
Raggiungere il punto più alto della Marmolada, la Regina delle Dolomiti, ti dà una scarica di adrenalina. Viverci, in solitudine, per cento giorni di seguito, è un'esperienza che ti cambia la vita. A 42 anni, Carlo Budel decide di lasciare un lavoro sicuro, a tempo indeterminato. Non sopporta più la routine quotidiana, né il pensiero che i giorni della settimana saranno uno uguale all'altro, senza sorprese, senza emozioni. Sulle montagne, Carlo trova la sua strada. Scopre per caso che stanno cercando un gestore per la Capanna Punta Penìa, il rifugio più alto delle Dolomiti. Sente che è quello il suo destino: diventare il custode della Marmolada. Tutto, a 3.343 metri d'altezza, acquista un sapore estremo, dall'esplosione di colore dell'alba, alla terribile forza dei temporali e del vento. Stando sospesi tra terra e cielo, in certi momenti sembra di toccare con mano il confine tra la vita e la morte.
I silenzi di Alfredo Martini, pieni di rispetto e di significato, erano talvolta più efficaci delle parole. Pedalando a fianco di Coppi e Bartali e poi, come Commissario Tecnico, guidando per oltre vent'anni la Nazionale italiana di ciclismo a entusiasmanti e ripetuti successi, Martini è stato un luminoso esempio di etica del lavoro e dello sport. In questo libro Franco Quercioli racconta i suoi incontri con il grande, indimenticabile Alfredo del quale, il 18 febbraio 2021, ricorre il centenario della nascita.
Il carcere. I rapporti con Tommaso Campanella e la congiura da lui ordita. Chi era Antonio Serra? Pensatore solitario e geniale, conobbe il carcere nel quale scrisse l'unica opera che sia giunta fino a noi, il "Breve Trattato delle cause che possono far abbondare li regni d'oro e d'argento dove non sono miniere con applicazione al Regno di Napoli". Il "Breve Trattato", definito da Benedetto Croce "lampada di vita", secondo molti è la prima opera di economia politica intesa in senso moderno. Della prima edizione, stampata nel 1613 da Lazzaro Scorriggio, sono note solo poche copie, tanto che Sophus A. Reinert ha scritto: "Ancora oggi il libro è il Sacro Graal dell'economia, che avvince l'immaginazione dei bibliofili dell'economia per il suo straordinario contenuto e per la sua mitica rarità". In questo saggio, tanto dotto quanto scritto con scorrevolezza, Oreste Parise ricostruisce la biografia e il pensiero di Antonio Serra, inquadrando la sua figura di uomo e di teorico dell'economia nel tempo in cui visse e cercando di svelare uno ad uno i misteri attorno alla sua figura.
Una vita avventurosa, ricca di avvenimenti straordinari ma anche tragici, caratterizzata - un secolo e mezzo fa - da un'intuizione i cui effetti sociali ed economici hanno migliorato nel mondo l'esistenza di centinaia di milioni di persone sotto il profilo materiale e morale: la vita di Friedrich Wilhelm Raiffeisen. Innovatore sociale vissuto in Germania nell'Ottocento, Raiffeisen è stato l'ideatore delle prime cooperative di credito, oggi note per lo più con le denominazioni di Casse Raiffeisen, Casse Rurali e Banche di Credito Cooperativo. Questo romanzo - il più famoso dello scrittore austriaco Franz Braumann - narra le vicende personali e familiari, appassionanti e drammatiche, attraverso le quali Raiffeisen, con la sua fede incrollabile in Dio e nell'uomo, è arrivato a realizzare la sua opera.
Tratto dalla Storia della letteratura italiana – considerata da René Wellek “la più bella storia letteraria che sia mai stata scritta” – il capitolo che descrive l’opera e il pensiero di Machiavelli mostra tutta l’arte di De Sanctis: alla ineguagliabile capacità interpretativa, fondata sull’analisi dei testi e sulla vasta conoscenza del contesto storico, il grande studioso irpino univa il suo stile inimitabile, fatto di folgoranti definizioni. Lo scrittore e giornalista Federigo Verdinois scrisse di lui in un suggestivo profilo (pubblicato all’interno di questo volume): “scolpisce più che non descriva”. Una forza “plastica” che fa sì che i testi di De Sanctis resistano al passare del tempo e siano ancora tra le vette più alte della nostra critica.
“Il Dio di Machiavelli è l’intelletto, l’intelligenza e la regola delle forze mondane: il risultato è scienza”.
