
La perla nella conchiglia come simbolo di una sofferenza accettata e vissuta positivamente: questo libro nasce dal più grande volume che raccoglie la vicenda di Chiara M., "Crudele dolcissimo amore", divenuto ormai un classico della spiritualità contemporanea.
Un grande affresco dell’amore cristiano dall’inizio dei tempi fino ad oggi. L’autore, primo prete ad entrare in Albania, traccia un poderoso disegno del dispiegarsi dell’amore di Dio nella storia degli uomini. Muovendo dalla constatazione che la nostra società vive ormai da tempo senza un Padre, Paglia conduce il lettore alla ricerca delle tracce inequivocabili seminate da Dio nella vicenda umana: la preferenza per Abele, il codice deuteronomico, le prime comunità cristiane, il primo millennio dove la carità si fa storia, il secondo millennio quando la carità plasma l’Occidente, il novecento e la carità globalizzata, fino a giungere al terzo millennio e alla speculare globalizzazione della povertà. Al centro l’universalità dell’amore comprensibile, senza parole, da ogni essere umano.
Vincenzo Paglia è nato a Boville Ernica (Frosinone) il 21 aprile 1945, ha frequentato il Seminario Romano. Si è laureato in teologia presso l’Università Lateranense, dove ha conseguito anche la licenza in filosofia; si è poi laureato in pedagogia presso l’università di Urbino. È stato ordinato sacerdote il 15 marzo 1970 incardinandosi nella diocesi di Roma. Il 2 aprile del 2000 è stato ordinato vescovo di Terni Narni Amelia. È stato nominato dalla Santa Sede, nel settembre del 2002, Presidente della Federazione Biblica Cattolica Internazionale. Dal maggio 2004 è Presidente della Commissione Ecumenismo e dialogo della Conferenza Episcopale Italiana. Presso la Conferenza Episcopale Umbra è presidente della Consulta per il problemi sociali, del lavoro, della giustizia e della pace, presidente della Commissione per i Beni Culturali e presidente della Commissione per la Cultura e le Comunicazioni Sociali. È stato Assistente Ecclesiastico Generale della Comunità di Sant’Egidio che segue sin dall’inizio degli anni ‘70. Ha collaborato alla cattedra di Storia Contemporanea alla Sapienza di Roma e ha pubblicato studi e articoli sulla storia sociale e religiosa nonché sulla storia della povertà. Significativi sono i suoi studi sul dialogo tra credenti e laici. Numerosi sono, inoltre, i volumi di carattere religioso-pastorale.
Difficoltà e problemi sono sull’uscio di casa ancora prima che si levi il sole, e la giornata che ti sta davanti può restare avvolta in una cortina di lamentele e recriminazioni che appesantiscano l’aria. Spesso difficoltà e problemi sono legati a situazioni sociali, economiche, politiche, religiose; non di rado sono problemi tuoi, difficoltà personali, familiari. Che fare? Occorre non lasciar cadere le braccia, ma credere nelle proprie risorse spesso non riconosciute. Il Decalogo dei forti propone dieci atteggiamenti che possono far intraprendere nuovi percorsi nei momenti difficili.
San Filippo Neri, fiorentino di nascita, romano di adozione (è compatrono della Città Eterna) non ha lasciato molti scritti; il volume – curato da padre Edoardo Aldo Cerrato, Procuratore Generale della Confederazione dell’Oratorio (l’istituzione fondata da san Filippo Neri) – unisce in modo profondo e attuale le massime e i ricordi del “Santo della gioia”.
Padre Edoardo Aldo Cerrato, dell’Oratorio di San Filippo Neri, curatore della raccolta, è nato ad Asti il 13 ottobre 1949. Laureato in Lettere classiche all’Università di Torino con una Tesi sulle omelie pasquali di Massimo di Torino, ha insegnato Lettere nei Licei fino al 1994 quando è stato eletto Procuratore Generale della Confederazione Oratoriana, incarico che tuttora ricopre. È direttore della rivista “Annales Oratorii”; tra le sue pubblicazioni di argomento oratoriano, S. Filippo Neri. La sua opera e la sua eredità, Pavia 2002.
