
L'ultimo numero (Regno-doc. n.17, 2012)
Documento
Ecclesia in Medio Oriente. Es. apost. postsinodale Chiesa in Medio Oriente, comunione, testimonianza
di Benedetto XVI
Regno-doc. n.17, 2012, p.513
«Non temere piccolo gregge». Con questo incoraggiamento Benedetto XVI ha consegnato lo scorso 16 settembre la sua esortazione apostolica postsinodale Ecclesia in Medio Oriente a «tutti i pastori e fedeli cristiani in Medio Oriente», una terra «scelta in maniera particolare da Dio», ma nella quale ancora oggi i popoli «sperimentano in maniera drammatica i travagli umani» e «i cristiani risentono in maniera particolare, e talvolta con stanchezza e poca speranza, delle conseguenze negative di conflitti e di incertezze». Frutto del Sinodo celebrato nell’ottobre del 2010 (cf. Regno-doc. 19,2010,626ss), il testo riflette la complessa ricchezza di Chiese e tradizioni religiose presenti sul territorio soffermandosi sulla denuncia del fondamentalismo, sul valore testimoniale della comunione e su diverse questioni ecumeniche e interreligiose. La fedeltà al passato – in particolare alla nobile tradizione liturgica, «elemento essenziale di unità spirituale e di comunione» – deve coniugarsi al coraggio di «rispondere alle numerose e nuove sfide pastorali» del presente e del futuro. Interessante l’attenzione dedicata ai temi dell’immigrazione e della discriminazione delle donne, che a giudizio del papa devono «impegnarsi ed essere più coinvolte nella vita pubblica ed ecclesiale».
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Il consenso. Viaggio apostolico in Libano (14-16 settembre 2012)
di Benedetto XVI
Regno-doc. n.17, 2012, p.531
Non era scontato l’esito del viaggio in Libano di papa Benedetto XVI (cf. Regno-att. 16,2012,505) per la consegna dell’esortazione apostolica postsinodale Ecclesia in Medio Oriente (cf. qui a p. 513). Non solo a motivo del vicino conflitto siriano e degli incerti equi libri della regione e del paese dei cedri in modo particolare; ma anche perché il papa giungeva all’indomani dell’uccisione in Libia (11 settembre) del l’ambasciatore americano Chris Ste vens e degli scontri causati dalla diffusione di un film contro il profeta Maometto, che si sono trasformati in protesta antioccidentale in tutto il Medio Oriente. Le sue parole hanno creato consenso; hanno dato forza alla migliore tradizione libanese di «convivenza» tra cristiani e tra cristiani e musulmani; hanno ribadito che tutta la Chiesa e in particolare «il papa non dimentica» la Siria e i «dolori» di una regione che sembra vivere «un parto senza fine»; hanno ricordato infine di porre «sempre la persona al centro», perché essa è il fondamento saldo d’ogni legittima «liberazione».
Documento - Parte / Inserto
Il consenso. Scelti da Dio (Discorso presso il Palazzo presidenziale di Baabda)
di Benedetto XVI
Regno-doc. n.17, 2012, p.531
Non era scontato l’esito del viaggio in Libano di papa Benedetto XVI (cf. Regno-att. 16,2012,505) per la consegna dell’esortazione apostolica postsinodale Ecclesia in Medio Oriente (cf. qui a p. 513). Non solo a motivo del vicino conflitto siriano e degli incerti equi libri della regione e del paese dei cedri in modo particolare; ma anche perché il papa giungeva all’indomani dell’uccisione in Libia (11 settembre) del l’ambasciatore americano Chris Ste vens e degli scontri causati dalla diffusione di un film contro il profeta Maometto, che si sono trasformati in protesta antioccidentale in tutto il Medio Oriente. Le sue parole hanno creato consenso; hanno dato forza alla migliore tradizione libanese di «convivenza» tra cristiani e tra cristiani e musulmani; hanno ribadito che tutta la Chiesa e in particolare «il papa non dimentica» la Siria e i «dolori» di una regione che sembra vivere «un parto senza fine»; hanno ricordato infine di porre «sempre la persona al centro», perché essa è il fondamento saldo d’ogni legittima «liberazione».
Documento - Parte / Inserto
Il consenso. Speranza per il Medio Oriente (Discorso all’incontro coi giovani)
di Benedetto XVI
Regno-doc. n.17, 2012, p.534
Non era scontato l’esito del viaggio in Libano di papa Benedetto XVI (cf. Regno-att. 16,2012,505) per la consegna dell’esortazione apostolica postsinodale Ecclesia in Medio Oriente (cf. qui a p. 513). Non solo a motivo del vicino conflitto siriano e degli incerti equi libri della regione e del paese dei cedri in modo particolare; ma anche perché il papa giungeva all’indomani dell’uccisione in Libia (11 settembre) del l’ambasciatore americano Chris Ste vens e degli scontri causati dalla diffusione di un film contro il profeta Maometto, che si sono trasformati in protesta antioccidentale in tutto il Medio Oriente. Le sue parole hanno creato consenso; hanno dato forza alla migliore tradizione libanese di «convivenza» tra cristiani e tra cristiani e musulmani; hanno ribadito che tutta la Chiesa e in particolare «il papa non dimentica» la Siria e i «dolori» di una regione che sembra vivere «un parto senza fine»; hanno ricordato infine di porre «sempre la persona al centro», perché essa è il fondamento saldo d’ogni legittima «liberazione».
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Afferrati dalla verità. Omelia nella messa a conclusione dell’incontro con il Ratzinger Schülerkreis
di Benedetto XVI
Regno-doc. n.17, 2012, p.536
teologi seguiti nell’abilitazione e nel dottorato da Joseph Ratzinger quando era docente di teologia a Bonn, Münster, Tübingen e Regensburg (ne fanno parte per esempio Barthélemy Adoukonou, Wolfgang Beinert, Joe Fessio, il vescovo ausiliare di Amburgo Hans-Jochen Jaschke, l’arcivescovo di Vienna card. Christoph Schönborn, Réal Tremblay, Hansjürgen Verweyen e l’italiano Cornelio del Zotto), si riunisce abitualmente ogni anno dal 1978 e ha conservato la tradizione anche dopo l’elezione del maestro al soglio pontificio. Quest’anno il seminario estivo ha avuto luogo dal 30 agosto al 3 settembre a Castel Gandolfo sul tema: «Risultati e domande ecumenici nel dialogo con il luteranesimo e l’anglicanesimo». A conclusione del percorso il 2 settembre il papa nell’omelia alla celebrazione eucaristica con i suoi ex allievi ha riflettuto sul rapporto tra la ricerca teologica e la verità: «È la verità che ci possiede, è qualcosa di vivente! Noi non siamo suoi possessori, bensì siamo afferrati da lei. Solo se ci lasciamo guidare e muovere da lei, rimaniamo in lei, solo se siamo, con lei e in lei, pellegrini della verità, allora è in noi e per noi. Penso che dobbiamo imparare di nuovo questo “non-avere-la-verità”».
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Un’adeguata ermeneutica conciliare. Il card. Scola nel 50°dell’apertura del Vaticano II
di A. card. Scola
Regno-doc. n.17, 2012, p.538
Lo scorso 3 ottobre, il card. Scola ha tenuto la prolusione d’apertura – intitolata Dagli albori all’apertura del Concilio. Note per una lettura del Vaticano II – al Convegno internazionale «Il concilio ecumenico Vaticano II alla luce degli archivi dei padri conciliari», promosso (dal 3 al 5 ottobre) dal Pontificio comitato di scienze storiche in collaborazione col Centro studi e ricerche «Concilio Vaticano II» della Pontificia università lateranense. «Nel rispetto della mia competenza», scrive l’arcivescovo di Milano, il contributo «intende soffermarsi su tre nodi ermeneutici emergenti dai principali fatti e documenti del periodo di cui il Congresso si occupa»: il rapporto tra l’elemento teologico e quello storico, e di conseguenza la definizione del «soggetto» dell’ermeneutica conciliare; la questione dell’«indole pastorale del Vaticano II»; e l’intreccio tra «evento» e «corpus dottrinale». L’intenzione dichiarata, «offrire qualche pista per un’adeguata ermeneutica conciliare necessaria per comprendere il processo di recezione», trova nell’idea di riforma nella continuità, proposta da Benedetto XVI, la categoria che sembra «più conveniente per leggere la natura dell’evento conciliare e per un’adeguata ermeneutica del suo corpus nell’ottica della pastoralità».
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Verso Firenze 2015. CEI – Consiglio permanente. Sessione autunnale (24-27 settembre 2012)
di Episcopato italiano
Regno-doc. n.17, 2012, p.550
Alla vigilia dell’apertura del Sinodo sulla nuova evangelizzazione, si è svolto a Roma il Consiglio permanen te della CEI. Nell’«Anno della fede», «nel 50° anniversario del Concilio VaticanoII e nel 20° della pubblicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica» i vescovi italiani hanno insistito sulla «formazione cristiana degli adulti tra rinnovamento e istanza educativa», a cui dare attenzione in un percorso che prevede la celebrazione di una Settimana sociale nel 2013 e soprattutto del Convegno ecclesiale nazionale incentrato sul tema della fede (Firenze, settembre 2015). Il Consiglio permanente ha così costituito un Comitato preparatorio – con i vescovi Ambrosio, Bianchi, Raspanti – presieduto dall’arcivescovo di Torino, mons. C. Nosiglia. Il comunicato finale che qui pubblichiamo dà conto anche della preoccupazione dei vescovi «per le difficoltà della gente», in particolare le famiglie, ribadendo la necessità di eque «politiche fiscali», della «libertà educativa» nonché il rifiuto di forme di «riconoscimento», per le unioni di fatto e per quelle omosessuali, analoghe a quelle previste «per la famiglia fondata sul matrimonio».
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Con la forza dell’eucaristia. I vescovi delle Marche
di I vescovi delle Marche
Regno-doc. n.17, 2012, p.554
L’esperienza del Congresso eucaristico nazionale, vissuta nel settembre 2011, ha risvegliato nelle Chiese marchigiane «la consapevolezza di avere Cristo come centro della nostra vita cristiana e del nostro annuncio… Se non vogliamo disperderne l’eredità, il principale obiettivo della nostra pastorale deve rimanere quello di ricentrare la nostra attenzione proprio su Cristo Gesù; meglio ancora, di lasciarci guardare negli occhi da lui». Con la lettera Con la forza dell’eucaristia: dal Congresso eucaristico nazionale al Convegno ecclesiale regionale, presentata il 23 marzo 2012, le Chiese delle Marche raccolgono l’eredità dell’intensa esperienza del settembre 2011 per dare un forte orientamento eucaristico alla preparazione del II Convegno delle diocesi della regione, che avrà luogo dal 22 al 24 novembre 2013 dopo vent’anni dal precedente e porterà il titolo «Alzati e va’… Vivere e trasmettere oggi la fede nelle Marche». Il processo preparatorio del Convegno prende il via in ottobre, in concomitanza con l’apertura dell’Anno della fede; è accompagnato da un sussidio, che porta lo stesso titolo del Convegno ed è pubblicato dalle Edizioni Dehoniane Bologna.
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Annuncio e nuova evangelizzazione. Lettera pastorale dell’episcopato belga (settembre 2012)
di I vescovi del Belgio
Regno-doc. n.17, 2012, p.561
L’imminente apertura dell’Anno della fede ha suggerito anche ai vescovi belgi di mettere mano a una lettera pastorale dedicata al tema dell’Essere cri stiani oggi e pubblicata nel mese di settembre. Il breve testo ha alle spalle una stagione travagliata non solo per i «profondi cambiamenti» avvenuti in ter ritori un tempo cristianizzati, ma anche per le profonde ferite all’interno della comunità ecclesiale legate ai casi di violenze sessuali verso minori – che hanno visto coinvolti anche ecclesiastici di primo piano – e a come essi sono stati gestiti (cf. anche Regno-att. 2,2012,9ss). Il tono è insolitamente accorato e la forte coerenza del testo è tutta incentrata sull’annuncio kerigmatico nell’oggi d’ogni uomo e con ogni uomo, vero nucleo di questa ri-partenza: «Il tempo è cambiato (…) e ci invita a riscoprire l’originalità e la bellezza del Vangelo, e a vedere quanto appaghi l’esistenza il fatto di viverlo. Vale la pena discuterne insieme. Cercare insieme ciò che significa concretamente il fatto di mettersi alla sequela di Gesù: è la massima priorità che la Chiesa deve prefissarsi. Per raggiungere questo scopo, possiamo ispirarci e aiutarci vicendevolmente».
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Uscire dalla Chiesa. Decreto generale della Conferenza episcopale tedesca
di Conferenza episcopale tedesca
Regno-doc. n.17, 2012, p.567
Fra i cattolici tedeschi, i quali sostengono la loro Chiesa attraverso una tassa apposita, «chi, per una qual siasi ragione, dichiara davanti all’autorità ci vile competente la propria uscita dalla Chiesa infrange il dovere di preservare la comunione con la Chiesa… e il dovere di offrire il suo contributo materiale affinché la Chiesa possa assolvere i suoi compiti». La Chiesa istituzione e la Chiesa comunità di fede coincidono: per questo l’uscita comporta come conseguenza il non poter più ricevere i sacramenti e il non poter assumere incarichi e ministeri. Il Decreto generale del la Conferenza episcopale tedesca sull’uscita dalla Chiesa, reso pubblico il 20 settembre con l’approvazione della Santa Sede ed entrato in vigore il 24 settembre, è tuttavia accompagnato da una Lettera che il parroco competente deve inviare alla persona uscita dalla Chiesa immediatamente dopo aver preso conoscenza della sua dichiarazione, per invitarla a un colloquio personale sui motivi della scelta. Rispetto al passato, non è più prevista automaticamente la scomunica per chi dichiara alle autorità civili la propria uscita dalla Chiesa cattolica.
Documento - Parte / Inserto
Uscire dalla Chiesa. Decreto generale
di Conferenza episcopale tedesca
Regno-doc. n.17, 2012, p.567
Fra i cattolici tedeschi, i quali sostengono la loro Chiesa attraverso una tassa apposita, «chi, per una qual siasi ragione, dichiara davanti all’autorità ci vile competente la propria uscita dalla Chiesa infrange il dovere di preservare la comunione con la Chiesa… e il dovere di offrire il suo contributo materiale affinché la Chiesa possa assolvere i suoi compiti». La Chiesa istituzione e la Chiesa comunità di fede coincidono: per questo l’uscita comporta come conseguenza il non poter più ricevere i sacramenti e il non poter assumere incarichi e ministeri. Il Decreto generale del la Conferenza episcopale tedesca sull’uscita dalla Chiesa, reso pubblico il 20 settembre con l’approvazione della Santa Sede ed entrato in vigore il 24 settembre, è tuttavia accompagnato da una Lettera che il parroco competente deve inviare alla persona uscita dalla Chiesa immediatamente dopo aver preso conoscenza della sua dichiarazione, per invitarla a un colloquio personale sui motivi della scelta. Rispetto al passato, non è più prevista automaticamente la scomunica per chi dichiara alle autorità civili la propria uscita dalla Chiesa cattolica.
Documento - Parte / Inserto
Uscire dalla Chiesa. Lettera pastorale
di Conferenza episcopale tedesca
Regno-doc. n.17, 2012, p.568
Fra i cattolici tedeschi, i quali sostengono la loro Chiesa attraverso una tassa apposita, «chi, per una qual siasi ragione, dichiara davanti all’autorità ci vile competente la propria uscita dalla Chiesa infrange il dovere di preservare la comunione con la Chiesa… e il dovere di offrire il suo contributo materiale affinché la Chiesa possa assolvere i suoi compiti». La Chiesa istituzione e la Chiesa comunità di fede coincidono: per questo l’uscita comporta come conseguenza il non poter più ricevere i sacramenti e il non poter assumere incarichi e ministeri. Il Decreto generale del la Conferenza episcopale tedesca sull’uscita dalla Chiesa, reso pubblico il 20 settembre con l’approvazione della Santa Sede ed entrato in vigore il 24 settembre, è tuttavia accompagnato da una Lettera che il parroco competente deve inviare alla persona uscita dalla Chiesa immediatamente dopo aver preso conoscenza della sua dichiarazione, per invitarla a un colloquio personale sui motivi della scelta. Rispetto al passato, non è più prevista automaticamente la scomunica per chi dichiara alle autorità civili la propria uscita dalla Chiesa cattolica.
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Cristianesimo nelle società «secolarizzate». G. Routhier ai superiori provinciali europei dehoniani
di G. Routhier
Regno-doc. n.17, 2012, p.569
«Il Vangelo di Cristo ha la capacità di inscriversi in ogni cultura», e tuttavia «si deve ammettere che il passaggio del cristianesimo al mondo moderno» è stato «complicato», giacché «la Chiesa si è dedicata più a considerare la perdita del mondo, il quale si andava elaborando senza o al di fuori di essa, e meno a comprendere l’opportunità che le veniva allora offerta». Ma per riflettere sul problema dell’evoluzione del cristianesimo nella società occidentale il concetto di secolarizzazione – «una parola di moda, che si condisce in tutte le salse» – non è «il più adatto… specialmente in ragione della connotazione negativa che riveste e del suo carattere molto carico dal punto di vista emotivo». Il prof. Routhier, teologo e presbitero canadese, parla ai dehoniani europei su «Pensare l’inscrizione del cristianesimo nelle società “secolarizzate”» proponendo un diverso quadro concettuale. Quando si rompe l’equilibrio tra la fede cristiana e una data cultura la Chiesa reagisce alla nuova situazione, dunque è «attrice» del processo e non solo «vittima passiva». «Quello su cui occorre riflettere è dunque la ristrutturazione dei rapporti fra la Chiesa e la società, ovvero un nuovo incontro fra il Vangelo e la società contemporanea».