«Molto è stato scritto e continuerà di certo ad essere scritto intorno alla vicenda umana e al contributo scientifico di Aldo Moro. Ciò non deve sorprendere, perché siamo di fronte ad una figura davvero privilegiata di maestro insigne e di esemplare leader politico. Il tema centrale dell'opera che ora viene portata all'attenzione del lettore è una ricostruzione razionale del pensiero dello statista pugliese in ambito sia politico sia filosofico-giuridico. Duplice l'intento perseguito. Per un verso, rinverdire la memoria del Moro uomo politico, riattualizzandone il messaggio. Per l'altro verso, riportare in superficie la specificità dell'apporto scientifico di Moro alla teoria del diritto. In questo lavoro di ricostruzione, Brancaccio fa propria la celebre tesi di Wittgenstein secondo cui le idee, al pari delle parole, sono anche azioni, per significare che la ricerca teorica deve sempre avere una qualche rilevanza pratica; deve non solo illuminare, ma anche guidare» (dalla prefazione di Stefano Zamagni). Postfazione di Gero Grassi.
I1 2024 è un anno degasperiano perché ricorda 70 anni dalla scomparsa del grande statista Alcide De Gasperi, cui tanto l'Italia post-fascista deve.
Fra i molti scritti in sua commemorazione che sono apparsi, il libro a firma di Leonardo Brancaccio che il lettore ha per le mani si distingue per una esplicita missione, quella di offrire una ricostruzione della figura e delle opere di De Gasperi capace di parlare ai giovani di impegno, responsabilità, valori, tolleranza€ spirito di unione, visione di lungo periodo, dimensioni quanto mai necessarie per affrontare molti problemi attuali.
(Dalla prefazione di Vera Negri Zamagni)
A 70 anni dalla sua morte, forse non abbiamo bisogno di un nuovo De Gasperi e non ci è nemmeno chiesto di essere noi i nuovi De Gasperi. Ci è chiesto di vivere il nostro tempo con la libertà e con la responsabilità che abbiamo incontrato nelle pagine della sua biografia, scegliendo con consapevolezza e onestà, cercando di stare in equilibrio tra passato e futuro.
(Dalla postfazione di Marco Odorizzi)
27 marzo 1985. Ezio Tarantelli cancella gli appunti sulla lavagna dell'aula 3 della facoltà di Economia della Sapienza di Roma. La lezione è finita, saluta gli studenti, raggiunge il parcheggio e sale sulla sua Citroen rossa. Lo aspettano in due, gli sparano in pieno volto. Sul tergicristallo rimane la rivendicazione delle Brigate rosse. Settanta pagine per dire che il salario si difende con il fucile. Tarantelli, il brillante allievo di Franco Modigliani, il consulente del servizio studi della Banca d'Italia, il presidente dell'Istituto di studi e economia del lavoro della Cisl, l'economista che «voleva lavoro per tutti», muore così, a 44 anni, crivellato di colpi. Carole Beebe Tarantelli, psicoanalista, femminista, docente alla Sapienza e poi parlamentare, che di quell'uomo era la moglie, negli anni ha dovuto arginare il grumo di sofferenza enorme che questa tragedia le ha provocato: «Non ho avuto più indietro la mia vita. Tutto quello che avevo costruito sino a quel momento è stato spazzato via». Carole conosce Ezio Tarantelli a Cambridge nel 1966 e decide poi di seguirlo a Roma, dove la loro storia, e quella del figlio Luca, viene violentemente spezzata. In questo libro, Carole Tarantelli racconta la propria vita a un singolo ascoltatore d'eccezione, Alessandro Portelli, che si è scelta come mediatore, a metà strada fra il pubblico e il personale. Grazie all'incontro con la vita di Ezio, la vicenda biografica di Carole diventa una storia di due mondi, in cui i sobborghi di Pittsburgh, dove è nata e cresciuta, si incrociano con i quartieri e le borgate di Roma, il '68 americano con quello italiano, il Vietnam con l'autunno caldo. Attraverso la storia di Ezio, la vita di Carole incrocia la tragedia di mezzo secolo di storia italiana. Come scrive Alessandro Portelli nell'introduzione al volume, Carole Tarantelli ha avuto «il coraggio e l'intelligenza di rispondere a una violenza demolendone la logica e lottando contro altre violenze, non da vittima ma da protagonista».
