
La leggenda vuole che a inventare il presepe sia stato, nel lontano 1223, san Francesco d'Assisi. Recatosi a Betlemme l'anno precedente, Francesco rimase incantato dalle rappresentazioni sacre allestite in occasione del Natale e al ritorno chiese a papa Onorio III di poterle riproporre. A quei tempi la rappresentazione dei drammi sacri era vietata dalla Chiesa; il Papa gli concesse però di celebrare la messa in una grotta naturale, l'eremo di Greccio, e così, il 24 dicembre del 1223, venne messa in scena la nascita di Gesù bambino. C'erano la grotta, il bue e l'asinello. Nessuno dei presenti prese il ruolo di Giuseppe e Maria, perché Francesco non voleva si facesse "spettacolo" della nascita del Salvatore. La popolazione accorse numerosa e così il santo poté narrare a tutti i fedeli, che non sapevano leggere, la storia della nascita di Gesù. In queste pagine, padre Fortunato ripercorre la storia del presepe dalla grotta di Betlemme al primo presepe vivente di Greccio, fino alla Basilica Superiore di Assisi e a Scala, dove Sant'Alfonso Maria de' Liguori, tra pastori, grotte e greggi, trovò ispirazione per la composizione di "Tu scendi dalle Stelle". Prefazione di Domenico Pompili.
"Prega, mangia, ama" è un'autentica scuola di preghiera in compagnia dell'evangelista Luca. Lo scopo non è compiere un esercizio intellettuale, bensì seguire Qualcuno che ha cambiato le nostre esistenze. Assumere cioè l'atteggiamento dei discepoli e capire che la nostra vita s'interseca in maniera profonda con l'esperienza di Cristo. Affinché ciò avvenga abbiamo bisogno del Vangelo e soprattutto di Luca, l'evangelista che più di tutti ci mostra come dovrebbe essere la vera identità del discepolo. Luca non ha fretta e pagina dopo pagina "dipinge" Cristo, restituisce la sua immagine come in un quadro e a partire da questo rivela il ruolo della Chiesa, l'importanza della preghiera e la bellezza del lasciarsi attraversare dalla grazia di Dio. In queste pagine il lettore percorre, in compagnia di Luca, un viaggio che parte dall'ascolto di sé e attraversa i temi fondamentali del nostro essere Chiesa e discepoli di Cristo.
Cristo sì, Chiesa no. Spesso ce lo sentiamo ripetere. Anzi, in questo momento storico, in Occidente, in Italia, spesso ci sentiamo dire: Cristo ni, Chiesa assolutamente no. Ma chi è la Chiesa, cos'è la Chiesa? Chi vi appartiene e perché? Papa Francesco ha chiesto alle comunità di tutto il mondo di interrogarsi, di riflettere. Il compito di annunciare il Vangelo lungo la storia ha assunto volti diversi e in questo momento gran parte delle cose che facciamo sembrano non sortire alcun effetto. Ma a chi o a cosa ispirarsi per questo confronto sinodale? Paolo Curtaz propone di rileggere e meditare, da soli o in gruppo, le pagine degli Atti degli apostoli in cui la Chiesa nascente si è trovata ad affrontare questioni ben più complesse di quelle che ci interrogano. Come hanno fatto? Con che criterio? Con che spirito? Proviamo a tornare alle sorgenti, per immaginare una Chiesa in costruzione che, pur volgendosi al futuro, ricorda saldamente dove sono le proprie fondamenta e osa.
Avvento e Natale - spesso pensati e vissuti come due tempi che si susseguono l'uno dopo l'altro - formano un unico tempo, il tempo della manifestazione del Signore. Sono il dittico di un'unica grande opera: il mistero della venuta del Signore nella gloria alla fine dei tempi e nell'umiltà della carne a Betlemme. Per questo è oggi urgente recuperare una vera e propria spiritualità dell'Avvento e del Natale. Ciò non significa semplicemente entrare in chiesa per compiere riti secolari, ascoltare letture bibliche e preghiere antiche, ma molto più in profondità significa accedere a una dimensione dello spirito che ci appartiene. Non c'è vita piena là dove non c'è capacità e volontà di vegliare e di prendersi cura dell'altro. In queste pagine, dunque, si cerca di meditare il senso spirituale dell'Avvento e del Natale alla luce delle sante Scritture e in particolare del Vangelo, allo scopo di celebrare il mistero della manifestazione del Signore come mistero di vita, di desiderio, di attesa di salvezza.
