
“Questi appunti?
Erano tracce di cammino
che ponevi quando giungevi a un punto
in cui ne avevi bisogno,
un punto fermo da non perdere di vista.
E così sono rimasti.
Ma la tua vita è cambiata e ora
prendi in considerazione possibili lettori.
Forse addirittura te li auguri!
E forse per qualcuno può essere utile
vedere un cammino di cui da vivo
l’interessato non voleva parlare.
Sì, ma solo se le tue parole
avranno un'onestà al di là della vanità
e dell'autocompiacimento”.
Dag Hammarskjöld (Jönköping 1905 - Ndola 1961), diplomatico svedese, è stato per due mandati segretario generale dell’ONU, dall’aprile 1953 alla sua morte in un oscuro incidente aereo nel pieno della crisi congolese. Premio Nobel per la pace alla memoria nel 1961, “in segno di gratitudine per tutto quello che ha fatto, per tutto quello che ha ottenuto, per l'ideale per il quale ha combattuto: creare pace e magnanimità tra le nazioni e gli uomini”.
“La chiesa è luogo di libertà
solo se è il luogo della comunione”
Le esigenze della ricerca teologica sono qui unite a una grande capacità di parlare al cuore di quanti cercano di decifrare l’enigma dell’esistenza umana. Queste pagine fanno emergere “il legame tra la verità della chiesa, pienamente realizzata e manifestata in ciascuna assemblea eucaristica, e il problema esistenziale dell’uomo, il problema dell’essere o della liberazione della vita da ogni limite spaziale e temporale, e dalla corruzione della morte”.
(dalla “Prefazione” di Christos Yannaras)
Ioannis Zizioulas (1931), metropolita ortodosso di Pergamo e rappresentante del Patriarcato di Costantinopoli in varie assise ecumeniche, è stato professore di teologia all’Università di Tessalonica e al King’s College di Londra. Definito da Yves Congar come “uno dei teologi più originali e profondi della nostra epoca”, ha già pubblicato presso le nostre edizioni Il creato come eucaristia e Eucaristia e regno di Dio.
“Di notte,
quando altri prendono le armi,
prendete l’evangelo!”
La vicenda dei monaci
uccisi in Algeria
che ha ispirato il film
“Uomini di Dio”
vincitore del Gran Premio della giuria
al Festival di Cannes 2010
“In un momento in cui molti pensano all’islam come nemico, il gesto di chi si lascia sgozzare amando il proprio carnefice è l’estremo rifiuto della logica dell’inimicizia, è l’unico atto che può porre fine alla catena delle rivalse e delle vendette. È il caso serio del cristianesimo... Con il martirio un cristianesimo che sembra incapace di comunicare agli uomini d’oggi ritrova improvvisamente la forza di suscitare domande e di inquietare le coscienze. Gli scritti dei sette monaci sono dettati da un amore più forte dell’odio, dalla vita più forte della morte: nella loro forza ed essenzialità ci mostrano che solo chi ha una ragione per morire ha anche una ragione per vivere”.
(dalla “Prefazione” di Enzo Bianchi)
Fr. Christian de Chergé era il priore del monastero trappista di Notre-Dame de l’Atlas in Algeria. Assieme a sei suoi confratelli venne rapito da fondamentalisti islamici il 26 marzo 1996: furono tutti sgozzati il 21 maggio seguente. Ora essi riposano nel piccolo cimitero di Tibhirine, vegliati dagli amici musulmani che essi non avevano voluto abbandonare negli anni più violenti della barbarie in Algeria.
"Amare è, per lungo spazio e ampio fino entro il cuore della vita, solitudine, più intensa e approfondita solitudine per colui che ama". Così scrive Rilke, perché la solitudine non esclude l'amore, anzi permette a questo di costruirsi in verità, oltre un possibile culto dell'amore, oltre l'illusione che la relazione con l'altro possa dispensarci dal renderci consapevoli di noi stessi. I testi qui raccolti trattano da vari punti di vista di questo essenziale esercizio spirituale, e possono offrire spunti affinché nel quotidiano e anche faticoso assumere la propria solitudine, con le sue ambivalenze, impariamo ad aprirci a tutte le dimensioni dell'amore, arrivando a coniugare amore e libertà.
La morte del coniuge è una prova dolorosa, esperienza che consegna alla solitudine e alla mancanza di senso. Come attraversare il lutto? In che modo ritrovare ragioni ed entusiasmo per affrontare la vita quotidiana? La fede cristiana ci ricorda che l'amore che ha legato la coppia è espressione dell'alleanza eterna di Dio con gli uomini: la morte non avrà l'ultima parola. Coltivare i valori maturati all'interno del matrimonio e aprirsi a nuovi incontri e relazioni può trasformare la solitudine in occasione di accoglienza, di ascolto e di inedite forme d'amore. "Noi dimoriamo nell'amore" è l'affermazione centrale dell'opera, e solo grazie a un amore che si rinnova instancabilmente la nostra sofferenza potrà divenire sorgente di vita e di gioia.
