
Perché fu Mussolini a fondare la Città del Vaticano? Quali furono in realtà i «silenzi» di Pio XII nei confronti del nazismo? Perché la Chiesa ha demolito l’esperimento dei preti operai? Il caso Lefebvre è stato realmente uno scisma? Quale il vero legame tra monsignor Marcinkus e il banchiere Calvi? Di che cosa è morto esattamente Giovanni Paolo I? Chi voleva far uccidere Giovanni Paolo II? Quale messaggio celava il terzo segreto di Fatima? Su questi e altri argomenti è già stato scritto molto. Ma su ciascuno di essi rimangono delle ombre, degli interrogativi, dei tabù, per i quali vale la pena condurre una nuova indagine...
Destinatari
Un libro destinato a un ampio pubblico.
L’autore Bernard lecomte è stato capo dei servizi esteri di «La Croix», inviato di «L’Express» e redattore capo di «Figaro Magazine». In Italia sono stati pubblicati numerosi suoi volumi, tra cui, presso le Edizioni San Paolo, Benedetto XVI. L’ultimo papa europeo (2007) e il libro intervista con il cardinale Roger Etchegaray Ho sentito battere il cuore del mondo (2008).
L'immagine della teologia nel medioevo è ricca e variegata. Lo mostrano ampiamente e con analitica documentazione le ricerche di Jean Leclercq - lo specialista di Bernardo di Clairvaux, l'"inventore della teologia monastica" -, che qui pubblichiamo col titolo "Il pensiero che contempla". Senza dubbio in questi lunghi secoli medievali, sotto l'influsso dell'idea aristotelica di sapere, la teologia viene ideata, elaborata e insegnata come "scienza"; è però viva la persuasione che non si tratta di una scienza come le altre. "Essa è una 'scienza divina', una 'dottrina di pietà', una 'sapienza', e insegnarla è un'opera che la Chiesa esercita per la salvezza degli uomini, mediante certi suoi ministri: i dottori", dediti, con tutto l'impegno della loro vita, a "mettere al servizio della Chiesa tutte le acquisizioni dello sforzo intellettuale del loro tempo". Il teologo è chiamato doctor Ecclesiae ed è destinato a ricevere nell'eternità, come ricompensa del suo studio e del suo insegnamento, appunto l'"aureola di dottore". Ma, se il medioevo risalta e si distingue per la concezione scientifica o speculativa della teologia, non meno prosegue in esso la tradizione patristica e monastica, e Jean Leclercq lo prova delineando con acuta e brillante interpretazione la dottrina di Tommaso d'Aquino - lo "speculativo" per eccellenza - relativa alla vita contemplativa nella sua "Summa Theologiae". La sostanza e la linfa della dottrina dell'Angelico provengono largamente da Gregorio Magno.
Con una documentazione dettagliata, frutto di una raffinata erudizione, l'autore traccia le grandi linee della spiritualità cristiana da san Gregorio a san Bernardo, offrendo nuovi dati di lettura e particolari ancora poco conosciuti. Lo studio delle istituzioni, dei movimenti, delle mentalità e delle correnti ideologiche, dei documenti collettivi o anonimi apre nuovi orizzonti e ampie prospettive sulla stagione del Medioevo che va dal VI al XII secolo. In questo quadro si delineano la vita spirituale dei regni successivi alle invasioni dei barbari, il fervore religioso dei secoli X e XI, le figure di sant'Anselmo e di san Bernardo, il ruolo dei certosini e dei cistercensi.
Sommario
I. La dottrina di san Gregorio. II. L'invasione irlandese. III. La vita spirituale nei regni barbarici. IV. Il rinnovamento carolingio. V. Il fervore al tempo dell'anarchia e della riforma. VI. Gli ordini nuovi. VII. La tradizione benedettina. VIII. La scuola cistercense. Bibliografia. Abbreviazioni. Indice degli autori antichi, personalità menzionate, opere anonime. Indice degli autori moderni. Indice dei luoghi. Indice dei temi svolti.
Note sull'autore
Jean Leclercq (1911-1993), benedettino francese, storico, monaco dell'abbazia di Clervaux, è stato studioso universalmente noto del monachesimo medievale, curatore dell'Opera omnia di san Bernardo e autore di altri testi, tra cui L'amour des lettres et le désir de Dieu, pubblicato a Parigi nel 1957 e tradotto in molte lingue.
La scelta che il monaco compie entrando in monastero è una scelta d'amore, d'amore per Dio. Per questo - secondo l'autore di queste pagine - non ci dovremo stupire di trovare una terminologia comune e una comune atmosfera sentimentale nel Commento al Cantico dei Cantici di Bernardo di Clairvaux, monaco e poeta d'amore sacro, e nei romanzi di Chrétien de Troyes, il più celebre dei cantori dell'amor profano del XII secolo. Ma c'è di più: uomini come Bernardo non hanno mai visto in opposizione l'amore per gli esseri umani e quello per Dio, ma sono riusciti a sublimare il primo nel secondo. Di qui il fascino perenne delle loro opere.
