
Rivista annuale psicoanalitica internazionale, n. 6/2012.
Il prezioso lavoro dell'autrice presenta delle dimensioni incomparabili con ogni altra situazione di lutto o di perdita; il rigore e il livello della sua ricerca rendono omaggio agli esuli ai quali ella ha dato la parola. L'esilio involontario è una prova che sollecita tutte le risorse dell'individuo. Dalla violenza dell'esclusione al lento adattamento alle condizioni di rifugiato, dalla disperazione legata alle molteplici perdite alla difficile integrazione in terra d'asilo, il percorso dell'esule impone un lavoro psichico lungo, complicato e doloroso, a volte al limite del sopportabile.
L'ultimo lavoro dell'autore, affronta alcuni limiti del determinismo applicato nella psicoanalisi e sottolinea invece le caratteristiche di dialogicità e umanità di quest'ultima, che deve essere rivista in un'ottica di dialogo e confronto.
I "Seminari napoletani", raccontano attraverso la parola, e il dono della scrittura, di un tempo vissuto insieme, capace di declinarsi in maniera magistrale attraverso innumerevoli scorci di una spazialità in continua evoluzione. Essi svelano attraverso un discorso colloquiale, ciò che dell'intimità di un pensiero, si può rivelare nel processo di formazione, un processo che ha saputo in questi anni arricchirsi di elementi sempre nuovi. Introduzione a cura di Teresa Nativo e Federica di Martino.
"Il Malessere" è la traduzione italiana del volume pubblicato in Francia nel 2012 dall'editore Dunod con il titolo "Le Malêtre". Il saggio, utilizza le risorse della psicoanalisi contemporanea per comprendere le forme di sofferenza psichica del nostro tempo legate con i cambiamenti che hanno scosso il mondo in cui viviamo e in cui i nostri discendenti vivranno. Il malessere analizzato da Kaës è qualcosa di diverso dal disagio, è piuttosto una messa in discussione della capacità di essere e di esistere in sufficiente accordo con se stessi, con gli altri e con il mondo.
E' un testo multidisciplinare che affronta con originalità il tema del disturbo alimentare, partendo dall'idea psicosomatica dell'unità profonda mente-corpo. Attraverso una visione multidimensionale, il tema del rapporto col cibo e il nutrimento, viene esplorato e pensato sin dalle radici della vita, all'interno di una relazione madre-bambino che inizia già dal concepimento e che prevede la co-costruzione della mente del bambino e della mente della donna con una continuo intrecciarsi di caratteristiche del bambino, della personalità della madre e di influenze transgenerazionali...
Comunicare senza parole raccoglie significativi contributi sul lavoro con bambini e adolescenti che non parlano, non mangiano, non camminano. Bambini e adolescenti che non riescono a partecipare alla vita, che si sono rifugiati in un mondo lontano, difficile da raggiungere, un mondo che li allontana dalla quotidianità e al tempo stesso li protegge da ciò che fa paura. Invasi da figure genitoriali minacciate, morenti, qualcosa si è spezzato dentro di loro: il ponte emotivo che li collega alla realtà. Fra i molti apprezzamenti che si possono fare su questo libro vi sono il vivo interesse, la vasta comprensione e la capacità comunicativa che coinvolgono i lettori, professionisti e non, immergendoli in una esperienza profonda di quelle drammatiche condizioni di osservare, sentire, pensare, curare bambini o giovani con grave patologia psichica. Jeanne Magagna, con il suo ruolo di "pioniera" e "guida" nel lavoro individuale e di gruppo, e insieme a lei i molti collaboratori negli estesi contributi clinici, dimostrano l'indispensabilità di una partecipazione continuativa dei familiari dei pazienti.
Quante cose ci sono in un film non pensate da noi lì per lì, ma in qualche caso nemmeno "sapute" o decise a tavolino, in corso d'opera, dallo sceneggiatore e dal regista. Col suo speciale mix di cultura, profondità e chiarezza, Rossella Valdrè ci accompagna in una rilettura approfondita e a volte spiazzante di alcuni recenti film più o meno famosi, ma tutti significativi per la loro ricchezza interna e per le esperienze che possono produrre in noi. Cinema e psicoanalisi sembrano fatti l'uno per l'altra e questo libro lo conferma in pieno. La novità, qui, risiede nell'accostare ed analizzare alcune pellicole contemporanee apparentemente distanti tra loro, che rivelano invece segrete contiguità e che contribuiscono a farci conoscere meglio la condizione umana di questi nostri anni così difficili da descrivere e da intendere. Il pensiero dell'autrice va in profondità in modo naturale e aiuta il lettore a proseguire il pensiero dopo l'impatto, non sempre semplice, con film di alta intensità, adatti ad una ulteriore riflessione.
Il testo introduce in maniera approfondita e critica i fondamenti epistemologici e teorici della metodologia di tipo narrativo in psicologia della devianza: la ricerca qualitativa e le analisi dei contenuti, l'utilizzo delle narrazioni e i principali modelli di lettura dei materiali narrativi, i meccanismi di rendicontazione dell'azione deviante e la costruzione narrativa del Sé in situazione, gli aspetti tecnici e operativi dell'utilizzo dei software più idonei e le loro implicazioni. Nella seconda parte i costrutti introdotti vengono esemplificati in termini di ricerca empirica con la descrizione di un ampio studio condotto utilizzando le narrazioni di una serie di reati alla ricerca delle modalità e delle strategie di ricostruzione narrativa delle azioni devianti. I risultati, elaborati con l'ausilio del programma per analisi di informazioni qualitative ATLAS.ti, vengono discussi a diversi livelli di complessità, coerentemente con l'approccio di tipo costruzionista adottato.