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Il Regno Documenti 17 2012. La rivista comleta in un unico file
di Redazione
Regno-doc. n.17, 2012, p.576
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L'ultimo numero (Regno-doc. n.21, 2012)
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Sulla carità e sulla cultura. Tre recenti motu proprio sulle competenze dei vescovi e dei dicasteri
di Benedetto XVI
Regno-doc. n.21, 2012, p.641
Nelle scorse settimane Benedetto XVI ha disposto o annunciato una serie di provvedimenti che, tra le loro conseguenze, comportano un cambio di competenze in diversi dicasteri della curia romana. Riguarda in primo luogo i singoli vescovi, ma anche il Pontificio consiglio «Cor unum», il motu proprio Intima Ecclesiae natura, diffuso l’1 dicembre e volto a «fornire un quadro normativo organico che serva meglio a ordinare, nei loro tratti generali, le diverse forme ecclesiali organizzate del sevizio della carità», le Caritas in primo luogo. Fa centro invece sulla Congregazione per il clero l’annuncio, dato il 27 ottobre, che a questa passano le competenze in materia di seminari della Congregazione per l’educazione cattolica, ma che essa cede quelle sulla catechesi al Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione (cf. riquadro a p. 647). Infine è il Pontificio consiglio per la cultura a essere interessato dalla costituzione della Pontificia accademia di latinità, resa nota il 10 novembre (la presiederà il prof. Ivano Dionigi, rettore dell’Università di Bologna), e dall’incorporazione della Pontificia commissione per i beni culturali della Chiesa, resa nota il 18 ottobre.
Documento - Parte / Inserto
Sulla carità e sulla cultura. Intima Ecclesiae natura. Sul servizio della carità
di Benedetto XVI
Regno-doc. n.21, 2012, p.641
Nelle scorse settimane Benedetto XVI ha disposto o annunciato una serie di provvedimenti che, tra le loro conseguenze, comportano un cambio di competenze in diversi dicasteri della curia romana. Riguarda in primo luogo i singoli vescovi, ma anche il Pontificio consiglio «Cor unum», il motu proprio Intima Ecclesiae natura, diffuso l’1 dicembre e volto a «fornire un quadro normativo organico che serva meglio a ordinare, nei loro tratti generali, le diverse forme ecclesiali organizzate del sevizio della carità», le Caritas in primo luogo. Fa centro invece sulla Congregazione per il clero l’annuncio, dato il 27 ottobre, che a questa passano le competenze in materia di seminari della Congregazione per l’educazione cattolica, ma che essa cede quelle sulla catechesi al Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione (cf. riquadro a p. 647). Infine è il Pontificio consiglio per la cultura a essere interessato dalla costituzione della Pontificia accademia di latinità, resa nota il 10 novembre (la presiederà il prof. Ivano Dionigi, rettore dell’Università di Bologna), e dall’incorporazione della Pontificia commissione per i beni culturali della Chiesa, resa nota il 18 ottobre.
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Sulla carità e sulla cultura. Latina lingua. La Pontificia accademia di latinità
di Benedetto XVI
Regno-doc. n.21, 2012, p.645
Nelle scorse settimane Benedetto XVI ha disposto o annunciato una serie di provvedimenti che, tra le loro conseguenze, comportano un cambio di competenze in diversi dicasteri della curia romana. Riguarda in primo luogo i singoli vescovi, ma anche il Pontificio consiglio «Cor unum», il motu proprio Intima Ecclesiae natura, diffuso l’1 dicembre e volto a «fornire un quadro normativo organico che serva meglio a ordinare, nei loro tratti generali, le diverse forme ecclesiali organizzate del sevizio della carità», le Caritas in primo luogo. Fa centro invece sulla Congregazione per il clero l’annuncio, dato il 27 ottobre, che a questa passano le competenze in materia di seminari della Congregazione per l’educazione cattolica, ma che essa cede quelle sulla catechesi al Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione (cf. riquadro a p. 647). Infine è il Pontificio consiglio per la cultura a essere interessato dalla costituzione della Pontificia accademia di latinità, resa nota il 10 novembre (la presiederà il prof. Ivano Dionigi, rettore dell’Università di Bologna), e dall’incorporazione della Pontificia commissione per i beni culturali della Chiesa, resa nota il 18 ottobre.
Documento - Parte / Inserto
Per l’Anno della fede: catechesi e teologia
di Benedetto XVI; Commissione teologica internazionale
Regno-doc. n.21, 2012, p.647
Prendendo la parola nel corso dell’ultima congregazione generale della XIII Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi (27.10.2012), Benedetto XVI ha annunciato un ulteriore cambiamento nelle competenze dei dicasteri della curia romana, anche se a tutt’oggi non è ancora stato pubblicato il provvedimento che lo formalizza. Il cambiamento ruota attorno alla Congregazione per il clero, guidata dal card. Piacenza, che riceve da quella per l’Educazione cattolica la materia dei seminari e cede al Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione la materia della catechesi, che del resto era già trattata da una «sezione» specifica entro il precedente dicastero. Si tratta in quest’ultimo caso di una conferma dell’investimento di Benedetto XVI sul dicastero affidato a mons. Fisichella, oltre che della presa d’atto che la «formazione religiosa dei fedeli di ogni età e condizione» non è più compito prevalente dei chierici, come lasciava intendere l’art. 94 della cost. ap. Pastor bonus (1988). Di seguito i passaggi salienti del suo intervento (www.vatican.va). ochi giorni prima (16.10.2012), in tema di Anno della fede e di nuova evangelizzazione si era pronunciata la Commissione teologica internazionale, con un Messaggio centrato sulla consapevolezza che la teologia, fides quaerens intellectum, «non esiste che in relazione al dono della fede. Essa presuppone la verità della fede e si propone di manifestarne “le imperscrutabili ricchezze” (Ef 3, 8) per la gioia spirituale di tutta la comunità dei credenti e il servizio della sua missione evangelizzatrice». Anche di questo breve documento pubblichiamo qui alcuni stralci (www.vatican.va).
Documento - Parte / Inserto
Sulla carità e sulla cultura. Pulchritudinis fidei. Commissione per i beni culturali
di Benedetto XVI
Regno-doc. n.21, 2012, p.648
Nelle scorse settimane Benedetto XVI ha disposto o annunciato una serie di provvedimenti che, tra le loro conseguenze, comportano un cambio di competenze in diversi dicasteri della curia romana. Riguarda in primo luogo i singoli vescovi, ma anche il Pontificio consiglio «Cor unum», il motu proprio Intima Ecclesiae natura, diffuso l’1 dicembre e volto a «fornire un quadro normativo organico che serva meglio a ordinare, nei loro tratti generali, le diverse forme ecclesiali organizzate del sevizio della carità», le Caritas in primo luogo. Fa centro invece sulla Congregazione per il clero l’annuncio, dato il 27 ottobre, che a questa passano le competenze in materia di seminari della Congregazione per l’educazione cattolica, ma che essa cede quelle sulla catechesi al Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione (cf. riquadro a p. 647). Infine è il Pontificio consiglio per la cultura a essere interessato dalla costituzione della Pontificia accademia di latinità, resa nota il 10 novembre (la presiederà il prof. Ivano Dionigi, rettore dell’Università di Bologna), e dall’incorporazione della Pontificia commissione per i beni culturali della Chiesa, resa nota il 18 ottobre.
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Il carisma del Regnum Christi. Card. De Paolis, Commissione revisione costituzioni Legione di Cristo
di V. De Paolis; Commissione centrale revisione costituzioni Legione di Cristo
Regno-doc. n.21, 2012, p.649
Con una lettera di accompagnamento datata 19 ottobre 2012 (e pubblicata il 21 ottobre sul sito ufficiale del movimento Regnum Christi), il delegato pontificio per il «processo di profonda revisione» della Legione di Cristo, card. Velasio De Paolis, ha pubblicato i Lineamenti essenziali del carisma del Regnum Christi (cf. Regno-att. 20,2012,664), movimento ecclesiale legato alla congregazione del p. Maciel. «Confermato nella consapevolezza che il carisma esiste», ed è vissuto da coloro che appartengono al Regnum Christi, De Paolis ritiene opportuno precisare che «fa parte del carisma solo ciò che viene approvato dalla Chiesa», ma soprattutto «che il carisma non si identifica con la persona del fondatore, tanto meno con la sua santità o con il suo peccato»: essendo un dono fatto alla Chiesa, essa «mediante la sua legittima autorità, lo riconosce come suo». La pubblicazione degli Elementi essenziali del carisma segna l’inizio della seconda fase del processo di revisione richiesto dal papa. A partire da esso, «ogni componente del movimento (legionari, persone consacrate, fedeli sposati o celibi), ciascuna secondo la propria condizione nella Chiesa, rivedrà la normativa che la regola», precisando «l’identità e quindi la distinzione di ogni gruppo».
Documento - Parte / Inserto
Il carisma del Regnum Christi. Il carisma esiste. Lettera del delegato pontificio
di V. De Paolis
Regno-doc. n.21, 2012, p.649
Con una lettera di accompagnamento datata 19 ottobre 2012 (e pubblicata il 21 ottobre sul sito ufficiale del movimento Regnum Christi), il delegato pontificio per il «processo di profonda revisione» della Legione di Cristo, card. Velasio De Paolis, ha pubblicato i Lineamenti essenziali del carisma del Regnum Christi (cf. Regno-att. 20,2012,664), movimento ecclesiale legato alla congregazione del p. Maciel. «Confermato nella consapevolezza che il carisma esiste», ed è vissuto da coloro che appartengono al Regnum Christi, De Paolis ritiene opportuno precisare che «fa parte del carisma solo ciò che viene approvato dalla Chiesa», ma soprattutto «che il carisma non si identifica con la persona del fondatore, tanto meno con la sua santità o con il suo peccato»: essendo un dono fatto alla Chiesa, essa «mediante la sua legittima autorità, lo riconosce come suo». La pubblicazione degli Elementi essenziali del carisma segna l’inizio della seconda fase del processo di revisione richiesto dal papa. A partire da esso, «ogni componente del movimento (legionari, persone consacrate, fedeli sposati o celibi), ciascuna secondo la propria condizione nella Chiesa, rivedrà la normativa che la regola», precisando «l’identità e quindi la distinzione di ogni gruppo».
Documento - Parte / Inserto
Il carisma del Regnum Christi. Lineamenti del carisma del movimento Regnum Christi
di Commissione centrale per la revisione delle costituzioni della Legione di Cristo
Regno-doc. n.21, 2012, p.650
Con una lettera di accompagnamento datata 19 ottobre 2012 (e pubblicata il 21 ottobre sul sito ufficiale del movimento Regnum Christi), il delegato pontificio per il «processo di profonda revisione» della Legione di Cristo, card. Velasio De Paolis, ha pubblicato i Lineamenti essenziali del carisma del Regnum Christi (cf. Regno-att. 20,2012,664), movimento ecclesiale legato alla congregazione del p. Maciel. «Confermato nella consapevolezza che il carisma esiste», ed è vissuto da coloro che appartengono al Regnum Christi, De Paolis ritiene opportuno precisare che «fa parte del carisma solo ciò che viene approvato dalla Chiesa», ma soprattutto «che il carisma non si identifica con la persona del fondatore, tanto meno con la sua santità o con il suo peccato»: essendo un dono fatto alla Chiesa, essa «mediante la sua legittima autorità, lo riconosce come suo». La pubblicazione degli Elementi essenziali del carisma segna l’inizio della seconda fase del processo di revisione richiesto dal papa. A partire da esso, «ogni componente del movimento (legionari, persone consacrate, fedeli sposati o celibi), ciascuna secondo la propria condizione nella Chiesa, rivedrà la normativa che la regola», precisando «l’identità e quindi la distinzione di ogni gruppo».
Documento
Crisi e futuro della Chiesa. Lectio magistralis del card. Kasper all'Accademia cattolica di Brescia
di W. Card. Kasper
Regno-doc. n.21, 2012, p.652
«L’intera storia della Chiesa è una storia di crisi». Con una lectio magistralis tenuta presso l’Accademia cattolica di Brescia il 26 aprile scorso, il card. Walter Kasper (presidente emerito del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani) ha presentato il suo nuovo libro di ecclesiologia: Chiesa Cattolica. Essenza – Realtà – Missione, edito presso la Queriniana, che completa il progetto iniziato con le due monografie precedenti (sulla cristologia e sulla dottrina su Dio). Partendo dalla propria esperienza personale e seguendo la via aperta dal concilio Vaticano II, Kasper indica le sfide per «riscoprire la Chiesa» e il suo posto nell’oggi: porsi la «questione di Dio» nel mondo secolarizzato e plurale; chiarire l’identità della Chiesa al di là degli appiattimenti strutturali e dottrinali; il dialogo come «reciproca testimonianza» per la realizzazione autentica della comunità. Questi aspetti, letti alla luce dei documenti conciliari, fanno della crisi un momento opportuno, luogo privilegiato e fonte di nuove forze creative per una Chiesa rinnovata, «teo-logica», che parli di Dio.
Articolo
L'Unione Europea progetto di pace. Dich. della Chiesa evangelica in Germania; card. Marx alla COMECE
di Chiesa evangelica in Germania; R. card. Marx
Regno-doc. n.21, 2012, p.659
«Il successo derivante dallo sforzo per tutelare la pace, la riconciliazione, la democrazia e i diritti umani» nel continente è valso all’Unione Europea l’attribuzione del premio Nobel per la pace, annunciato il 12 ottobre e consegnato l’11 dicembre. La Chiesa evangelica in Germania ha immediatamente colto l’occasione per rilevare che «l’onorificenza ha una grande importanza simbolica anche perché, nella lotta per la soluzione della crisi finanziaria e del debito, il progetto europeo rischia di perdere terreno», nel documento dal titolo Per un futuro comune in un’Europa unita. Dichiarazione della Chiesa evangelica in Germania sul rafforzamento della coesione europea pubblicato il 18 ottobre. E anche la Commissione degli episcopati della Comunità Europea (COMECE) ha dedicato all’avvenimento un dibattito, il 21 novembre, in occasione del quale il suo presidente card. Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco di Baviera, ha proposto una riflessione su «Le sfide odierne per l’Unione Europea e il contributo dei cristiani».
Documento - Parte / Inserto
L'Unione Europea progetto di pace. Per un futuro comune. Chiesa evangelica in Germania
di Chiesa evangelica in Germania
Regno-doc. n.21, 2012, p.659
«Il successo derivante dallo sforzo per tutelare la pace, la riconciliazione, la democrazia e i diritti umani» nel continente è valso all’Unione Europea l’attribuzione del premio Nobel per la pace, annunciato il 12 ottobre e consegnato l’11 dicembre. La Chiesa evangelica in Germania ha immediatamente colto l’occasione per rilevare che «l’onorificenza ha una grande importanza simbolica anche perché, nella lotta per la soluzione della crisi finanziaria e del debito, il progetto europeo rischia di perdere terreno», nel documento dal titolo Per un futuro comune in un’Europa unita. Dichiarazione della Chiesa evangelica in Germania sul rafforzamento della coesione europea pubblicato il 18 ottobre. E anche la Commissione degli episcopati della Comunità Europea (COMECE) ha dedicato all’avvenimento un dibattito, il 21 novembre, in occasione del quale il suo presidente card. Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco di Baviera, ha proposto una riflessione su «Le sfide odierne per l’Unione Europea e il contributo dei cristiani».
Documento - Parte / Inserto
Le Chiese protestanti: responsabilità per L’Europa
di Comunione di Chiese protestanti in Europa
Regno-doc. n.21, 2012, p.660
Riunitasi a Firenze dal 20 al 26 settembre sul tema «Liberi per il futuro», la VII Assemblea della Comunione di Chiese protestanti in Europa (CCPE), nota anche come Concordia di Leuenberg, ha approvato un documento dal titolo Responsabilità per l’Europa, che proponiamo in una nostra traduzione dall’inglese
Documento - Parte / Inserto
L'Unione Europea progetto di pace. Le sfide attuali. Card. Reinhard Marx
di R. card. Marx
Regno-doc. n.21, 2012, p.664
«Il successo derivante dallo sforzo per tutelare la pace, la riconciliazione, la democrazia e i diritti umani» nel continente è valso all’Unione Europea l’attribuzione del premio Nobel per la pace, annunciato il 12 ottobre e consegnato l’11 dicembre. La Chiesa evangelica in Germania ha immediatamente colto l’occasione per rilevare che «l’onorificenza ha una grande importanza simbolica anche perché, nella lotta per la soluzione della crisi finanziaria e del debito, il progetto europeo rischia di perdere terreno», nel documento dal titolo Per un futuro comune in un’Europa unita. Dichiarazione della Chiesa evangelica in Germania sul rafforzamento della coesione europea pubblicato il 18 ottobre. E anche la Commissione degli episcopati della Comunità Europea (COMECE) ha dedicato all’avvenimento un dibattito, il 21 novembre, in occasione del quale il suo presidente card. Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco di Baviera, ha proposto una riflessione su «Le sfide odierne per l’Unione Europea e il contributo dei cristiani».
