
Affidarsi a Maria è un atto di coraggio. Non è l'ultima spiaggia, nel senso che quando "non so più a che santo votarmi" allora mi metto nelle sue mani. Tutt'altro! Farla entrare nella propria casa interiore è piuttosto gesto dell'aurora, perché lo Spirito inizia a balbettare in noi quando decidiamo finalmente che la diffidenza verso il nostro io non è un punto di arrivo bensì una linea di partenza. Ci si affida a lei perché tutto è ancora da compiersi. E questo lo sanno solo le persone che si sono scoperte semplicemente mancanti davanti a Dio, come il pubblicano al tempio di Gerusalemme. Per questo Maria è rifugio dei peccatori, luogo di consolazione che trasforma "i peggiori" in apostoli del Regno che donano agli altri la presenza di Cristo.
"Quando hai la forza di dire: 'Voglio tornare a casa', troverai la porta aperta; Dio ti viene incontro perché ti aspetta sempre, Dio ti aspetta sempre, Dio ti abbraccia, ti bacia e fa festa. Così è il Signore, così è la tenerezza del nostro Padre celeste". Questo testo di Papa Francesco illumina la riflessione contenuta in questo volume su un tema che da sempre accompagna la rivelazione biblica: quello dell'amore gratuito e paziente di Dio. In queste pagine sono affrontate tre tematiche: il peccato, la misericordia e la conversione. Si tratta in realtà di tre volti di uno stesso aspetto: la consapevolezza di essere figli di un Dio che non si lascia scoraggiare di fronte al peccato, che tende continuamente la sua mano piena di misericordia affinché l'uomo vi si appoggi. Per questo, nei piani di Dio, dagli sbagli commessi non nasce la sfiducia, bensì la fede: il desiderio di tuffarsi in quella mano e farsi rivestire del suo contenuto d'amore.
«Qualunque cosa avrete fatto a uno dei più piccoli dei miei fratelli, l’avrete fatta a me». Per Madre Teresa di Calcutta, i più piccoli di cui parla Gesù sono i poveri più poveri, cioè gli sfrattati dalle case e dai cuori, i barboni delle stazioni, quelli che muoiono abbandonati per le strade di Calcutta e del mondo, i terremotati, gli emarginati, gli indesiderati, i lebbrosi, i malati di Aids, tutti coloro che nessuno ama... Per Madre Teresa ognuno di loro è il Cristo vivente oggi e su di loro si chinava con riverente amore. La sua parola e, più ancora, la sua azione instancabile – oggi affidate a ciascuno di noi – sono diventate una “spada affilata” che penetra nelle anime e nelle coscienze, svelando a un tempo la semplicità ma anche la radicalità dell’essere cristiani.
Il curatore
José luis González-balado, che ha curato la raccolta, è scrittore e giornalista spagnolo particolarmente attento a personaggi e a temi di grande forza testimoniale. Ha conosciuto l’opera di Madre Teresa di Calcutta fin dagli anni ‘60 e vi ha dedicato numerosi libri, tra cui ricordiamo, in versione italiana, Madre Teresa dei poveri (Edizioni San Paolo, 1997) e La gioia di darsi agli altri (Edizioni San Paolo, 199811).
La Bibbia è piena di parole d'amore, e sono ben più di 365. Quelle scelte dall'autore accompagneranno il lettore nel corso di un intero anno. Parlano dell'amore di coppia come di quello per i poveri, dell'amore familiare e di quello per il bene comune, dell'amore per i malati e di quello per la politica. Parole che vanno dritte al cuore e che spronano ogni giorno ad avere un buon motivo per non rinchiudersi nella trappola dell'egoismo. "Dopo 365 motivi per non avere paura", Maurizio Mirilli offre un nuovo volume che terrà compagnia ai lettori giorno dopo giorno per un anno intero. Un viaggio all'interno della Bibbia, alla scoperta delle sue meravigliose parole d'amore.
Un commento semplice, pensato per un utilizzo pastorale, per comprendere alla luce della Parola di Dio cosa vuol dire essere famiglia oggi e quali risorse la famiglia, proprio in tempo di crisi, riesce a trasmettere. Il Vangelo della famiglia vuole essere anche una prima risposta al Questionario inserito nel "Documento preparatorio" del Sinodo che, tra le molte domande che formula, contiene le seguenti: Qual è la reale conoscenza degli insegnamenti della Bibbia sul valore della famiglia? Come si è cercato di stimolare il compito di evangelizzazione degli sposi e della famiglia? Come promuovere la coscienza della famiglia quale "Chiesa domestica"? Nell'attuale situazione di crisi tra le generazioni, le famiglie cristiane come hanno saputo realizzare la propria vocazione di trasmissione della fede? Matrimonio e famiglia nel progetto di Dio.
Don Diego Goso, autore di Quattro chiacchiere con Dio, questa volta va... all'Inferno. O meglio: ci manda un suo alter ego - tal don Marco - che, in apertura del libro, si scopre vittima di uno scherzo diabolico e si risveglia in un luogo sconosciuto dove scopre di aver vinto... una vacanza premio, con Satana stesso a fargli da guida. Ma non è solo: in questo percorso dentro i sette "gironi" dei vizi capitali c'è un compagno d'eccezione, che si lascerà conoscere lentamente, ma che subito indica una certezza: la grazia di Dio non manca mai, anche a chi si trova a camminare sui sentieri del male. Un "male" che richiama per molti versi quello indimenticabile delle "Lettere di Berlicche" e che, attraverso l'ironia dell'autore, svela come i rischi maggiori nella lotta per il bene ce li portiamo dentro ogni giorno, tra golosità, ire, invidie e rischi di confondere il cuore con la lussuria. Un libro a volte esilarante, a volte drammaticamente serio: un'indagine col sorriso (ma non troppo) nel regno del bene e del male.
