
È possibile ripensare la giustizia in modo che essa serva alla rigenerazione delle relazioni ferite? Se forti sono le situazioni di ingiustizia nella società e nella Chiesa, occorre pensare diversamente, magari tornando ad attingere anche alla ricchezza dell'immaginario biblico. Come mettere ogni persona nella chiesa nelle condizioni di esprimere i propri talenti a favore del bene comune senza discriminazioni di genere, strutturando rapporti di lavoro equi e dignitosi. L'impegno per la giustizia inevitabilmente richiede a tutti una conversione radicale alla fraternità/sororità universale, un'accurata visione della complessità che fa intendere come i diritti degli uni non deprivano gli altri. In tempi di guerra come i nostri è mai possibile pensare a una pace senza giustizia? «CredereOggi» si è, quindi, chiesto perché al di là delle bellissime visioni delle dottrine (del diritto civile e religioso) fatichiamo a parlare di misericordia e giustizia. Contributi di: Antonio Autiero - Guido Bertagna - Andrea Bigalli - Marinetta Cannito - Fulvio Ferrario - Donata Horak - Rafael Luciani - Simone Morandini - Serena Noceti - Donatella Pagliacci - Carlo Schickendanz - Letizia Tomassone.
Rilettura del Cantico delle Creature in occasione dell'ottavo centenario (1225-2025) nel quadro dell'esperienza di Francesco d'Assisi. L'attenzione si focalizza sui temi chiave fraternità e terra.
Gesù ha dedicato molto tempo all'insegnamento dei suoi discepoli, come rivelano i vangeli. Oggi la Chiesa, oltre ai cammini di iniziazione, investe relativamente poco tempo nella formazione dei nuovi credenti e dei suoi ministri, come vescovi e preti. Una preoccupazione urgente per il sinodo. Il sinodo stesso è un'importante occasione di formazione che promuove uno stile e una logica di condivisione. «CredereOggi», in questo numero, suggerisce una trasformazione del cammino di fede focalizzandosi su una comunità di credenti che pratica il discernimento e il pensiero critico per superare fanatismi e ideologie e per migliorare il dialogo con chi ha opinioni diverse.
Una riflessione teologica sulla guerra in generale e in particolare sui conflitti di Ucraina e Palestina. «Credere-Oggi» si interroga sul diritto alla pace, sulla possibilità di una teologia della pace e su come perseguirla.
Primo concilio ecumenico della storia della chiesa (325), Nicea si ricorda in particolare per il Credo sottoscritto, quello che ha posto le basi dell'attuale Simbolo della nostra fede cristiana. Costantino apre al cristianesimo, ma notando le vivaci controversie che attraversano le comunità intorno alla persona di Gesù Cristo, non certo utili per le sorti dell'impero, convoca i vescovi (300) a concilio. Stabilire la questione della divinità di Gesù non è questione di lana caprina, ma ne va dell'idea stessa di Dio e della salvezza e non da ultimo della coesione interna dell'impero. Dopo aver incorniciato l'evento nel suo tempo, la peculiarità del Simbolo, la sua ricezione nella storia e la sua esemplarità per noi oggi nell'urgenza di ridire la singolarità della persona di Gesù Cristo, la rivista opera un serrato affondo su alcune «note» cristologiche di sicuro interesse e impatto: la sua maschilità, il suo essere ebreo, la sua mediazione di salvezza, il primo di una fratellanza nuova che ieri, oggi e domani formerà la famiglia di Dio.
La questione non è sconosciuta: come abitare da credenti nello spazio social? Di fatto sono tantissimi i cattolici che "girano" sui social o che gestiscono pagine molto frequentate.Ma conoscono quali sono le dinamiche dei social e della rete? Come vi "abitano"? Pare che con la buona educazione, il credente spesso si sia perso anche qualcos'altro per strada, uno stile che occorre recuperare, come continua a ricordarci papa Francesco. Una monografia che fa il punto, proprio per non demonizzare questi "luoghi", che restano luoghi della fede e viverli nel migior modo possibile.
