
Due fratelli gemelli, due facce di una medaglia, in reciproca competizione ma indissolubilmente uniti dalla loro appartenenza: Stefano, l'ingegnere, animato da grandi ideali, sposato con due figli; Giampaolo, il sacerdote, parroco a Milano, titanico nella sua fede e sicuro di sé. La storia si apre nel 2011 attorno a una vicenda drammatica che i fratelli si trovano a condividere. Da lì la trama si dipana in un'alternanza di presente e passato, sinché un evento traumatico pone Stefano di fronte a una situazione apparentemente disperata: la sua straordinaria reazione lo redime e lo sublima in una scelta di assoluto eroismo. Un libro profondamente cattolico che tocca temi fondamentali legati alla vita e alla morte, coinvolge il lettore e lo porta a riflettere su uno scottante tema di attualità, l'eutanasia: con un appassionato inno alla vita, Stefano lascerà ai suoi figli e alla moglie il proprio testamento spirituale.
Con Gesù la morte è strada per la Vita. Questo è il testamento spirituale di Santa Rita e il cuore del messaggio che le sue monache, dal monastero agostiniano di Cascia, condividono con chi affronta un lutto. Attraverso storie vere, le claustrali guidano oltre il vuoto e il dolore chi ha perso una persona cara, facendosi eco della voce di Santa Rita che ci chiede di non fermarci alla Passione ma di guardare alla Risurrezione, perché davanti a noi non c'è la morte, bensì la Vita nuova.
Inseguendo un misterioso segnale, il carismatico capitano Moses guida la nave intergalattica Elpis V e il suo audace equipaggio negli spazi siderali, spingendosi verso i confini più remoti dell'universo, alla ricerca di forme di vita extraterrestre. Approderà in un mondo in rovina, dominato da macchine implacabili dove, una serie di singolari incontri, cambieranno per sempre la vita dell'equipaggio. Affrontando pericoli esterni e scetticismo, Moses e i suoi compagni saranno chiamati ad analizzare e rivedere le proprie convinzioni.
Un nipote e una nonna. Il caffè caldo. Sette giorni. Dodici racconti. Due protagonisti appartenenti a generazioni diverse che si ritrovano dopo mesi di lontananza. I racconti hanno un fil rouge che li accomuna: quello del dolore molte volte non creduto e quindi inascoltato. Pensieri faticosi, dipendenza, fine vita, sfregio del cuore, crisi di identità, fede; difficoltà di fare scelte ma anche capacità di stupirsi e della sana ironia. Le esperienze dell'anziana donna e il lavoro singolare di suo nipote consentono di assaporare dialoghi intensi, lasciando emergere in ogni pagina la bellezza e un senso di speranza.
Un'analisi lucida della pastorale ordinaria e dell'urgenza di trovare forme più incisive di evangelizzazione che passino dalla consapevolezza che questo tempo di crisi (umana e cristiana) è in realtà un tempo opportuno per rilanciare. Un invito a vivere appieno il Concilio Vaticano II, a non banalizzare i sacramenti ma ad affrontarli alla luce di una preparazione seria e consapevole.
Questi scritti, riuniti qui in un unico volume, costituiscono una lunga riflessione sul Cuore di Cristo, che ha occupato la mente e l'affetto dell'Autore lungo la sua vita; nascono dal suo desiderio di offrire una rinnovata riflessione su questa spiritualità, così feconda e connaturata al Vangelo stesso, per poterla riproporre nella sua freschezza alla pietà dei fedeli. Si tratta di scritti vari: alcuni più di ampio respiro, volti a svilupparne la dimensione più precisamente teologica, altri più semplici, tracce di preghiera per i primi venerdì del mese o per l'Ora santa; altri ancora volti a ripresentare la storia di questo centro e culmine della nostra fede, testimoniata dai santi e corroborata dal magistero.
Maldicenze, pettegolezzi e giudizi superficiali: quanto è condizionata la nostra vita dai peccati di lingua? Questo è un testo di psicologia spirituale semplice e diretto, a tratti provocatorio. Questo lavoro di Padre Francesco Maria Marino è rivolto a tutti coloro che intendono liberarsi dalla mormorazione e da tutti quegli atteggiamenti negativi che essa porta con sé: critiche, giudizi, pettegolezzi, maldicenze, condanne, fobie. Quella contro i peccati di lingua è una battaglia contro sé stessi necessaria per ritrovare il proprio equilibrio e la pace interiore grazie alla quale poter amare con gioia e lasciarsi amare senza riserve.
Come si sente una donna (e una coppia) al cospetto del dramma della morte prenatale? Come si può vivere ed affrontare il mistero di un tale dolore? Questa testimonianza posa lo sguardo su chiunque abbia attraversato, o stia attraversando, la terribile prova del lutto prenatale, per portare comprensione, empatia, speranza. Fabrizia Perrachon, raccontando in prima persona la sua esperienza diretta, propone anche delle vie affinché venga costruita una cultura prenatale, soprattutto nei contesti cristiani, per dare un segnale forte di speranza, per non lasciare sole le persone, per affermare al mondo che la vita ha un valore ineluttabile sin dal principio.
Un libretto prezioso sulla misericordia, che dall'excursus biblico si staglia verso autori antichi e moderni, per una serie di meditazioni tanto semplici da leggere e comprendere quanto dirette e accurate. Una lectio che sembra divenire, a tratti, un flusso di coscienza e una preghiera estemporanea che chiede perdono e comunione, abbraccia le miserie del mondo e implora la pietà di Dio.
Un itinerario guidato nella propria interiorità. Una preghiera profonda per entrare in contatto co sé stessi. Accompagnati dall'autrice, tenteremo di comunicare con l'anima: ecco l'azzardo espresso in questi pensieri. Un viaggio intimo, soffiato, indispensabile, dalla sofferenza alla rinascita. In ciascuno di noi ci sono potenzialità inespresse o soffocate da paure, ferite o convinzioni radicate, che attendono di essere prese per mano e portate in superficie, per essere illuminate dalla Luce e redente. Un libello di spiritualità per imparare a comunicare con la propria anima, e riuscire così a... comunicare l'anima.
Le domande e gli aneliti di un giovane che si affaccia sul misterioso e affascinante viaggio dell'esistenza. Una peregrinazione possibile se si volge lo sguardo verso il cielo, prima che verso sé stessi. La preziosità della vita viene riconosciuta nella sua inevitabile scadenza e nella sua imperdibile opportunità di conoscersi e di riconoscersi come parte di qualcosa di più grande. L'uomo senza una vita interiore non può entrare nella spiritualità di una relazione con l'infinito. Tuttavia, proprio il fatto di non riuscire a cogliere l'ineffabile crea un titubanza che ci fa tendere e che ci avvicina a Lui.
Stacce... ma che parola è? Il romanesco "Stacce" viene usato per incoraggiare in modo ironico qualcuno ad accogliere la vita così com'è. Questo manualetto di auto-aiuto, scritto da una coach professionista, è un invito a stare nella vita in modo positivo per affrontare col piede giusto le circostanze sfidanti, le situazioni che non possiamo cambiare. "Stacce" non è "rassegnarsi" ma è la possibilità che diamo a noi stessi di entrare pienamente in ciò che siamo chiamati a vivere, per coglierne le opportunità e farne qualcosa di bello, utile, nostro. Ecco un piccolo manuale per imparare a stare nella realtà anche quando i venti sono contrari e a sdrammatizzare per cogliere il buono da ogni cosa.

