
A grande richiesta dei suoi amati lettori, torna "Se mai arriverò", uno tra i libri più amati dall'autore, fitto di ricordi, episodi sorprendenti, avventure, svolte impreviste, incontri come con papa Giovanni XXIII, papa Montini, il dott. Candia, Togliatti, il card. Pellegrino, il dott. Schweitzer... Questa edizione comprende un consistente apparato di nuove testimonianze: papa Francesco, il card. Poletto - suo compagno di studi -, le Sorelle della Misericordia - con le quali aveva un legame speciale e ogni anno lo aspettavano per gli esercizi spirituali -, numerosi giornalisti che lo stimavano e apprezzavano i suoi libri - come Luciano Moia di Avvenire, Giuseppe Zois e padre Fantin di Missione Salute - e i suoi amici, vecchi e nuovi.
In questo diario giovanile, don Didimo Manderò racconta i primi anni di sacerdozio in varie parrocchie del Nord Italia, fino alla nomina, avvenuta nel 1946, a cappellano di Valdagno, un piccolo centro del Vicentino. Scrivendo in uno stile chiaro e immediato, don Didimo rende partecipe il lettore dei dubbi, dello sconforto, della tenacia, delle speranze e dei progetti di un giovane sacerdote che opera in un ambiente spesso ostile e che però incontra sul suo cammino anche un'umanità semplice e generosa che presta volentieri la sua opera soprattutto a favore delle persone più deboli. Proprio da questo spirito di carità operosa e solidale nasceranno per iniziativa di don Mantiero due associazioni ancora oggi molto attive: la "Dieci", i cui membri si impegnano a offrire a Dio un giorno della propria settimana per la salvezza della città, e il "Comune dei Giovani", che propone l'incontro personale e comunitario, graduale e gioioso con Gesù Cristo, e fa dei giovani i veri protagonisti della propria educazione. Poche testimonianze restituiscono con l'efficacia di questo diario l'atmosfera di un mondo ormai scomparso e la forza vivificante di una fede vera di cui, ai nostri giorni più di allora, si percepisce la necessità e, anzi, l'urgenza. Introduzione di Marina Corradi, prefazione di Luigi Giussani, con un testo di Joseph Ratzinger.
Perché Dio il più delle volte non esaudisce? Perché pregando, chiedendo, supplicando, non si ottiene quasi mai? Perché andare a Lourdes è come giocare alla lotteria, anzi peggio, perché alla lotteria almeno uno vince a ogni estrazione? Non si può amare quel che non si conosce, ma come si fa a conoscere Dio? Eppure, Dio vuole essere amato e lo comanda pure. I Vangeli sono libri stranissimi, che suscitano più domande di quante risposte forniscano. L'autore li scruta centimetro per centimetro, ma non con l'occhio dell'esperto, bensì con quello dell'uomo della strada, dal momento che la Buona Novella non è per pochi ma per tutti. E constata che «creati per la felicità, non sopportiamo il suo contrario e chiediamo conto a Dio del perché della condizione umana (naturalmente, quando non è di nostro gusto)». Infatti, «l'uomo è l'unico essere che viene al mondo piangendo».
I monasteri benedettini sono da 1500 anni un esempio illuminante di che cosa significhi vivere e lavorare in un contesto dove tutti abbiano chiari finalità e obiettivi, ruoli e mansioni e sappiano fare della comunità il proprio punto di forza. Un'organizzazione perfetta che ha attraversato i secoli e che molte cose può dire al mondo manageriale, grazie alla corretta gestione di valori condivisi, a una leadership diffusa e alla capacità di far lavorare insieme persone motivate e consapevoli delle proprie responsabilità. La Regola di San Benedetto è stata per secoli il faro di questi monasteri e ha saputo irradiare buon senso unito a un'estrema concretezza. Oggi rappresenta un richiamo forte alle radici comuni del vivere organizzato, alle sue regole di appartenenza può contribuire a ridare slancio alla vita aziendale e al governo delle imprese. Premessa di Roberto Comolli. Prefazione di Giuliano Vigini.
Formatosi nella Parigi di Huysmans, di Maritain, di Charles de Foucauld e di Claudel, è in Nord Africa e nel Vicino Oriente, dove giovanissimo realizzò le sue prime missioni geografiche e archeologiche, che Louis Massignon, uno dei maggiori orientalisti del secolo scorso, fece l'incontro decisivo con la parola araba e la spiritualità musulmana. A partire da queste esperienze il rapporto tra il mondo occidentale e quello musulmano verrà da lui interamente ripensato ponendo al centro di tutto l'itinerario mistico. Ma cogliere il destino comune della spiritualità islamica, ebraica e cristiana, implicava un cammino diverso da quello, per esempio, del sacerdote spagnolo Asín Palacios: si trattava anzitutto di apprezzare l'assoluta differenza di ciascuna storia, di distinguere la genesi spirituale dei simboli dell'islam e del cristianesimo, ma anche di cogliere le differenze fra l'ispirazione poetica e l'esperienza mistica, tra la filosofia e il misticismo. Ovvero, distinguere Dante da Ibn 'Arabi. Dai saggi raccolti in questo volume che esaminano i rapporti e le differenze fra mistica e poesia nell'islam e nel cristianesimo, emerge come per Massignon sia indispensabile riconoscere l'unicità delle diverse storie umane, individuali e collettive. Soltanto praticando questo discernimento spirituale, secondo il grande islamista, si può incontrare veramente l'Altro. E tale modo di conoscenza si scioglie, appunto, nell'esperienza mistica.