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Fede, patria, vendette di sangue. I vescovi cattolici albanesi nel centanario dell'indipendenza
di Vescovi della Chiesa cattolica in Albania, L. Avgustini, A. Massafra, O. Vitale
Regno-doc. n.21, 2012, p.669
I 100 anni dell’indipendenza dell’Albania hanno offerto all’episcopato cattolico l’occasione per rivolgersi ai fedeli e a tutti i connazionali con una riflessione sui problemi attuali del paese nella lettera pastorale Fede e patria del 3 maggio scorso. L’amore per la patria è tematizzato in forte collegamento con la fede cristiana e con la scelta europeista. Accanto a molti problemi persistenti, come corruzione, violenza, illegalità diffusa, i vescovi colgono segnali positivi che «lasciano sperare in una rapida integrazione dell’Albania nella grande famiglia europea. Solo in questo modo la nostra patria eviterà definitivamente il rischio dell’isolamento nazionalista». Mentre la preoccupazione per la persistenza di consuetudini ataviche e barbare come la vendetta di sangue – operata o tollerata anche da quanti si ritengono «buoni cattolici» – ha spinto il 14 settembre i vescovi delle diocesi del Nord (Scutari, Sapë e Lezhë) a decretare la scomunica per quanti commettono tale delitto o vi partecipano, e a dichiararne l’esclusione dalla Chiesa e dai sacramenti.
Documento - Parte / Inserto
Fede, patria, vendette di sangue. Fede e patria. Lettera pastorale dei vescovi albanesi
di Vescovi della Chiesa cattolica in Albania
Regno-doc. n.21, 2012, p.673
I 100 anni dell’indipendenza dell’Albania hanno offerto all’episcopato cattolico l’occasione per rivolgersi ai fedeli e a tutti i connazionali con una riflessione sui problemi attuali del paese nella lettera pastorale Fede e patria del 3 maggio scorso. L’amore per la patria è tematizzato in forte collegamento con la fede cristiana e con la scelta europeista. Accanto a molti problemi persistenti, come corruzione, violenza, illegalità diffusa, i vescovi colgono segnali positivi che «lasciano sperare in una rapida integrazione dell’Albania nella grande famiglia europea. Solo in questo modo la nostra patria eviterà definitivamente il rischio dell’isolamento nazionalista». Mentre la preoccupazione per la persistenza di consuetudini ataviche e barbare come la vendetta di sangue – operata o tollerata anche da quanti si ritengono «buoni cattolici» – ha spinto il 14 settembre i vescovi delle diocesi del Nord (Scutari, Sapë e Lezhë) a decretare la scomunica per quanti commettono tale delitto o vi partecipano, e a dichiararne l’esclusione dalla Chiesa e dai sacramenti.
Documento - Parte / Inserto
Fede, patria, vendette di sangue. Contro la vendetta di sangue. Vescovi di Scutari, Sapë e Lezhë
di L. Avgustini, A. Massafra, O. Vitale
Regno-doc. n.21, 2012, p.674
I 100 anni dell’indipendenza dell’Albania hanno offerto all’episcopato cattolico l’occasione per rivolgersi ai fedeli e a tutti i connazionali con una riflessione sui problemi attuali del paese nella lettera pastorale Fede e patria del 3 maggio scorso. L’amore per la patria è tematizzato in forte collegamento con la fede cristiana e con la scelta europeista. Accanto a molti problemi persistenti, come corruzione, violenza, illegalità diffusa, i vescovi colgono segnali positivi che «lasciano sperare in una rapida integrazione dell’Albania nella grande famiglia europea. Solo in questo modo la nostra patria eviterà definitivamente il rischio dell’isolamento nazionalista». Mentre la preoccupazione per la persistenza di consuetudini ataviche e barbare come la vendetta di sangue – operata o tollerata anche da quanti si ritengono «buoni cattolici» – ha spinto il 14 settembre i vescovi delle diocesi del Nord (Scutari, Sapë e Lezhë) a decretare la scomunica per quanti commettono tale delitto o vi partecipano, e a dichiararne l’esclusione dalla Chiesa e dai sacramenti.
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Minareti: dal rifiuto al rispetto. Raccomandazioni del raggruppamento degli svizzeri musulmani
di Il Raggruppamento degli svizzeri musulmani
Regno-doc. n.21, 2012, p.678
Il referendum sull’introduzione nella Costituzione svizzera del divieto di costruire minareti (29.11.2009), che ha portato a un’inattesa vittoria del fronte del rifiuto (cf. Regno-att. 22,2009,735), ha spinto la Fondazione Cordova di Ginevra a costituire un Raggruppamento degli svizzeri musulmani (cf. riquadro a p. 680s). Esso è giunto alla conclusione che «le motivazioni del voto» sono legate a una «percezione distorta» dell’islam in quanto «i musulmani sono scarsamente rappresentati nella vita pubblica svizzera» e quindi più esposti a «questioni di politica nazionale e internazionale indipendenti» da loro. Per questo è maturata nel gruppo l’idea della stesura di alcune raccomandazioni, pubblicate nel gennaio 2012, volte a «promuovere l’inclusione e la coesione» dei musulmani svizzeri, in due ambiti principali: «comunicazione e cittadinanza». Esse consentiranno da un lato d’«operare la distinzione fra la realtà e i (…) pregiudizi»; e dall’altro un «impegno comune nella società [che] disinneschi paure e malintesi espressi al momento della votazione».
Documento - Parte / Inserto
Il Raggruppamento degli svizzeri musulmani: obiettivi, membri, incontri e raccomandazioni
di Il Raggruppamento degli svizzeri musulmani
Regno-doc. n.21, 2012, p.680
La Fondazione Cordoba di Ginevra ha la missione di promuovere lo scambio tra culture e civiltà nello spirito di Cordoba, e di contribuire alla ricerca e alla promozione della pace. Il suo programma di ricerca-azione «Cordoba ora» analizza le dinamiche sociopolitiche e religiose in contesti sensibili allo scopo di mettere all’opera strategie di trasformazione del conflitto, particolarmente nel mondo arabomusulmano e sul tema dell’islam in Europa. In reazione all’iniziativa popolare svizzera «contro la costruzione dei minareti», approvata il 29 novembre 2009, la Fondazione Cordoba ha messo in piedi un Rag grup pamento degli svizzeri musulmani (RSM).
Documento
Il futuro ecologico della teologia moderna. Lectio magistralis di Jürgen Moltmann
di J. Moltmann
Regno-doc. n.21, 2012, p.692
L’ultima edizione dell’iniziativa «La Bibbia sulle strade dell’uomo» (15-17.11.2012) era dedicata a una lettura, nell’orizzonte di speranza aperto dalla Scrittura, del panorama di crisi e disperazione oggi diffuso in Occidente. Il programma, che alternava testimonianze di vita alla riflessione biblico-teologica a più voci, ecumeniche e interreligiose, ha avuto come momento centrale la lectio magistralis di Jürgen Moltmann (tenuta a Catanzaro il 15 novembre, e a Messina il 16), intitolata «Il futuro ecologico della teologia moderna». Per riaprire una speranza di fronte all’evidenza della crisi ambientale, il teologo luterano ha offerto il manifesto di un nuovo «paradigma ecologico» della riflessione teologica. Basato su una lettura diversa dei racconti biblici della creazione, esso si pone come alternativa alla visione antropocentrica della modernità, che ha fatto dell’uomo il dominatore assoluto di una natura meccanica, sottratta a ogni rapporto col Creatore e manipolabile senza riserve. «Solo quando saremo consapevoli della nostra dipendenza dalla vita della Terra e dall’esistenza degli altri esseri viventi diverremo, da “divinità superbe e infelici” (Lutero), esseri umani veramente umani. Il vero sapere non è il potere, ma la sapienza».
L'ultimo numero (Regno-doc. n.1, 2013)
Documento
Beati gli operatori di pace. Messaggio per la XLVI Giornata mondiale della pace
di Benedetto XVI
Regno-doc. n.1, 2013, p.1
«La pace è costruzione della convivenza in termini razionali e morali, poggiando su un fondamento la cui misura non è creata dall’uomo bensì da Dio» (n. 2). Posto sotto questa premessa, nonché sotto l’icona biblica delle beatitudini – che sono adempimento di una promessa di Gesù Cristo – il messaggio di Benedetto XVI per la Giornata mondiale della pace 2013 individua l’azione dell’«operatore di pace» nella sollecitudine per il bene comune. Quest’ultimo si persegue innanzitutto quando si rispetta e si difende «la vita umana in tutte le sue dimensioni» e quando si riconosce e si promuove «la struttura naturale del matrimonio», ma anche quando si garantisce la libertà religiosa e quando si salvaguarda la funzione sociale dello stato e il diritto al lavoro (n. 4). Un intero paragrafo del messaggio (n. 5) è poi dedicato dal papa all’evocazione di un nuovo modello di sviluppo e di economia, basato sul principio di gratuità anziché sulla massimizzazione egoistica del profitto. L’ultima parte del documento (nn. 6-7) indica i soggetti chiamati a esercitare una vera e propria «pedagogia della pace»: la famiglia, le comunità religiose, le istituzioni culturali.
Documento
Tre temi: famiglia, natura del dialogo, evangelizzazione. Discorso alla curia romana
di Benedetto XVI
Regno-doc. n.1, 2013, p.6
Anche nel 2012 Benedetto XVI ha interpretato l’incontro natalizio con i cardinali e con altri membri della curia romana e del Governatorato (21 dicembre) come occasione per «riflettere un po’ più dettagliatamen te» su alcuni dei «temi fondamentali» toccati nei momenti salienti della sua attività. A proposito della famiglia, riferendosi al recente intervento del gran rabbino di Francia sui matrimoni omosessuali (cf. in questo numero alle pp. 54ss), mostra, con grande preoccupazione, co me si stia passando a una «nuova filosofia della sessualità», secondo la quale «il sesso non è più un dato originario della natura», bensì «un ruolo sociale del quale si decide autonomamente ». Quanto al dialogo interreligioso, che egli distingue da quello con gli stati e da quello con le società, le culture, la scienza, il papa ne individua il criterio di fondo nella «responsabilità comune per la giustizia e per la pace», sottolineando che in esso il cristiano non deve temere per la propria identità, anzi: «Nella religione si ha a che fare con la verità», un mare in cui si può «prendere tranquillamente il largo». Infine, la breve annotazione sull’evangelizzazione (un commento a Gv 1,39), in vista del documento postsinodale.
Documento
Verso le unità pastorali. Documento finale del XXIX Sinodo diocesano di Brescia
di XXIX Sinodo diocesano di Brescia
Regno-doc. n.1, 2013, p.10
«La nostra pastorale è fondata da secoli sulla parrocchia e sul parroco strettamente legati tra loro». Una relazione assoluta ed esclusiva, per la quale «nella parrocchia il parroco è tutto, fuori della parrocchia è niente. Questa definizione pastorale ha avuto degli enormi meriti (…). Siamo però testimoni e attori, oggi, di cambiamenti profondi che obbligano a ripensare la situazione». Con queste parole il vescovo di Brescia, mons. Luciano Monari, consegnava alla sua Chiesa lo «Strumento per la riflessione e la consultazione diocesana» (aprile 2011) in vista del XXIX Sinodo locale sulle «unità pastorali», incaricato di una lettura dei «segni dei tempi» (l’accresciuta mobilità e disponibilità dei fedeli alla corresponsabilità, la diminuzione dei preti ecc.) per la necessaria riforma della presenza territoriale e della cura pastorale nella diocesi. La definizione delle «unità pastorali» (compito, struttura, soggetti) è stata il cuore dell’assemblea sinodale, riunita tra l’1 e il 9 dicembre scorsi, di cui pubblichiamo il Documento finale approvato dal vescovo e a lui consegnato. Diversa la scelta di mons. Enrico Solmi, vescovo di Parma, che ha decretato l’istituzione delle «nuove parrocchie» della sua diocesi senza ricorso allo strumento sinodale (cf. riquadro a p. 18).
Documento - Parte / Inserto
Parma: le «nuove parrocchie»
di E. Solmi
Regno-doc. n.1, 2013, p.18
Lo scorso 4 dicembre in occasione della festa patronale, mons. Enrico Solmi, vescovo di Parma, ha decretato l’istituzione delle «nuove parrocchie» attraverso le quali viene riformata la presenza territoriale e la cura pastorale della sua Chiesa locale. Riportiamo di seguito i passaggi fondamentali del decreto.
Documento
Sulla situazione politica, in vista delle prossime elezioni. Comunicato dell’Ufficio stampa di CL
di Comunicato dell’Ufficio stampa di CL
Regno-doc. n.1, 2013, p.20
«L’unità del movimento non è una omologazione politica, tanto meno si identifica con uno schieramento partitico». Con una nota, pubblicata sul sito ufficiale del movimento lo scorso 2 gennaio, Comunione e liberazione (CL) ha inteso prendere posizione rispetto alle recenti tormentate vicende politiche che hanno coinvolto figure vicine o appartenenti a CL, e ai resoconti mediatici che paventano «divisioni e contrasti all’interno del movimento sulle scelte elettorali dei prossimi mesi». Vi si legge che CL «guarda con simpatia chi, tra i suoi aderenti, decide di assumersi il rischio di un tentativo politico». Tuttavia, prosegue la nota, «l’impegno politico in senso stretto riguarda la persona e non CL in quanto tale». Se qualsiasi iniziativa «per il solo fatto di essere stata promossa da persone di CL (…) diventasse meccanicamente “del movimento” – ribadisce il testo citando don Giussani – l’esperienza ecclesiale finirebbe per essere strumentalizzata, e le comunità si trasformerebbero (…) in coperture di decisioni e di rischi che invece non possono che essere personali ». Da questa posizione di «irrevocabile distanza critica», il movimento scruterà e giudicherà «l’evolversi delle iniziative politiche e delle proposte» in vista delle prossime elezioni.
Documento
I cristiani sono perseguitati in Nigeria? Conferenza di mons. M.H. Kukah, vescovo di Sokoto, Nigeria
di M.H. Kukah
Regno-doc. n.1, 2013, p.22
I cristiani in Nigeria non sono perseguitati. Lo ha detto mons. Matthew Hassan Kukah, vescovo di Sokoto, in una recente conferenza tenuta presso l’università statunitense di Notre Dame (5.11.2012) al convegno su «Seed of the Church: Telling the Story of Today’s Christian Martyrs» (Seme della Chiesa: raccontare le vicende contemporanee dei martiri cristiani»). Qui infatti il conflitto è espressione «della grande debolezza » dello stato, incapace «di fermare e punire» i colpevoli di una violenza che colpisce in modo trasversale tutta la popolazione. La via verso una soluzione deve fare leva sull’ambito politico e su quello del dialogo. Sul primo, si deve da un lato «rafforzare la democrazia (…) che in molti paesi africani è ancora ai primi stadi»; ma dall’altro Stati Uniti ed Europa «dovranno riesaminare » la propria politica internazionale perché essa non provochi direttamente o indirettamente «sofferenze e persecuzione dei cristiani» in altre parti del mondo. Sul secondo, poiché la «violenza in nome della religione ha fatto crescere paura e sospetto fra cristiani e musulmani», la Chiesa in particolare «deve sostenere con più vigore la cultura del dialogo con l’islam».
Documento
La verità dell’amore umano. Documento dei vescovi spagnoli sul matrimonio e la famiglia
di I vescovi spagnoli
Regno-doc. n.1, 2013, p.32
Le numerose «ombre» che si addensano sul matrimonio, cellula fondamentale della società («le pratiche abortive, le separazioni coniugali…, l’uso degli anticoncezionali e le sterilizzazioni, le relazioni sessuali prematrimoniali…, la prostituzione, la violenza nell’ambito della vita domestica, l’assuefazione alla pornografia, alle droghe, all’alcol, al gioco, a Internet»), in Spagna sono state addirittura favorite da «un insieme di leggi che hanno annacquato la realtà del matrimonio e, ancor più, hanno lasciato senza protezione il bene fondamentale della vita nascente», durante i due governi socialisti 2004-2011. Il documento La verità dell’amore umano. Orientamenti sull’amore coniugale, l’ideologia di genere e la legislazione familiare, approvato dalla 99a Assemblea plenaria dell’episcopato spagnolo il 26 aprile 2012 e pubblicato il 4 luglio, ribadisce l’insegnamento tradizionale della Chiesa cattolica in merito ai temi che ruotano intorno al matrimonio e alla famiglia e suggerisce una difesa di tali valori anche «con le denunce, se la situazione lo richiede, come è necessario fare in questo tempo».
Documento
Matrimonio omosessuale: ciò che spesso si dimentica di dire. Gilles Bernheim gran rabbino di Francia
di G. Bernheim
Regno-doc. n.1, 2013, p.55
Il disegno di legge col quale s’intenderebbe aprire il matrimonio e l’adozione alle coppie omosessuali ha sollevato in Francia un dibattito nel quale i rappresentanti delle principali confessioni religiose, a partire dai vescovi (Regno-doc. 19,2012,621ss), hanno fatto udire la loro voce contraria. Anche il gran rabbino di Francia, Gilles Bernheim, ha offerto una sua riflessione – dal titolo Matrimonio omosessuale, omogenitorialità e adozione: ciò che spesso si dimentica di dire (18.10.2012) – alla quale ha fatto riferimento il papa nel suo discorso augurale alla curia romana (cf. in questo numeroalle pp. 6ss). «Nella visione del mondo che io condivido – scrive Bernheim – il matrimonio non è unicamente il riconoscimento di un amore. È l’istituzione che coniuga l’alleanza dell’uomo e della donna con la successione delle generazioni. (…) È un atto fondamentale nella costruzione e nella stabilità sia de gli individui sia della società». Con una critica accurata di tutti gli argomenti dei sostenitori della legge, il rabbino vede nella rivendicazione del matrimonio omosessuale il passo decisivo di un progetto ideologico «molto più ampio, inteso a negare la distinzione dei sessi, cancellare le differenze e (...) far saltare i fondamenti eterosessuali della nostra società».
