
Cosa vuol dire amare? E come cambia questo amore quando Dio si manifesta? Poiché, scrive Simone Weil, non è la stessa cosa quando si ama prima che Dio giunga, e quando si ama in sua presenza. Non è lo stesso amare «per amor di Dio» e amare «nell'amore di Dio». «La forma velata dell'amore precede necessariamente la presenza di Dio e, spesso, regna essa sola nell'anima per lungo tempo; per molti, forse fino alla morte. Questo amore velato può attingere a gradi elevatissimi di purezza e di forza. Ogni forma di cui questo amore è suscettibile, nel momento in cui tocca l'anima, ha la virtù di un sacramento». Le pagine che seguono sono una sorta di atrio alla vita mistica che, occorre non dimenticarlo, non è l'arte dei credenti più "avanzati", ma l'unica forma della manifestazione, nelle donne e negli uomini, dell'amore divino.
Cosa significa concretamente "credere e vivere nella Provvidenza"? In questo volume Divo Barsotti, con la saggezza di un maestro spirituale, passa in rassegna tutti i momenti della giornata del cristiano da vivere alla presenza del Signore. Questa è esattamente la scansione della giornata e del volume: Mi alzo, Mi lavo, Mi vesto, Esco al lavoro, Ancora il lavoro, Mi riposo, Mangio,Vivo con gli altri, Parlo, Mi muovo, Mi addormento. Non c'è niente nella nostra vita che da Dio non provenga e a Dio non tenda.
L'argomento di questo libro è l'ultima proposizione del Simbolo della nostra fede: Credo nella vita eterna e la prima e ricorrente domanda che don Divo Barsotti rivolge a se stesso e ai suoi lettori è: «In che cosa crediamo quando diciamo di credere nella vita eterna?». Per rispondere a questo interrogativo centrale della nostra fede, don Divo si appella al Sermone della Montagna, per affermare che la vita eterna non è solo dopo, ma già ora per chi crede in Cristo e vive di Lui, perché la Vita è Cristo stesso che ci ha portato la sovrabbondanza della vita - appunto l'eterna vita - assumendo la nostra natura nella sua Persona per renderci partecipi della sua filiale relazione con il Padre.
Una parola scorre sotto tutte le parole della Bibbia, come una corrente sotterranea, una nervatura delle pagine. Questa parola è "vita". A partire dal libro della Genesi, quando Adamo divenne un essere che ha vita (Gen 2,7), proseguendo con i racconti dell’Esodo quando, nei giorni dell’alleanza, il Signore disse: «Hai davanti a te la vita e la morte, scegli!» (Dt 30,19), attraversando i Salmi, la cui supplica più ripetuta è: «Fa’ che io viva!», fino ai Profeti, che rivelano il volto del Dio della vita, tale parola agisce da protagonista nascosta. Queste pagine ci accompagnano lungo un itinerario che culmina nella figura di Gesù: questi ha l’audacia di attribuirsi, come suo nome proprio, come sua identità, la vita: «Io sono la vita» (Gv 14,6); anzi, ne fa la sua missione specifica: «Sono venuto perché abbiano la vita in abbondanza» (Gv 10,10).
Una stoffa ricamata con un intreccio di parole. Opera d'artista, di cesello. Il Padre nostro è l'unica preghiera firmata da Cristo. La inventò, tutta nuova, dopo che gli amici fecero pressione: «Signore, insegnaci a pregare» (Lc 11,1). Afferrò al volo sette parole quotidiane -- nome, regno, volontà, pane, debiti, tentazione, male -- e le organizzò, come covoni di grano, attorno alla parola padre. Detta proprio così, a voce alta, con un imbarazzo inusitato: e, con le parole di Primo Mazzolari, nacque «questa affettuosa conversazione tra i figlioli e il Padre che è dappertutto». Nessun'altra preghiera, nei secoli, riuscirà più convincente del Pater, quasi una sorta di riconoscimento di coloro che seguono Cristo. Il contrario di mio è la lettura, dissacrante e profonda, di questa antichissima preghiera: un'operazione di smontaggio e rimontaggio, alla riscoperta di una bellezza erosa dall'abitudine. Come sfondo e compagnia, un acquerello di sfumature randagie raccolte nei Vangeli. Perché, dopo aver pregato il Pater, il contrario di mio non sarà più tuo.
«Pregare è pensare a Dio, amandolo», ha lasciato scritto Charles de Foucauld. L’esempio di Gesù deve ispirare anche a noi il desiderio dell’unione con il Padre celeste. Per noi la preghiera di Gesù resta un mistero, legato al mistero suo personale di Figlio di Dio fatto uomo. La sua preghiera era un inalterato faccia a faccia con il Padre. La preghiera di Gesù fu innanzitutto la preghiera di un figlio d’uomo. Nella sua anima umana e con tutta la sua anima umana egli pregò il Padre proprio e veramente come noi lo preghiamo. René Voillaume descrive in questo volume le tappe della ricerca di una preghiera autenticamente filiale che ispira e assicura la nostra presenza a Dio e ai fratelli, realizzando insieme una reale unità tra vita e preghiera.
Ogni epoca, con le sue culture, ha segnato semanticamente la parola "tristezza", è interessante perciò vedere se le tante sfumature di senso contengono tratti comuni. Molti uomini di pensiero (storici, filosofi, teologi, antropologi, psicologi, sociologi) hanno dedicato e dedicano molte pagine allo studio della tristezza nel loro specifico ambito di ricerca. Guidati dalla loro precomprensione della realtà hanno cercato di comprenderne la natura, per cogliere le varie forme con cui si manifesta, per capirne le ragioni e i rimedi. Anche quando si afferma di disinteressarsi di essa, non si può far a meno di coglierne la presenza in molte esistenze, come ebbe a scrivere Montaigne nei suoi Essais.
