
La parola ascesi deriva dal greco askesis, e significa semplicemente "esercizio": si riferisce, infatti, in origine, all'allenamento dell'atleta per superare una prova. Di fatto, anche nel suo significato attuale, niente altro è l'ascesi che una serie di attività, di esercizi appunto, tesi ad allenare corpo e spirito (non l'uno senza l'altro) per uno scopo preciso: il governo di sé; in vista di uno scopo altrettanto preciso: il bene. L'ascesi è allenamento, rinuncia, fatica. Ma non senza scopo: essa vuole renderci capaci di governare noi stessi in vista del bene, farci funzionare in vista del bene comune, di un bene più alto.
La nostra cultura occidentale vive di confini, da secoli; confini nati per garanzia di quel che è nostro e di quel che è altrui; confini che a volte ci stanno stretti, ma guai se stanno stretti ad altri. Eppure, quando il cristiano si volge indietro e guarda alla tradizione di fede e di cultura da cui viene, non può evitare nel profondo di sé un sussulto: la fede di Israele nasce come fede di nomadi; ma non è il fatto di avere o non avere una casa, una proprietà, un confine. Potremmo dire che il vero discrimine tra i figli di Abramo e i figli di Caino non è il nomadismo o la sedentarietà. La differenza la fa il modo con cui stiamo sulla soglia della porta della nostra tenda o della nostra casa. La differenza la fa il nostro modo di stare con gli altri e anche il modo di stare senza di loro.
Come risalire alle sorgenti della vita, la vera meta di ogni viaggio, di ogni "pellegrinaggio", è il cammino stesso. Ma ciò non toglie che ogni cammino abbia necessariamente una meta, per non trasformarsi in un vagare vano, in una erranza senza scopo. Il cammino cristiano, di cui il pellegrinaggio è la forma più completa, non è dunque decisione da prendere alla leggera, è esistenza affrontata con coraggio, è strada che trasforma, è esodo - da se stessi innanzitutto. Questo cercheremo di comprendere volume e ci eserciteremo a fare nelle prossime pagine, meditando sul tema del cammino che nella sua essenza può essere compiuto persino stando nella propria stanza, o in un monastero, prima ancora che attraversando i mari.
La compassione, nel Vangelo, è un gesto divino, non umano: è il turbamento profondo che l'altro produce in me, nel momento in cui vedo le sue sofferenze, ne sono "commosso", mi chino su di lui nella necessità di alleviarle, perché sento di non poter fare altro che "stare presso di lui". Gli esercizi proposti in questo volumetto sono centrati su riflessioni ed esercizi che ci possano aiutare a sperimentare la "riduzione" di noi stessi, per "fare spazio" all'altro.
Una delle devozioni della tradizione gesuitica e ignaziana è il pellegrinaggio alle sorgenti della fede; il pellegrinaggio in terra di Israele, per potersi figurare e fare una composizione di luogo precisa della vita di Gesù narrata nei Vangeli. In questo libro (cui seguirà un secondo volume, che completerà il cammino seguendo le tracce del Gesù pre e post pasquale), il lettore si troverà co-protagonista del pellegrinaggio che James Martin ha compiuto sulle strade della Palestina, trovandosi a sua volta a riscoprire tracce conosciute e inedite della storia e della spiritualità di Gesù, dall infanzia fino alle soglie dei giorni della Passione. Con lo stile profondo e, insieme, ironico che lo caratterizza e che i lettori avranno già apprezzato nella Guida del gesuita a quasi tutto l'autore ci sorprenderà con intuizioni spirituali, rimandi alla tradizione e interpretazioni del Vangelo originali. Un libro per credenti e non credenti, così che tutti possano farsi un idea di Gesù e dello straordinario annuncio che ha portato in mezzo agli uomini. Una delle devozioni della tradizione gesuitica e ignaziana è il "pellegrinaggio alle sorgenti" della fede; il pellegrinaggio in terra di Israele, per potersi figurare e fare una composizione di luogo precisa della vita di Gesù narrata nei Vangeli. In questo libro (cui seguirà un secondo volume, che completerà il cammino seguendo le tracce del Gesù pre e post pasquale), il lettore si troverà co-protagonista del pellegrinaggio che James Martin ha compiuto sulle strade della Palestina, trovandosi a sua volta a riscoprire tracce conosciute e inedite della storia e della spiritualità di Gesù, dall'infanzia fino alle soglie dei giorni della Passione. Con lo stile profondo e, insieme, ironico che lo caratterizza - e che i lettori avranno già apprezzato nella Guida del gesuita... a quasi tutto - l'autore ci sorprenderà con intuizioni spirituali, rimandi alla tradizione e interpretazioni del Vangelo originali. Un libro per credenti e non credenti, così che tutti possano "farsi un'idea" di Gesù e dello straordinario annuncio che ha portato in mezzo agli uomini.