L'ultimo numero (Regno-doc. n.5, 2013)
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Vescovo di Roma. Primo saluto e Omelia ai cardinali elettori
di Francesco
Regno-doc. n.5, 2013, p.129
«Un cammino di fratellanza, di amore, di fiducia tra noi» è quello che è iniziato il 13 marzo scorso, quando i 115 membri elettori del Collegio cardinalizio, riuniti in Conclave da poco più di 24 ore, sono andati a prendere «quasi alla fine del mondo» il nuovo vescovo di Roma, eleggendo al pontificato l’arcivescovo di Buenos Aires, card. Jorge Mario Bergoglio. Accompagnate da segni quanto mai eloquenti nelle vesti e nei gesti, le sue prime parole dalla loggia della Basilica vaticana sono state una domanda di preghiera, per l’emerito Benedetto XVI e per sé, e un’esortazione a pregare sempre «l’uno per l’altro». Il giorno dopo, presiedendo la celebrazione eucaristica dinanzi ai cardinali ancora riuniti nella Cappella sistina, ha pronunciato una breve omelia evidenziando come le tre letture liturgiche fossero accomunate da altrettanti movimenti: il cammino, l’edificazione della Chiesa e la confessione, e concludendo: «Io vorrei che tutti, dopo questi giorni di grazia, abbiamo il coraggio, proprio il coraggio, di camminare in presenza del Signore, con la croce del Signore; di edificare la Chiesa sul sangue del Signore, che è versato sulla croce; e di confessare l’unica gloria: Cristo crocifisso. E così la Chiesa andrà avanti».
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Vescovo di Roma. Prima pregate per me. Saluto e benedizione
di Francesco
Regno-doc. n.5, 2013, p.129
«Un cammino di fratellanza, di amore, di fiducia tra noi» è quello che è iniziato il 13 marzo scorso, quando i 115 membri elettori del Collegio cardinalizio, riuniti in Conclave da poco più di 24 ore, sono andati a prendere «quasi alla fine del mondo» il nuovo vescovo di Roma, eleggendo al pontificato l’arcivescovo di Buenos Aires, card. Jorge Mario Bergoglio. Accompagnate da segni quanto mai eloquenti nelle vesti e nei gesti, le sue prime parole dalla loggia della Basilica vaticana sono state una domanda di preghiera, per l’emerito Benedetto XVI e per sé, e un’esortazione a pregare sempre «l’uno per l’altro». Il giorno dopo, presiedendo la celebrazione eucaristica dinanzi ai cardinali ancora riuniti nella Cappella sistina, ha pronunciato una breve omelia evidenziando come le tre letture liturgiche fossero accomunate da altrettanti movimenti: il cammino, l’edificazione della Chiesa e la confessione, e concludendo: «Io vorrei che tutti, dopo questi giorni di grazia, abbiamo il coraggio, proprio il coraggio, di camminare in presenza del Signore, con la croce del Signore; di edificare la Chiesa sul sangue del Signore, che è versato sulla croce; e di confessare l’unica gloria: Cristo crocifisso. E così la Chiesa andrà avanti».
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Documento - Parte / Inserto
Vescovo di Roma. Camminare, edificare, confessare. Ai cardinali nella Cappella sistina
di Francesco
Regno-doc. n.5, 2013, p.130
«Un cammino di fratellanza, di amore, di fiducia tra noi» è quello che è iniziato il 13 marzo scorso, quando i 115 membri elettori del Collegio cardinalizio, riuniti in Conclave da poco più di 24 ore, sono andati a prendere «quasi alla fine del mondo» il nuovo vescovo di Roma, eleggendo al pontificato l’arcivescovo di Buenos Aires, card. Jorge Mario Bergoglio. Accompagnate da segni quanto mai eloquenti nelle vesti e nei gesti, le sue prime parole dalla loggia della Basilica vaticana sono state una domanda di preghiera, per l’emerito Benedetto XVI e per sé, e un’esortazione a pregare sempre «l’uno per l’altro». Il giorno dopo, presiedendo la celebrazione eucaristica dinanzi ai cardinali ancora riuniti nella Cappella sistina, ha pronunciato una breve omelia evidenziando come le tre letture liturgiche fossero accomunate da altrettanti movimenti: il cammino, l’edificazione della Chiesa e la confessione, e concludendo: «Io vorrei che tutti, dopo questi giorni di grazia, abbiamo il coraggio, proprio il coraggio, di camminare in presenza del Signore, con la croce del Signore; di edificare la Chiesa sul sangue del Signore, che è versato sulla croce; e di confessare l’unica gloria: Cristo crocifisso. E così la Chiesa andrà avanti».
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Mi ami più di costoro? Pasci i miei agnelli. Omelia nella messa Pro eligendo romano pontifice
di A. card. Sodano
Regno-doc. n.5, 2013, p.131
I cardinali intendono offrirsi «con Cristo al Padre che sta nei cieli per ringraziarlo (…) per il luminoso pontificato che ci ha concesso con la vita e le opere (…) dell’amato e venerato pontefice Benedetto XVI, al quale in questo momento rinnoviamo tutta la nostra gratitudine». Inizia dal ricordo grato di Benedetto XVI l’omelia del card. Angelo Sodano, decano del Collegio cardinalizio, nella messa Pro eligendo romano pontifice da lui presieduta nella Basilica vaticana in apertura del Conclave (12.3.2013) per l’elezione del successore di papa Ratzinger. Le letture proprie della liturgia gli suggeriscono tre sottolineature: la «missione di misericordia» affidata a ogni sacerdote e vescovo, ma «ancor più al vescovo di Roma, pastore della Chiesa universale»; l’edificazione dell’unità della Chiesa (la preoccupazione di custodire «l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace», secondo le parole di Efesini); l’atteggiamento fondamentale del pastore, dare la vita per le sue pecore, che «vale soprattutto per il successore di Pietro, pastore della Chiesa universale. Perché quanto più alto e più universale è l’ufficio pastorale, tanto più grande deve essere la carità del pastore».
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Catechesi, formazione del clero, norme per il Conclave. Tre motu proprio su competenze nella curia
di Benedetto XVI
Regno-doc. n.5, 2013, p.133
Tra gli ultimi atti di governo compiuti da Benedetto XVI vi sono tre lettere apostoliche date motu proprio. Si tratta di Catechesi e nuova evangelizzazione, pubblicata ed entrata in vigore il 26 gennaio, che trasferisce la competenza sulla catechesi dalla Congregazione per il clero al Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione. Lo stesso giorno è stato pubblicato il motu proprio sulla Formazione dei presbiteri e dei diaconi, che trasferisce la competenza sui seminari alla Congregazione per il clero, sottraendola alla Congregazione per l’educazione cattolica. Infine il motu proprio Normas nonnullas, pubblicato il 25 febbraio nell’imminenza della fine del ministero pontificio di Benedetto XVI (28.2.2013), introduce nelle norme sull’elezione del papa qualche modifica, e in particolare la possibilità di abbreviare il periodo che precede l’inizio del Conclave e la scomunica «latae sententiae», automatica dunque e non più a discrezione del nuovo papa, per chi infrange il segreto sulle operazioni dell’elezione.
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Documento - Parte / Inserto
Tre motu proprio su competenze nella curia. Catechesi e nuova evangelizzazione
di Benedetto XVI
Regno-doc. n.5, 2013, p.133
Tra gli ultimi atti di governo compiuti da Benedetto XVI vi sono tre lettere apostoliche date motu proprio. Si tratta di Catechesi e nuova evangelizzazione, pubblicata ed entrata in vigore il 26 gennaio, che trasferisce la competenza sulla catechesi dalla Congregazione per il clero al Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione. Lo stesso giorno è stato pubblicato il motu proprio sulla Formazione dei presbiteri e dei diaconi, che trasferisce la competenza sui seminari alla Congregazione per il clero, sottraendola alla Congregazione per l’educazione cattolica. Infine il motu proprio Normas nonnullas, pubblicato il 25 febbraio nell’imminenza della fine del ministero pontificio di Benedetto XVI (28.2.2013), introduce nelle norme sull’elezione del papa qualche modifica, e in particolare la possibilità di abbreviare il periodo che precede l’inizio del Conclave e la scomunica «latae sententiae», automatica dunque e non più a discrezione del nuovo papa, per chi infrange il segreto sulle operazioni dell’elezione.
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Documento - Parte / Inserto
Tre motu proprio su competenze nella curia. Formazione dei presbiteri e dei diaconi
di Benedetto XVI
Regno-doc. n.5, 2013, p.135
Tra gli ultimi atti di governo compiuti da Benedetto XVI vi sono tre lettere apostoliche date motu proprio. Si tratta di Catechesi e nuova evangelizzazione, pubblicata ed entrata in vigore il 26 gennaio, che trasferisce la competenza sulla catechesi dalla Congregazione per il clero al Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione. Lo stesso giorno è stato pubblicato il motu proprio sulla Formazione dei presbiteri e dei diaconi, che trasferisce la competenza sui seminari alla Congregazione per il clero, sottraendola alla Congregazione per l’educazione cattolica. Infine il motu proprio Normas nonnullas, pubblicato il 25 febbraio nell’imminenza della fine del ministero pontificio di Benedetto XVI (28.2.2013), introduce nelle norme sull’elezione del papa qualche modifica, e in particolare la possibilità di abbreviare il periodo che precede l’inizio del Conclave e la scomunica «latae sententiae», automatica dunque e non più a discrezione del nuovo papa, per chi infrange il segreto sulle operazioni dell’elezione.
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Documento - Parte / Inserto
Tre motu proprio su competenze nella curia. Normas nonnullas sull’elezione del pontefice
di Benedetto XVI
Regno-doc. n.5, 2013, p.137
Tra gli ultimi atti di governo compiuti da Benedetto XVI vi sono tre lettere apostoliche date motu proprio. Si tratta di Catechesi e nuova evangelizzazione, pubblicata ed entrata in vigore il 26 gennaio, che trasferisce la competenza sulla catechesi dalla Congregazione per il clero al Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione. Lo stesso giorno è stato pubblicato il motu proprio sulla Formazione dei presbiteri e dei diaconi, che trasferisce la competenza sui seminari alla Congregazione per il clero, sottraendola alla Congregazione per l’educazione cattolica. Infine il motu proprio Normas nonnullas, pubblicato il 25 febbraio nell’imminenza della fine del ministero pontificio di Benedetto XVI (28.2.2013), introduce nelle norme sull’elezione del papa qualche modifica, e in particolare la possibilità di abbreviare il periodo che precede l’inizio del Conclave e la scomunica «latae sententiae», automatica dunque e non più a discrezione del nuovo papa, per chi infrange il segreto sulle operazioni dell’elezione.
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Eredi del futuro di Dio. Lectio divina al Seminario romano maggiore
di Benedetto XVI
Regno-doc. n.5, 2013, p.139
«Noi siamo eredi, non di un determinato paese, ma della terra di Dio, del futuro di Dio. (…) Da cristiani abbiamo il futuro: il futuro è nostro, il futuro è di Dio. E così, essendo cristiani, sappiamo che nostro è il futuro (…). La Chiesa si rinnova sempre, rinasce sempre. Il futuro è nostro». Un invito convinto a non «lasciarsi impressionare (…) dai profeti di sventura» risuonava nelle parole pronunciate da Benedetto XVI solo pochi giorni prima della sua storica rinuncia al ministero petrino (Regno-doc. 3,2013,65s). Il testo della sua lectio divina – nel quale il papa commenta alcuni versetti della Prima lettera di Pietro (cf. 1,3-5) per i seminaristi di Roma, nella vigilia della festa della Madonna della fiducia (8.2.2013) – offre alcune suggestioni importanti alla luce della conclusione del suo pontificato. Su tutte, l’idea di una «custodia» del credente esercitata dalla fede («che ci protegge, ci aiuta, ci guida, ci dà la sicurezza») e il legame tra il martirio e il ministero del successore di Pietro: «Andando a Roma, Pietro certamente è andato anche al martirio (…). Quindi, il primato ha il contenuto dell’universalità, ma anche un contenuto martirologico».
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Documento
Tornare a Dio con tutto il cuore. Omelia nel Mercoledì delle ceneri (13.2.2013)
di Benedetto XVI
Regno-doc. n.5, 2013, p.143
«Per me è un’occasione propizia per ringraziare tutti, specialmente i fedeli della diocesi di Roma, mentre mi accingo a concludere il ministero petrino, e per chiedere un particolare ricordo nella preghiera». Ha iniziato così Benedetto XVI la sua omelia nel Mercoledì delle ceneri, solenne inizio della Quaresima, celebrato quest’anno in via straordinaria nella Basilica di San Pietro lo scorso 13 febbraio. Due giorni dopo il suo storico annuncio (Regno-doc. 3,2013,65s), l’attenzione del mondo era concentrata sulle parole del pontefice, il quale – sollecitato dalle letture del giorno – ha offerto alcune riflessioni che sono parse altrettante indicazioni per il futuro cammino della Chiesa. In particolare, «sull’importanza della testimonianza di fede e di vita cristiana» per «manifestare il volto della Chiesa, (…) a volte deturpato», soprattutto dalle «colpe contro l’unità della Chiesa, dalle divisioni nel corpo ecclesiale», e il richiamo a guardarsi «dall’ipocrisia religiosa, dal comportamento che vuole apparire, dagli atteggiamenti che cercano l’applauso e l’approvazione», perché «il vero discepolo non serve se stesso o il “pubblico”, ma il suo Signore».
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Documento - Parte / Inserto
Commozione grande e profondo rispetto. Saluto del card. Bertone
di T. card. Bertone
Regno-doc. n.5, 2013, p.145
Lo scorso 13 febbraio, al termine della celebrazione eucaristica nel Mercoledì delle ceneri, il cardinale segretario di stato ha rivolto al papa alcune parole di saluto facendo riferimento alla decisione di Benedetto XVI (comunicata solo due giorni prima) di rinunciare al ministero petrino. Riportiamo l’indirizzo di saluto del card. Bertone (www.vatican.va).
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Articolo
Il Concilio come l’ho vissuto Incontro con i parroci e il clero di Roma (14.2.2013)
di Benedetto XVI
Regno-doc. n.5, 2013, p.146
Nell’incontro annuale coi parroci e il clero di Roma (14.2.2013), Benedetto XVI ha colto l’occasione – la sua ultima volta da pontefice – per una «piccola chiacchierata sul concilio Vaticano II». Ne è scaturito il racconto appassionato di un’esperienza vissuta con entusiasmo da giovane teologo e docente universitario, che rimarrà un riferimento decisivo della sua biografia teologica e pastorale. «Siamo andati al Concilio non solo con gioia, ma con entusiasmo», ha ricordato l’allora prof. Ratzinger. «C’era un’aspettativa incredibile. Speravamo che tutto si rinnovasse, che venisse veramente una nuova Pentecoste, (…) che la Chiesa fosse di nuovo forza del domani e forza dell’oggi». Il racconto, nel quale ha toccato tutte le questioni che furono al cuore dell’evento conciliare, si è chiuso con la polemica contrapposizione tra Concilio dei padri e dei media, quest’ultimo «accessibile, (…) dominante, più efficiente », ma realizzato «fuori dalla fede, con un’ermeneutica diversa». Oggi, ha concluso il papa, «vediamo come questo concilio virtuale si rompa, si perda», per far apparire «il vero Concilio con tutta la sua forza spirituale» di vera riforma della Chiesa.
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Documento - Parte / Inserto
Contro la disinformazione, la maldicenza e la calunnia
di Segreteria di stato, F. Lombardi
Regno-doc. n.5, 2013, p.150
Il 23 febbraio la Segreteria di stato ha pubblicato un comunicato in difesa della libertà del Collegio cardinalizio, cui compete la prossima elezione del papa, avendo di mira «la diffusione di notizie spesso non verificate, o non verificabili, o addirittura false, anche con grave danno di persone e istituzioni», che si sono moltiplicate sui media dopo l’improvvisa rinuncia di Benedetto XVI al ministero petrino. Lo stesso giorno (23.2.2013) anche p. Federico Lombardi, direttore della Sala stampa vaticana, è intervenuto con un severo editoriale – all’interno del Radiogiornale della Radio vaticana (23.2.2013) – dedicato al moltiplicarsi delle pressioni dei media e alla loro tendenza a gettare di-scredito sulla Chiesa e sul suo governo presentati unicamente come realtà di scandali e lotte di potere.
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Documento
Non abbandono la croce. L’ultima udienza generale (27.2); il congedo con i cardinali (28.2)
di Benedetto XVI
Regno-doc. n.5, 2013, p.153
L’udienza generale di mercoledì 27 febbraio, ultima del pontificato di Benedetto XVI, si è svolta in una piazza San Pietro gremita di pellegrini e alla presenza di numerosi cardinali – già a Roma per il prossimo Conclave –, della curia e del corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. Nella catechesi, il papa ha avuto parole di ringraziamento per tutti e ha confermato la sua ferma fiducia, anche in questa ultima faticosa parte del cammino: «Ho sempre saputo che sulla barca di Pietro c’è il Signore e ho sempre saputo che la barca della Chiesa non è mia, non è nostra, ma è sua. E il Signore non la lascia affondare; è lui che la conduce». Commentando la sua storica rinuncia è parso rispondere implicitamente ad alcune voci levatesi nel dibattito in corso: «Amare la Chiesa significa anche avere il coraggio di fare scelte difficili (…). Non abbandono la croce, ma resto in modo nuovo presso il Signore crocifisso». Alle ore 11 di giovedì 28 febbraio, ultimo giorno del suo pontificato, Benedetto XVI ha poi incontrato i cardinali presenti a Roma per un saluto di congedo al termine del quale il card. Sodano gli ha rivolto parole di omaggio a nome di tutti i presenti.