Apparso per la prima volta nelle edizioni La Locusta di Vicenza nel 1978, il volume è una analisi dell’ultima proposizione del Simbolo della nostra fede: Credo la vita eterna.
Le dodici riflessioni proposte da Padre Divo Barsotti sulla vita eterna prendono l’avvio dall’atmosfera liturgica della festa dei Santi (1° novembre) e dalla Commemorazione dei defunti (2 novembre) e lo scopo è quello di rispondere alla domanda: “Che cosa crediamo quando diciamo di credere alla vita eterna?”.
La fede nella vita eterna è fondamentale: secondo don Divo, infatti, tutto il contenuto centrale del Nuovo Testamento è concentrato in questo articolo di fede.
Un classico della spiritualità contemporanea.
Divo Barsotti (Palaia, 1914 – Firenze, 2006), pochi anni dopo l’ordinazione sacerdotale, per interessamento di Giorgio La Pira si trasferì a Firenze, dove iniziò la sua attività di predicatore e di scrittore. Ai nostri giorni è unanimemente riconosciuto come mistico, e come uno degli scrittori di spiritualità più importanti del secolo appena trascorso. La sua produzione letteraria è notevolissima: più di 150 libri, molti dei quali tradotti in lingue straniere, e diverse centinaia di articoli presso quotidiani e riviste di spiritualità. Ha scritto commenti alla Sacra Scrittura, studi su vite di santi, opere di spiritualità, diari e poesie. Tra i suoi testi più importanti: Il Mistero cristiano nell’anno liturgico, Il Signore è uno, Meditazioni sull’Esodo, La teologia spirituale di San Giovanni della Croce, La religione di Giacomo Leopardi, La fuga immobile. Ha fondato la “Comunità dei figli di Dio”, famiglia religiosa di monaci, formata da laici consacrati che vivono nel mondo e religiosi che vivono in case di vita comune; in tutto, circa duemila persone. Vicino alla sensibilità del Cristianesimo orientale, Barsotti ha, tra gli altri, anche il merito di avere fatto conoscere in Italia figure di santi della Russia quali Sergio di Radonez, Serafino di Sarov, Silvano del Monte Athos, con il suo lavoro Cristianesimo russo. Ha insegnato teologia per più di trent’anni presso la Facoltà teologica di Firenze e ha vinto diversi premi letterari come scrittore religioso.
Seduto sulla spiaggia di Mumbai, una sera d’estate, l’autore racconta al suo amico indù il suo incontro con il Cristo e riscrive il Vangelo facendo rivivere il messaggio di Gesù per l’oggi. Ecco che frasi di un tempo, rivolte ai farisei, oggi vanno a bersaglio contro cattedre e gerarchie, pulpiti e troni. E i lebbrosi e i ciechi di prima, oggi sono avviliti da tutt’altri morbi e sono bisognosi di più impegnative cure. Oggi il tocco di grazia e di passaggio di Gesù non può bastare; si deve trasformare in disciplina quotidiana di servizio, aperto giorno e notte. Servono sentinelle senza sonno.
Gennaro Matino, (Napoli 1956) è parroco e docente di teologia pastorale nella sua città. Da sempre impegnato nella ricerca del dialogo con la differenza, sostiene un rinnovamento ecclesiale che passi attraverso linguaggi religiosi nuovi comprensibili all’uomo di oggi. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Parrocchia e preghiera (1990); Abbà, Padre (1992); Aspettando Pasqua (1993); Le strutture pastorali della Chiesa locale (1996); Anno 2000, Giubileo e conversione (1997); Una parrocchia tra memoria e profezia (2000); Abelardo: l’intuizione della coscienza (2000); Nostalgia di cielo (2003); La tenerezza di un Dio diverso (20043); La parrocchia: una fontana senza più acqua? (2004); Aspettando Natale (20042); con Erri de Luca, Mestieri all’aria aperta (2004); Avverbi in preghiera (2005).