Chi è Maria? Chi è l'Immacolata? Si tratta, forse, di una «fotomodella dello spirito» assolutamente irraggiungibile? Questo libro tenta di offrire un ritratto veritiero della Madre di Dio accompagnando il lettore in una «Novena all'Immacolata». Giorno dopo giorno, attraverso la contemplazione delle Beatitudini e la meditazione della Salve Regina e del Magnificat, si andrà delineando una comprensione più profonda e particolareggiata della Madonna. Tutti abbiamo assolutamente bisogno del suo sguardo per sfuggire al senso di inadeguatezza che ci attanaglia. Le relazione con Maria e le sue emozioni ci accompagnano attraverso scene evangeliche della sua vita fino a immergerci nel mistero del suo Cuore Immacolato, dal quale sgorga ogni grazia e, in particolare, l'esperienza reale e avvolgente della misericordia di Dio.
"Dio non ama anzitutto la creazione, non è l'umanità il termine ultimo del suo amore, e nemmeno la Chiesa, ma questa persona che io stesso sono; ama la Chiesa in questo membro del suo corpo che sono ancora io. E' anzitutto per questo che Egli, continuamente, dona a me lo Spirito Santo9" dall’Invito alla lettura di padre Antonio M. Sicari
Questo Decenario allo Spirito Santo, pubblicato per la prima volta a Salamanca nel 1932, è un classico della spiritualità moderna, un itinerario di preghiera in dieci giornate che è anche un itinerario di santità per tutte le situazioni umane: la sua finezza, la sua profondità, non si spiegano se non con la speciale illuminazione che Dio concede alle anime che lo frequentano con intimità, quel dono di sapienza che trascende ogni limite culturale. Con parole semplici, ma la cui forza molti teologi potrebbero invidiare, il lettore viene aiutato a conoscere, ad amare e a pregare l'unico Dio in ciascuna delle sue persone: questo infatti è un libro di meditazione sulla vita della Santissima Trinità e sulla nostra vita in rapporto alla Trinità.
Francisca Javiera del Valle (1856-1930) fu una povera sarta, vissuta nel paesino castigliano di Carrién de los Condes, presso Palencia. Un'esistenza oscura, trascorsa per la maggior parte nel laboratorio di cucito che serviva i gesuiti del Colegio del Sagrado Corazén. Ma all'umiltà della condotta e delle mansioni faceva riscontro una vita spirituale assai ricca, come provano le opere che ci ha lasciato, scritte in obbedienza al suo direttore spirituale, tra cui spicca questo Decenario particolarmente — amato da san Josemaria Escrivà.
"Oggi si cerca molto il silenzio. Talvolta lo si confonde con lo stordimento o con la dimenticanza di sé attraverso pratiche psichiche derivate dall'Oriente. Il vero silenzio non è dimenticanza, è conoscenza." Dalla prefazione di mons. Massimo Camisasca. Non siamo esseri gettati nel mondo, ma siamo figli di un Padre che non solo ci rivendica, ma ha un progetto su ciascuno di noi. E possiamo vivere nel suo abbraccio se impariamo ad ascoltarlo e a stare ogni giorno nell’orizzonte della sua presenza. Questo libro, maturato nel solco degli scritti del teologo Hans Urs von Balthasar, ci insegna come vivificare il silenzio come il luogo e il tempo in cui Dio parla al cuore dell’uomo e come saper discernere prima di tutto la chiamata, la vocazione su cui rendere l’esistenza piena. Don Andrea D'Auria è nato a Sesto San Giovanni (Mi) nel 1964. E' stato ordinato sacerdote nella Fraternità Sacerdotale dei Missionari di san Carlo Borromeo, di cui è Procuratore Generale nel 1992 ed è attualmente docente di Diritto canonico.
Il libro delinea il profilo e il lascito spirituale di Gianfranco Maria Chiti, combattente nella Seconda guerra mondiale, generale dell'esercito repubblicano, infine frate e sacerdote cappuccino che sarà presto Beato. La sua fu un'esistenza condotta al servizio di Dio e del prossimo: senza cedimenti, fedele agli impegni presi, sempre attenta al rispetto, ai bisogni e alla promozione dell'altro, libera da ogni connotazione ideologica. La qualità della vita di Gianfranco Chiti e la pratica delle virtù teologali, cardinali e umane annesse, vissute in maniera eroica, hanno portato la Chiesa a dichiararlo Venerabile il 24 gennaio 2024 e a indicarlo come modello da imitare.
San Josemaría pone al centro della sua predicazione le responsabilità del laico cristiano all'interno della comunità per il raggiungimento del bene nella convivenza civile. Di rilevanza particolare è il tema della chiamata universale alla santità nella vita ordinaria di ogni uomo e che si declina in punti fermi fondamentali: la coerenza con sé stessi; la responsabilità nei confronti del prossimo, la prontezza all'azione contro le ingiustizie; la difesa della libertà individuale; la cultura del dialogo per contrastare la violenza; lo spirito di servizio; la compassione verso i bisognosi. Mariano Fazio analizza tutti questi punti offrendo al lettore un quadro esaustivo sull'azione e l'influenza del cristiano al raggiungimento del bene comune.