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Documento - Parte / Inserto
Non abbandono la croce. Udienza generale. Mercoledì 27 febbraio 2013
di Benedetto XVI
Regno-doc. n.5, 2013, p.153
L’udienza generale di mercoledì 27 febbraio, ultima del pontificato di Benedetto XVI, si è svolta in una piazza San Pietro gremita di pellegrini e alla presenza di numerosi cardinali – già a Roma per il prossimo Conclave –, della curia e del corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. Nella catechesi, il papa ha avuto parole di ringraziamento per tutti e ha confermato la sua ferma fiducia, anche in questa ultima faticosa parte del cammino: «Ho sempre saputo che sulla barca di Pietro c’è il Signore e ho sempre saputo che la barca della Chiesa non è mia, non è nostra, ma è sua. E il Signore non la lascia affondare; è lui che la conduce». Commentando la sua storica rinuncia è parso rispondere implicitamente ad alcune voci levatesi nel dibattito in corso: «Amare la Chiesa significa anche avere il coraggio di fare scelte difficili (…). Non abbandono la croce, ma resto in modo nuovo presso il Signore crocifisso». Alle ore 11 di giovedì 28 febbraio, ultimo giorno del suo pontificato, Benedetto XVI ha poi incontrato i cardinali presenti a Roma per un saluto di congedo al termine del quale il card. Sodano gli ha rivolto parole di omaggio a nome di tutti i presenti.
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«Salire sul monte» - «Semplicemente un pellegrino»
di Benedetto XVI
Regno-doc. n.5, 2013, p.155
Allle ore 12 di domenica 24 febbraio, Benedetto XVI si è affacciato alla finestra del suo studio nel Palazzo apostolico vaticano per recitare l’Angelus coi numerosissimi fedeli e i pellegrini convenuti in piazza San Pietro. Queste le parole del papa nell’introdurre la preghiera mariana. Poco dopo le 17 di giovedì 28 febbraio, ultimo giorno del suo pontificato, Benedetto XVI ha lasciato il Palazzo apostolico vaticano ed è partito in elicottero alla volta di Castel Gandolfo. Là giunto il papa si è affacciato dalla loggia centrale del Palazzo apostolico e ha rivolto ai fedeli che gremivano la piazza antistante le sue ultime parole di saluto. Ne pubblichiamo di seguito la trascrizione.
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Documento - Parte / Inserto
Non abbandono la croce. Saluto di congedo con i cardinali. Giovedì 28 febbraio 2013
di Benedetto XVI
Regno-doc. n.5, 2013, p.156
L’udienza generale di mercoledì 27 febbraio, ultima del pontificato di Benedetto XVI, si è svolta in una piazza San Pietro gremita di pellegrini e alla presenza di numerosi cardinali – già a Roma per il prossimo Conclave –, della curia e del corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. Nella catechesi, il papa ha avuto parole di ringraziamento per tutti e ha confermato la sua ferma fiducia, anche in questa ultima faticosa parte del cammino: «Ho sempre saputo che sulla barca di Pietro c’è il Signore e ho sempre saputo che la barca della Chiesa non è mia, non è nostra, ma è sua. E il Signore non la lascia affondare; è lui che la conduce». Commentando la sua storica rinuncia è parso rispondere implicitamente ad alcune voci levatesi nel dibattito in corso: «Amare la Chiesa significa anche avere il coraggio di fare scelte difficili (…). Non abbandono la croce, ma resto in modo nuovo presso il Signore crocifisso». Alle ore 11 di giovedì 28 febbraio, ultimo giorno del suo pontificato, Benedetto XVI ha poi incontrato i cardinali presenti a Roma per un saluto di congedo al termine del quale il card. Sodano gli ha rivolto parole di omaggio a nome di tutti i presenti.
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Documento - Parte / Inserto
Non abbandono la croce. Dio la ricompensi! card. Angelo Sodano
di A. card. Sodano
Regno-doc. n.5, 2013, p.156
L’udienza generale di mercoledì 27 febbraio, ultima del pontificato di Benedetto XVI, si è svolta in una piazza San Pietro gremita di pellegrini e alla presenza di numerosi cardinali – già a Roma per il prossimo Conclave –, della curia e del corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. Nella catechesi, il papa ha avuto parole di ringraziamento per tutti e ha confermato la sua ferma fiducia, anche in questa ultima faticosa parte del cammino: «Ho sempre saputo che sulla barca di Pietro c’è il Signore e ho sempre saputo che la barca della Chiesa non è mia, non è nostra, ma è sua. E il Signore non la lascia affondare; è lui che la conduce». Commentando la sua storica rinuncia è parso rispondere implicitamente ad alcune voci levatesi nel dibattito in corso: «Amare la Chiesa significa anche avere il coraggio di fare scelte difficili (…). Non abbandono la croce, ma resto in modo nuovo presso il Signore crocifisso». Alle ore 11 di giovedì 28 febbraio, ultimo giorno del suo pontificato, Benedetto XVI ha poi incontrato i cardinali presenti a Roma per un saluto di congedo al termine del quale il card. Sodano gli ha rivolto parole di omaggio a nome di tutti i presenti.
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Documento
Testimoni di Cristo, in ascolto. Nota pastorale dopo il Convegno ecclesiale «Aquileia 2»
di I vescovi del Triveneto
Regno-doc. n.5, 2013, p.157
In quel Nord-est del nostro paese caratterizzato da modernizzazione degli stili di vita, vivace intraprendenza economica, un precoce disagio politico che negli anni Novanta favorì l’emergere del leghismo, ma anche da un profondo radicamento ecclesiale fin dalla prima evangelizzazione della penisola: in questo Nord-est, che cosa «lo Spirito dice oggi alle nostre Chiese»? Dopo un lungo e approfondito processo di «discernimento comunitario», che dal 2010 ha impegnato le 15 diocesi del Triveneto nella preparazione del Convegno ecclesiale di Aquileia 2, e dopo la celebrazione di esso un anno fa, i vescovi della regione fanno un bilancio del percorso con una nota pastorale, intitolata Testimoni di Cristo, in ascolto, approvata nell’incontro del 7-8 gennaio e pubblicata il 17. «La situazione di transizione in cui viviamo» richiede «un sapiente discernimento comunitario e coraggiose scelte programmatiche». La direzione prescelta è una nuova evangelizzazione basata sull’accoglienza, in dialogo con le culture del nostro tempo e assumendosi la responsabilità per il bene comune.
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Documento
Attendendo una risposta. I rapporti con Pechino all’esame del prefetto di «Propaganda fide»
di F. card. Filoni
Regno-doc. n.5, 2013, p.162
La «situazione permane grave. Alcuni vescovi e sacerdoti sono segregati o privati della propria libertà (…). Il controllo sulle persone e sulle istituzioni si è acuito » (sulla situazione nei campus universitari, cf. qui a p. 163): è questo il giudizio che il prefetto della Congregazione per ’evangelizzazione dei popoli, card. Fernando Filoni, esprime sulla rivista Tripod – 32(2012) 167 –, espressione del Holy Spirit Study Center di Hong Kong. «I tentativi di dialogo intercorsi fra Roma e Pechino» a cinque anni dalla Lettera ai cattolici cinesi di Benedetto XVI hanno conosciuto almeno «tre recenti pietre d’inciampo». Si tratta dell’VIII Assemblea nazionale dei rappresentanti cattolici del 2010 (cf. Regno-att. 22,2010,737); del controllo sulle nomine dei vescovi da parte del governo, che ha «portato alla scelta di candidati spesso discutibili»; e infine di «consacrazioni episcopali, sia legittime sia illegittime» alle quali sono intervenuti «vescovi illegittimi». Di fronte a tutto questo, la Lettera, proprio per il suo carattere «prevalentemente religioso », rimane «un punto di partenza per il dialogo» che mette «in evidenza la passione del papa per la verità, la giustizia politica e l’amore per il popolo» cinese. Ma ancora «attende una risposta».
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Documento - Parte / Inserto
No all’infiltrazione religiosa nelle università
di M.E. Gandolfi
Regno-doc. n.5, 2013, p.163
Datato 15 maggio 2011 ma messo in rete qualche tempo dopo, è stato tradotto dal cinese all’inglese dall’associazione China Aid con sede negli Stati Uniti, il Documento n. 18 dell’Ufficio generale del Comitato centrale del Partito comunista cinese che offre «suggerimenti per riuscire a contrastare l’uso della religione da parte di stranieri allo scopo d’infiltrarsi negli istituti d’educazione superiore e a fermare le azioni d’evangelizzazione nei campus universitari».
Il testo è visibile a tutti
Documento
La collaborazione tra uomini e donne nella Chiesa. Conferenza episcopale tedesca, assemblea plenaria
di W. card. Kasper
Regno-doc. n.5, 2013, p.166
«Non può la Chiesa fare oggi qualcosa di simile a ciò che avveniva nel III-IV secolo, quando ha creato una sorta di ministero sui generis con le diaconesse per i battesimi delle donne adulte? Non si potrebbe quindi oggi, di fronte alle nuove sfide, prevedere un ministero per le donne, che non fosse quello del diacono, ma piuttosto avesse un proprio profilo, come in passato?». Davanti ai confratelli vescovi tedeschi, riuniti dell’Assemblea plenaria primaverile a Treviri dal 18 al 21 febbraio, il card. Walter Kasper – teologo, già presidente del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani – ha tenuto la relazione introduttiva della giornata di studio su «La collaborazione tra uomini e donne nel servizio e nella vita della Chiesa» (20 febbraio). L’apertura invocata dal teologo ha incontrato il favore della Conferenza episcopale, che in chiusura dell’Assemblea ha emesso un comunicato (qui a p. 168), nel quale afferma l’impegno a «promuovere maggiormente le donne rispettandone la responsabilità, affidata a tutti i cristiani per la vita della Chiesa» e a «far aumentare ulteriormente la quota di donne nelle posizioni di responsabilità», con un bilancio degli sviluppi fissato fra cinque anni.
Il testo è visibile a tutti
Documento - Parte / Inserto
I vescovi tedeschi: più spazio alle donne
di Conferenza episcopale tedesca
Regno-doc. n.5, 2013, p.168
Durante l’Assemblea plenaria primaverile, tenutasi a Treviri dal 18 al 21 febbraio, la Conferenza episcopale tedesca ha affrontato il tema della collaborazione tra uomini e donne nella vita e nel servizio della Chiesa. Al termine della riflessione, il 21 febbraio, ha emesso la dichiarazione che pubblichiamo di seguito in una nostra traduzione dal tedesco.
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Documento
Governo e bene comune. Simposio conferenze episcopali di Africa e Madagascar, lettera pastorale
di Simposio delle conferenze episcopali di Africa e Madagascar - SCEAM
Regno-doc. n.5, 2013, p.176
Per salvare l’Africa occorre «convertirsi al buon governo»: è questo l’appello che rivolgono i vescovi dell’intero continente ai politici e ai leader dei governi con la lettera pastorale Sistemi di governo, bene comune e transizioni democratiche in Africa, resa pubblica lo scorso febbraio (Regno-att. 4,2013,85). Mentre i vescovi plaudono alla «stabilità politica» e allo sviluppo democratico di «alcuni paesi (…), resta ancora molto da fare per rafforzare la credibilità di alcune di queste elezioni». Inoltre «l’Africa resta un continente povero» anche perché «multinazionali straniere», anche con la complicità di «alcuni dirigenti» locali, continuano a «depredare il continente delle sue risorse». Per questo occorre utilizzare gli strumenti democratici, attingendo «anche alla saggezza dei sistemi e delle strutture africani tradizionali di governo», per evitare il prevalere degli interessi «egoistici» di pochi. E occorre anche promuovere un’idea di cittadinanza come un vero «bene comune», considerando «fratello e sorella» ogni uomo, «oltre frontiere statali, politiche, tribali o religiose».
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Documento - Parte / Inserto
Governo e bene comune. Non possiamo rimanere indifferenti. Lettera di presentazione
di Simposio delle conferenze episcopali di Africa e Madagascar - G. Mbilingi
Regno-doc. n.5, 2013, p.176
Per salvare l’Africa occorre «convertirsi al buon governo»: è questo l’appello che rivolgono i vescovi dell’intero continente ai politici e ai leader dei governi con la lettera pastorale Sistemi di governo, bene comune e transizioni democratiche in Africa, resa pubblica lo scorso febbraio (Regno-att. 4,2013,85). Mentre i vescovi plaudono alla «stabilità politica» e allo sviluppo democratico di «alcuni paesi (…), resta ancora molto da fare per rafforzare la credibilità di alcune di queste elezioni». Inoltre «l’Africa resta un continente povero» anche perché «multinazionali straniere», anche con la complicità di «alcuni dirigenti» locali, continuano a «depredare il continente delle sue risorse». Per questo occorre utilizzare gli strumenti democratici, attingendo «anche alla saggezza dei sistemi e delle strutture africani tradizionali di governo», per evitare il prevalere degli interessi «egoistici» di pochi. E occorre anche promuovere un’idea di cittadinanza come un vero «bene comune», considerando «fratello e sorella» ogni uomo, «oltre frontiere statali, politiche, tribali o religiose».
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Documento - Parte / Inserto
Governo e bene comune. Transizioni democratiche. Lettera pastorale
di Simposio delle conferenze episcopali di Africa e Madagascar - P. card. Pengo
Regno-doc. n.5, 2013, p.177
Per salvare l’Africa occorre «convertirsi al buon governo»: è questo l’appello che rivolgono i vescovi dell’intero continente ai politici e ai leader dei governi con la lettera pastorale Sistemi di governo, bene comune e transizioni democratiche in Africa, resa pubblica lo scorso febbraio (Regno-att. 4,2013,85). Mentre i vescovi plaudono alla «stabilità politica» e allo sviluppo democratico di «alcuni paesi (…), resta ancora molto da fare per rafforzare la credibilità di alcune di queste elezioni». Inoltre «l’Africa resta un continente povero» anche perché «multinazionali straniere», anche con la complicità di «alcuni dirigenti» locali, continuano a «depredare il continente delle sue risorse». Per questo occorre utilizzare gli strumenti democratici, attingendo «anche alla saggezza dei sistemi e delle strutture africani tradizionali di governo», per evitare il prevalere degli interessi «egoistici» di pochi. E occorre anche promuovere un’idea di cittadinanza come un vero «bene comune», considerando «fratello e sorella» ogni uomo, «oltre frontiere statali, politiche, tribali o religiose».
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Documento
La Chiesa in America Latina: questioni aperte. Congresso continentale di teologia di Porto Alegre
di V. Codina
Regno-doc. n.5, 2013, p.185
La recezione originale, effettiva e conflittuale del concilio Vaticano II in America Latina «non è stata una mera assimilazione», ma una rilettura creativa «a partire dal basso, dai poveri, dal rovescio della storia». Tuttavia oggi i termini nei quali il Concilio aveva impostato il proprio discorso «sono diventati stretti, e in qualche modo superati: il problema oggi non è tanto la Chiesa, ma Dio…». Così procede l’argomentazione di Victor Codina, teologo gesuita, nella sua relazione al Congresso continentale di teologia tenutosi a Porto Alegre (Brasile) dal 7 all’11 ottobre scorsi (cf. ampiamente Regno-att. 20,2012,705ss). Da qui la preoccupazione, indicata dalla Conferenza generale di Aparecida (2007), di porre l’America Latina, pur segnata «da una forte religiosità popolare fondata su grandi valori cristiani», in uno stato di «missione inter gentes», così da radicare in una nuova comprensione teologica dello Spirito Santo la costruzione di «una Chiesa nazarena, povera, semplice, solidale e pasquale».
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Documento
Il Regno Documenti 5 2013 - La rivista completa in un unico file
di Redazione
Regno-doc. n.5, 2013, p.192
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Custodia, servizio, unità, amicizia, povertà, pace, periferie, sorprese, misericordia… Insieme a una serie di gesti simbolici ed evocativi, sono alcune parole, semplici ma precise, «come se le domande a cui cerca di dare risposta le avesse presenti da sempre» (cf. Regno-att. 6,2013,121), ad aver caratterizzato i primi interventi pubblici di Francesco dopo che il Conclave lo ha eletto, il 13 marzo 2013, vescovo di Roma e sommo pontefice della Chiesa universale. Ne offriamo qui ampia documentazione, lungo un arco che va dall’omelia alla messa d’inizio del ministero petrino (19 marzo) a quella alla messa d’insediamento sulla cathedra romana, a San Giovanni in Laterano (7 aprile), e dal discorso ai rappresentanti dei media (16 marzo) a quello rivolto al corpo diplomatico (22 marzo). Alcune di queste parole ritornano anche nei punti essenziali dell’intervento che l’ancora card. Bergoglio pronunciò in Congregazione generale, il 7 marzo, e nella breve lettera che Francesco, primo papa gesuita, ha inviato il 16 marzo al confratello preposito generale della Compagnia di Gesù p. Nicolás (cf. riquadri alle pp. 194 e 198).
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Documento - Parte / Inserto
Nel mio cuore. Custodire (Omelia d’inizio del ministero petrino)
di Francesco
Regno-doc. n.7, 2013, p.193
Custodia, servizio, unità, amicizia, povertà, pace, periferie, sorprese, misericordia… Insieme a una serie di gesti simbolici ed evocativi, sono alcune parole, semplici ma precise, «come se le domande a cui cerca di dare risposta le avesse presenti da sempre» (cf. Regno-att. 6,2013,121), ad aver caratterizzato i primi interventi pubblici di Francesco dopo che il Conclave lo ha eletto, il 13 marzo 2013, vescovo di Roma e sommo pontefice della Chiesa universale. Ne offriamo qui ampia documentazione, lungo un arco che va dall’omelia alla messa d’inizio del ministero petrino (19 marzo) a quella alla messa d’insediamento sulla cathedra romana, a San Giovanni in Laterano (7 aprile), e dal discorso ai rappresentanti dei media (16 marzo) a quello rivolto al corpo diplomatico (22 marzo). Alcune di queste parole ritornano anche nei punti essenziali dell’intervento che l’ancora card. Bergoglio pronunciò in Congregazione generale, il 7 marzo, e nella breve lettera che Francesco, primo papa gesuita, ha inviato il 16 marzo al confratello preposito generale della Compagnia di Gesù p. Nicolás (cf. riquadri alle pp. 194 e 198).