La biografia del beato Paolo Giustiniani scritta da J. Leclercq non è un romanzo, ma del romanzo ha tutto il fascino. Questa biografia ripercorre l'itinerario di un patrizio veneziano vissuto tra XV e XVI secolo, che abbandona la sua patria, le sue ricchezze, la sua illustre casata per cercare nella solitudine non più il "Dio dei filosofi" che aveva studiato nell'Università di Padova, ma quello biblico della "sua giovinezza". Incontrandolo non lo lascerà più in mezzo alle più diverse traversie e contrarietà, fino alla morte di peste sul monte Soratte. Nella presente edizione il testo del Leclercq viene ripresentato nella sua originalità; si è inoltre provveduto ad aggiornare la bibliografia dando un regesto completo della letteratura giustinianea.
A intervalli quasi regolari la fraternità tradizionalista San Pio X, fondata nel 1970 dall’ex arcivescovo di Dakar Marcel Lefebvre, fa parlare di sé con fragore. Quale ne è il motivo? L’ambizione di questo volume è di fornire alcune chiavi di comprensione della questione, di ordine storico, talvolta storicopolitico, e teologico.
Non filolefebvriano, ma neppure ostile alla fraternità, l’autore vuole capire le ragioni per cui Giovanni Paolo II e Benedetto XVI hanno ostinatamente tentato di recuperare lo scisma dei tradizionalisti. Una vicenda che è ben lungi dall’essere conclusa.
Destinatari
Studiosi, religiosi, giornalisti.
L’autore Gérard Leclerc (1942) è giornalista, filosofo e saggista. Ha collaborato con Le Figaro, Famille chrétienne, Le Spectacle du Monde, Aspects de la France, Nouvelle Action française Hebdo, Le Quotidien de Paris, Royaliste, ed è editorialista per il settimanale France catholique. Ha all’attivo numerose pubblicazioni sulla storia della Chiesa francese, in particolare del XIX e del XX secolo.
Argomenti di vendita
Un argomento di grande importanza, trattato con la giusta imparzialità. Un tema che torna spesso alla ribalta anche grazie all'autorevolezza dell’autore.
GIA DISPONIBILE OPERA DI ALTA DIVULGAZIONE, ACCESSIBILE AI MENO INIZIATI ALLE COSE TEOLOGICHE E STORICHE MA ANCHE OTTIMO LIBRO DI TESTO PER I CORSI DI TEOLOGIA PER LAICI.
Verso l'anno 600 san Leandro di Siviglia scrive il "De institutione virginum", testo conosciuto come regola di s. Leandro, sollecitato dalla sorella Fiorentina e dalla comunità di vergini. Il fratello minore di san Leandro, sant'Isidoro, scrive anche lui, tra il 615 e il 624 una "Regula monachorum" con l'intento di mitigare il rigore delle regole orientali. Offre un modo concreto di organizzare l'Ufficio divino, l'ammissione dei novizi, l'abolizione delle differenze sociali all'interno della comunità, il lavoro manuale, le trasgressioni della regola. In Galizia nascono altre Regole con l'adattamento della regola di sant'Agostino, Girolamo ecc.; e la più importante di esse è la Regula monachorum di Fruttuoso di Braga scritta tra il 630 e il 635. A questa regola segue una seconda recensione chiamata "Regula communis" composta tra il 665 e il 680.Il volume che presentiamo contiene tutte le Regole monastiche spagnole tradotte e riunite per la prima volta in italiano: quella di san Leandro di Siviglia, sant'Isidoro, Fruttuoso, e la Regula communis. Abbiamo così, in un solo volume, la legislazione monastica spagnola di rilevante valore.
Il volume, pubblicato in francese nel 1968 e per la prima volta tradotto ora in italiano, e' frutto del lavoro svolto dal p. Le Guillou per rispondere all'invito rivoltogli da taluni padri conciliari con i quali l'autore aveva collaborato a partire del secondo periodo conciliare. La proposta ermeneutica di Le Guillou sul Vaticano II afferma che esso e' un Concilio incentrato sul mistero di Gesu' Cristo, offerto agli uomini nell'oggi della storia. A partire da questa chiave e' possibile approcciare in maniera adeguata tutto cio' che il Concilio insegna a proposito della Chiesa: la profonda unita' delle immagini di ''popolo di Dio'' e di ''corpo di Cristo'' e, soprattutto, la Chiesa come sacramento universale di salvezza, nozione chiave del Vaticano II. ''Un'opera solida di consultazione sul Concilio e uno stimolo per la vita cristiana'' (H. de Lubac).

