
In questo opuscolo, strutturato sotto forma di colloquio di Gesù con l'anima, don Dolindo offre a tutti il segreto per superare ogni tipo di tribolazione, sia spirituale che materiale. Gesù, pensaci Tu: è la giaculatoria che egli ripeteva spesso nelle intricate e dolorosissime vicende della sua vita sacerdotale, ed è il testamento lasciato in eredità a tutti coloro che intendono compiere un serio e proficuo cammino spirituale.
Deserti di Scete e di Nitria, Egitto, IV secolo dopo Cristo. Nelle caverne vivono uomini vestiti di pelli, che si nutrono di miele selvatico. Sono fuggiti dalle città per cercare nel silenzio la Verità. Le loro parole, massime di vita radicali e paradossali, diventano i Detti e fatti dei Padri del Deserto. Val Pitta, Italia, oggi. Anna è un'infermiera alla Casa del Silenzio. Trascorre le sue notti assistendo i pazienti in sto vegetativo permanente e leggendo i detti dei Padri del deserto. Quando, nel cuore della notte, si mette in ascolto, alla sua mente giungono flebili bisbigli e sussurri Sono l'eco dei ricordi di anime addormentate, frammenti di vite e di verità dissolte, gioiose e amare. Anna si abbandona all'ascolto e prende a sillabarne le parole, le degusta lasciando che affiorino sulle sue labbra e sprigionino il loro sapore agrodolce. Sono le voci dei figli del nostro mondo deserto: i Detti e fatti dei Figli del Deserto.
Dieci ritratti di grandi anime che hanno fatto della ricerca spirituale uno scopo di vita: filosofi come Panikkar; poeti come Antonia Pozzi, morta suicida per amore; o registi come Ingmar Bergman e Andrej Tarkovskij; scrittori come C.S. Lewis, l'inventore delle Cronache di Narnia; guide spirituali come Krishnamurti o Frère Roger, fondatore della Comunità di Taizé, che accoglie ogni anno migliaia di persone; testimoni del dialogo interiore che oggi vengono riletti in tutto il mondo come Etty Hillesum, morta ad Auschwitz, o il segretario generale dell'Onu Dag Hammarskjöld, ucciso in un attentato, che ha lasciato un diario, testimonianza tra le più alte del Novecento. I dieci agili profili ne ripercorrono - attraverso brani di meditazione, scritti, diari - le vicende umane con gli interrogativi, i dubbi e le illuminazioni di cui hanno lasciato testimonianza e che restano un orientamento sulle questioni fondamentali dell'umanità.
Tra il luglio 1942 e il settembre 1944 un treno merci partiva quasi ogni martedì dal "campo di transito" di Westerbork, in Olanda, portando il suo carico di esseri umani verso la Polonia, verso Auschwitz. Più di centomila furono i deportati alla fine della guerra, cinquemila i superstiti. Da Westerbork passarono anche Anna Frank e Edith Stein, e a Westerbork visse i suoi ultimi giorni la giovane Etty Hillesum, osservando, scrivendo e aiutando i suoi simili, fin quando anche lei dovette salire sul treno. In queste due lettere, scritte nel dicembre 1942 e nell'agosto 1943, Etty racconta il luogo dell'umiliazione e l'attesa della morte, guarda le persone, parla con loro, mostra i preparativi per la partenza nella notte, la dignità, la paura, descrive i volti dei soldati. Avrebbe potuto salvarsi; scelse invece di restare e di testimoniare quei giorni, con la voce di chi vive e scrive in perfetta armonia e sa esattamente cosa deve fare: aiutare gli altri, non cedere all'odio, cercare, nonostante tutto, la bellezza. Le due lettere vennero pubblicate clandestinamente dalla resistenza olandese nell'autunno del 1943. Per proteggere le persone coinvolte e sviare la censura, l'editore le aveva attribuite a un pittore fittizio di nome Johannes Baptiste van der Pluym e ne aveva aggiunta una terza falsa. Questi testi ci consegnano intatta la forza di una prosa dove ogni parola è vera, necessaria, intensamente vissuta.