I salmi, espressione del desiderio di unirsi a Dio, descrivono i diversi sentimenti che l'uomo prova nelle situazioni in cui viene a trovarsi: lode, ringraziamento, richiesta di perdono, afflizione per la sofferenza vissuta, delusione, sconforto, abbandono... Essi mostrano che le fasi della vita dell'uomo e della sua preghiera da credente sono sempre attuali. Il volume di Mangiacapra si concentra sui salmi pregati durante la compieta, la preghiera che si fa al termine del giorno. È l'ufficio liturgico più semplice, che ci predispone al riposo della notte, all'affidamento della nostra vita nelle mani di Dio. La meditazione dell'Autore su questi nove salmi è un congedo alla giornata, in dialogo con ogni lettore; è un invio a quella "pace" di cui parla il cantico biblico Nunc Dimittis proclamato in questa ora liturgica. Le riflessioni, nate dall'ascolto della Parola e della vita, sono un'offerta a chi avverte un bisogno di cura, a chi è turbato, a chi la sera vuole sentirsi dire: sei amato da Dio. Ma insieme sono anche testimonianze di un prete, di un parroco che vive la fatica del ministero, il servizio alla Chiesa e l'incontro quotidiano con tante persone. In questa chiave esperienziale, le profonde meditazioni di Mangiacapra si articolano suggestivamente in tappe successive, che delineano un percorso: quello della vita umana e cristiana, sotto lo sguardo di Dio che illumina e allieta ogni nostra notte.
Quelle ripresentate in queste pagine sono due "serie" delle Scuole della Parola, che furono una delle molte e grandi intuizioni del Martini pastore ed educatore. Esse vanno a comporre un dittico su ciò che lo Spirito muove nei nostri cuori non solo dal punto di vista della vita cristiana, ma della vita tout court, delle virtù umane che, però, alla luce di Dio e della sua Grazia, si trasformano in qualcosa di più alto: «La morale dello Spirito, su cui meditiamo nelle nostre catechesi» dice il Cardinale «non mira semplicemente a una società ordinata, bensì a una società cordiale, calorosa, entusiasmante». A partire dalla lettera di Paolo ai Galati (nella prima parte del volume) e da pagine bibliche che hanno al centro Maria e altre figure femminili (nella seconda parte), Martini ci accompagna in una riflessione sul bene che, riletta a distanza di anni, ancora oggi non lascia indifferenti e, anzi, appare di una contemporaneità sorprendente.
Di cosa ha bisogno un giovane per realizzare se stesso al meglio? Di autostima, di fiducia nel mondo come luogo di opportunità, di educazione dei sentimenti e di autonomia. Queste virtù umane si rafforzano, secondo il cardinale Martini, percorrendo la via tracciata dal Padre di tutti al seguito di Gesù. In questo libro, in dialogo con i giovani e introducendoli alla frequentazione liberante della Parola, l'uomo di Dio rivela a loro e a tutti il segreto della gioia spirituale: quella che nessun "incidente di percorso" può oscurare. Lo fa mostrando le tappe di una progressiva liberazione dalla paura, dalla timidezza, dal sospetto e dall'egoismo, per guadagnare coraggio, franchezza, curiosità e spirito di servizio. È il potere liberante della Lectio divina e del servizio come identificazione con gli stessi sentimenti di Cristo per il bene del mondo.
In questo libro il vescovo Martini dialoga con i suoi preti, ma si rivolge anche ai membri dei consigli pastorali, quindi ai laici, a tutti i credenti e persino a chi non crede. Si pone, infatti, domande urgenti e universali: in tutti gli ambiti della vita personale e sociale ciascuno di noi fa riferimento ai propri valori, alle proprie esperienze e alle proprie aspirazioni. È possibile, tuttavia, si domanda, elaborare un metodo e grazie a questo individuare una serie di scelte che possano orientare il nostro "fare" il meglio per il bene del mondo? Martini è stato un maestro di discernimento pratico: il credente, il biblista, il pastore e il protagonista del suo tempo ci offre con generosità la sua ampiezza di sguardo e la sua capacità di giungere alla concretezza, senza rinunciare alla profondità e alla bellezza della vita spirituale.