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La Chiesa esca da se stessa
di J.M. Bergoglio
Regno-doc. n.7, 2013, p.194
Ben pochi, specie tra gli osservatori italiani, avevano preso in considerazione, il 7 marzo scorso, a cinque giorni dall’inizio del Conclave, l‘intervento alla Congregazione generale dell’allora card. Bergoglio, che invece destò grande impressione nel Collegio cardinalizio. Il 23 marzo l’arcivescovo de L’Avana, card. J.L. Ortega y Alamino, ne ha riferito ai presbiteri e ai fedeli riuniti per la messa crismale, rendendo pubblico – con il consenso del papa – il testo in cui l’autore sintetizzò, su richiesta del confratello cubano, i quattro punti essenziali di quel discorso pronunciato «a braccio» (Avvenire 27.3.2013, 3; L’Osservatore romano 28.3.2013, 7).
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Nel mio cuore. Una lettura in prospettiva (Discorso ai rappresentanti dei media)
di Francesco
Regno-doc. n.7, 2013, p.195
Custodia, servizio, unità, amicizia, povertà, pace, periferie, sorprese, misericordia… Insieme a una serie di gesti simbolici ed evocativi, sono alcune parole, semplici ma precise, «come se le domande a cui cerca di dare risposta le avesse presenti da sempre» (cf. Regno-att. 6,2013,121), ad aver caratterizzato i primi interventi pubblici di Francesco dopo che il Conclave lo ha eletto, il 13 marzo 2013, vescovo di Roma e sommo pontefice della Chiesa universale. Ne offriamo qui ampia documentazione, lungo un arco che va dall’omelia alla messa d’inizio del ministero petrino (19 marzo) a quella alla messa d’insediamento sulla cathedra romana, a San Giovanni in Laterano (7 aprile), e dal discorso ai rappresentanti dei media (16 marzo) a quello rivolto al corpo diplomatico (22 marzo). Alcune di queste parole ritornano anche nei punti essenziali dell’intervento che l’ancora card. Bergoglio pronunciò in Congregazione generale, il 7 marzo, e nella breve lettera che Francesco, primo papa gesuita, ha inviato il 16 marzo al confratello preposito generale della Compagnia di Gesù p. Nicolás (cf. riquadri alle pp. 194 e 198).
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Nel mio cuore. Per l’unità nell’amicizia (Ai rappresentanti delle Chiese e di altre religioni)
di Francesco
Regno-doc. n.7, 2013, p.196
Custodia, servizio, unità, amicizia, povertà, pace, periferie, sorprese, misericordia… Insieme a una serie di gesti simbolici ed evocativi, sono alcune parole, semplici ma precise, «come se le domande a cui cerca di dare risposta le avesse presenti da sempre» (cf. Regno-att. 6,2013,121), ad aver caratterizzato i primi interventi pubblici di Francesco dopo che il Conclave lo ha eletto, il 13 marzo 2013, vescovo di Roma e sommo pontefice della Chiesa universale. Ne offriamo qui ampia documentazione, lungo un arco che va dall’omelia alla messa d’inizio del ministero petrino (19 marzo) a quella alla messa d’insediamento sulla cathedra romana, a San Giovanni in Laterano (7 aprile), e dal discorso ai rappresentanti dei media (16 marzo) a quello rivolto al corpo diplomatico (22 marzo). Alcune di queste parole ritornano anche nei punti essenziali dell’intervento che l’ancora card. Bergoglio pronunciò in Congregazione generale, il 7 marzo, e nella breve lettera che Francesco, primo papa gesuita, ha inviato il 16 marzo al confratello preposito generale della Compagnia di Gesù p. Nicolás (cf. riquadri alle pp. 194 e 198).
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Segno di stima e di vicinanza
di A. Nocolas, Francesco
Regno-doc. n.7, 2013, p.198
La «novità» dell’elezione di un religioso gesuita al soglio di Pietro è stata sottolineata, nei giorni immediatamente successivi, da un breve ma intenso carteggio pubblico intercorso tra il preposito generale della Compagnia di Gesù, p. Nicolás, e lo stesso papa Bergoglio (testo spagnolo della Dichiarazione in www.sjweb.info; testo italiano della Lettera in www.vatican.va).
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Nel mio cuore. Contro la povertà, per la pace (Discorso al corpo diplomatico)
di Francesco
Regno-doc. n.7, 2013, p.199
Custodia, servizio, unità, amicizia, povertà, pace, periferie, sorprese, misericordia… Insieme a una serie di gesti simbolici ed evocativi, sono alcune parole, semplici ma precise, «come se le domande a cui cerca di dare risposta le avesse presenti da sempre» (cf. Regno-att. 6,2013,121), ad aver caratterizzato i primi interventi pubblici di Francesco dopo che il Conclave lo ha eletto, il 13 marzo 2013, vescovo di Roma e sommo pontefice della Chiesa universale. Ne offriamo qui ampia documentazione, lungo un arco che va dall’omelia alla messa d’inizio del ministero petrino (19 marzo) a quella alla messa d’insediamento sulla cathedra romana, a San Giovanni in Laterano (7 aprile), e dal discorso ai rappresentanti dei media (16 marzo) a quello rivolto al corpo diplomatico (22 marzo). Alcune di queste parole ritornano anche nei punti essenziali dell’intervento che l’ancora card. Bergoglio pronunciò in Congregazione generale, il 7 marzo, e nella breve lettera che Francesco, primo papa gesuita, ha inviato il 16 marzo al confratello preposito generale della Compagnia di Gesù p. Nicolás (cf. riquadri alle pp. 194 e 198).
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Documento - Parte / Inserto
Nel mio cuore. L’unzione giunga alle periferie (Omelia alla messa del crisma)
di Francesco
Regno-doc. n.7, 2013, p.200
Custodia, servizio, unità, amicizia, povertà, pace, periferie, sorprese, misericordia… Insieme a una serie di gesti simbolici ed evocativi, sono alcune parole, semplici ma precise, «come se le domande a cui cerca di dare risposta le avesse presenti da sempre» (cf. Regno-att. 6,2013,121), ad aver caratterizzato i primi interventi pubblici di Francesco dopo che il Conclave lo ha eletto, il 13 marzo 2013, vescovo di Roma e sommo pontefice della Chiesa universale. Ne offriamo qui ampia documentazione, lungo un arco che va dall’omelia alla messa d’inizio del ministero petrino (19 marzo) a quella alla messa d’insediamento sulla cathedra romana, a San Giovanni in Laterano (7 aprile), e dal discorso ai rappresentanti dei media (16 marzo) a quello rivolto al corpo diplomatico (22 marzo). Alcune di queste parole ritornano anche nei punti essenziali dell’intervento che l’ancora card. Bergoglio pronunciò in Congregazione generale, il 7 marzo, e nella breve lettera che Francesco, primo papa gesuita, ha inviato il 16 marzo al confratello preposito generale della Compagnia di Gesù p. Nicolás (cf. riquadri alle pp. 194 e 198).
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Documento - Parte / Inserto
Nel mio cuore. Le sorprese di Dio (Omelia all’insediamento sulla cathedra romana)
di Francesco
Regno-doc. n.7, 2013, p.202
Custodia, servizio, unità, amicizia, povertà, pace, periferie, sorprese, misericordia… Insieme a una serie di gesti simbolici ed evocativi, sono alcune parole, semplici ma precise, «come se le domande a cui cerca di dare risposta le avesse presenti da sempre» (cf. Regno-att. 6,2013,121), ad aver caratterizzato i primi interventi pubblici di Francesco dopo che il Conclave lo ha eletto, il 13 marzo 2013, vescovo di Roma e sommo pontefice della Chiesa universale. Ne offriamo qui ampia documentazione, lungo un arco che va dall’omelia alla messa d’inizio del ministero petrino (19 marzo) a quella alla messa d’insediamento sulla cathedra romana, a San Giovanni in Laterano (7 aprile), e dal discorso ai rappresentanti dei media (16 marzo) a quello rivolto al corpo diplomatico (22 marzo). Alcune di queste parole ritornano anche nei punti essenziali dell’intervento che l’ancora card. Bergoglio pronunciò in Congregazione generale, il 7 marzo, e nella breve lettera che Francesco, primo papa gesuita, ha inviato il 16 marzo al confratello preposito generale della Compagnia di Gesù p. Nicolás (cf. riquadri alle pp. 194 e 198).
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Documento
Il laboratorio di talenti. Nota pastorale sul valore e la missione degli oratori
di E. Solmi, C. Giuliodori, Conferenza episcopale italiana
Regno-doc. n.7, 2013, p.205
Gli oratori «sono ponti tra la Chiesa e la strada». Lo ha affermato mons. Giuliodori nel presentare – lo scorso 5 aprile, nella sede di Radio vaticana – la Nota pastorale sul valore e la missione degli oratori curata da due Commissioni episcopali della CEI, quella per la Cultura e le comunicazioni sociali e quella per la famiglia e la vita. Inserita nel percorso degli orientamenti pastorali del decennio sull’«educare alla vita buona del Vangelo » (cf. Regno-doc. 19,2010,601ss), la nota intende «riconoscere e sostenere il peculiare valore dell’oratorio» – istituzione che vanta 450 anni di esperienza – «nell’accompagnamento della crescita umana e spirituale delle nuove generazioni». Il testo si struttura in tre parti dedicate rispettivamente alla «memoria viva» delle solide radici dell’esperienza oratoriana; ai fondamenti, alle dinamiche e allo stile dell’educare in oratorio (con una «convinta valorizzazione del gioco, della musica, del teatro, dello sport, della natura, del volontariato e della solidarietà»), e alla «responsabilità ecclesiale» verso quei permanenti «laboratori educativi», che gli oratori «sono stati, sono ancora» e devono diventare sempre più.
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Documento - Parte / Inserto
Consiglio permanente CEI - Nomine
di Episcopato italiano
Regno-doc. n.7, 2013, p.216
Si è svolta a Roma, tra il 18 e il 19 marzo, la sessione primaverile del Consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana. «Una sessione essenziale, recita il Messaggio finale, caratterizzata dagli eventi che nelle ultime settimane hanno scandito la vita della Chiesa». Su tutte, spicca l’elezione di papa Francesco a cui i vescovi italiani, alla fine dei lavori, hanno indirizzato un messaggio nel quale si parla di «speciale sintonia (…) che ci rende testimoni privilegiati della sua missione, primi destinatari della sua premura e del suo magistero». Tra le altre cose, il Consiglio permanente ha proceduto alle seguenti nomine (www.chiesacattolica.it):
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Documento
L’intesa con gli induisti entra in vigore. { Repubblica italiana - Unione induista italiana }
di G. Napolitano
Regno-doc. n.7, 2013, p.222
Con la legge n. 246 del 31 dicembre 2012, entrata in vigore il 1° febbraio 2013, il Parlamento ha approvato le Norme per la regolazione dei rapporti tra lo stato e l’Unione induista italiana, Sanatana Dharma Samgha, in attuazione dell’art. 8, terzo comma, della Costituzione. L’intesa era stata firmata nel 2007 dall’avv. Franco Di Maria per l’Unione induista italiana (UII) e dal presidente del Consiglio Romano Prodi. Il provvedimento approvato regola gli ambiti nei quali la pratica religiosa dei circa 135.000 induisti in Italia entra in contatto con l’ordinamento giuridico del paese: riconosce l’autonomia dell’UII, il diritto all’obiezione di coscienza al servizio militare, la possibilità di prestare assistenza spirituale ai fedeli in ospedale e in carcere, il diritto di istituire scuole, le prerogative dei ministri di culto, gli effetti civili dei matrimoni religiosi, la partecipazione all’otto per mille dell’IRPEF sia sulla base delle scelte espresse dai contribuenti sia – in proporzione – sulla base di quelle non espresse.
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Documento - Parte / Inserto
Le altre intese firmate in Italia
di Redazione
Regno-doc. n.7, 2013, p.224
Con la legge n. 246 del 31 dicembre 2012, entrata in vigore il 1° febbraio 2013, il Parlamento ha approvato le Norme per la regolazione dei rapporti tra lo stato e l’Unione induista italiana, Sanatana Dharma Samgha, in attuazione dell’art. 8, terzo comma, della Costituzione. L’intesa era stata firmata nel 2007 dall’avv. Franco Di Maria per l’Unione induista italiana (UII) e dal presidente del Consiglio Romano Prodi. Il provvedimento approvato regola gli ambiti nei quali la pratica religiosa dei circa 135.000 induisti in Italia entra in contatto con l’ordinamento giuridico del paese: riconosce l’autonomia dell’UII, il diritto all’obiezione di coscienza al servizio militare, la possibilità di prestare assistenza spirituale ai fedeli in ospedale e in carcere, il diritto di istituire scuole, le prerogative dei ministri di culto, gli effetti civili dei matrimoni religiosi, la partecipazione all’otto per mille dell’IRPEF sia sulla base delle scelte espresse dai contribuenti sia – in proporzione – sulla base di quelle non espresse.
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Eutanasia del legame sociale. Dichiarazione dell’episcopato belga
di I vescovi del Belgio
Regno-doc. n.7, 2013, p.227
Il nostro «rifiuto dell’eutanasia non è la scelta della sofferenza, né quella di fare soffrire, e nemmeno quella di lasciare soffrire», dicono i vescovi del Belgio in un dichiarazione resa nota lo scorso 6 marzo e intitolata Si può sottoporre a eutanasia il legame sociale? È infatti in discussione nel paese, dopo la depenalizzazione dell’eutanasia per gli adulti consenzienti nel 2002 (cf. Regno-att. 12,2002,408), un progetto di legge per estenderla anche ai minori – con o senza il consenso dei genitori – e ai malati mentali. La questione verte, naturalmente, attorno alla possibilità di esprimere un consenso valido. Ma – dicono i vescovi – anche se il consenso vi fosse, «è questa la società che vogliamo?». Una società prigioniera della propria «solitudine » che a maggiore ragione colpisce i membri più fragili. L’eutanasia delle persone fragili – concludono i vescovi – «contraddice la nostra umanità più profonda» proprio laddove dovrebbe «manifestare una solidarietà più stretta».
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Documento
Dalla parte dei figli. La Chiesa cattolica del Lussemburgo sul matrimonio omosessuale
di Commissione diocesana per la pastorale familiare
Regno-doc. n.7, 2013, p.229
«Procreare non è riprodurre (…). Diventare padre o madre (…) non è in nessun modo riducibile a un atto biologico o tecnico. Si tratta di un’unione di corpi, di parole e di mistero». Così il nucleo centrale della dichiarazione della Commissione diocesana per la pastorale familiare della Chiesa cattolica del Lussemburgo, rilasciata lo scorso 15 marzo in merito al dibattito che anche in questo piccolo stato sta avendo luogo sulla possibilità di estendere l’istituto matrimoniale alle coppie dello stesso sesso, con tutte le conseguenze relative alla filiazione. Da questo breve testo emerge anche un’altra riflessione interessante: gli «studi che dimostrerebbero che la composizione familiare non ha effetti sullo sviluppo psicologico dei bambini» o che «i genitori omosessuali sarebbero educatori (…) validi» quanto i genitori eterosessuali, a parte la questione del loro «valore scientifico», non possono ancora valutare un dato fondamentale sui figli di coppie omosessuali: quello relativo alla loro filiazione, quando (e come), cioè, decideranno di diventare essi stessi padri o madri.
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Documento
Una Costituzione da riformare. Conferenza episcopale del Vietnam alla revisione della Costituzione
di Conferenza episcopale del Vietnam
Regno-doc. n.7, 2013, p.232
In risposta alla consultazione avviata dall’Assemblea nazionale, con una coraggiosa scelta pubblica i vescovi cattolici del Vietnam hanno proposto un proprio contributo alla revisione della Costituzione del 1992, mettendo esplicitamente in questione il monopolio del Partito comunista e dell’ideologia marxista-leninista e chiedendo coerenza nella difesa dei diritti umani affermati dal testo costituzionale. Il documento, intitolato I vescovi cattolici del Vietnam trasmettono le loro osservazioni e contributi riguardo al progetto d’emendamento della Costituzione del 1992 (emendamento 2013), è stato inviato il 1° marzo 2013 al Comitato di redazione del progetto d’emendamento della Costituzione del 1992, ed è stato elaborato dal Comitato permanente della Conferenza episcopale del Vietnam. Pubblicato in lingua vietnamita sul sito della Conferenza episcopale (hdgmvietnam.org), è stato integralmente tradotto in francese dalla redazione di Églises d’Asie, l’agenzia d’informazione della Società per le Missioni estere di Parigi.