Le neuroscienze stanno oggi offrendo nuove prospettive di ricerca in un campo fino ad ora ritenuto di competenza esclusiva delle religioni. Questo saggio affronta l’analisi dell’esperienza spirituale, vissuta e studiata in contesti diversi, in tono semplice e divulgativo, e spiega il funzionamento delle tecnologie e degli strumenti utilizzati nella ricerca. Nel rapporto tra spiritualità e strutture cerebrali, tra preghiera e neuroteologia, si aprono nuovi orizzonti di indagine scientifica in sintonia con le riflessioni del gesuita Teilhard de Chardin, che già nel primo Novecento immaginava una convergenza di religione e scienza.
Cosa ne abbiamo fatto di Dio? Un padre assente, un giudice barbuto a capo della "vera religione" che detiene il monopolio della verità. Lo abbiamo tenuto lontano da noi e per tanto tempo è rimasto un «Dio sbagliato»: assoluto ed esclusivo, oppressivo quando non violento. Uscire dalla logica del Dio sbagliato significa sovvertire certezze millenarie, sul divino, sull'uomo e sul mondo, ma è un gesto fondamentale per abitare la nostra epoca e reagire alle sue crisi. Significa dotarci di nuove visioni di unità e pluralità, di un'idea di coabitazione delle religioni con società e politica, di un Dio che sia relazione tra culture ed etiche diverse. Raffaele Luise anima un immaginifico dialogo tra un filosofo, un mistico e un poeta, consapevoli che questa volta tocca all'uomo: «Soltanto noi possiamo salvare Dio». Prefazione di Giacomo Marramao.
Il grande teologo brasiliano Leonardo Boff sul sogno proposto da Papa Francesco nell'enciclica "Fratelli tutti": un'analisi della sua realizzabilità. Prefazione di Pierluigi Mele.
La vita di Charles de Foucauld, nato a Strasburgo nel 1858, fu guidata dall'irrequietezza: quella del giovane alla ricerca del piacere, poi del viaggiatore assetato di conoscenza e infine del convertito che non cessa d'interrogare la propria fede e di metterla alla prova nel mondo. Michel Carrouges - poeta e studioso del surrealismo, un'altra figura di cristiano inquieto - ne scrive la biografia scegliendo lo stile piano della pura evidenza dei fatti: una radicale testimonianza d'amore in forma di romanzo d'avventure. L'ateo Charles combatte in Algeria e compie importanti spedizioni geografiche in Marocco, ma un'inquietudine più profonda lo porta a intraprendere un lungo cammino di conversione, dal pellegrinaggio in Terra Santa fino al definitivo ritorno in Africa. Qui il «fratello universale» studia la lingua e la cultura tuareg, fonda un eremo e si oppone alle violenze dei predoni, che lo uccideranno di fronte alla sua casa nel 1916. Nell'incontro di misticismo e azione, la voce di fratello Charles, santificato nel 2022, è diventata più forte. Milioni di fedeli testimoniano oggi quanto sia vasta l'eredità di questa vita estrema e di questa morte solitaria.
Desiderius Lenz è stato il teorico e fondatore della Scuola d'arte di Beuron, abbazia benedettina nel cuore della Foresta Nera. La sua estetica si basa sulla definizione rigorosa delle proporzioni ideali: partendo dalla sezione aurea, Lenz ritrova le misure perfette, il "canone" della figura umana, che diventa il principio costruttivo per ogni altra forma. Singolare connubio di spiritualità e numerologia, questa mistica geometrica ha rappresentato, nell'arte a cavallo tra Diciannovesimo e Ventesimo secolo, un punto d'incontro fra tendenze anacronistiche e slanci d'avanguardia. Già ospite alla Secessione di Vienna, la Scuola di Beuron ha realizzato negli anni splendidi lavori di decorazione architettonica in vari edifici sacri sparsi per il mondo, compresa l'Italia (nel convento di Montecassino, dove ha lasciato alcune delle sue opere più importanti). "Canone divino" raccoglie le riflessioni di Lenz, unite alle testimonianze di commentatori illustri (Maurice Denis, Giovanni Battista Montini, Hubert Krins), per comprendere a fondo il significato di un fenomeno artistico eccezionale.