Non si può guardare un figlio e pensare alla morte.
Lettera di una mamma al suo bimbo che vuole guarire.
Abbiamo fatto tutto quello che poteva essere fatto.
Ma ho solo una cosa in testa stasera.
E la devo dire, per una volta. La voglio dire.
Perché è il motore di tutta la mia esistenza.
Io voglio solo che mio figlio viva.
Non desidero altro.
È questo il lieto fine che voglio per noi. Maria Giovanna
Cosa passa nel cuore e nella mente di una mamma quando le dicono che suo figlio Nicola, di un anno di età, non ha una fastidiosa influenza, ma la leucemia? Cosa si prova nei lunghi mesi di segregazione in ospedale, quando la speranza di guarigione si alterna con l’attesa, la paura, il dolore innocente? E quando arriva il momento del trapianto di midollo, e bisogna aspettare, aspettare?
L’uomo è stato creato per la felicità, ma non sempre la trova, perché spesso è disorientato e indebolito dalle ferite della vita che nessuna medicina può sanare. Questo libro offre una traccia alla riflessione sulle grandi domande di senso che minacciano costantemente la felicità dell’uomo, e riscopre il potere della confessione sacramentale e della fede come terapia per la guarigione del cuore.
Cattaneo Patrizia (Voghera 1964) ha lasciato la carriera manageriale per dedicarsi all’evangelizzazione a mezzo stampa. Ha sempre coltivato gli studi di spiritualità, pubblicando diversi libri di evangelizzazione, tra cui, per le Edizioni Segno, I carismi firma dello Spirito Santo; Il Santuario dei prodigi, tradotti anche all’estero; Sono qui per guarirti! Charbel il santo amico, considerato un best-seller. Appassionata di agiografie, collabora con riviste religiose ed è attivamente impegnata nella promozione del dialogo ecumenico.
Il libro è il primo di una serie che avrà cadenza annuale. È sviluppato in due parti: una contenutistica e una tecnica.
La parte contenutistica offre una breve esposizione di come sviluppare una spiritualità cristiana e soprattutto “diocesana” (rivolta prevalentemente a ministri ordinati). In appendice una scheda per verificare sul territorio la vita spirituale della comunità parrocchiale.
Erio Castellucci, presbitero della diocesi di Forlì, è professore di teologia sistematica nella Facoltà teologica dell’Emilia- Romagna e membro del Centro Studi dell’Unione Apostolica del Clero. Per la stesura del presente studio l’Autore ha ricevuto la collaborazione del Presidente dell’UAC mons. Vittorio Peri.
Ogni credente ha una sua immagine di Dio. Spesso sono immagini originalissime, qualche volte un po’ strane, non di rado fatte su misura dei nostri bisogni: un Dio Superpotente, Indovinatutto, Castigamatti, Insuperabile, Tuttofare... Gesù, invece, chiama Dio con un solo nome: Padre.
Questo libretto illustra la preghiera del “Padre nostro” con l’intento di aiutare piccoli e grandi ad incontrare e conoscere Dio chiamandolo per nome... come Gesù ci ha insegnato.
Nella Bibbia Dio pone domande, solleva interrogativi, stimola la libertà e la scelta dell’uomo… Fin dalle prime pagine della Genesi, il “Dove sei?” di Dio raggiunge l’uomo liberandolo dalla vergogna in cui si è rannicchiato dopo il primo peccato. Allo stesso modo, nel cuore del mistero pasquale, quel “Donna, perché piangi?” asciuga le lacrime di una comunità smarrita, restituendo ai discepoli la speranza e la fiducia.
