
Questo libro, composto da due tomi, è come un puzzle le cui tessere sono ricavate da oltre 90 Quaderni promossi a partire dal 2002 dall'ultimo segretario del cardinale Colombo, monsignor Francantonio Bernasconi. Vi si trovano testimonianze e rievocazioni che sottolineano i molteplici aspetti della ricca personalità di Colombo, che fu arcivescovo di Milano durante la transizione ecclesiale del Concilio Vaticano II. A notizie biografiche poco note, si affiancano approfondimenti sull'indole letteraria del cardinale, che coltivò soprattutto da giovane sacerdote, e temi di attualità sull'applicazione delle novità conciliari, sulle sfide sollecitate dalla stagione del terrorismo, delle campagne inerenti al divorzio, all'aborto, al femminismo. Sono numerosi gli interventi inediti dello stesso Colombo, assieme a voci significative, come quelle di Dionigi Tettamanzi - che ha promosso la presente opera - Carlo Maria Martini, Giacomo Biffi, Inos Biffi, Luigi Negri, Giorgio Rumi, Alberto Chiari, Italo De Feo, Giorgio Torelli e di Eliana Versace.
Questo libro, composto da due tomi, è come un puzzle le cui tessere sono ricavate da oltre 90 Quaderni promossi a partire dal 2002 dall'ultimo segretario del cardinale Colombo, mons. Francantonio Bernasconi. Vi si trovano testimonianze e rievocazioni che sottolineano i molteplici aspetti della ricca personalità di Colombo, che fu arcivescovo di Milano durante la transizione ecclesiale del Concilio Vaticano II. A notizie biografiche poco note, si affiancano approfondimenti sull'indole letteraria del cardinale, che coltivò soprattutto da giovane sacerdote, e temi di attualità sull'applicazione delle novità conciliari, sulle sfide sollecitate dalla stagione del terrorismo, delle campagne inerenti al divorzio, all'aborto, al femminismo... Sono numerosi gli interventi inediti dello stesso Colombo, assieme a voci significative, come quelle di Dionigi Tettamanzi - che ha promosso la presente opera - Carlo Maria Martini, Giacomo Biffi, Inos Biffi, Luigi Negri, Giorgio Rumi, Alberto Chiari, Italo De Feo, Giorgio Torelli e di Eliana Versace, co-curatrice della raccolta.
Le indipetae (da Indias petentes) sono le lettere che i gesuiti europei inviavano al loro Superiore Generale per chiedere di partire per le missioni d'oltremare, le «Indie». Conservate negli archivi della Compagnia di Gesù, sono oltre 24.000, scritte tra il 1560 e il 1960, e sono nello stesso tempo lettere amministrative e spirituali, pubbliche e private. I giovani gesuiti cercavano di convincere il Superiore che Dio li aveva chiamati due volte: prima ad abbandonare il mondo, per entrare nell'ordine, e poi a lasciare le loro città e attraversare l'oceano, per dedicarsi alle missioni nelle terre lontane. A partire da queste lettere Emanuele Colombo compone una storia globale della vocazione, delle suggestioni culturali che l'hanno sorretta, dei sogni e dell'immaginario che l'hanno alimentata. Il libro si conclude nel Novecento quando, dopo quattrocento anni, la consuetudine di scrivere indipetae cominciò a declinare.
Nel clima di slancio e di entusiasmo per la vittoria della Lega Santa a Vienna (1683), che arrestava l'espansione dell'impero ottomano, Tirso Gonzàlez de Santalla, cattedratico a Salamanca e futuro generale della Compagnia di Gesù, diede alle stampe un "Manuale per convertire i maomettani" in cui forniva ai missionari dettagliate istruzioni e consigli sulla predicazione agli islamici, in Europa e in terra di missione. Il "Manuale", ricco di esempi tratti dall'esperienza diretta del gesuita, ebbe numerose edizioni e traduzioni. Emanuele Colombo fornisce ampi intarsi di questo fortunato libro e dei carteggi di Gonzàlez: uomo colto e illuminato, il gesuita riferisce incontri e dialoghi che approdano alla conversione, ma anche, talvolta, alla conferma di diffidenze e incomprensioni.
This multi-author book is a response to the exhortations from Pope Francis to consider the Covid-19 pandemic as a sign of crisis in the current economic system, marked by unacceptable social inequalities and severe damage to ecosystems, yet also representing an opportunity to better understand the interconnected-ness of these systems and to envision new paradigms for their radical transformation. Our aim is for a multi-disciplinary analysis of the pandemic in order to expose the systemic features of this crisis, linking health in all its human and social dimensions with the economy and the natural environment. We also seek to envision new paradigms that support and enflesh the so-called "Economy of Francis," which posits a holistic vision of relations between people, and between humans and creation. Questo libro multiautore nasce dalle recenti esortazioni di Papa Francesco a considerare la pandemia Covid-19 come un segno di crisi del sistema economico attua-le, segnato da disuguaglianze sociali inaccettabili e gravi danni agli ecosistemi, ma anche come un'opportunità di trasformazione radicale. Si intende realizzare un'analisi multidisciplinare della pandemia per mettere in rilievo gli aspetti sistemici di questa crisi, collegando la salute in tutte le sue dimensioni umane e sociali con l'economia e l'ambiente. In questo modo, si intendono anche tracciare nuovi possibili paradigmi che possano supportare ed incarnare la cosiddetta "Economia di Francesco", che propone una visione olistica delle relazioni tra uomini, popoli e creato.