"L'autore coglie nel Padre nostro una luce per l'umano in quanto tale, una traccia per il cammino dell'uomo in quanto uomo, ancor prima delle sue credenze e delle sue appartenenze confessionali. L'idea che rende possibile una simile impresa è che questa preghiera esprima l'umanità dell'uomo, sicché ogni essere umano può trovarsi rappresentato nel Padre nostro. La parola poetica, quella parola che sola riesce a sostenere il peso dell'essere, è ciò che meglio può fare eco alle parole semplici e inesauribili del Padre nostro." (dalla Prefazione di Enzo Bianchi)
Da molti anni sorella Maria aiuta con le sue meditazioni a penetrare in modo diretto al cuore del messaggio evangelico. Queste pagine costituiscono un dono prezioso per la loro capacità di immediatezza, per il loro saper cogliere il cuore di una parola di Gesù rimasta come brace ardente sotto la cenere che tutti noi contribuiamo ogni giorno ad accumulare.
All'inizio della notte da sempre i cristiani innalzano lodi al Signore e intercedono per tutta l'umanità di cui vogliono essere voce. È nel buio di quest'ora che, a partire dalla Regola di Benedetto, sono state pronunciate le parole indirizzate da un priore ai suoi fratelli e alle sue sorelle, e qui radunate in un'unica raccolta inedita. Parole sapienti, che appartengono alla tradizione e nel vangelo cercano luce; parole per questo capaci di illuminare il viaggio interiore di chiunque sia alla ricerca di un senso, di un "oriente" per la propria vita.
I testi raccolti in questo volume, redatti in forma di esercizi spirituali, hanno come fine di condurre il lettore alla meditazione e alla preghiera: ogni meditazione presenta innanzitutto alcuni dei nomi di Dio come si trovano nel Corano, a cui fa seguito una riflessione sui temi simili nella Bibbia. Alla luce di ciò che la tradizione mistica musulmana e quella biblica affermano sui nomi divini, ci avviciniamo così al mistero di Dio. Si tratta di un "pellegrinaggio interiore" nel paese dell'altro: un cammino grazie al quale non ritroviamo solo l'altro, pur se differente nell'espressione della sua fede, ma anche il totalmente Altro, colui il cui nome è al di sopra di tutti i nomi.
Rivolgere lo sguardo verso chi vogliamo conoscere, scoprirne i gesti e le parole, e così entrare in un dialogo: è ciò a cui siamo invitati attraverso queste pagine, una vera guida per vivere la nostra interiorità guardando il volto di Gesù, che nei suoi incontri, attraverso gesti e parole, ci ha narrato Dio. Con grande sensibilità spirituale, l'autore contempla la figura mite del Salvatore e ci propone meditazioni che possono arricchire la nostra vita di preghiera, facendoci scoprire anche la "preghiera di Gesù", pratica antichissima nata in oriente, ma diffusa ormai in tutte le tradizioni cristiane.
Capita di accorgersi di aver smarrito la strada o di sentire il bisogno di fermarsi, per guardarsi dentro e ripartire. La Quaresima ha senso se vissuta così, come tempo per conoscersi più a fondo e discernere l’essenziale. Le meditazioni qui raccolte ci fanno riscoprire il contenuto spirituale profondo di questo tempo liturgico: giorno dopo giorno ci portano al cuore del mistero, mettendo in luce le nostre malattie spirituali perché in Cristo non siano più impedimento alla comunione.
Quattro monaci e un vagabondo, tradizioni diverse, esperienze uniche, ma un’identica tensione: cercare il Signore nella vita di ogni giorno, in mezzo a una comunità, nella solitudine o per le strade del mondo nella povertà estrema. La sapienza di questi uomini può portare frutto in ogni epoca, un messaggio che siamo chiamati a decifrare per discernere il cammino verso la vita piena e beata cui ciascuno di noi anela. Questi testimoni di un cammino di sequela, alimentato alla linfa del vangelo, possono ancora parlare agli uomini e alle donne del nostro tempo?
André Louf (1929-2010) è stato uno dei più autorevoli maestri spirituali del nostro tempo. Monaco e poi abate dell’abbazia trappista di Mont-des-Cats, ha contribuito con i suoi scritti e la sua umile sapienza alla riscoperta degli elementi essenziali della vita cristiana in occidente e al rinnovamento della vita monastica. Presso le nostre edizioni ha pubblicato, tra gli altri, Cantare la vita (2002), L’uomo interiore (2007) e Discernimento: scegliere la vita (2017).