
Il volume - primo di una serie dedicata alla riedizione delle più importanti Opere di Ildefonso Schuster -, corredato da saggi di Inos Biffi, Mariano Dell’Omo e Anna Maria Fedeli, raccoglie i principali scritti del cardinal Schuster su Ambrogio vescovo di Milano, pastore, teologo, committente di edifici sacri. In queste pagine si rispecchia in pieno il monaco benedettino, poi abate, infine arcivescovo della diocesi ambrosiana, che fino agli ultimi giorni della sua vita non solo professò una totale devozione al suo gigantesco predecessore sant’Ambrogio, ma ne studiò con impegno la dottrina, l’opera pastorale, e in special modo le memorie archeologiche milanesi, “per una più illuminata stima - com’egli stesso scrisse nel 1940 - del nostro spirituale patrimonio ambrosiano”. Oltre a numerosi saggi, appaiono nuovamente stampate anche due monografie fondamentali per valutare gli interessi storici, liturgici, artistici e archeologici del cardinale Schuster nei riguardi della città e della Chiesa ambrosiana: “Sant’Ambrogio vescovo di Milano. Note storiche”, Milano 1940, e “Sant’Ambrogio e le più antiche basiliche milanesi. Note di archeologia cristiana”, Milano 1940. L’occasione di questi due lavori fu il XVI centenario della nascita di Ambrogio, nel quale l’arcivescovo Schuster colse l’opportunità di rivalutare - come ancora egli stesso sottolineava nel 1941 - non solo il “tradizionale sant’Ambrogio”, cioè il pastore instancabile e il puro difensore dei diritti di Dio di fronte a quelli di Cesare, ma anche il “sant’Ambrogio artista: costruttore di basiliche e di battisteri; ideatore di quadri, che poi bellamente illustra coi suoi distici e colla sua lira cristiana”. L’attenzione di Schuster per la storia archeologica di Milano, capitale imperiale e cristiana, non è che l’ultimo anello di un impegno per gli studi di archeologia che Schuster sin da giovanissimo nutrì, attratto dal fascino della civiltà paleocristiana così ben visibile a Roma, dalla quale egli attingeva in pari misura - come da una pura sorgente - ispirazione, esempio ed impulso alla sua fede e alla sua cultura.
La ricchezza culturale del Medioevo nelle pagine di uno fra i massimi studiosi viventi
Qualsiasi via si percorra per studiare il medioevo, termine per altro infelice, ci si accorge dell’incomparabile ricchezza culturale che segna i suoi secoli e di quanto sia stato e continui a essere insulso il pregiudizio che lo annovera tra le epoche oscure. In realtà, esso è segnato da una ricchezza multiforme sorprendente, anche se con diversa intensità e sviluppo. Ecco la ragione del titolo Mirabile Medioevo dato a questa nuova raccolta di studi medievali di Inos Biffi, che forma il sesto volume della sua Opera Omnia.
Si tratta di saggi diversi, tra i quali risalta come primo "Al cuore della cultura medievale. Profilo di storia della teologia", nato dalle lezioni per vari anni tenute presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale. Seguono vari altri contributi, con differente materia, ma tutti espressione della figura della teologia nel medioevo: i carismi, la croce, la figura di Maria, la forma estetica e l’iconografia nel medioevo.
Fondamentale in queste pagine è il particolare risalto dato alla forma o modalità estetica della teologia medievale, nella condivisa persuasione di Étienne Gilson che: «Le cattedrali di pietra sono francesi, ma le cattedrali di idee sono italiane». Proseguendo il pensiero di Gilson, si formò la persuasione che in quelle cattedrali erano le stesse idee ad assumere la forma delle pietre, o che quelle pietre avevano il senso e la chiarezza delle idee, che traducevano un disegno: esattamente il disegno che il progettista, l’architetto, come lo scultore e il pittore e l’autore di vetrate, leggevano nella storia della salvezza e quindi nella teologia, non discompagnata dalla filosofia.
Accanto agli studi, il volume contiene la sezione dei profili, una galleria di figure che hanno popolato e impreziosito il medioevo: dall’abile e geniale Sugero di Saint- Denis; al potente e ambizioso, prima, e convertito poi fino all’effusione del sangue, Thomas Becket, assassinato nella cattedrale; alla saggia madre Dhuoda, con il suo illuminato manuale o «specchio» per l’educazione regale del figlio; al martire Arialdo, con la sua passione per la purezza e la dignità dei ministri della Chiesa; a Maria di Francia con i suoi lais.
Conclude il tutto il copioso manipolo delle recensioni di testi e di studi di argomento medievale, alle quali l’autore ha dedicato per anni tanto tempo.
Libro di grande nutrimento interiore, dai toni biblicamente ispirati, la Scala del Paradiso risulta una somma ascetica e mistica incomparabile.
Il volume contiene il libro X, con gli sviluppi sulle parabole e il passaggio dal Battista al Cristo; l'XI, compreso tra la prima e la seconda moltiplicazione dei pani; il XII, tutto incentrato sul mistero di Gesu. Il primo di tre volumi che presentano, in prima traduzione italiana, il commento a matteo nella sua interezza (dei commenti di origene in greco sono rimasti i nove libri su giovanni e gli otto libri su matteo). Il volume contiene il libro x , con gli sviluppi sulle parabole e il passaggio dalla economia annunciata (il battista) al tempo propizio (il cristo); l'xi, compreso tra la prima e la seconda moltiplicazione dei pani; il xii, tutto incentrato sul mistero di gesu. In queste pagine, calibrate secondo i canoni della retorica antica, viene espresso lo sforzo di sintesi e armonizzazione - rispettosa anche nella polemica - che caratterizza tutta la produzione didattica di origene. Il commento risulta di grande importanza per il lettore moderno come riflessione sul mistero della chiesa, il suo ruolo, il suo carisma. Introduzione, tradu zione e note a cura di rosario scognamiglio e maria ignazia danieli
Il testo, in prima traduzione italiana, e il piu significativo dal punto di vista fenomenologico fra le opere di Edith Stein,
In questo libro la riflessione sulla filosofia tomistica diventa occasione di dialogo e confronto critico con il maestro Husserl e con la biologa ed epistemologa Hedwig Conrad Martius e Martin Heidegger.