Capita di venire sorpresi dall'irrompere di fatti o persone - che non ci aspettavamo né ci auguravamo - dentro la nostra vita. Quando ce ne accorgiamo, ci troviamo ormai coinvolti e ce li dobbiamo sorbire! Una situazione del genere si verifica - particolarmente - quando viene a farci visita la signora Tribolazione. È maleducata fin dalla nascita, arriva senza chiedere permesso e nel momento meno opportuno; né pare accorgersi del disturbo che ci dà, anche se ne mostriamo evidenti i segni. Che fare, in questi casi? Non ho la pretesa di insegnarti un trucco magico per farla scomparire, né scrivo per offrirti cose che fa piacere sentire. Vorrei invece parlarti di quello che è necessario ascoltare. Ecco: dovremo imparare a trasformare questi tempi non desiderabili in occasione di crescita personale e di maturazione nella fede, di risveglio della speranza, di maggiore sensibilità alla presenza di Dio che guida la nostra vita. Come affrontare le prove della vita, secondo la dignità umana e la fede cristiana.
Tante sono le pagine scritte da Chiara Lubich sull'importanza di una vita di comunione. Questo volume è un'antologia delle sue riflessioni più profonde sul tema, scelte tra quelle raccolte negli anni da amici e collaboratori. Al centro c'è l'idea per cui la logica della condivisione può tradursi in una cultura universale del Bene che, in quanto tale, plasma tutta la realtà: in famiglia, a lavoro, nella Chiesa. Ogni capitolo tratteggia un pezzetto della storia del Movimento dei Focolari e mostra come la tensione all'unità abbia ispirato progetti concreti e un confronto costante con le diversità. Infatti, per dirlo con le parole a volte sorprendentemente profetiche di Chiara, "una spiritualità di comunione non è utile solo per concorrere all'unità dei cristiani, ma anche ad aprire quel dialogo con persone di altre religioni, che rappresenta una delle frontiere più impegnative e urgenti all'alba del terzo millennio".
Papa Francesco sta lanciando al mondo una vera e propria rivoluzione spirituale, una crociata d'amore cui credenti e non credenti sembrano guardare con grande stupore e gratitudine. È in atto quello che alcuni hanno definito il "pontificato dell'autenticità cristiana". Il suo, afferma Martinez, è un chiaro invito a "tornare al Cenacolo", a riscoprire cioè il cuore della nostra fede. Nel Cenacolo, infatti, con l'istituzione dell'eucaristia, nasce la Chiesa; nello stesso Cenacolo, con le lingue di fuoco della Pentecoste, la Chiesa viene inviata a tutte le genti. "Ritornare al Cenacolo" non vuol dire altro che avere lo Spirito Santo come guida della nostra vita, convertirsi e credere nella misericordia di Gesù, testimoniare con gioia questo messaggio di amore per ogni uomo, soprattutto nei confronti dei piccoli e dei poveri del Regno di Dio.
Accettare il declino e prepararsi a rinunciare al desiderio, del tutto comprensibile, di un'esistenza prolungata non significa rivoltarsi contro la bontà della vita. "Non mi respingere nel tempo della vecchiaia", dice il salmista, "affinché io possa raccontare la tua grandezza alle generazioni a venire". Accogliere il dono dell'ultima età della vita è espressione - e non rifiuto - di pienezza. La sua bellezza dev'essere tramandata e onorata: solo così, celebrandola come il tempo della lode, prenderemo atto delle nostre responsabilità e confermeremo il rapporto tra le generazioni fino all'ultimo giorno delle nostre vite. Un manuale per vivere con consapevolezza e gioia la terza età.
La vita spirituale assume a volte la forma di una vera e propria "lotta" per tenere in vita la luce della fede. Quattro comuni situazioni negative condizionano spesso la dimensione spirituale: lo scoraggiamento, il disamore, la perdita della fede, la solitudine. Nato dall'esperienza personale e dalla riflessione dell'autore, questo libro è un vademecun da tenere sempre sul comodino, un aiuto necessario, in cui quanti lo leggeranno potranno riconoscersi e rispecchiarsi, e così risolvere i problemi della vita interiore.
In questo libro sono raccolti insegnamenti e parole di Madre Teresa. Non è stata lei a metterli insieme, nell'ordine in cui qui vengono offerti. A Madre Teresa pare non sia mai venuto in mente di scrivere un libro; lei si riconosce soltanto, o meglio, soprattutto, il dovere di agire e di donarsi agli altri. Madre Teresa non è un'oratrice straordinaria. Non va in cerca di parole difficili, di espressioni ricercate. Adopera piuttosto un linguaggio familiare, una grammatica semplice, un tono naturale e spontaneo. Le sue parole sono però assai efficaci. Lo sono in forza della loro chiarezza. Ma sono efficaci specialmente per un altro motivo: Madre Teresa non suggerisce agli altri nulla da fare che lei stessa non si sia imposta prima di fare. In altre parole: Madre Teresa vive e incarna da sé e in se stessa ciò che insegna e raccomanda agli altri.