In questo volume, l’autore, con la profondità e la concretezza che lo caratterizzano, offre un percorso di riflessione attorno agli interrogativi di Dio, nella speranza che la Scrittura continui ad essere un testo che prima di offrire risposte renda sensibile il cuore dell’uomo alle domande del suo Creatore.
Gregorio Vivaldelli, nato nel 1967, vive a Riva del Garda (TN) con la moglie e i quattro figli. Ha conseguito la specializzazione in Scienze Bibliche e il dottorato in Teologia Biblica a Roma. Insegna Sacra Scrittura allo Studio Teologico Accademico di Trento, al Corso Superiore di Scienze Religiose e alla Scuola Diocesana di Formazione Teologica. Svolge un servizio di formazione teologico-biblica in Italia e all’estero. È tra i responsabili della Comunità Shalom di Riva del Garda, un’associazione di laici cattolici che promuove la pace, la gioia e la condivisione con i poveri del mondo. Con le Edizioni San Paolo ha pubblicato: Immagini di coppia nella Bibbia, (2004); “Il Signore è mia luce e mia salvezza”. Il Sal 27 e il suo contributo per una teologia biblica della fiducia in Dio, (2004); Parla, Signore, questa famiglia ti ascolta. Pregare in famiglia con la Bibbia, (2005) [in collaborazione con don Piero Rattin]. Inoltre, con Ancora: Se di domenica la Parola. Un laico commenta il Vangelo. Anno C (2003); Anno A (2004); Anno B (2005).
Il cammino dell’uomo per recuperare la sua unità interiore come “persona”, impegnata a realizzarsi nelle relazioni fondamentali con Dio, con i suoi simili e con l’intero creato. Restaurando queste tre relazioni sotto l’azione della grazia dello Spirito, l’uomo recupera il senso autentico della propria identità. Una vera e propria ascesi che presuppone la grazia.
Per esplicitare questa verità Barsotti sviluppa una meditazione sulle virtù, il cui esercizio costituisce il contenuto proprio di questa ascesi. Per questo egli dedica bellissime pagine all’umiltà, alla docilità, alla castità, alla pazienza. Il cammino dell’ascesi, nella riflessione di don Divo, appare così nella sua vera natura di cammino di progressiva liberazione e conseguentemente di progressiva gioia.
Divo Barsotti (Palaia, 1914 – Firenze, 2006), pochi anni dopo l’ordinazione sacerdotale, per interessamento di Giorgio La Pira si trasferì a Firenze, dove iniziò la sua attività di predicatore e di scrittore. Ai nostri giorni è unanimemente riconosciuto come mistico, e come uno degli scrittori di spiritualità più importanti del secolo appena trascorso. La sua produzione letteraria è notevolissima: più di 150 libri, molti dei quali tradotti in lingue straniere, e diverse centinaia di articoli presso quotidiani e riviste di spiritualità. Ha scritto commenti alla Sacra Scrittura, studi su vite di santi, opere di spiritualità, diari e poesie. Tra i suoi testi più importanti: Il Mistero cristiano nell’anno liturgico, Il Signore è uno, Meditazioni sull’Esodo, La teologia spirituale di San Giovanni della Croce, La religione di Giacomo Leopardi, La fuga immobile. Ha fondato la “Comunità dei figli di Dio”, famiglia religiosa di monaci, formata da laici consacrati che vivono nel mondo e religiosi che vivono in case di vita comune; in tutto, circa duemila persone. Vicino alla sensibilità del Cristianesimo orientale, Barsotti ha, tra gli altri, anche il merito di avere fatto conoscere in Italia figure di santi della Russia quali Sergio di Radonez, Serafino di Sarov, Silvano del Monte Athos, con il suo lavoro Cristianesimo russo. Ha insegnato teologia per più di trent’anni presso la Facoltà teologica di Firenze e ha vinto diversi premi letterari come scrittore religioso.