Pietro: l'uomo, il santo, la dottrina. Il suo ruolo in relazione agli altri apostoli, alla Chiesa e alla Chiesa di Roma.
Raffinata riscrittura del Quarto Vangelo negli esametri e nello stile della più solenne poesia epica, la Parafrasi del Vangelo di san Giovanni è opera forse meno nota, rispetto alle Dionisiache, del misterioso poeta Nonno di Panopoli (V sec. d.C.). Tuttavia, rappresenta un’originale e affascinante operazione di sintesi tra cultura classica e cristianesimo, nonché uno dei testi più interessanti della letteratura greca tardoantica. Si propone qui la prima traduzione integrale italiana della Parafrasi, con un ampio commento che ne affronta le spinose questioni testuali, interpretative e storico-religiose e un’introduzione che offre un inquadramento generale aggiornato su Nonno e la sua opera: un utile strumento sia per chi si accosta per la prima volta alla lettura di Nonno che per studiosi più avanzati.
un affresco storico della chiesa di aquileia, a partire dalle origini fino al xv sec. Sull organizzazione ecclesiastica e sulla vita religiosa e i suoi intrecci con la storia civile veneziana. Il progetto, nato nel clima della nuova fioritura di studi, cominciata sul finire del secolo scorso, e`stato quello di raccogliere in un unum tutti i testi teologico-pastorali della chiesa aquileiense, con la finalita di riunire, valorizzare ed attualizzare il suo grande patrimonio di fede, di cultura e di elaborazione teologica. Si e`stabilit o di utilizzare, per i testi prescelti, l'edizione critica latina piu`autorevole attualmente esistente, affiancandola da una nuova scorrevole traduzione italiana, preceduta da una introduzione di carattere storico, per dar vita ad un'oper a con valenza di divulgazione scientifica. La cura e le introduzioni sono affidate ad una trentina di esperti, studiosi della chiesa di aquileia e docenti presso le universita di padova, roma, bari, firenze, trieste. Il programma prevede la pubblicazione di due volumi l anno, per un totale di 14 volumi, alcuni dei quali in piu`tomi. L opera e`promossa dalla fondazione societa per la conservazione della basilica di aquileia". "
Scrittori deUa Chiesa di Aquileia. Un grande affresco storico della Chiesa di Aquileia, a partire dalle origini fino al XV secolo, nato nel clima della nuova fioritura di studi sull'organizzazione ecclesiastica e sulla vita religiosa, e i suoi intrecci con la storia civile veneziana. Il progetto è quello di raccogliere in edizione bilingue latino-italiana tutti i testi teologico-pastorali e storici della Chiesa aquileiense, per valorizzare e attualizzare il suo grande patrimonio di fede, di cultura e di elaborazione teologica. Per i testi prescelti, si èstabilito di utilizzare l'edizione critica latina più autorevole attualmente esistente, affiancandola con una scorrevole traduzione italiana, preceduta da una introduzione di carattere storico, per dar vita ad un'opera di alta divulgazione scientifica. La cura e le introduzioni sono affidate ad una trentina di esperti, studiosi della Chiesa di Aquileia e docenti presso le Università di Padova, Roma, Bari, Firenze, Trieste. Il programma prevede la pubblicazione di 14 volumi, alcuni dei quali in più tomi, con la cadenza di uno-due volumi l'anno. L'opera è promossa dalla Fondazione Società per la conservazione deUa Basilica di Aquileia.
Cenni generali
Nel De Abraham Ambrogio offre di sé un'immagine forse più completa che in qualsiasi altra singola opera. Trattandosi di un medesimo soggetto, egli mostra la sua ben nota inclinazione alla predicazione morale e dà prova delle sue doti di grande esegeta della Sacra Scrittura.
Sull'autenticità non esiste alcun dubbio. I due libri del De Abraham certamente sono compresi da Cassiodoro fra i sette conosciuti con il titolo De patriarchis e degli stessi si fa esplicita menzione nel De Ioseph.
Come per la maggior parte delle altre opere ambrosiane, il problema della datazione rimane insoluto e fra gli studiosi sembra essersi diffusa in proposito una certa rassegnazione. In effetti la ricerca di punti di riferimento esterni è stata finora infruttuosa e il tentativo di utilizzare gli elementi offerti dalla lettura dell'opera non ha dato risultati precisi, anche perché si è scontrato con l'incertezza che circonda quasi tutta la produzione del Vescovo milanese. In Abr. II 1, 1 si rinvia a De paradiso 2, 11, la cui composizione risale al periodo immediatamente successivo all'elezione episcopale e perciò è situata nel 375 o, al più tardi, nel 377.
Il riferimento di Abr. I 5, 33 4 a De excessu fratris II 96 potrebbe meglio precisare il termine post quem se fossimo certi che l'orazione funebre è stata pronunciata, o piuttosto redatta, nel febbraio del 378, ma nemmeno questa data è sicura.
Quanto all'argomento, il secondo libro appare a prima vista come un duplicato del primo, ma per quanto riguarda il metodo esegetico, il contenuto dottrinale, i destinatari e probabilmente anche la fonte, i due libri sono profondamente diversi.
Raccolta di orazioni funebri.