
L'antico Teatro Carignano di Torino è affollato. Ecco, si apre il tendone di velluto ed entra Rita, la principessa della scienza, la donna a cui è stato intitolato un asteroide. Al collo porta un gioiello, dono di papà Adamo. "Questo lo metterai quando riceverai il Premio Nobel". E quando sale sul palco si apre il sipario sui cent'anni della sua intensa vita: la storia dei Levi Montalcini, le tradizioni ebraiche, la vita a Torino, Roma e Washington, l'arte della sorella Paola, l'antifascismo e la guerra, il professor Giuseppe Levi, la straordinaria scoperta dell'NGF (Nerve Growth Factor), il fattore di crescita delle cellule nervose...
"L'ultima immagine che conservo di Giuseppe De Carli è del marzo 2010. Vulcanico, entusiasta come sempre, una raffica di idee. Non riusciva a stare fermo un attimo su quella poltrona. Ci aveva convocato nel suo studio di Borgo Sant'Angelo, voleva coinvolgere i colleghi del Tg2 nel progetto di uno speciale su Papa Wojtyla che fu trasmesso poi il 18 maggio 2010. Fu l'ultima sua produzione, morì due mesi dopo. Era già malato, un segreto che per pudore conservava per sé. Anche noi ignoravamo la gravità del male, e nulla nei suoi modi e nel suo volto lo faceva presagire. Lo intricava come tutte le cose nuove e un po' audaci l'idea di ollaborare con giornalisti di una testata diversa e storicamente 'competitiva' rispetto al suo Tg1, in cui aveva profuso tante energie prima di impegnarsi come responsabile della struttura Rai Vaticano. Collaborazione inedita, già sperimentata giusto un anno prima, in occasione del viaggio di Benedetto XVI in Terra Santa (maggio 2009). Indimenticabile la telecronaca che facemmo insieme della preghiera del Papa sul Monte Nebo in Giordania. E la Messa a Nazareth, sul Monte del precipizio, sveglia alle tre e mezza della notte. Lui felice come un bambino, mai un lamento per i disagi (...). E poi il commento in diretta dell'evento, la solita professionalità, pagine e pagine di appunti preparati con pignoleria su ogni aspetto storico e liturgico della Messa in Galilea."
Vienna, 1942. Eva è una ragazza come tante: la scuola, la famiglia, gli amici. Ma è ebrea, e questo cambia tutto: ogni cosa intorno a lei sembra ricordarle che è diversa. Le discriminazioni, l'intolleranza, il sospetto. E infine la deportazione. Prima nel ghetto "modello" di Theresienstadt, poi ad Auschwitz.Eppure, sullo sfondo di una tragedia più grande di lei, Eva sperimenta a modo suo tutto ciò che dovrebbe accadere a una ragazzina della sua età: le amicizie, l'amore per la musica, la voglia di divertirsi. Il contrasto, atroce e sorprendente, è all'origine di una storia intensa, fatta di inaspettata quotidianità e di piccole cose in un mondo grigio e inospitale, su cui sembra essere calata la notte. Sarà da queste piccole cose che Eva, ormai sola, trarrà la forza per andare avanti e trovare la propria strada. Lontano dai luoghi della sua infanzia e del dramma che ha appena vissuto. Una storia vera, nata dal bisogno di non dimenticare.
Robi è ebrea e israeliana, Bushra è musulmana e palestinese. I loro popoli si combattono da più di 70 anni. Tutto sembra dividerle. Entrambe hanno perso un figlio, ucciso dal "nemico". Queste due donne dovrebbero odiarsi. E invece sostengono insieme il Parents Circle - Families Forum, l'associazione che riunisce centinaia di famiglie israeliane e palestinesi che hanno subito un lutto a motivo del conflitto israelo-palestinese. Se coloro che hanno pagato il prezzo più alto - la morte di una persona cara - sono ancora in grado di empatia e di dialogo, senza cercare vendetta, tutto sembra ancora possibile. Questa è la loro storia.
Giappone, 1708. Il paese vive il tempo del sakoku: ogni contatto con gli stranieri (soprattutto se missionari cristiani) è proibito o rigidamente regolato. In un contesto di violenta persecuzione, il 12 ottobre 1708, uno straniero vestito da samurai sbarca furtivamente nell'isola di Yakushima. Il suo nome è Giovanni Battista Sidotti ed è un missionario italiano. Viene subito fermato e imprigionato: il suo destino è l'abiura o la condanna a morte. Ma accade qualcosa di inatteso: Hakuseki Arai, studioso confuciano e consigliere dello shogun, decide di interrogarlo di persona. Ne nasce un dialogo straordinario. La vita è risparmiata a Sidotti, senza che debba rinunciare alla sua fede, mentre Hakuseki, ispirato da quelle conversazioni, scrive importanti opere che gettano le basi della riapertura del Giappone. Sidotti muore in isolamento ma il suo sacrificio non è invano. Nel luglio 2014 i suoi resti sono stati ritrovati, là dove era stata la sua prigione, e riconosciuti grazie al DNA.
