzioni fondamentali dell'essere umano e alcune carenze di questa età speciale non sempre possono essere riparate. Le abilità nel movimento e nel linguaggio, la possibilità di costruire rapporti con gli altri, la stima di sé e la visione del mondo che si acquisiscono in questo periodo sono le basi della vita stessa. I genitori e gli educatori sono chiamati a confrontarsi con il bambino-persona, divenendo parte attiva e fondamentale di questo processo di umanizzazione, le cui grandi potenzialità attendono soltanto l'aiuto dell'ambiente circostante per esprimersi al meglio. Contrariamente ai luoghi comuni di un'educazione restrittiva e seguendo gli insegnamenti di Maria Montessori, Silvana Quattrocchi Montanaro ci spiega come lasciare ai bambini la libertà di crescere e imparare.
Siamo semplici anelli di una catena di generazioni e spesso diventiamo vittime di eventi e traumi già vissuti dai nostri antenati. È l'inconscio familiare: la storia che altri hanno scritto per noi. Anne Ancelin Schützenberger, terapeuta e analista con oltre cinquanta anni di esperienza, in questo libro spiega il suo originale approccio psicogenealogico, ossia come ricostruire l'albero genealogico della psiche familiare.
Questo libro insolito analizza le forme in cui si realizzala cooperazione amorevole, per contrapporsi ai limiti del linguaggio e contrastare la tendenza all'oggettivazione assoluta del sapere scientista. La sfida è proporre un sapere altro, che attiene alle trasformazioni soggettive e alle relazioni, attraverso cui aprirsi a una nuova visione: il "sapere affettivo". Solo il recupero dell'intima connessione tra parola e affettività può restituire dinamismo creativo a un'epoca divenuta incapace di pensare e di sentire, recuperando l'antica dimensione di tensione interrogante e mistero inspiegabile.
Il conflitto, inteso quale momento fondamentale di crisi e dunque di crescita, rappresenta una modalità di regolazione sociale che consente la riproduzione e l'innovazione delle istanze da cui viene prodotto. L'obiettivo del volume, che illustra i risultati di una ricerca condotta su un campione di quindicenni e diciottenni, è l'individua-zione degli elementi costitutivi il nucleo delle rappresentazioni che gli adolescenti hanno sia delle ragioni che hanno prodotto la situazione conflittuale, sia delle modalità di trattamento del conflitto stesso. Ne è emerso un quadro che ha permesso di evidenziare come i ragazzi, anche i più giovani, abbiano elaborato e sedimentato un bagaglio di pratiche e di riferimenti normativi e valoriali, relativi alle situazioni di conflitto tra pari, molto articolato e complesso, e siano capaci di utilizzarlo appieno. Tale bagaglio, pur ampiamente comune, si differenzia soprattutto in rapporto ai fattori costituiti dal sesso, dall'età e dalla condizione sociale. Gli adolescenti che hanno partecipato alla ricerca si rivelano in grado di gestire non soltanto conflitti di carattere strumentale, ma anche conflitti di natura valoriale, privilegiando modalità diadiche di gestione, e rifiutando, nella maggior parte dei casi, l'intervento del terzo adulto.
"Essere una psicoanalista significa sapere che tutte le storie finiscono per parlare d'amore". Julia Kristeva spiega così l'origine di questo libro, ormai divenuto un classico. Il dolore che i pazienti confessano è sempre generato da una mancanza d'amore, sia essa presente o passata, reale oppure immaginaria. E se una possibilità c'è, per chi si pone all'ascolto, di intercettare e intendere questa sofferenza, essa è legata solo alla scelta di condividere quel senso di smarrimento che l'amore sempre mette in scena, dando così all'altro la possibilità di comporre il senso della propria avventura. "Storie d'amore" si confronta così con tutte le forme dell'amore: dall'agape cristiana all'amore sessuale, dall'amore fraterno a quello dei genitori verso i propri figli. Kristeva analizza quale sia la natura di questo sentimento, tanto vasto e universale, attraverso le sue molte manifestazioni: da Platone a san Tommaso, da Romeo e Giulietta a Don Giovanni, dai trovatori a Stendhal, dalla Madonna a Baudelaire o a Bataille. L'amore come figura delle contraddizioni insolubili, laboratorio del nostro destino: come se tutta la storia umana non fosse che un immenso e permanente transfert. Un'appassionata difesa dei sentimenti in un discorso che a partire dal metodo della psicoanalisi attraversa il pensiero, la letteratura, l'arte dell'Occidente, arrivando al cuore di tutti noi.
In questo libro, la analista interroga il filosofo. La discussione affronta le problematiche connesse allo sviluppo scientifico, alla dimensione religiosa e alla crisi del senso di autorità. Vengono riproposti e riproblematizzati i legami classici tra psicoanalisi e società, tra psiche e sofferenza umana, mentre assumono un rilievo di primo piano gli interrogativi intorno alle possibilità terapeutiche e al futuro scientifico della disciplina.
il libretto raccoglie il risultato di alcune conversazioni e con un linguaggio molto semplice l autore cerca di capire le complesse leggi dell affettivita e sessualita umana, per vedere come l amore sia ancora oggi possibile. Amore come gioco e follia passeggera, divertimento ed avventura, morbus animi", come dicevano gli antichi, oppure amore come impegno, banco di prova esistenziale, terreno sul quale si gioca tutto il senso della propria vita? In un contesto sociale dove la parola "amore" e`inflazionata e purtroppo svuotata di quella incisivita che dovrebbe farne il linguaggio piu`profondo nelle relazioni umane; in una cultura "consumistica" dove la sessualita e`banalizzata e spesso ridotta a semplice gioco di emozioni istintive, superficiali e saltuarie, giovanni sacchetti, prete, propone una serie di riflessioni, maturare alla luce della sua esperienza pastorale, con l'intento di offrire uno stru mento in cui non ha paura di riaffermare che se e`vero che il tarlo del peccato originale ha intaccato questo linguaggio singolare, inscritto da dio nel corpo umano, e`altrettanto vero che anche la sessualita umana puo`essere "evangelizzata", cioh puo`ritrovare il suo splendore originario di cui l ha rivestita il creatore. "