"Padre Amedeo Cencini affronta uno dei temi centrali nell’ambito della formazione dei preti oggi: il legame tra discernimento e sensibilità, parole spesso malintese. Da un lato la parola discernimento va ricondotta al suo vero senso, che non è l’imposizione dell’autorità nei confronti delle scelte del singolo, ma l’apprendimento della capacità di scegliere di fronte a Dio e agli altri; dall’altro la sensibilità, che ci caratterizza, ciascuno a suo modo secondo le proprie inclinazioni. Cencini parte dall’asserto che la sensibilità (coniugale, sacerdotale, fraterna, paterna, materna...) è spesso assente dalla tradizione formativa della Chiesa, mentre dovrebbe tornare a essere centrale: se non comprendiamo la sensibilità, se non valorizziamo la nostra stessa sensibilità, come possiamo diventare donne e uomini pieni e completi?"
Nel linguaggio comune, per profezia si intende la predizione del futuro, la conoscenza anticipata degli eventi. Non è così nel caso del testo biblico: i profeti, nella Scrittura, sono donne e uomini chiamati da Dio per annunciare la sua volontà nella storia: sono lo sguardo di Dio su ciò che stiamo vivendo oggi. Paolo Curtaz, con il linguaggio fresco e insieme profondo che lo caratterizza, ci guida alla scoperta delle figure che vanno a comporre la grande tradizione profetica dell’Antico Testamento: da Mosè a Elia, da Isaia ad Amos, da Geremia a Osea. Siamo così condotti, attraverso un approccio esegetico rigoroso, a calare nella vita quotidiana di oggi la Parola e la sua eterna ricchezza. Con questo testo, l’autore conclude una trilogia affascinante, un approccio originale ricco di stimoli su quel grande affresco che è l’Antico testamento.
Gesù è vitale come il respiro, inseparabile e vicino. Il tempo di Avvento è un invito a "respirare Cristo", tra visibile e invisibile, tra terra e cielo.
All'inizio del Nuovo Testamento, Gesù entra in scena facendo sua la nostra povera storia: ne passa in rassegna i volti, le pagine, gli snodi e, abitandola, la trasfigura in storia della salvezza. Così si apre la "buona notizia": Gesù è il Dio con noi, il suo volto si intreccia con quello di molti altri nella storia, i suoi piedi si posano su una strada che altri hanno percorso offrendo un orizzonte totalmente diverso.
Don Maurizio Mirilli in queste pagine parla di qualcosa che tutti noi cerchiamo: della gioia vera, indicandocene la radice e la fonte, la Misericordia di Dio, che ci colma quando ci liberiamo dai nostri peccati e ritorniamo al Signore, ricongiungendoci a Lui. Parla della gioia piena che appartiene a chi rende protagonisti gli scartati, coloro i quali di norma vengono messi da parte dalla società, alla stessa maniera di Gesù. Ci racconta anche della gioia di farsi sorprendere dal potere liberatorio del perdono di Dio, che ci viene offerto sempre nei momenti difficili, quando ci sembra di aver perso la via.
Con questo libro pieno di felicità e di speranza, don Maurizio esorta il lettore a vivere una vita colma e autentica e ad abbandonare, invece, le soddisfazioni frutto di un mondo che spinge ad accontentarsi di cose momentanee ed effimere.
Con la Prefazione di Papa Francesco.
Un saggio profondo e completo sulla figura di Edith Stein, che si intreccia con la narrazione della vita e del dramma personale e del popolo ebraico, che la grande mistica e teologa visse da una prospettiva unica. Cristiana Dobner descrive i dettagli del percorso interiore, esistenziale, psicologico, filosofico e spirituale della ricchissima avventura umana e cristiana di suor Teresa Benedetta della Croce. Seguendo il simbolo dei sette sigilli, l'autrice conduce il lettore a comprendere la straordinaria portata ecumenica della figura di Edith: ebrea, filosofa, credente, carmelitana, martire cristiana e, contemporaneamente, fiera appartenente al popolo ebraico. L'esempio di come un percorso spirituale e filosofico possa appassionare come un grande affresco narrativo.
Tre grandi voci della cultura e della Chiesa italiana a confronto sul tema dell'accoglienza, del dialogo e dell'incontro con l'altro. Il libro, nato in seno dalla Fondazione Ernesto Balducci, è un'occasione unica per riflettere su argomenti di vitale importanza del mondo contemporaneo. La riflessione di fratel Enzo Bianchi è incentrata sul dono: la vita è un dono fatto all'uomo da Dio ed è sempre accompagnato dalla presenza dell'Altro. La vita va quindi intesa come presenza, accoglienza, per l'appunto un dono sempre gratuito. Il cardinal Gianfranco Ravasi si concentra invece sulla necessità del dialogo della reciproca collaborazione nell'ottica di una realtà - come quella europea - interculturale e interetnica. Monsignor Galantino infine dedica la sua riflessione all'accoglienza: essa per il credente è un dovere in quanto il suo esercizio vuol dire "aiutare Dio a realizzare il suo Regno, perché di Dio è il mondo come Dio lo sogna".