
Il testo è un’attenta e non banale riflessione su alcuni “grandi interrogativi” in rapporto alla realtà di oggi.
«In queste pagine vorrei vedere - scrive l’autore - le opportunità uniche che la nostra epoca presenta per la comprensione della fede e l’impegno del credente nel mondo. Può essere la chance decisiva che Dio ci offre. […]”.
Una riflessione coraggiosa sul “modo di essere” del cristiano (e del cristianesimo) “nel mondo”, sicuramente diversa e in larga parte alternativa alla visione cosiddetta “teo-con”. Un’opera dunque più attuale oggi di quando fu scritta 10 anni fa, quando le tensioni che sono ora esplose in modo clamoroso in occidente, erano percepite solo dagli osservatori più attenti al mondo contemporaneo e sensibili all’ascolto della Parola, come è sicuramente Silvano Fausti.
Il libro prosegue nella solco lasciato dall’edizione precedente (Homo Sapiens): il testo è costituito da circa 40 capitoli dedicati ciascuno a un grande tema, in ordine alfabetico (da Accidia a Umorismo, passando, fra l’altro, per Arte, Fede, Gola, Odio). Lo spunto è dato da alcuni aforismi più o meni celebri sul tema, cui seguono le “conversazioni” dei due autori (non c’è un dialogo vero e proprio; i due si alternano alla conduzione e divagano sul tema).
Scritto da un grande e appassionato conoscitore della figura e dell’opera di Giorgio Gaber questo libro si propone di rileggere tutta la vicenda artistica di Giorgio Gaber valorizzando la forte tensione etica che l’ha sempre attraversata e sostenuta.
Il testo è arricchito da un’intervista esclusiva con Sandro Luporini (coautore di tutto il Teatro Canzone di Gaber), una inedita ed integrale discografia ragionata dell’opera gaberiana, con la riproduzione a colori delle copertine di lp e cd; una bibliografia dei testi scritti da Gaber; un indice per temi che consente al lettore di capire dove ritrovare nei dischi dell’artista i temi trattati nel testo.
Spesso nell’affrontare le opere di sant’Agostino ci si sofferma sull’analisi del suo pensiero, come se si trattasse di un trattato di filosofia, ma si perde di vista il contenuto di riflessione teologica e ricchezza spirituale di cui i testi di Agostino d’Ippona sono portatori.
Questo libro – come il precedente Solo, davanti a Te (uscito nel maggio 2006) – si propone di aiutare a cogliere questo “tesoro spirituale” dell’opera di Agostino. Mentre il volume precedente era centrato sui temi dell’interiorità, la nuova fatica di p. Ferlisi si concentra sull’altro grande polo di riflessione di Agostino: la Chiesa come comunità di fede e di servizio.
Il testo è articolato in 57 meditazioni, tutte con la medesima struttura: il titolo, formulato con le stesse parole di Agostino; un sottotitolo che ne suggerisce il significato; una brevissima selezione di testi agostiniani; alcuni spunti di riflessione per dare l’input alla meditazione personale; alcune domande di verifica; e infine una preghiera agostiniana.
Un libro di spiritualità che propone una sorta di “fisiologia mistica”, una mappa del corpo incentrata sui “centri di energia” (chakra) individuati dalle tradizioni orientali, veicolate in Occidente soprattutto dallo yoga.
Scrive l’autore: “Queste pagine contengono una proposta, forse una sfida, dal momento che invitano a compiere una sosta nel nostro cammino per sentire le ragioni del corpo”.
La riflessione è saldamente ancorata nella tradizione spirituale biblica e cristiana, riletta però in modo assolutamente originale proprio grazie all’utilizzo di uno schema ispirato alla visione antropologica orientale. Il testo è disseminato di “esercizi” (18) che riprendono tecniche di meditazione orientale applicate a temi tipici della tradizione cristiana (la celebrazione dell’Eucaristia, il Padre nostro “pregato” con il corpo, la reinterpretazione originale di passi biblici ecc.).
Si tratta della riedizione di un saggio pubblicato nel 1991 da Piemme, che ha avuto 10 edizioni fino al 2000 e non è più disponibile da tempo in libreria.
«Il futuro, non solo del Cristianesimo ma del mondo intero, è legato alla nostra testimonianza da portare fino agli estremi confini della terra. La missione non è appannaggio di pochi eletti. È dovere di ogni credente, che è inviato a chi ancora non ha riconosciuto il Signore, fonte di salvezza per tutti».
La forma letteraria scelta, tipica della Bibbia è la “lettera pseudoepigrafa”, che è cioè attribuita falsamente a un personaggio autorevole. In questo caso, l’apostolo Paolo.