Michele Piccirillo (1944-2008) è stato uno studioso di fama internazionale, archeologo insigne, ricercatore indefesso, esperto di mosaici e di geografia biblica, protagonista in Terra Santa della scoperta e del recupero di molti siti archeologici. Figura carismatica capace di calamitare le attenzioni e l'affetto di molti, è riuscito a mettere in campo innumerevoli progetti scientifici nella convinzione che prima c'è sempre la Provvidenza e poi la Scienza; «e quando Provvidenza e Scienza si incontrano, come è accaduto nella sua vita, c'è la possibilità di passare alla storia», come ebbe a dire il suo amico e biografo Franco Scaglia, che ne fece addirittura il protagonista di una serie di fortunati romanzi, tra cui Il custode dell'acqua (premio Campiello 2002). A 10 anni dalla scomparsa del frate archeologo, esce questa biografia fresca e originale, intessuta con citazioni di chi con padre Michele è vissuto o lo ha conosciuto personalmente, scelte e contestualizzate nel cammino di vita del celebre francescano. Con un'intuizione felicissima, l'Autore procede come nella composizione di un mosaico, fatto «di quindici tessere, una per ciascun capitolo, ognuna di diversa misura e colorazione». Dunque non una semplice biografia di padre Michele, ma un mosaico dal quale però emerge un suo profilo robusto, netto e colorato come gli splendidi capolavori che egli ha scoperto e studiato in vita. La vita straordinaria di «un semplice frate di Terra Santa».
Uscito nel 1963 e pubblicato in Italia con il titolo "La forza di amare", questo è sicuramente uno dei libri più famosi di Martin Luther King in italiano. Un'opera intensa, forte, dal messaggio più che mai attuale, che parla ancora oggi a tutti noi. Un libro in cui si fondono mirabilmente - raggiungendo un equilibrio forse ineguagliato - le due "anime" di King: il pastore cristiano, che fa del sermone il mezzo preferito per rivolgersi ai fratelli, lui che non aveva intenzione «di fare altro che rimanere un pastore», e l'attivista per i diritti civili, in un'epoca in cui la segregazione razziale macchiava ancora con la sua vergogna la nazione americana.
Oggi il libro viene riproposto al pubblico italiano in una nuova edizione, nel 50° anniversario dell'assassinio dell'autore (4 aprile 1968), con l'aggiunta di un testo totalmente inedito in Italia, in cui King raccoglie le impressioni suscitategli da un recente viaggio in Terra Santa. Un viaggio che lo segnò in maniera indelebile: «Non dimenticherò mai quello che ho provato dentro di me».
Questo libro ricostruisce la vita don Francis Xavier Morgan (1857-1935), sacerdote cattolico nato a El Puerto de Santa María (nel sud della Spagna) in un'importante famiglia di origine inglese, che divenne tutore e "secondo padre" di J.R.R. Tolkien. Un'opera che è il risultato di un'approfondita indagine condotta tra Spagna e Inghilterra, resa possibile anche grazie all'aiuto di Priscilla Tolkien, figlia del famoso scrittore, la cui testimonianza ha fornito dettagli finora inediti sul legame tra suo padre e la Spagna. Un'autentica saga familiare che, dal mondo dell'imprenditoria vinicola britannica sviluppatasi in Andalusia sin dal XVII secolo, attraverso gli anni del "risveglio cattolico" in Inghilterra nel XIX secolo giunge fino al Novecento, facendo luce su aspetti della vita e dell'opera di Tolkien che, senza la figura di questo prete anglo spagnolo (spesso, a torto, aspramente criticato), non si potrebbero cogliere a pieno. Un libro inedito e indispensabile per un viaggio alle origini del mondo de Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit, dedicato a tutti gli appassionati del grande autore inglese.
L'attualità del conflitto israelo-palestinese e la relativa attenzione mediatica rendono di estremo interesse un testo che raccoglie storie attuali di pace e speranza dalla viva voce dei protagonisti. Testimonianze raccolte da un'autrice estremamente autorevole: Chiara Zappa infatti si occupa da anni di Medio Oriente.
Un romanzo di vita autentica, lo spaccato di esperienze tratte dalla narrazione autobiografica che ci portano direttamente dove l'azione e il crimine diventano pane quotidiano per il protagonista che ama la malavita" come la "bella vita" e fa di tutto nell'escalation per la conquista del potere. "