
La vita è un dono, non un peso, e come tale va vissuta in ogni momento. È questo il messaggio che traspare dalle parole di don Tonino Bello raccolte in questo volume: un'attenta selezione di lettere, appunti, omelie e discorsi tenuti durate tutto il suo apostolato. Un testo rivolto a quanti, ogni giorno, compiono con pazienza e impegno il proprio dovere di uomini e di cristiani, un invito a superare inerzia, pigrizia e accidia ed essere testimoni gioiosi del Vangelo. Solidarietà, giustizia e pace sono i punti cardine di una fede che non ripiega su sé stessa, ma si incarna nei bisogni dell'umanità.
«Più volte soffro interiormente perché i mass media vogliono farmi raccontare cose sensazionali, accusare, denunciare, eccitare la lotta, la vendetta... Questo non è il mio scopo. Il mio più grande desiderio è di trasmettervi il mio messaggio dell'Amore, nella serenità e nella verità, nel perdono e nella riconciliazione. Voglio condividervi le mie esperienze: come ho incontrato Gesù in ogni momento della mia esistenza quotidiana, nel discernimento tra Dio e le opere di Dio, nella preghiera, nell'eucaristia, nei miei fratelli e nelle mie sorelle, nella Vergine Maria, guida del mio cammino».
Il tema del male non cessa di tormentarci, poiché il male sembra farla da padrone nel mondo, oggi come ieri. La psicologia spiega il male a partire dalla storia personale: cerca le cause del male guardando indietro, osservando ed elaborando le ferite del passato. I monaci antichi, invece, descrivono il male come qualcosa di presente, opera dei demoni; cercano di comprenderne strutture e modi di agire, per poterlo poi affrontare con successo nel presente. Le loro esperienze e i loro insegnamenti possono costituire uno stimolo ad affrontare la sfida del male, a osare la lotta ora senza ripiegarsi sul passato.
Un viaggio unico tra gli incontri di Gesù con uomini e donne del suo tempo per esplorare storie, sfide e trasformazioni. Un'opera per riscoprire la fede come incontro personale e vivo da cui emerge un Dio che rompe barriere, cerca il cuore dell'uomo e trasforma il quotidiano in occasione di salvezza. Quello di Paolo Curtaz è un invito a "leggere ad alta voce il Vangelo così come la Chiesa lo ha recepito e lo ha capito. Non come una biografia o un resoconto storico, ma come un'appassionata testimonianza di fede".
Questo libro raccoglie gli ultimi scritti di monsignor Aldo Del Monte, già vescovo di Novara dal 1972 al 1990, per molti semplicemente padre Aldo. In questi fogli egli ci consegna la parabola dei suoi anni sereni trascorsi nel ritiro ospitale di San Salvatore a Massino Visconti (NO), luogo straordinario per clima salubre, bellezza paesaggistica e storia, generosamente accolto dalla famiglia Enoc. Si tratta, come lui stesso scrive, di un inno di ringraziamento al Signore e alle persone che con squisita carità hanno desiderato accompagnarlo fino a che, indossati i colori dell'aurora, il Signore fosse giunto a visitare la sua sera. È una grazia potersi affacciare, attraverso le pagine scritte da monsignor Del Monte, a questo stupendo riepilogo delle opere e dei giorni del suo lungo viaggio esistenziale, «illuminato dal fuoco del roveto ardente, e attratto dalla nostalgia di tutta la verità». Le sue parole mostrano in concreto che la gloria di Dio è l'uomo vivente, e che la visio Dei è proprio la vita dell'uomo al quale è dato fin d'ora di immergersi nel fulgore di Dio e trasmetterne il gusto e la bellezza ai fratelli in umanità.
"Pellegrini di speranza". Questo il tema del Giubileo del 2025 indetto da Papa Francesco. Tutta la comunità cristiana si è preparata per anni a questo evento globale che porterà milioni di persone in pellegrinaggio a Roma per attraversare la Porta Santa. Ma il pellegrinaggio deve partire già dentro di noi e per farlo bisogna comprendere fino in fondo cos'è un Giubileo. Questo volume, che racchiude decine di preziosi contributi di studiosi ed esperti di numerose discipline, interconnesse fra loro nel segno dell'ispirazione cristiana, è nato proprio allo scopo di esplorarne tutte le sfaccettature con contenuti e un linguaggio in grado di parlare a tutta la comunità dei credenti. Partendo dall'etimologia della parola Giubileo e dai riferimenti biblici, passando per la sua storia attraverso i secoli e i Papi, approfondendone l'influenza sulla cultura, sull'arte grafica e sulla letteratura e senza trascurare la fondamentale figura di Maria, Madre della speranza, si giunge al significato del Giubileo nella nostra epoca presente e in quella futura, riflettendo sulle sue implicazioni nel campo ecologico, economico, dello sviluppo umano e perfino dell'intelligenza artificiale. Un'opera collettiva che aiuta a riscoprire e restituire il Giubileo nella sua integralità, come tempo di gioia, tempo di giubilo, tempo di grazia e paradigma della vita cristiana.