Viviamo un tempo «apocalittico»? Certo che l'«apocalisse» è entrata di prepotenza nell'immaginario collettivo (intellettuali "apocalittici", letterature "eco-catastrofiche", heavy metal, immaginari paradisi in un altrove geografico o ideologico, mito dell'uomo nuovo, utopismo, aggressivo transumanesimo...). Siamo apocalittici o siamo ottimisti? «CredereOggi» (tra archetipi biblici, profezia, sapienza, teologia, storia e fiction, ascolto e visione, etica, violenza, arte, letteratura, cinema...) indaga il genere letterario apocalittico e la sua forma di pensiero spirituale e teologico per poter così recuperare e vivere al meglio il messaggio di speranza che sta alla base proprio delle narrazioni apocalittiche. Esse infatti promuovono la speranza che viene dalla fede in Dio celebrata e vissuta.
Molte parole che vengono usate in chiesa come: anima, carità, peccato, salvezza, sacrificio, spirito, natura... sono ormai ripetute senza che se ne conosca il significato, risultano difficile da capire e spesso irrilevanti: non ci dicono più nulla su chi siamo e sul nostro modo di vivere e credere. La lingua della fede cristiana utilizza un lessico ben lontano da quello che si usa per comunicare e narrare la fede stessa.Questo numero di «CredereOggi» si interroga su come restituire significato a queste parole e come trovare nuovi modi per comunicarle e rinnovarle. Inoltre, vengono presentati esempi concreti per rileggere passi biblici in modo che parlino al nostro tempo.
Obiettivo primario del Sinodo è far sì che lo «stile sinodale» diventi il modo abituale di vivere e anche «guidare» la Chiesa. Oggi l’autorità dei vescovi è in crisi: la collegialità è complicata e il rapporto con i fedeli non è sempre basato sull’ascolto reciproco. Sbiadita e debole anche l’identità poco chiara, tanto che molti di essi chiedono di rielaborare il loro ruolo. Serve anche per i vescovi ripensare la teologia e imparare davvero la sinodalità.Questo numero di «CredereOggi» si chiede che tipo di vescovo serve oggi, come si prendono decisioni insieme e qual è il ruolo dei sinodi e delle conferenze episcopali. Si tratta di capire meglio chi è il vescovo, come si forma e come può guidare il popolo di Dio camminando davanti, dietro e in mezzo ad esso. Se ne parla da sessant’anni, ma c’è ancora molta strada da fare.
Perché la Chiesa si occupa di ecologia? È davvero una priorità?Noi uomini e la nostra terra siamo legati da un relazione antica, profonda e fondante, un rapporto che ci definisce, ci chiama alla cura, ma che troppo spesso abbiamo tradito.Questo numero di CredereOggi si pone un duplice obiettivo: da un lato, documentare il cammino - ancora in corso - con cui le chiese stanno ripensando linguaggi e paradigmi teologici inadeguati di fronte alla crisi ambientale; dall’altro, offrire spunti concreti per un rinnovato impegno spirituale, culturale e pratico. Un focus particolare è dedicato ai magisteri delle chiese cristiane, a partire da quello di papa Francesco, ma guardando anche alle altre confessioni.Un contributo a una nuova consapevolezza: la custodia della terra non è un’opzione, bensì parte integrante della fede. E il tempo per agire è adesso.
Il dossier è diviso in due parti. "Chi ha inventato il diavolo?": in alcuni densi articoli si ripercorre la genesi dei nomi del Maligno a partire dall'antico Oriente per giungere fino alla teologia Medievale. "L'Apocalisse": gli autori di queste pagine offrono chiavi di lettura che nello stesso tempo mettono in guardia contro le estrapolazioni deliranti che spesso sono state operate sul testo.
Il dossier è diviso in due parti. I Vangeli: Il vero e il falso (I Vangeli dicono il vero? La fonte Q, un documento recuperato. Perché tanti Vangeli? Tre celebri manoscritti. I Vangeli si fondano su una realtà concreta. Il miracolo non è miracoloso. Quando vi si mescola l'archeologia. Vangelo e ricerca storica). La verità su Pilato (Fortuna e caduta di un prefetto di Giudea. Un romano di fronte all'enigma ebraico. Un processo romano in terra di Giudea. E Pilato diventa un eroe. Ponzio Pilato al cinema. Pilato strumento della provvidenza divina).