Giacomo Matteotti condusse una opposizione intransigente nei confronti del fascismo, la cui natura e pericolosità aveva acutamente compreso e denunciato per tempo. Fu l’uomo del coraggio. Per questo il fascismo volle che fosse consegnato alla tomba, così da farne tacere la voce". Il 10 giugno 1924 Giacomo Matteotti, segretario del Partito socialista unitario, fu rapito e trucidato a Roma ad opera di una squadra di sicari fascisti, colpevole di aver osato in un celebre discorso alla Camera denunciare che le elezioni politiche svoltesi il 6 aprile di quell'anno erano avvenute in un clima di sistematiche violenze e di brogli sfacciati. Matteotti pagò con la vita il suo coraggio. L'assassinio fece traballare il governo Mussolini, aprendo una crisi gravissima nella politica e nella società italiane, superata da un lato per la debolezza dimostrata dalle opposizioni divise sul da farsi, e dall'altro per l'appoggio dato al governo dalla monarchia, dalla gran parte della borghesia e dall'esercito. Il delitto ebbe una eco enorme non solo in Italia. Matteotti entrò nella leggenda: fuori dai confini dell'Italia fascista egli divenne, negli anni del regime, il simbolo della lotta contro il fascismo; in un gran numero di piazze gli vennero eretti monumenti; pittori, scultori e poeti gli dedicarono opere. Durante la guerra di Spagna e la Resistenza combatterono Brigate ispirate al suo nome. In Italia, sconfitto il fascismo, la figura di Matteotti fu finalmente riscoperta, ma non fu celebrata come avrebbe meritato: il Partito comunista e anche quello socialista, nella fase in cui rimase ad esso subordinato, lo considerarono, per un lungo periodo, un "socialdemocratico", un "riformista", insomma un eretico. La giusta valutazione del suo pensiero e della sua opera è stata resa finalmente possibile a partire dagli anni ottanta, quando venne avviata la pubblicazione completa dei suoi scritti. Questo acuto saggio di Massimo L. Salvadori intende contribuire a rimuovere, a cent'anni di distanza, la patina dell'oblio, ma anche quella della pura e semplice celebrazione. Ma Matteotti fu soprattutto l'uomo del coraggio, come testimoniano gli scritti raccolti nell'appendice al volume, composta da un lungo articolo di Andrea Caffi, dal titolo Cronaca di dieci giornate, pubblicato il 30 giugno del 1924, a ridosso del sequestro e dell'assassinio Matteotti, ricostruendone le fasi e documentandone le responsabilità e le ripercussioni politiche; e da una breve scelta di articoli, lettere e discorsi di Giacomo Matteotti. La forza delle sue parole dimostra che egli fu un martire del fascismo esattamente perché ne era stato il lucido analista, l'accanito e conseguente avversario.
Autoritario, narcisista, impietoso, indipendente, dotato di un fiuto finissimo per la notizia, dal 1948 al 1968 direttore della "Stampa", Giulio De Benedetti realizza il quotidiano che, anche secondo il "Times", meglio di qualsiasi altro ha saputo raccontare l'Italia del dopoguerra, del miracolo e della modernità. Ricostruendo per la prima volta la sua biografia professionale, a partire dalle esperienze come inviato e corrispondente in una fase del giornalismo italiano ancora pionieristica, per arrivare ai contrasti col regime fascista e alle conseguenti vicissitudini, questo libro spiega come De Benedetti, alla "Stampa", inventi un modello italiano di giornalismo, ancora attuale, basato su un mix di cultura alta e informazione popolare, di commenti affidati a intellettuali di spicco (Adelfi, Casalegno, Galante Garrone, Salvatorelli, Gorresio, Jemolo) e cronache forgiate nel lavoro collettivo di reporter ed estensori.
L'arco di anni che racchiude la vita di Machiavelli (1469-1527) si presenta come un'età di profonde trasformazioni, che investono la stessa visione del mondo fino allora dominante. Le grandi navigazioni e i viaggi di scoperta spalancano orizzonti sconosciuti. Nel frattempo, l'Italia e l'Europa attraversano vicende cruciali: la Francia, superato il secolare conflitto con gli inglesi, ristabilisce la sua potenza; i regni spagnoli si uniscono sotto una sola corona che si avvia a imporre la propria egemonia in Europa; gli Stati italiani sono travolti da guerre che ne mettono in crisi radicale l'autonomia. E nel 1517 si accende in Germania la rivoluzione religiosa protestante, destinata a mettere in luce ì cambiamenti profondi avvenuti nelle credenze e nei sentimenti popolari, e a proiettare sul futuro dell'Europa le sue conseguenze più drammatiche: le guerre di religione e l'offensiva della Controriforma cattolica. Machiavelli è consapevole delle trasformazioni che stanno alterando la scena del mondo, e avverte l'esigenza di adeguare ad essa le istituzioni e le regole della vita politica. Cogliere il nesso fra la sua attività e le sue opere, divenute ben presto fondamentali per comprendere le vicende degli uomini uniti in società politiche, è il motivo dì fondo di questo libro: fondata sulla lezione delle cose antiche e sull'esperienza delle cose moderne, l'opera del Segretario fiorentino si mostra così in grado di promuovere una migliore intelligenza dei tempi e del mondo.