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Documento
Salvaguardare le risorse idriche europee. Programma quadro della Commissione europea
di Commissione europea
Regno-doc. n.7, 2013, p.235
A partire dal 2000, con la Direttiva sulle acque l’Unione Europea «ha affrontato per la prima volta in modo globale i rischi cui sono esposte le acque» del suo territorio, «mettendo in evidenza che la gestione va ben oltre le questioni di distribuzione e trattamento delle acque». Occorre infatti tenere conto della «gestione del suolo», della «pianificazione territoriale adottata dagli stati membri» e alle concrete disponibilità finanziarie. La direttiva mirava a «raggiungere un buono stato delle acque entro il 2015» e ciò sarà possibile per il 53% delle acque. Per il 47% rimanente si rendono «necessari ulteriori interventi», che sono oggetto del presente Programma quadro firmato dalla Commissione europea e reso noto il 14 novembre 2012. In particolare le «principali cause dei pericoli per lo stato delle acque» sono legate alla modalità di gestione di una serie di eventi collegati tra loro (cambiamenti climatici, uso del suolo, produzione energetica, industria, agricoltura e turismo, sviluppo urbano, cambiamenti demografici) da considerare in un’ottica «ecocompatibile» e più efficiente dal punto di vista della «gestione delle risorse idriche».
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Documento
Dell’universale e delle particolarità. Lezione di commiato di Pierre Gisel all’Università di Losanna
di P. Gisel
Regno-doc. n.7, 2013, p.249
Lo scorso 9 novembre, davanti alla Facoltà di Teologia e di scienze delle religioni dell’Università di Losanna, dove è docente dal 1976, il teologo Pierre Gisel ha tenuto la sua lezione di commiato sul tema: Resistenze delle particolarità e trappole dell’universale. Per un utilizzo sovversivo dei corpi, delle tradizioni e dei confini. Gisel entra nel cuore della modernità occidentale – e del cristianesimo stesso –, là dove «particolarità identitarie ed ereditarie» convivono in tensione con una pulsione al loro superamento (cui «fanno resistenza»). Ma l’universale verso cui ci si dirige nasconde – nella tendenza a «integrare» o assimilare l’alterità – delle «trappole» (forme di omogeneizzazione e banalizzazione), «o peggio ancora» (violenza). L’analisi parte da concrete realtà religiose, che la «secolarizzazione» non sembra affatto superare, ma anzi produrre in nuove forme «fuori dal religioso», e le interroga quale «forza critica» dell’antropologico e del sociale. «L’invito è a puntare al cuore delle particolarità in gioco» per aprire, in una stagione di crisi «costante e poco produttiva», un diverso interrogativo «sull’umano e sulla società».
L'ultimo numero (Regno-doc. n.11, 2013)
Documento
Uscite verso le periferie dell’esistenza. Veglia di Pentecoste con movimenti, associazioni e laici
di Francesco
Regno-doc. n.11, 2013, p.321
«Quante volte Gesù è dentro e bussa alla porta per uscire, per uscire fuori, e noi non lo lasciamo uscire, per le nostre sicurezze, perché tante volte siamo chiusi in strutture caduche, che servono soltanto per farci schiavi, e non liberi figli di Dio?». È risuonato con forza e ripetutamente l’invito perentorio del papa a «uscire fuori», verso le «periferie esistenziali», durante la veglia di Pentecoste celebrata – lo scorso 18 maggio – insieme ai movimenti, alle nuove comunità, alle associazioni e alle aggregazioni laicali, in pellegrinaggio a Roma in occasione dell’Anno della fede. Dopo il saluto del presidente del Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, mons. Fisichella, Francesco ha risposto a quattro domande sul tema della fede, ribadendo l’assoluta centralità di Gesù nella vita del credente, l’importanza della preghiera, l’urgenza della testimonianza, soprattutto verso i poveri, fino al martirio. «Noi non possiamo restare tranquilli! Non possiamo diventare cristiani inamidati (…), che parlano di cose teologiche mentre prendono il tè, tranquilli. No! Noi dobbiamo diventare cristiani coraggiosi e andare a cercare quelli che sono proprio la carne di Cristo (…), toccare la carne di Cristo, prendere su di noi il dolore per i poveri».
Documento
Contro le attività illegali in campo finanziario/3. 1° rapporo Autorità informazione finanziaria
di R. Brülhart
Regno-doc. n.11, 2013, p.326
Il 22 maggio l’Autorità d’informazione finanziaria (AIF), istituita da Benedetto XVI (dicembre 2010) e presieduta dal card. Attilio Nicora (gennaio 2011), ha presentato il 1o Rapporto, relativo all’anno 2012, nella persona del suo direttore René Brülhart, nominato il 7 novembre scorso dallo stesso Nicora. L’AIF, come istituzione collegata alla Santa Sede che per statuto opera per la trasparenza finanziaria e contro il riciclaggio, vigilando su tutte le «attività di natura finanziaria» dei «dicasteri della curia romana» – cosicché anche lo IOR, si specifica, è «sottoposto alla vigilanza dell’AIF» – e degli altri enti vaticani che collaborano con questi ultimi, rende noto che nel 2012 sono state 6 le segnalazioni di attività sospette e che il flusso di denaro in uscita, che dal 2010 viene registrato (1.782 «dichiarazioni in uscita»), è molto maggiore di quello in entrata (598). Dopo il vaglio delle istituzioni comunitarie europee, l’AIF ha firmato protocolli d’intesa con Belgio e Spagna, ha fatto domanda per entrare nel Gruppo di Egmont e ha emanato 5 regolamenti e 6 istruzioni.
Documento
Pulsare con il cuore di papa Francesco. LXV Assemblea generale della CEI
di Francesco, Episcopato italiano
Regno-doc. n.11, 2013, p.332
«Il dialogo con le istituzioni culturali, sociali, politiche, è un compito vostro (…). Anche il lavoro di fare forte le conferenze regionali, perché siano la voce di tutte le regioni (…). Anche il lavoro, (…) per ridurre un po’ il numero delle diocesi tanto pesanti. Non è facile, ma c’è una commissione per questo». Le parole del papa ai vescovi italiani, che indicano un cammino e assegnano responsabilità precise alla Conferenza episcopale, sono state al cuore della LXV Assemblea generale della CEI, celebrata a Roma dal 20 al 24 maggio. Il gesto significativo e solenne di rinnovare la professio fidei insieme al successore di Pietro (23 maggio) ha suggellato i lavori, durante i quali i vescovi si sono confrontati con un paese «segnato dalla povertà di prospettive e dalla mancanza di lavoro, che lacerano la carne della gente». Una situazione che richiede assistenza, ma anche «segni di prossimità», molto spesso già «posti dai parroci e dalle comunità cristiane», e un «rinnovato impegno per il compito educativo», direzione nella quale è stata approfondita la figura degli educatori nella comunità cristiana. L’Assemblea generale ha definito inoltre tema e titolo del prossimo Convegno ecclesiale nazionale di Firenze 2015, che sarà: «In Gesù Cristo il nuovo umanesimo».
Documento - Parte / Inserto
Pulsare con il cuore di papa Francesco. Il papa ai vescovi italiani
di Francesco
Regno-doc. n.11, 2013, p.332
«Il dialogo con le istituzioni culturali, sociali, politiche, è un compito vostro (…). Anche il lavoro di fare forte le conferenze regionali, perché siano la voce di tutte le regioni (…). Anche il lavoro, (…) per ridurre un po’ il numero delle diocesi tanto pesanti. Non è facile, ma c’è una commissione per questo». Le parole del papa ai vescovi italiani, che indicano un cammino e assegnano responsabilità precise alla Conferenza episcopale, sono state al cuore della LXV Assemblea generale della CEI, celebrata a Roma dal 20 al 24 maggio. Il gesto significativo e solenne di rinnovare la professio fidei insieme al successore di Pietro (23 maggio) ha suggellato i lavori, durante i quali i vescovi si sono confrontati con un paese «segnato dalla povertà di prospettive e dalla mancanza di lavoro, che lacerano la carne della gente». Una situazione che richiede assistenza, ma anche «segni di prossimità», molto spesso già «posti dai parroci e dalle comunità cristiane», e un «rinnovato impegno per il compito educativo», direzione nella quale è stata approfondita la figura degli educatori nella comunità cristiana. L’Assemblea generale ha definito inoltre tema e titolo del prossimo Convegno ecclesiale nazionale di Firenze 2015, che sarà: «In Gesù Cristo il nuovo umanesimo».
Documento - Parte / Inserto
La gioia di un incontro atteso
di A. card. Bagnasco
Regno-doc. n.11, 2013, p.333
Giovedì 23 maggio, alle ore 18, papa Francesco ha presieduto la solenne Professione di fede dell’episcopato italiano, riunito nella LXV Assemblea generale. All’inizio della celebrazione nella Basilica vaticana il presidente della CEI, card. Angelo Bagnasco, ha rivolto al papa il seguente indirizzo di saluto.
Documento - Parte / Inserto
Pulsare con il cuore di papa Francesco. Comunicato finale (della LXV Assemblea generale)
di Episcopato italiano
Regno-doc. n.11, 2013, p.334
«Il dialogo con le istituzioni culturali, sociali, politiche, è un compito vostro (…). Anche il lavoro di fare forte le conferenze regionali, perché siano la voce di tutte le regioni (…). Anche il lavoro, (…) per ridurre un po’ il numero delle diocesi tanto pesanti. Non è facile, ma c’è una commissione per questo». Le parole del papa ai vescovi italiani, che indicano un cammino e assegnano responsabilità precise alla Conferenza episcopale, sono state al cuore della LXV Assemblea generale della CEI, celebrata a Roma dal 20 al 24 maggio. Il gesto significativo e solenne di rinnovare la professio fidei insieme al successore di Pietro (23 maggio) ha suggellato i lavori, durante i quali i vescovi si sono confrontati con un paese «segnato dalla povertà di prospettive e dalla mancanza di lavoro, che lacerano la carne della gente». Una situazione che richiede assistenza, ma anche «segni di prossimità», molto spesso già «posti dai parroci e dalle comunità cristiane», e un «rinnovato impegno per il compito educativo», direzione nella quale è stata approfondita la figura degli educatori nella comunità cristiana. L’Assemblea generale ha definito inoltre tema e titolo del prossimo Convegno ecclesiale nazionale di Firenze 2015, che sarà: «In Gesù Cristo il nuovo umanesimo».
Documento
La vita vera di un chicco di grano. Beatificazione di don Giuseppe Puglisi
di I vescovi di Sicilia, P. Romeo
Regno-doc. n.11, 2013, p.338
«La sua mitezza – hanno scritto i vescovi siciliani il 23 aprile scorso – e la sua incessante azione missionaria, evangelicamente ispirata, si scontrò con una logica di vita opposta alla fede, quella dei mafiosi i quali ostacolarono la sua azione pastorale, con intimidazioni, minacce e percosse fino a giungere alla sua eliminazione fisica, in odio alla fede», il 15 settembre 1993. Per questo, vent’anni dopo, don Giuseppe Puglisi, parroco a Brancaccio (Palermo), è stato proclamato beato (cf. riquadro a p. 339 e Regno- att. 10,2013,267ss). Il rito di beatificazione si è svolto nel capoluogo siciliano il 25 maggio scorso, presieduto dall’arcivescovo di Palermo, card. Romeo, che nella sua omelia ha sottolineato: «Per portare frutto, il chicco di grano deve morire. “Gesù ha portato molto frutto quando è morto” spiegava il beato Puglisi ad alcuni giovani in ricerca vocazionale… In ogni sua scelta di discepolo, e nei 33 anni della sua vita sacerdotale, il beato Puglisi fu “chicco” perché ogni giorno accolse di morire poco alla volta nel quotidiano spendersi al servizio dei fratelli: in tutti i ministeri confidatigli dal vescovo, il suo fu un donarsi senza riserve, “per Cristo a tempo pieno”, come era solito ribadire».
Documento - Parte / Inserto
La vita vera di un chicco di grano. Beato un mite (Messaggio dei vescovi di Sicilia)
di I vescovi di Sicilia
Regno-doc. n.11, 2013, p.338
«La sua mitezza – hanno scritto i vescovi siciliani il 23 aprile scorso – e la sua incessante azione missionaria, evangelicamente ispirata, si scontrò con una logica di vita opposta alla fede, quella dei mafiosi i quali ostacolarono la sua azione pastorale, con intimidazioni, minacce e percosse fino a giungere alla sua eliminazione fisica, in odio alla fede», il 15 settembre 1993. Per questo, vent’anni dopo, don Giuseppe Puglisi, parroco a Brancaccio (Palermo), è stato proclamato beato (cf. riquadro a p. 339 e Regno- att. 10,2013,267ss). Il rito di beatificazione si è svolto nel capoluogo siciliano il 25 maggio scorso, presieduto dall’arcivescovo di Palermo, card. Romeo, che nella sua omelia ha sottolineato: «Per portare frutto, il chicco di grano deve morire. “Gesù ha portato molto frutto quando è morto” spiegava il beato Puglisi ad alcuni giovani in ricerca vocazionale… In ogni sua scelta di discepolo, e nei 33 anni della sua vita sacerdotale, il beato Puglisi fu “chicco” perché ogni giorno accolse di morire poco alla volta nel quotidiano spendersi al servizio dei fratelli: in tutti i ministeri confidatigli dal vescovo, il suo fu un donarsi senza riserve, “per Cristo a tempo pieno”, come era solito ribadire».
Documento - Parte / Inserto
Beato tra due papi
di I vescovi di Sicilia; P. Romeo
Regno-doc. n.11, 2013, p.339
Documento - Parte / Inserto
Mi appello a voi, uomini della mafia!
di S. Nunnari
Regno-doc. n.11, 2013, p.341
Lasciatevi riconciliare con Dio!». Facendo sua l’esortazione paolina il vescovo di Cosenza-Bisignano, mons. Salvatore Nunnari, si è rivolto lo scorso 8 settembre 2012 ai mafiosi con una dura riflessione pastorale dal titolo «Mi appello a voi, uomini della mafia » (cf. Regno-att. 18,2012,594). In essa ha ricordato più volte la figura di don Puglisi. Ne riportiamo di seguito ampi passaggi.
Documento
Il dono della fede: l’icona dei Magi. 36° Convegno delle Caritas diocesane, Montesilvano (PE)
di B. Forte
Regno-doc. n.11, 2013, p.343
«Educare alla fede per essere testimoni di umanità. “La fede che si rende operosa per mezzo della carità” (Gal 5,6)» era il titolo del 36o convegno nazionale delle Caritas diocesane (Montesilvano [PE] 15-18.4.2013), dove mons. Bruno Forte è intervenuto con una relazione di taglio teologico-
pastorale. Dopo aver preso in considerazione la possibilità di un’educazione alla fede come «cammino coinvolgente» all’incontro con un Dio-fatto uomo, attraverso «l’itinerario catecumenale» rappresentato dal Vangelo di Marco, l’arcivescovo di Chieti – Vasto ha esplicitato il percorso ricorrendo a un’icona biblica: i Magi che giungono a Betlemme «guidati da una stella». Il loro cammino, concluso nel tempo del racconto evangelico, viene dilatato nel l’oggi attraverso la suggestiva riproposizione di versi sulla ricerca della fede scritti da alcuni letterati e poeti del Novecento italiano: Margherita Guidacci, Renzo Barsacchi, Elena Bono, Ada Negri, Giovanni Papini.
Articolo
Ristrutturazioni aziendali: scegliere il dialogo sociale. Commissione famiglia e società
di Conferenza dei vescovi di Francia, J.-L. Brunin
Regno-doc. n.11, 2013, p.349
La crisi che colpisce duramente l’Europa rende necessarie, con frequenza sempre maggiore, ristrutturazioni aziendali dolorose in termini di occupazione. A questo proposito, la Commissione famiglia e società della Conferenza episcopale di Francia, facendo seguito alla riflessione avviata col documento Crescere nella crisi (Regno-doc. 15,2011,458ss), ha pubblicato – lo scorso 17 aprile, durante l’Assemblea plenaria dell’episcopato francese (Parigi, 16-18.5.2013) – una dichiarazione sul tema: Ristrutturazioni aziendali: scegliere il dialogo sociale. Dopo aver richiamato alcuni principi fondamentali della dottrina sociale della Chiesa (il valore del lavoro per la dignità umana e la corresponsabilità di imprenditori, dipendenti e azionisti nella ricerca del «bene comune dell’impresa »), il testo suggerisce – in vista di una buona gestione delle situazioni critiche – di «tenere vivo un dia logo costante fra le parti», orientato soprattutto alla «va lutazione della viabilità delle attività aziendali e dei cambiamenti professionali che possono essere richiesti per la stabilità dello svi luppo dell’azienda». Una pratica d’informazione e confronto che tocca la qua lità delle relazioni uma ne, e nella qua le dovrebbero essere coinvolti anche lo stato e le comunità locali.
Documento
Il Regno Documenti 11 2013. La rivista in un unico file pdf
di Redazione
Regno-doc. n.11, 2013, p.352
A disposizione dei nostri abbonati la possibilità di scaricare il numero completo in un unico file pdf. Buona lettura!
Documento
2017: la Riforma. Dal conflitto alla comunione
di Commissione luterana - cattolica romana sull'unità
Regno-doc. n.11, 2013, p.353
«Cattolici e luterani si rendono conto che… appartengono allo stesso corpo di Cristo. In essi sta germogliando la consapevolezza che il conflitto del XVI secolo è finito. Le ragioni per condannare reciprocamente la fede gli uni degli altri sono tramontate». Nel 2017 ricorreranno i 500 anni dall’affissione delle tesi di Lutero a Wittenberg, e per le Chiese sarà l’occasione da un lato per rievocare l’inizio della Riforma, e dall’altro per riflettere sulla profonda frattura che ne derivò in seno alla Chiesa d’Occidente. Dopo un secolo di ecumenismo e 50 anni di dialoghi tra luterani e cattolici, oggi non vi sono più scomuniche reciproche ma crescente comprensione, rispetto e collaborazione. Con il documento Dal conflitto alla comunione. La commemorazione comune luterana-cattolica della Riforma nel 2017, reso pubblico il 17 giugno, la Commissione luterana - cattolica romana sull’unità propone un racconto condiviso della Riforma e riflette sulle due sfide del 2017: quella della purificazione e guarigione delle memorie, e quella della restaurazione dell’unità cristiana secondo la verità del Vangelo di Gesù.