«Nel primo volume abbiamo cercato di cogliere le principali manifestazioni del monachesimo delle origini: ciò che potremmo chiamare la sua vita esteriore e visibile. Lo abbiamo visto nascere e diffondersi... Abbiamo visto sfilare davanti a noi figure egregie per santità, per opere, per autorevolezza. Abbiamo assistito all'insorgere di forme diverse di vita monastica... Ci siamo adoperati per sapere in che modo vivevano i monaci, quali erano le loro occupazioni quotidiane, quali i loro rapporti con la Chiesa e la società... In questo secondo volume cercheremo di analizzare ciò che potremmo definire la vita interiore del monachesimo delle origini: l'ideale che lo animava, il suo mondo spirituale. L'importanza di questa ricerca è evidente. I veri monaci non nutrivano alcuna ambizione terrena. La sola cosa che loro importava era cercare di trovare Dio facendo la Sua santa volontà... Accingiamoci dunque a trattare alcune questioni: quale è la vera natura della spiritualità del monachesimo delle origini; come esso si formò e chi furono i suoi principali teorici; su quali basi si regge; quali sono i suoi principi più saldi; come i monaci concepivano l'ascesa spirituale, dalla 'conversione' fino alle vette della carità e della contemplazione.» (dall'Introduzione dell'autore)
Le origini del monachesimo, come quelle della Chiesa, esercitano un fascino insostituibile non solo sugli ammiratori della vita monastica, ma su tutti i cristiani. È la primavera del monachesimo, la sua epoca idilliaca, carismatica, libera, spontanea. Tuttavia l'ammirazione dei grandi monaci delle origini spesso è accompagnata da una insufficiente conoscenza della loro vita, delle loro gesta, della loro spiritualità. García M. Colombàs colma proprio questa lacuna tracciando un quadro scientifico di figure come Antonio Pacomio, Simeone, Efrem, Basilio, Girolamo, Cassiano, Onorato e delle correnti monastiche di cui furono gli iniziatori. Scopriamo così che, già nel secolo, il monachesimo pre-benedettino aveva conosciuto un grande sviluppo istituzionale e spirituale.
Un prezioso volume che raccoglie tutti i discorsi ufficiali e le foto più significative della Visita Pastorale di Papa Benedetto XVI a San Giovanni Rotondo.
Chi erano gli uomini che fondarono i primi monasteri? Quali le loro esigenze? Perché ben presto gli ordini monastici divennero un faro della cultura nelle temperie del Medioevo? Partendo dai dati disponibili, prese in esame tutte le fonti antiche giunte fino a noi, l'autore delinea la storia del monachesimo dalle origini a Benedetto da Norcia, chiarendo gli aspetti religiosi, spirituali, ambientali, sociali che hanno portato alla nwascita del fenomeno. Un libro di agile lettura, in cui le vicende di uomini e donne votati alla contemplazione sono narrate con dovizia di particolari.
Il XVI secolo, che segna l'emancipazione della cultura dalla tutela del clero, offre nel campo della spiritualità un'impressionante abbondanza di materiale scritto, favorita anche dall'invenzione della stampa. Accanto alla frattura protestante e alla reazione cattolica, la Chiesa assiste in questo periodo anche a una riforma dall'interno suscitata da un gran numero di "santi" impegnati a fare rifiorire una religiosità più autentica. Senza uscire dall'istituzione che talvolta li avversa o li frena e che costituisce il bersaglio della loro contestazione implicita, i grandi spiriti religiosi ritengono possibile un vero rinnovamento e un'autentica pratica cristiana nella Chiesa vivendo in prima persona le esigenze del vangelo. Tre di queste grandi figure segnano il "secolo d'oro" della spiritualità spagnola: Ignazio di Lojola (1491-1556), Teresa d'Avila (1515-1582) e Giovanni della Croce (1542-1591), protagonisti, assieme alle loro scuole, del volume.
All'appello che nel 1095 Urbano II rivolse da Piacenza agli italiani e da Clermont ai francesi, risposero entusiasti principi, vassalli, scudieri e ribaldi. Salvare la cristianità dalla più barbara e fanatica ondata musulmana, riportare i cristiani d'Oriente alla fratellanza con i cristiani d'Occidente, ricreare un unico ovile sotto un unico pastore: questo era il programma bandito da Gregorio VII e in seguito dal suo successore Urbano II. La società europea si stava organizzando attorno a Roma papale, erede e continuatrice di Roma imperiale. Un nome, Gerusalemme, rappresentava per tutti il simbolo del grande programma. La liberazione del Santo Sepolcro significava la sintesi di tutta una fede, di una vita di dedizione e abnegazione. Nel corso dei decenni, con le loro passioni, gli egoismi e le cupidigie, papi e principi corruppero questi ideali di rinnovamento creando al contempo la storia dell'Europa medievale e moderna. Ma le Crociate non furono soltanto un episodio di fanatismo sterile e di avidità grossolana: esse rappresentarono anche la realizzazione di alti pensieri e nobili sentimenti vissuti, oltre che dalle aristocrazie feudali o sacerdotali, da popoli interi. Letteratura, arte ed economia in Europa portarono e portano tuttora l'impronta dei sacrifici fatti in nome di Gerusalemme, del Sepolcro di Cristo.