
In questo volume sono raccolti lettere, canoni, credo, documenti imperiali e dichiarazioni sinodali circa le questioni teologiche, istituzionali e disciplinari discusse al Concilio di Nicea - non solo la controversia "ariana". Il libro comprende testi contemporanei agli eventi, cioè scritti tra l'inizio della crisi meliziana (304 circa) e la morte di Costantino (337). Sono stati tramandati in greco, latino e siriaco, e sono qui accompagnati da traduzione italiana e note. Nel 2025 ricorre il centenario del Sinodo di Nicea (325-2025), uno scenario promettente per discutere di questo evento cardine nella formazione della cultura occidentale.
Ogni contatto di Origene con la Parola e preghiera: queste Omelie sono un chiaro esempio.
La vicenda della teologia trinitaria nel corso del XX secolo è strettamente legata all'evento del Concilio Vaticano II e al dibattito teologico che esso ha saputo suscitare. In quell'epoca, infatti, si sono verificati i cambiamenti più significativi che hanno determinato il rinnovamento di tutto il discorso trinitario, soprattutto in corrispondenza del ripristino o della riconsiderazione delle fonti bibliche e patristiche, non più viste come dieta probantio di un discorso elaborato altrove, ma considerate come i veri e propri fondamenti della riflessione trinitaria. Tra le fonti patristiche, un posto di rilievo spetta sicuramente al De Trinitate di sant' Agostino, opera che ha suscitato un ampio dibattito lungo tutto il XX secolo sia a livello del metodo seguito dall'Ipponate nel presentare la sua riflessione sia a livello dei singoli contenuti. Entro tale quadro di riferimento, il presente studio mette in evidenza due questioni principali: da un lato le diverse interpretazioni che sono state date del pensiero trinitario dell'Ipponate, verificando la consistenza di alcune linee storiografiche di interpretazione, al di là degli scherni che a lungo sono stati ripetuti, dall' altro una ricomprensione e un approfondimento delle tematiche proprie dell' attua le ricerca teologica, ponendo al centro della ricerca il pensiero di sant' Agostino e dunque rendendo possibile una valutazione più equilibrata del valore perenne e della novità che esso porta con sé. Dal punto di vista del metodo, le dimensioni privilegiate sono sostanzialmente tre: la prospettiva storica, una riflessione a carattere prettamente ermeneutico e la dimensione speculativa, confermando ancora una volta che il De Trinitate, per la sua poliedricità, non può essere avvicinato con un solo metodo o letto secondo un'unica prospettiva, se non si vuole ca dere nelle medesime difficoltà riscontrate nelle diverse interpretazioni che di esso sono state date.
Una rilettura attualizzante alla luce dei più recenti studi dell'opera agostiniana.
Un documento fondamentale per conoscere il dibattito teologico dell'epoca.
Di Facondo, vescovo di Ermiane nella Bizacena, una regione corrispondente all'attuale Tunisia, non si sa molto; le notizie su di lui sono tutte relative al suo intervento nelle controversie cristologiche del suo tempo, in particolare nella controversia dei Tre Capitoli, suscitata dall'editto di condanna di Giustiniano nel 544-545 contro Teodoro di Mopsuestia, Teodoreto di Cirro e Ibas di Edessa, tre vescovi vissuti nel secolo precedente, la cui dottrina era stata approvata nel 451 nel concilio di Calcedonia. L'intervento dell'imperatore fu considerato come un tentativo di screditare il concilio stesso e, in risposta, Facondo di Ermiane scrisse la sua opera maggiore Difesa dei Tre Capitoli, in dodici libri, dove il problema della condanna di Teodoro, Teodoreto e Ibas è analizzato sia dal punto di vista teologico che giuridico: Facondo infatti difende il dogma calcedonese dalle critiche dei monofisiti e contemporaneamente solleva obiezioni sulla legittimità di una condanna inflitta a personaggi morti da tempo, che non possono chiarire la loro posizione e difendersi in un regolare dibattimento. Oltre che per se stessa, l'opera di Facondo ha una grande importanza per le innumerevoli citazioni di documenti e di passi patristici in essa contenute, che ne fa una preziosa fonte di informazioni per gli storici e per gli studiosi di patristica.