L'ultimo numero (Regno-doc. n.9, 2014)
Documento
Papi che hanno cambiato la Chiesa. Nella canonizzazione dei beati Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II
di Francesco
Regno-doc. n.9, 2014, p.257
Le parole di papa Francesco nella storica doppia canonizzazione dei beati Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, due papi che hanno cambiato la Chiesa.
Documento - Parte / Inserto
Nella canonizzazione dei beati Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Atto e formula
di Francesco
Regno-doc. n.9, 2014, p.257
Le parole di papa Francesco nella storica doppia canonizzazione dei beati Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, due papi che hanno cambiato la Chiesa.
Documento - Parte / Inserto
Nella canonizzazione dei beati Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Omelia
di Francesco
Regno-doc. n.9, 2014, p.258
Le parole di papa Francesco nella storica doppia canonizzazione dei beati Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, due papi che hanno cambiato la Chiesa.
Documento
Volto di Cristo, volto dell'uomo. Meditazioni per la Via crucis al Colosseo
di Mons. G.M. Bregantini
Regno-doc. n.9, 2014, p.259
«Era una croce pesante, come la notte delle persone abbandonate, pesante come la morte delle persone care, pesante perché riassume tutta la bruttura del male». Le parole pronunciate da papa Francesco (cf. riquadro a p. 263) al termine della Via crucis al Colosseo, da lui presieduta lo scorso Venerdì santo, sono ben riflesse dalla composizione delle meditazioni, nelle quali mons. Giancarlo Maria Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Boiano, ha inserito, per ciascuna stazione, un riferimento forte alle più pesanti «croci» delle donne e degli uomini contemporanei: la diffamazione pubblica, la disoccupazione, il rifiuto se immigrati, i rischi di morte che pesano sui figli, l’inumanità delle carceri,
la violenza subita dalle donne, la paura del futuro, la violenza sessuale
inflitta, anche all’interno della Chiesa, ai più piccoli, l’infermità cronica e terminale, il lutto per la perdita di una persona cara. Ma ha anche evocato la speranza che, alla sequela di Gesù, altre donne e altri
uomini si facciano prossimi delle sorelle e dei fratelli sofferenti e se
ne prendano cura.
Documento - Parte / Inserto
Le parole di papa Francesco al termine della Via crucis 2014
di Francesco
Regno-doc. n.9, 2014, p.263
Il 18 aprile scorso, al termine della Via crucis al Colosseo da lui presieduta, e prima di impartire la benedizione, papa Francesco si è rivolto in forma spontanea ai presenti. Riportiamo di seguito le sue parole (www.vatican.va).
Documento
Siete certi che il Signore lo abbia chiamato? Alla Congregazione per i vescovi
di Francesco
Regno-doc. n.9, 2014, p.266
«Questa Congregazione esiste per assicurarsi che il nome di chi è scelto sia
stato prima di tutto pronunciato dal Signore». La scelta dei pastori del popolo di Dio e i criteri a cui deve ispirarsi è una preoccupazione ricorrente nelle parole del papa. Lo scorso 27 febbraio, alla riunione della Congregazione per i vescovi, Francesco è tornato sul tema. Il vescovo è anzitutto «testimone del Risorto», il «coraggio di morire, la generosità (...) di consumarsi per il gregge» fanno parte del suo DNA; per identificarlo «non serve la contabilità delle doti umane, intellettuali, culturali e nemmeno pastorali». E ancora: «La Chiesa non ha bisogno
di apologeti delle proprie cause né di crociati delle proprie battaglie», ma di pastori autenticamente santi, uomini di pazienza e di preghiera, «fiduciosi seminatori», «custodi della dottrina non per misurare quanto il mondo viva distante dalla verità che essa contiene, ma per affascinare il mondo, per incantarlo con la bellezza dell’amore, per sedurlo con l’offerta della libertà donata dal Vangelo». Aspetti che definiscono, a giudizio del pontefice, «la grande missione affidata alla Congregazione
per i vescovi: identificare coloro che lo stesso Spirito Santo pone
alla guida della sua Chiesa».
Documento - Parte / Inserto
Difficile la conversione dei corrotti. A un gruppo di parlamentari italiani
di Francesco
Regno-doc. n.9, 2014, p.268
Il 27 marzo scorso, alle ore 7, nella Basilica di San Pietro, papa Francesco ha celebrato la messa per un gruppo di oltre 500 parlamentari italiani accompagnati da mons. Lorenzo Leuzzi, rettore della Chiesa di San Gregorio Nazianzeno a Montecitorio. Pubblichiamo di seguito l’omelia del papa nel corso della celebrazione eucaristica (www.vatican.va).
Documento
Come sogni la Chiesa di domani? Lettera pastorale
di Mons. F.G. Brambilla, vescovo di Novara
Regno-doc. n.9, 2014, p.271
«Anche per questa seconda lettera pastorale la nostra domanda di partenza è semplice e immediata: come sogni la Chiesa di domani?». A un anno dalla sua prima lettera, in occasione dell’Anno della fede (cf. Regno-doc. 3,2013,92ss), mons. Brambilla si rivolge ancora alla Chiesa di Novara per «delineare le linee di forza» di un nuovo slancio missionario, «che diventa ogni giorno più urgente». L’icona biblica fondativa (1Ts 1,1-10) suggerisce uno «stile ecclesiale di marca fortemente comunionale» e un’evangelizzazione capace di «assumere l’alfabeto della vita umana» per far risuonare «in essa la Parola cristiana». Attenzione antropologica che vede nei laici i «portatori di una competenza singolare» e, quindi, di una responsabilità specifica con cui la Chiesa deve «confrontarsi coraggiosamente». Nella terza e ultima parte, Brambilla indica le direttrici per la Chiesa di domani: il «volto missionario» della parrocchia – che deve «mutare forma storica», mantenendo gli «elementi fondamentali» –; il cambiamento, graduale ma deciso, del panorama dei «ministeri», che deve «accelerare l’ora dei laici»; la cura per le «nuove famiglie» (primi
anni di matrimonio) e l’impegno rinnovato nella «pastorale giovanile».
Documento
Questionario sulla famiglia: risposte
di Conferenza episcopale del Belgio
Regno-doc. n.9, 2014, p.290
«La crescente distanza fra la famiglia in tutte le sue forme come la conosciamo oggi e l’insegnamento della Chiesa su matrimonio e famiglia
rappresenta, secondo l’inchiesta, la principale preoccupazione»: questa la sintesi delle risposte pervenute in Belgio al questionario allegato al Documento preparatorio della III Assemblea generale straordinaria del Sinodo dei vescovi, che si terrà dal 15 al 19 ottobre su «Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione». D’altro lato, afferma il Rapporto di sintesi della Conferenza episcopale del Belgio sul questionario in vista del Sinodo 2014, pubblicato il 19 febbraio, si chiede «alla Chiesa di ridurre una serie di tensioni fra fede e famiglia, come pure di sostenere quest’ultima affinché possa dar fronte alle evoluzioni sociali inconciliabili con una visione cristiana della famiglia».
Documento
Consultazione sulla famiglia: una sintesi
di Conferenza dei vescovi di Francia
Regno-doc. n.9, 2014, p.295
Sono state raccolte «oltre 2.000 pagine, in prevalenza sintesi provenienti
da 83 diocesi e da movimenti e gruppi, ma anche contributi personali, per preparare la sintesi nazionale inviata a Roma». Queste le cifre riportate lo scorso 20 febbraio da mons. Pierre-Marie Carré, vicepresidente della Conferenza dei vescovi di Francia, nella presentazione
della stessa sintesi, da lui firmata. Ne emerge anzitutto la richiesta di strumenti adeguati a sostenere le famiglie – soprattutto nelle crisi – e l’evidenza di uno «scarto» sensibile tra la vita dei fedeli e le indicazioni del
magistero (i cui testi sono giudicati «normalmente lunghi e complessi»).
«Molti fanno notare che Gesù ha parole molto più severe sul denaro e il
suo utilizzo che sulla sessualità» e ritengono importante far conoscere la «legge della gradualità». Non mancano un accenno al confronto con la legislazione civile, che in Francia «ha moltiplicato le leggi chiaramente in contrasto con le posizioni della Chiesa cattolica», e all’urgenza di farsi carico del diffuso giudizio negativo secondo il quale la Chiesa condannerebbe la sessualità.
Documento
Risposte al questionario sulla famiglia
di Conferenza dei vescovi cattolici del Giappone
Regno-doc. n.9, 2014, p.298
Non mancano di parresia evangelica le parole usate dall’arcivescovo di
Tokyo, mons. Peter Takao Okada, per presentare, il 15 gennaio scorso, la sintesi delle risposte date da vescovi e superiori maggiori del paese
alle domande sulle tematiche del prossimo Sinodo dei vescovi. Dopo una premessa generale – «gli sforzi per l’evangelizzazione del paese hanno prodotto pochi frutti» –, la costatazione è che in Giappone occorra porsi in una prospettiva nuova: «La prassi pastorale della Chiesa deve partire dalla premessa che la convivenza e il matrimonio civile al di fuori della Chiesa sono diventati la norma». Essa quindi «deve essere un luogo nel quale queste coppie possono trovare un’accoglienza che permetta loro di riflettere maggiormente su questi temi». L’arcivescovo, inoltre, critica la «mentalità» con cui «le domande e le tematiche di questo questionario sono state elaborate», che non rispecchia la situazione locale. Per questo – conclude – in questa sorta di «anno della famiglia» convocato dal papa «dobbiamo interrogarci su che cosa significa l’espressione “famiglia cristiana”».
Documento
Verso la riconciliazione e la ricostruizione della nostra nazione
di Conferenza dei vescovi cattolici dello Sri Lanka
Regno-doc. n.9, 2014, p.308
A cinque anni dalla fine della guerra civile che ha contrapposto il governo
di maggioranza singalese all’organizzazione nazionalista delle Tigri per la
liberazione della patria tamil (LTTE), i vescovi cattolici del paese richiamano l’attenzione sull’incompiuto processo di riconciliazione nazionale, con una lettera pastorale intitolata Verso la riconciliazione e la ricostruzione della nostra nazione, pubblicata l’8 dicembre 2013. In essa si rivolgono a tutti i loro concittadini, e in particolare ai leader politici, in quanto credono che «passi significativi debbano essere compiuti per facilitare il clima politico nel Nord e nell’Est del paese, al fine di consentire un rapido ritorno alla vita normale per la gente che è stata colpita dalla guerra. Ritardare e procrastinare porterebbe solo a irrisolvibili ostacoli alla pace». In particolare, non senza un mea culpa per le proprie insufficienze (n. 8), segnalano l’urgenza di applicare le decisioni della Commissione sulle lezioni apprese e la riconciliazione (cf. Regno-att. 10,2011,337), di istituire organismi anti-corruzione e di stabilire un principio di trasparenza e giustizia sugli eventi drammatici della guerra civile.
Documento
Madri surrogate, bambini battezzati?
di Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa
Regno-doc. n.9, 2014, p.318
Il documento della Chiesa ortodossa russa, approvato durante il Santo Sinodo del 25-26 dicembre 2013, fornisce indicazioni ecclesiali sul battesimo dei bambini nati con l’aiuto di una «madre surrogata». Questa
tecnologia riproduttiva biomedica è sempre più diffusa e, nonostante in molti paesi sia consentita dalla legge, continua a essere oggetto di aspri dibattiti nella società. Già il testo adottato dall’Assemblea giubilare dei vescovi nel 2000 conteneva una valutazione complessiva di questa pratica (cf. «Fondamenti della concezione sociale della Chiesa ortodossa russa»; in Supplemento a Regno-doc. 1,2001); qui vengono analizzate con maggiore precisione le casistiche che si posso incontrare nell’attività pastorale, dove è giusto ricordare, da un lato, che «il battesimo è il sacramento di ingresso nella Chiesa e implica un accordo con la sua fede e i suoi insegnamenti » da parte di coloro che lo ricevono – «oltre che la loro partecipazione, in seguito, alla vita della Chiesa» –; non bisogna però dimenticare, dall’altro lato, che «la Chiesa è aperta a tutti coloro che aspirano alla salvezza».
Documento - Parte / Inserto
Chiesa greco-cattolica ucraina: nuovo esarcato
di Santa Sede
Regno-doc. n.9, 2014, p.319
Lo scorso 2 aprile, con un comunicato della Sala stampa della Santa Sede, vengono ufficializzati l’erezione dell’Esarcato arcivescovile di Kharkiv (Ucraina), l’assenso del santo padre all’elezione del primo esarca arcivescovile rev. p. Vasyl Tuchapets, del vescovo eparchiale di Stryj degli Ucraini mons. Taras Senkiv e del vescovo ausiliare di Stryj degli Ucraini p. Bohdan Manyshyn (www.press.vatican.va). La nuova diocesi si trova nell’Est del paese, dov’è avvertita maggiormente l’influenza della Chiesa ortodossa russa, che ha sempre considerato l’Ucraina come proprio «territorio canonico» (cf. Regno-att. 6,2014,162); e dove è maggiore la tensione etnica. La scelta della Santa Sede potrebbe avere contraccolpi sul dialogo ecumenico. Nel 2002 l’erezione dell’esarcato di Donetsk-Kharkiv, da cui ora viene scorporato quello di Kharkiv con un proprio esarca, provocò la forte protesta del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa, con l’accusa alla Chiesa cattolica di «proselitismo». Sulla vicenda cf. ampiamente Regno-doc. 17,2002,529ss.
Articolo
Il Regno - documenti n. 9/2014. La rivista completa
Regno-doc. n.9, 2014, p.320
L'ultimo numero (Regno-doc. n.13, 2014)
Il testo è visibile a tutti
Documento
Per leggere gli Orientamenti. Al Convegno nazionale direttori degli Uffici catechistici diocesani
di Mons. Marcello Semeraro
Regno-doc. n.13, 2014, p.385
Aprendo il Convegno nazionale dei direttori UCD (Bari, 23-26.6.2014),
mons. Semeraro riprende la definizione di «Ecclesia mater» per delineare il
quadro ecclesiologico nel quale inserire gli Orientamenti Incontriamo Gesù. Il percorso che ha portato, nel tempo, a maturare la necessità di questi Orientamenti è stato lungo e articolato, in collegamento con il «Documento di base» del 1970, ma in un’ottica di profondo ripensamento che ha tenuto conto, da una parte, del cammino decennale degli Orientamenti Educare alla vita buona del Vangelo e delle sperimentazioni
catechistiche diocesane e, dall’altra, dell’ampia consultazione delle Conferenze episcopali regionali del 2013, oltre che del recente magistero
dell’Evangelii gaudium. Dopo aver descritto brevemente l’iter previo del testo e la sua fase finale, mons. Semeraro offre un profilo di lettura che sottolinea i nodi pastorali e alcuni punti centrali. Conclude la presentazione ribadendo che l’incontro con Gesù non deve essere formale, ma un «corpo a corpo», affinché la catechesi sia capace di «aprire e mostrare alle donne e agli uomini del nostro tempo, il mistero dell’amore misericordioso del Padre, del cuore di Cristo, del soffio dello Spirito».
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Documento
Incontriamo Gesù Orientamenti per l'annuncio e la catechesi in Italia
di Conferenza episcopale italiana
Regno-doc. n.13, 2014, p.393
Con i nuovi Orientamenti per l’annuncio e la catechesi, approvati
dall’Assemblea generale della CEI il 21 maggio e pubblicati il 29 giugno, i ricchi percorsi di sperimentazione compiuti dalle Chiese italiane nell’ultimo decennio assumono un riferimento unitario che orienterà la trasmissione della fede e il rinnovamento dei catechismi in questa nuova stagione della Chiesa italiana.
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Documento
Il Regno - documenti n. 13/2014. La rivista completa
Regno-doc. n.13, 2014, p.440
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Documento
I temi teologico-pastorali dell'Instrumentum laboris del Sinodo sulla famiglia
di Mons. Bruno Forte
Regno-doc. n.13, 2014, p.441
«Nell’impegno pastorale per la famiglia si vede all’opera un’interessante
reciprocità tra la responsabilità dei pastori e i diversi carismi e ministeri
nella comunità ecclesiale». Lo scorso 26 giugno, nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala stampa vaticana, è stato presentato l’Instrumentum laboris della III Assemblea generale straordinaria del Sinodo dei vescovi, «frutto della recezione attenta e fedele delle risposte al questionario» inviato lo scorso novembre alle conferenze episcopali di tutto il mondo. Dedicata al tema: «Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione», l’Assemblea si svolgerà dal 5 al 19 ottobre prossimi. Alla conferenza stampa di presentazione, il segretario speciale della prossima assise sinodale, l’arcivescovo di Chieti-Vasto mons. Bruno Forte, ha messo a fuoco nel suo intervento i tre maggiori ambiti teologico-pastorali su cui s’incentra il documento: «Il Vangelo della famiglia da proporre nelle circostanze attuali»; la «pastorale familiare da approfondire di fronte alle nuove sfide»; la «relazione generativa ed educativa dei genitori nei confronti dei figli».
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Documento
Famiglia: sfide pastorali ed evangelizzazione. Instrumentum laboris
di III Assemblea generale straordinaria del Sinodo dei vescovi
Regno-doc. n.13, 2014, p.444
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Articolo
Supplemento a Il Regno - documenti n. 13/2014
Regno-doc. n.13, 2014, p.445