Durante la prima guerra mondiale, la famiglia di Magdeleine Hutin, divenuta più tardi p. s. Magdeleine di Gesù, è stata decimata. La violenza subita avrebbe potuto indurirla e spingerla ad abbattersi, o condurla a usare altra violenza, invece sceglie di dire “sì” alla vita e di credere all’amore. E questo amore ha un volto, quello di Gesù, cercato e accolto nei piccoli e negli emarginati. Nel 1939, sulle tracce di Charles de Foucauld, Magdeleine fonda nel Sahara algerino la prima fraternità delle piccole sorelle di Gesù. Da quel momento, animata da un amore che la consuma come un fuoco, andrà fino ai confini del mondo per condividere con i più poveri l’infinita tenerezza di Dio per ognuna delle sue creature. Nel libro, sia attraverso una ricca scelta degli scritti di p. s. Magdeleine, sia attingendo a ricordi personali, l’autrice ci permette di avvicinare e conoscere meglio questa straordinaria figura di donna.
Piccola sorella Annie di Gesù (1928) ha vissuto per quarant’anni con p. s. Magdeleine. Entrata nel 1948 nella Fraternità delle piccole sorelle di Gesù, tra il 1952 e il 1960 è stata in diversi paesi di Asia e Oceania. Dopo essere stata assistente generale e poi responsabile generale della congregazione, ha collaborato alla nascita delle fraternità nei paesi dell’Europa dell’est. Attualmente lavora per far conoscere la spiritualità di Charles de Foucauld e di p. s. Magdeleine. Presso le nostre edizioni ha pubblicato Charles de Foucauld (1998).
Il libro è una catechesi sui mosaici della rampa e della cripta della chiesa di san Pio a san Giovanni Rotondo.
La prima parte riguarda le immagini dei mosaici nella discesa che porta alla cripta dove è custodito il corpo di padre Pio. Il percorso verso la cripta è ideato come un cammino spirituale che aiuta a prendere atto che la vita che viviamo non è semplicemente quella trasmessaci dai genitori, che finisce nella tomba, ma la vita che Dio vuole concedere all’uomo e che noi riceviamo nel battesimo, affinché la sviluppiamo e la maturiamo in pienezza assorbendo nell’immortalità anche la vita naturale. Tale cammino non è un intimismo soggettivistico tra il fedele e un suo presunto Dio, ma si compie all’interno della memoria della tradizione della Chiesa. Perciò è accompagnato dalla comunione dei due santi particolarmente significativi per questo luogo: Francesco e padre Pio. Scene della loro vita, messe “a contrappunto”, aiutano a cogliere i tratti di questa vita nuova.
La seconda parte riguarda i mosaici della cripta. La storia dell’umanità viene raggiunta dall’amore di Dio con l’incarnazione del Verbo. Cristo, da un lato, assume la storia dell’umanità, dall’altro si lascia plasmare da essa. Così la nostra storia comincia a trasfigurarsi nella storia della salvezza. Attraverso la pasqua, Cristo ritorna alla gloria del Padre come la vita senza tramonto, coinvolgendo anche noi nel suo passaggio. La cripta che accoglie il corpo di san Pio è uno spazio della luce di Cristo, luce della santità e della fedeltà perenne di Dio, che vorrebbe richiamare alla memoria di ogni battezzato la sua vera patria: il cielo. A partire dalla tomba vuota e dal soffio che Cristo trasmette agli apostoli, le immagini della cripta, accompagnate da brevi commenti teologico-spirituali e citazioni patristiche e liturgiche, ci introducono a contemplare il mistero della nostra vita in Cristo.
Charles Finney ha fornito, con i suoi Discorsi, uno strumento di immenso valore per trasformare in concreta realtà tale aspirazione.
I principi di base di ogni risveglio religioso qui presentati furono efficacemente utilizzati da Finney stesso in alcuni dei più estesi risvegli della storia del cristianesimo e sono stati fonte di ispirazione per innumerevoli servitori di Dio in tutto il mondo.
I Discorsi sul risveglio religioso sono considerati un classico della letteratura cristiana. Dal 1886, anno della prima edizione, hanno costituito una risposta sempre attuale al bisogno di risveglio che divora l'anima dei veri cristiani.