Il metodo elaborato da don Luciano Bux, per la predicazione e l'attività pastorale, presuppone che la Sacra Scrittura diventi una compagna costante dell'uomo, non semplicemente un testo da consultare, ma una presenza vivente, un logos che orienta e plasma la via dell'esistenza cristiana. Questo approccio si contraddistingue per il tentativo di tradurre la tradizione teologica e filosofica in termini esistenziali e pastorali, mediante una ermeneutica che vada oltre la pura comprensione dottrinale, per incarnarsi nel vissuto quotidiano del credente. Don Luciano Bux è stato un cristiano, un pastore che non ha mai voluto definirsi un "teologo" di professione. Al contrario, egli ha sempre preferito essere visto come un pastore che svolge il suo compito mediando le verità teologiche con la vita quotidiana dei cristiani. Lebensbegleiter (dal tedesco, significa: compagno di vita) e il termine che meglio descrive questo approccio. La vita cristiana, infatti, non è un cammino solitario, ma un viaggio che si fa in compagnia dello Spirito Santo, che diventa guida e compagno di ogni passo, nelle gioie come nelle difficoltà, in una continua dinamica di santificazione e crescita personale.
In queste pagine Angelo Comastri, Stanislaw Dziwisz, Czeslaw Drazek e Renato Buzzonetti raccontano gli ultimi giorni di Giovanni Paolo II. Entriamo nell'intimità della sua sofferenza, vissuta come supremo atto d'amore, il suo legame con i malati e la sua profonda spiritualità. Dall'attentato del 1981 fino al suo ultimo respiro, il Papa affrontò il dolore con fede incrollabile, offrendo la sua vita per la Chiesa. Un racconto intenso e toccante che rivela la forza nella debolezza e la santità di un uomo che ha segnato la storia.
Nel 1957 Divo Barsotti dava alle stampe il suo diario spirituale La fuga immobile, relativo agli anni 1944-1946. Il giovane sacerdote toscano era già noto all'ambiente ecclesiale per l'attività di giornalista, che lo aveva impegnato nei primi anni '40 presso "L'Osservatore Romano" e il suo nome andava ancor più divenendo noto per i suoi primi sostanziosi lavori in ambito liturgico, esegetico e spirituale. In occasione del suo novantesimo genetliaco, la "Comunità dei figli di Dio", da lui fondata e guidata per lunghi anni, ha pensato di riproporre la pubblicazione di questo diario spirituale: testo fondamentale per entrare nel mondo interiore del Barsotti mistico, tutto proteso su Dio e insieme acutissimo osservatore dell'"oggi" della storia. Si è scelto di pubblicare il testo così come è uscito dalla penna dell'autore, senza appesantirlo di note o commenti. L'immediatezza e la radicalità del discorso barsottiano, con la sua suggestiva capacità evocativa di quanto accadeva intorno a lui, ci sembrano elementi in sé essenziali per far sì che il lettore tragga la sua particolare lezione di vita e di fede.
Una delicata e commovente storia d'amore che intende celebrare il dono più prezioso dell'umanità: la vita. Lo straordinario coraggio di una donna, che di fronte alla decisione di curarsi o di portare a termine la gravidanza, sceglie di sconfiggere la morte donando la vita. Lo struggente smarrimento di un uomo, che d'improvviso si trova a essere padre e madre senza averlo mai sperimentato prima. Nel rapporto tra madre e figlia, c'è una nostalgia del non vissuto che diventa il filo indissolubile di un amore trascendente, che si fa spiritualità. Con una scrittura appassionata e rigorosa, Mattera prende per mano i lettori accompagnandoli in un viaggio per scoprire la bellezza nascosta dietro la fragilità.
La morte di un bambino di dieci anni è la perdita più innaturale che si possa immaginare. In questo libro intenso e profondo, Daniela Zuccolin, madre di Lorenzo, venuto meno per un assurdo incidente mentre nuotava, narra il suo viaggio attraverso il dolore, la memoria e il lento processo di elaborazione del lutto. La scrittura, inizialmente valvola di sfogo, si trasforma in un ponte tra il passato e il futuro, in un modo per sopravvivere al vuoto e restituire senso a una vita spezzata. Attraverso una narrazione intima e sincera, Daniela esplora il tabù della morte, la fragilità delle relazioni di fronte alla perdita e la necessità di nominare il dolore per affrontarlo. La sua è una testimonianza autentica che non offre risposte semplici, ma parla al cuore di chiunque abbia vissuto una perdita o voglia comprendere l'insondabile forza dell'amore, capace di resistere anche oltre l'assenza. Come ricorda l'autrice, in queste pagine non c'è «nessun prodigio terapeutico né guarigione miracolosa, semplicemente la cronaca di un processo che per fortuna e malgrado tutto continua a plasmare la mia vita e quella della mia famiglia, con la forza e le risorse di cui volenti o nolenti disponiamo». Un libro che è testimonianza forte di come può essere talvolta la vita: scritto con una cura che lascia emergere ora la durezza ora la delicatezza di tutto l'arcobaleno dei nostri umanissimi sentimenti.
Cosa vuol dire amare? E come cambia questo amore quando Dio si manifesta? Poiché, scrive Simone Weil, non è la stessa cosa quando si ama prima che Dio giunga, e quando si ama in sua presenza. Non è lo stesso amare «per amor di Dio» e amare «nell'amore di Dio». «La forma velata dell'amore precede necessariamente la presenza di Dio e, spesso, regna essa sola nell'anima per lungo tempo; per molti, forse fino alla morte. Questo amore velato può attingere a gradi elevatissimi di purezza e di forza. Ogni forma di cui questo amore è suscettibile, nel momento in cui tocca l'anima, ha la virtù di un sacramento». Le pagine che seguono sono una sorta di atrio alla vita mistica che, occorre non dimenticarlo, non è l'arte dei credenti più "avanzati", ma l'unica forma della manifestazione, nelle donne e negli uomini, dell'amore divino.