
Nessuna società si può permettere di trascurare benessere, simpatia, empatia, gentilezza e solidarietà tra i suoi membri. Sono atteggiamenti difficilmente misurabili ma ognuno sa cosa vuoI dire vivere la vita di tutti i giorni in un clima disteso e amichevole, in cui ci sentiamo accettati e al sicuro, oppure no. Capita a tutti di stare male per uno scontro con le persone a cui si vuole bene. Quando questo accade, si ha l'impressione che le buone intenzioni non servano, e che la felicità ci sfugga di mano. Poi ci accorgiamo che il problema è di comunicazione, e forse soprattutto di comunicazione con noi Stessi. In questo libro Ludovica Scarpa dimostra il "potere terapeutico" della comunicazione quotidiana sulla stabilità e sulla continuità affettiva, fonte primaria di benessere, fiducia e sollievo, e ci fornisce inoltre una serie di "modelli mentali" che ci aiuteranno a gestire in modo più equilibrato la nostra emotività per riuscire a voler bene con consapevolezza, ad amare accorgendoci di come assegniamo valore a chi per noi ne ha.
Il libro esplora i meccanismi mentali che sottostanno alla progettazione di un oggetto. Cosa significa pianificare? Cos'è una rappresentazione? E un'immagine mentale? Come percepiamo e trasformiamo le forme e le immagini? Come vengono usati gli oggetti? E soprattutto: quali processi cognitivi sono in gioco quando cerchiamo di risolvere un problema, inventare, costruire? La risposta a queste domande mette in luce come i processi mentali alla base del progettare abbiano un'influenza diretta sul prodotto finale del design e sull'uso che ne faranno le altre persone. Il testo è uno strumento per chi si occupa di design e di architettura, ma anche per chi è interessato all'applicazione in questi campi delle scienze cognitive.
Un'indagine sulle passioni dell'essere umano: la passione dell'invidia e della gelosia, la passione del desiderio e del Male, la passione dell'amore e dell'odio. Ma è a quest'ultima, alla passione dell'odio, che questo studio si dedica in modo particolare. Jacques Lacan l'aveva definita, insieme a quella dell'amore e dell'ignoranza. una "passione dell'essere". L'odio, infatti, diversamente da ogni altra passione ha di mira l'essere dell'Altro. Non colpisce l'immagine, non vuole ciò che l'altro ha, non attacca un aspetto particolare della sua esistenza. L'odio è un'invidia speciale: è, come afferma Lacan, "invidia della vita".
È innegabile che il progressivo affermarsi del pensiero kleiniano nelle società psicoanalitiche europee (molto meno negli Usa) ha pagato un certo prezzo in termini di rigore di pensiero. Certe parti della teoria di Melanie Klein paiono infatti aver subito una revisione, perlopiù tacita. La riproposizione che qui viene offerta del lavoro della psicoanalista austro-britannica ci presenta, in un percorso che attraversa i luoghi centrali del suo pensiero, una lettura che colloca Melanie Klein tra i pensatori più rilevanti - non solo all'interno della disciplina psicoanalitica - del moderno e della sua crisi.
Farmaci, molecole sempre più all'avanguardia, strategie psicoterapeutiche, corsi di autostima; questa è l'offerta assordante che riempie le orecchie di chi, affetto dal male oscuro, non chiede altro che qualcuno si assuma la responsabilità della propria guarigione. Contro la depressione la psicoanalisi propone un percorso inverso: restituisce la responsabilità al soggetto, nella consapevolezza che, proprio così, al soggetto possa spalancarsi l'unica possibilità di intervenire sul sintomo che lo affligge. Il dispositivo analitico possiede un potere antidepressivo che, già solo a considerare la potenza del transfert, rivela la sua forza di rivitalizzazione del soggetto.
Attraverso un approccio storico ed epistemologico, il volume esamina i problemi legati alla comprensione dei disturbi emotivi e del rapporto tra emozioni e malattia. Gli autori propongono la revisione di alcuni schemi interpretativi e il superamento di importanti ostacoli teorici propri della psichiatria e della medicina psicosomatica alla luce dei concetti della biologia evoluzionistica. Vengono discusse altresi' le nuove interessanti possibilità esplicative legate all'applicazione del darwinismo e della medicina genetica nello studio delle patologie psichiatriche e psicosomatiche.
Il libro offre una panoramica del rapporto tra psicoanalisi e cultura illustrandone gli aspetti teorici e dimostrando come le idee psicoanalitiche abbiano stretti legami con la filosofia, la sociologia, la letteratura, il cinema e il ciclo stesso della vita. Inteso a colmare il divario che esiste fra gli studi psicoanalitici e accademici, il volume è dedicato al lavoro di Hanna Segal, che tramite i suoi libri e saggi ha offerto spunti di introspezione che hanno influenzato profondamente il pensiero psicoanalitico contemporaneo.