La collana Testi Patristici, fondata da Antonio Quacquarelli e oggi diretta da Claudio Moreschini, rappresenta un vero unicum in Italia nel campo della letteratura cristiana antica, per ricchezza di titoli, precisione e cura dei testi. Un valido strumento per corsi universitari e per l'approfondimento teologico e spirituale. I Padri della Chiesa rappresentano infatti le coordinate indispensabili per chiunque voglia risalire alle fonti del pensiero cristiano. La collana offre oltre 200 opere in una panoramica ragionata della produzione patristica dai secc. II al VII. Testi cristologici, pastorali, catechetici e scritturistici, molti in prima traduzione italiana, introdotti ed annotati da studiosi qualificati esperti del settore, e corredati da indici analitico e scritturistico. Formato dei volumi 13x20.
Il Commento alle XIII epistole di Paolo di Pelagio costituisce l'opera più estesa del celebre avversario di Agostino: un commento sistematico a tutte le epistole paoline, fatta eccezione per quella agli Ebrei. Tale Commento risulta importante per far luce su alcuni aspetti del pensiero di Pelagio prima della polemica con Agostino: l'autore, infatti, non si limita a spiegare le parole dell'Apostolo, ma fa emergere il proprio punto di vista su tematiche fondamentali come il peccato originale, la grazia, il libero arbitrio. Un'opera fondamentale, dunque, per quanti vogliono conoscere la figura di Pelagio attingendo direttamente alle sue parole, senza il filtro delle opere del vescovo di Ippona che, per quanto rimanga una fonte importante, non può certo essere un testimone imparziale. La traduzione è preceduta da un'ampia introduzione che ricostruisce il contesto storico-dottrinale in cui Pelagio ha operato; vengono descritte le principali tematiche del Commento e analizzati alcuni problemi di tradizione testuale, in modo da fornire delle linee-guida per orientarsi meglio nella lettura dell'opera.
Simeone nasce a Galatai, nella Paflagonia, regione dell'Asia Minore circa nel 949, da una famiglia ricca e di rango sociale elevato. Ordinato presbitero (980ca) e poi igúmeno (abate), svolge un'intensa attività di predicatore e di scrittore, che, insieme ad una diffusa notorietà, gli attira anche invidie. Per queste, viene condannato all'esilio (1009) a Crisopoli (Scutari). Richiamato nel 1010 a Costantinopoli, preferisce rimanere in Asia, dove erige un suo monastero (S. Marina). Qui muore nel 1022. Instancabile scrittore è autore di numerose opere. Nei 10700 versi degli Inni, Simeone ci lascia la sua autobiografia mistica nella quale l'Autore parla di sé, ma al tempo stesso si trascende per presentare un modello universale di perfezione. Pensiero ricorrente è l'invito ad una piena adesione a Dio e di un'immersione in Lui; una proposta di vita che rifugge da accomodamenti ed esige integralità.
In prima traduzione italiana. Le 24 Omelie sulla Lettera agli Efesini rientrano nel suo più ampio corpus esegetico che copre tutte le lettere paoline. Per Crisostomo, l'Apostolo è un insuperato modello di vita cristiana, esempio perfetto e ineguagliato di predicatore, guida, maestro e pastore. Prova ne è la ricchezza di spunti interpretativi che scaturiscono per Crisostomo dal commento delle Lettere, e che vanno dal tema del peccato al rapporto tra anima e corpo, dalla denuncia della corruzione per avidità della Chiesa alla necessità che regnino tra gli uomini pace, coesione e affetto reciproco, dalle considerazioni sul matrimonio a quelle sull'educazione dei figli, per citarne solo alcuni.
La Storia della Chiesa di Socrate offre al lettore italiano odierno una testimonianza inedita e imparziale, equilibrata e tanto più preziosa in quanto emessa dal suo stesso centro, sulla storia dell'impero cristiano romano-bizantino.
Una raccolta di testi rivelatori della mentalità dell'epoca tardo antica nel Patriarcato di Aquileia.