Per invitarci a riflettere come comunità cristiana sui tempi di grandi ostilità e di prova che ci troviamo a vivere, Martini riprende alcuni brani del Vangelo di Matteo e li traduce nell'oggi con lucidità di lettore della Parola e, insieme, di ascoltatore dell'umano: pagine come quelle della pecora perduta, del servo spietato, della correzione fraterna rivivono e ci conducono alla consapevolezza per la quale «quanto fa la comunità ha valore soltanto se tocca l'eternità». Nella parte seconda del volume il lettore ritrova una delle meditazioni forse più sentite della vicenda episcopale di Martini a Milano. Potremmo definirla una meditatio commossa e capace di commuovere. Dopo i capitoli sul "fare della Chiesa" e sul "giudizio" di Cristo sul mondo, essa si offre come un vero e proprio testamento spirituale, una confessio del pastore di fronte alla sua Chiesa.
In questo libro sono uniti due testi: una riflessione sul valore della Dei Verbum (il documento conciliare sulla Parola di Dio) per la vita del credente e la proposta di una Regola di vita per il cristiano, attuabile nell'oggi. In realtà, questi due testi apparentemente distanti fra loro compongono una sorta di viatico, un vero e proprio dittico di "accompagnamento" per chiunque voglia comprendere il lavoro quotidiano che, da un lato, Martini ha compiuto e proposto in ascolto del testo biblico e, dall'altro, l'attenzione al popolo che gli è stato affidato. La meditazione sulla Dei Verbum, infatti, permette di comprendere "il modo di stare di fronte alla Parola", decisivo per ogni vita di fede; e la Regola di vita offre una guida etica e spirituale per orientarsi nella nostra quotidianità.
Campioni dello sport di diverse discipline: donne e uomini dai quali ci aspettiamo il massimo e successi che ci fanno gioire e sentire orgogliosi. Ma non stiamo parlando di macchine, né di "funzionari dello spettacolo e del successo-: sono esseri umani che esplorano i limiti della capacità di dedizione, speranza e fiducia che è in ciascuno di noi. In questo libro, opportunamente interrogati anche sulla loro persona, sulla loro storia e sui loro valori, ci parlano di sé e dei successi più intimi, più decisivi: la solidarietà, la lealtà, la riconoscenza, il perdono, la generosità, la capacità di rialzarsi dopo ogni caduta. Un incontro a cuore aperto e a mente lucida, nel desiderio di condividere non solo i frutti della propria fatica, ma la bellezza della propria capacità di amare. Con interviste a: Giorgio Chiellini, Alessandro Bastoni, Ciro Immobile, Luca Mazzitelli, Antonella Palmisano, Vanessa Ferrari, Francesco Moser, Oney Tapia, Valentina Rodini, Enrico Berrè. "La fatica fa parte del gioco, è una componente fondamentale, è un peso che ti spezza, ti logora e destabilizza, ma a quella fatica, che assume molteplici forme, va trovato un significato. Un senso. E allora il suo giogo si farà più lieve. L'atleta che, nella fatica, vede oltre, è come il santo che non accusa il peso e guarda lì dove gli altri non vedono... (Dalla Prefazione di Papa Francesco)
"I mistici sono pericolosi da leggere. Ma è un rischio che si deve correre" diceva Charles Journet. Essi ci dicono le parole che spesso non siamo più in grado di ascoltare e che solo loro sanno dirci, con la loro esperienza di Dio forgiata nel fuoco dell'amore. Ma chi è Dio? Attraverso la saggezza dei mistici anche noi siamo in grado di dare una risposta a questa domanda. A volte però è proprio la "non conoscenza", ciò che di Dio non possiamo o sappiamo dire a restituircene il senso. Il percorso che si propone nel libro è quello di lasciarci guidare dalle parole di Maestro Eckhart, Teresa D'Avila, Thomas Merton e Ildegarda di Bingen per provare a scoprire qualcosa di Dio che finora non immaginavamo nemmeno, riguardo a Lui e la sua persona.