
Con l'espressione "Padri Cappadoci" - ovvero Basilio, Gregorio di Nissa, Gregorio Nazianzieno, Amfilochio di Iconio e Evagrio Pontico - si indica un gruppo di Padri della Chiesa vissuti in Cappadocia nel IV secolo. Furono teologi, asceti, vescovi, stretti da vicendevole amicizia e, pur nelle differenziazioni individuali, uniti negli intenti, quali l'organizzazione della Chiesa, una ben precisa definizione del dogma trinitario (che riuscirono a sancire mediante una decisione ufficiale da essi stessi per più aspetti influenzata nel concilio di Costantinopoli del 381), la diffusione e l'attuazione della vita monastica; furono uniti anche dalla loro formazione culturale, sostanzialmente uniforme in tutti. L'Autore presenta la vita, le opere e il pensiero dei Padri Cappadoci evidenziandone lo straordinario contributo alla vita della Chiesa e alla definizione della sua dottrina.
Non c'è dubbio che Tommaso d'Aquino rappresenti uno dei pensatori più importanti e influenti dell'intera storia del pensiero occidentale, e non solo della tradizione cattolica. Tuttavia la grande fioritura di studi nel Novecento ha in generale privilegiato solo alcuni aspetti del suo pensiero, costruendo un'immagine piuttosto statica e dogmatica del maestro domenicano. Questo profilo cerca invece di restituire a Tommaso la sua dimensione storica, proponendo sia una ricostruzione complessiva, in ordine cronologico, della struttura e delle circostanze di composizione delle sue opere che la presentazione e discussione dei temi filosofici più significativi presenti in ciascuna di esse, anche in rapporto alle fonti con cui lo stesso Tommaso non ha mai smesso di dialogare nel corso della sua carriera - da Aristotele alla tradizione neoplatonica, da Agostino e Boezio ad Avicenna e Averroè.
Le lettere, le conferenze e i documenti relativi alle opere di san Vincenzo de' Paoli costituiscono la testimonianza del generarsi del carisma vincenziano della carita.
Volume 4 (II-II, QQ.80-189)- Le virtu connesse con la giustizia - La fortezza - La temperanza - I carismi - I generi e gli stati di vita. La somma teologica e`l'esposi zione geniale, lucida e completa di tutta la teologia cattolica. Testo solo in ital iano, l'opera intera consta d i 6 voll. Di circa 1000 pagine ciascuno. Questo il pi ano dell'opera: 10 vol . - la dottrina sacra - dio uno e trino - la creazione - gli esseri corporei - l'uomo - i l governo divino - 20 v ol. Il fine ultimo - le azioni umane - le passioni - le virty - i vizi e i peccati - la legge - la grazia - 30 v ol. La fede - la speranza - la carita - la prudenza - la giustizia 40 vol. La virty di religione e le altre virty connesse con la giustizia - la fortezza - la temperanza - i carismi, i generi e gli stati di vita 50 vol. Il mis tero dell'incarnazione e dell a redenzione - i sacramenti in generale - il battesimo - la cresima - l'eucarestia - la p enitenza (10 parte) 60 vol. La penitenza (20 parte) - l unzione degli infermi - l ordine - il matrimonio - il giudizio particolare e universale - la risurrezione dei morti e le realta future.
per la prima volta in italia viene tradotto il testo di g. Bardy, pubblicato in francia nel 1928 e che fino ad oggi e`stato un prezioso patrimonio degli addetti ai lavori.
Opera capitale del pensiero occidentale, il "De civitate Dei" di Agostino è stato scritto tra 413 e 426 d.C, per difendere il cristianesimo contro il paganesimo e per indicare la via della salvezza dell'uomo. Questo cofanetto presenta per la prima volta un monumento della fede e della filosofia in formato tascabile di altissimo livello scientifico. Tradotto e commentato da uno dei massimi studiosi di Agostino, il teologo gesuita Domenico Marafioti, il testo si presenta particolarmente adatto per un pubblico universitario ma non necessariamente di soli specialisti.
Il volume raccoglie i diciannove sermoni del ciclo natalizio, che celebrano le solennità del Natale e dell'Epifania. In un tempo di grandi eresie (arianesimo, nestorianesimo, monofisismo), il grande pontefice spiega con solenne ed elegante chiarezza all'assemblea dei fedeli gli aspetti essenziali dell'Incarnazione: la reale compresenza delle due nature - umana e divina - nell'unica persona del Verbo.
Il volume - primo di una serie dedicata alla riedizione delle più importanti Opere di Ildefonso Schuster -, corredato da saggi di Inos Biffi, Mariano Dell’Omo e Anna Maria Fedeli, raccoglie i principali scritti del cardinal Schuster su Ambrogio vescovo di Milano, pastore, teologo, committente di edifici sacri. In queste pagine si rispecchia in pieno il monaco benedettino, poi abate, infine arcivescovo della diocesi ambrosiana, che fino agli ultimi giorni della sua vita non solo professò una totale devozione al suo gigantesco predecessore sant’Ambrogio, ma ne studiò con impegno la dottrina, l’opera pastorale, e in special modo le memorie archeologiche milanesi, “per una più illuminata stima - com’egli stesso scrisse nel 1940 - del nostro spirituale patrimonio ambrosiano”. Oltre a numerosi saggi, appaiono nuovamente stampate anche due monografie fondamentali per valutare gli interessi storici, liturgici, artistici e archeologici del cardinale Schuster nei riguardi della città e della Chiesa ambrosiana: “Sant’Ambrogio vescovo di Milano. Note storiche”, Milano 1940, e “Sant’Ambrogio e le più antiche basiliche milanesi. Note di archeologia cristiana”, Milano 1940. L’occasione di questi due lavori fu il XVI centenario della nascita di Ambrogio, nel quale l’arcivescovo Schuster colse l’opportunità di rivalutare - come ancora egli stesso sottolineava nel 1941 - non solo il “tradizionale sant’Ambrogio”, cioè il pastore instancabile e il puro difensore dei diritti di Dio di fronte a quelli di Cesare, ma anche il “sant’Ambrogio artista: costruttore di basiliche e di battisteri; ideatore di quadri, che poi bellamente illustra coi suoi distici e colla sua lira cristiana”. L’attenzione di Schuster per la storia archeologica di Milano, capitale imperiale e cristiana, non è che l’ultimo anello di un impegno per gli studi di archeologia che Schuster sin da giovanissimo nutrì, attratto dal fascino della civiltà paleocristiana così ben visibile a Roma, dalla quale egli attingeva in pari misura - come da una pura sorgente - ispirazione, esempio ed impulso alla sua fede e alla sua cultura.