Così Fausti: «Il tono, familiare e diretto, di una lettera mi sembrava il più adeguato. L'attribuzione a Paolo, l'apostolo per antonomasia, era di dovere. Sila, al quale scrisse, fu discepolo suo e compagno di Pietro. Queste parole sono una confessione ad alta voce».
«Queste pagine? Quarant'anni di pensieri di un uomo comune, con i difetti di molti, che negli anni ha tentato di dialogare con Dio. Forse nel desiderio di dimostrare – anzitutto a se stesso – che chiunque, dal santo al delinquente, può farlo, e così prendere coscienza del significato della propria presenza sulla scena del mondo. Spero dunque che queste pagine siano un piccolo invito a pensare l'Infinito e l'Eterno, come diceva Kierkegard: le due uniche certezze. Si tratta soltanto di vecchi appunti, annotazioni, pensieri spesso rimescolati anche dal punto di vista cronologico, in alcuni casi già rifusi in altri libri. Sono pagine che dialogano e dialogheranno con altri e con un futuro lontano che non mi appartiene. Ma parlano di un Dio minore comune a tutti gli uomini e a tutte le religioni», così l’autore – noto sociologo e a lungo “grande firma” della carta stampata – introduce il libro.
Poeta, scrittore e regista, per tutta la vita bollato come ateo, omosessuale e marxista, ferocemente ucciso nel 1975, in realtà Pasolini è stato un intellettuale capace di stare vicino al popolo, agli ultimi, ai deboli, agli oppressi, nel più evidente insegnamento evangelico, pur nella fragilità di un’esistenza contraddittoria. Il libro ruota intorno al Vangelo secondo Matteo, il film della sua carriera, giudicato dalla critica la miglior pellicola mai girata su Cristo e, anche se Pasolini non crede che Cristo sia il figlio di Dio, ma crede che in Lui l’umanità sia così alta, pura e rigorosa da essere divina, il libro testimonia una vita di ricerca e di comunicazione di Cristo, attraverso l’esperienza sconvolgente del Vangelo.
Un volume fotografico che va "oltre la soglia" della clausura di 30 monasteri, eremi, conventi sparsi per tutta Italia.
Le foto sono accompagnate da testi che raccontano con brevi flash le impressioni di questo "viaggio nel silenzio".
Il volume raccoglie riflessioni in forma di preghiera di diversi autori (noti e meno noti, poeti e non), introdotte e legate dai commenti della curatrice. Ciascuna delle nove sezioni è arricchita da un’immagine pittorica, che restituisce iconograficamente il tema della sezione stessa. Ogni preghiera si leva da uno stato di precarietà esistenziale, di dolore, e si volge alla ricerca di un senso, di una possibile speranza, della gioia di incontrare Dio.
Le nove sezioni:
Condividere la sofferenza e vivere la malattia
La tentazione di credere di bastare a se stessi
La fatica di amare e di comunicare nel quotidiano
L’esperienza del distacco e della morte
Il male nella storia. Perché?
Il silenzio di Dio
A tu per tu: la gioia dell’incontro
Le scelte che cambiano la vita
E se anche lui avesse bisogno di noi?
Il contatto con la montagna, e con il creato in generale, suscita in molti un senso del trascendente che può sfociare in una spiritualità più determinatamente «cristiana». «È legittimo ipotizzare che la Parola, di cui ogni vero credente è assiduo ascoltatore, trovi in qualche modo riscontro in quel creato che si osserva con religiosa venerazione; che il Trascendente, percepito in tanti approcci con la realtà di montagna, altro non sia che Colui che la Fede chiama “Padre Nostro”».
Alle meditazioni sulle pagine bibliche che hanno per tema l’universo creato, seguono pagine che trapassano dalla preghiera alla poesia; chiude il volume una breve antologia di brani della Scrittura.
Fotografie di montagna fanno da specchio ai testi.
Pregare e camminare come due facce di una stessa dimensione dell’anima, quella dell’interiorità, della profondità. Affrontando i diversi aspetti «pratici» di una camminata (in montagna, ma non solo) i due autori ne svelano i tratti squisitamente spirituali. Tre i momenti fondamentali: conoscere: preparare l’itinerario; camminare: aprirsi al mondo, dialogare con la natura, salire alla vetta e discendere nel cuore; celebrare: fare festa una volta giunti alla meta.
I tre momenti segnano un cammino personale e interiore, dall’attesa al desiderio, dal timore al coraggio, dalla fatica alla fiducia, dalle parole alla Parola. Domande alla fine dei capitoli stimolano ad interiorizzare l’esperienza che si sta vivendo e invitano al dialogo.

