
A prima vista può sembrare strana la presenza di un frate francescano tra le statue di personalità illustri nel Capitol di Washington D.C., eppure Junipero Serra - oggi beato - non sfigura affatto, anzi: con il suo impegno missionario, lavorando senza sosta con pazienza, perseveranza e umiltà, oltre che lungimiranza e coraggio, sparse i semi della fede cristiana in California, contribuendo a costruire una società, un nuovo stato.
Il terzo consiglio plenario dell'ordine dei frati minori cappuccini, celebrato a Mattli (Svizzera) dal 29 agosto al 22 settembre 1978, ha trattato il tema "vita e attività missionaria". Il documento finale del consiglio ha tra l'altro affermato che: "ogni vocazione francescana è fondamentalmente missionaria". Dopo quasi cinquant'anni, questo tema è ancora più che mai presente nell'attuale orizzonte ecclesiale, grazie anche al magistero e alle scelte pastorali di papa Francesco. L'avventura umana del vescovo Cirillo Giovanni Zohrabian (1881-1972) è stata segnata da "una spontanea dimensione apostolica senza frontiere", che ha dato alla sua vita proprio una caratteristica "fondamentalmente missionaria". Nella sua ansia apostolica padre Cirillo non ebbe soste, neppure dopo aver subito la tortura del palahàn. Un cammino, il suo, speso totalmente al servizio di Dio e dei fratelli. È quasi impossibile racchiudere in poche pagine una vita paradossale come quella di padre Cirillo, testimone dell'amore di Dio per gli uomini.
L'Autrice in questa sua nuova appassionata opera sul Catholicos-Patriarca Gregorio Pietro XV Agagianian, ora in cammino verso l'onore degli altari - dopo la pubblicazione della biografia - si concentra soprattutto sulla sua straordinaria spiritualità ecclesiale, suggerendo una lettura del pensiero del Servo di Dio ovvero quanto, ieri come oggi, la Chiesa e la Missione non possano essere considerate per loro natura separatamente. Gregorio Agagianian si rivolge ai laici, in particolare ai giovani, ai religiosi, ai missionari, al suo amato popolo armeno, chiedendo ad ognuno di essere un faro che risplende e che mostra il valore dell'amore caritatevole, della giustizia, della verità e della pace, per essere pienamente e positivamente cristiani ed efficacemente evangelizzatori.
In questo libro sono raccolte alcune delle riflessioni che l'Autrice, suor Chiara Cristiana Scandura, clarissa, in uno straordinario e originale apostolato tra i carcerati, pur nella sua clausura, invia bimestralmente a tutte le Carceri d'Italia, alternandole alle lettere che quotidianamente riceve da parte di numerosi Fratelli Detenuti che hanno avuto il coraggio di aprirsi alla Luce che è Cristo. Ognuna di queste testimonianze è un raggio di luce che ci offre un'occasione unica di meditazione e di speranza.
Perché leggere e conoscere padre Mario Borzaga, il missionario trentino ucciso in Laos nel 1960 e beatificato nel 2016? Cosa dice a noi oggi?
“Identikit” (2023, ed. Vita Trentina) propone il ritratto di un giovane da ascoltare e da guardare, perché “le sue parole e le sue fotografie lasciano un segno”, scrivono i due autori: padre Fabio Ciardi (docente di teologia della vita consacrata e direttore del Centro studi dei Missionari Oblati di Maria Immacolata) e Piero Damosso, giornalista e scrittore che sul missionario trentino ha scritto anche il libro “Romanzo d’amore”.
Il volume è un ritratto inedito, fotografico e spirituale, del missionario, sacerdote, alpinista, musicista, giornalista e scrittore trentino padre Mario Borzaga, che nel 1957, pochi mesi dopo essere stato ordinato sacerdote nella Congregazione dei Missionari Oblati di Maria Immacolata, partì per il Laos dove morì tre anni dopo insieme al suo catechista Paul Thoj Xyooj.
È stata l’associazione “Amici di padre Mario Borzaga” a promuovere questa nuova pubblicazione, curata da padre Fabio Ciardi che riprende il profilo di padre Mario attraverso le sue “Lettere agli Amici del Laos”, qui raccolte per la prima volta. Esse riportano non solo un’agile cronaca della sua missione e uno scorcio dell’ambiente laotiano, ma raccontano con parole sincere le fatiche e le paure di un giovane sacerdote in un contesto lontano.
Nella seconda parte il regista e documentarista Paolo Damosso propone un’esperienza emozionale e visiva: “Per questo nuovo libro – ci spiega Damosso – mi sono dedicato al commento di diciannove immagini che a mio parere rappresentano alcuni passaggi fondamentali della sua vita. Stiamo parlando di fotografie scattate nel cuore del secolo scorso, quando ogni istantanea era pensata, organizzata, preparata per visualizzare un momento da ricordare”.
La vita di un missionario saveriano ricostruita tramite le sue lettere inviate a superiori e confratelli, in particolare durante gli anni di missione in Cina nella prima metà del Novecento. Dalla guerra civile alla prigione, dal brigantaggio all'avvento della repubblica e del comunismo, il trentino mons. Faustino Tissot visse tempi drammatici e faticose frustrazioni, mantenendo una fiducia granitica nella Provvidenza e affrontando ogni evento con enorme spirito di sacrificio, gioiosamente fedele alla sua missione evangelizzatrice. Ne esce il ritratto di un uomo e sacerdote di profonda umanità, ricco di doti spirituali e di grande spessore cristiano. E, fondamentalmente, di un ottimista, sempre convinto della sua scelta missionaria.
Il libro affronta il problema del linguaggio e della comunicazione religiosa che oggi è molto attuale. L'autore si interroga su come la nuova cultura mediatica possa favorire il dialogo tra mass-media e Vangelo.
Meditazioni dedicate a tutti coloro che hanno a cuore la Nuova Evangelizzazione per amore dei molti contemporanei ignari di Cristo e di quei battezzati, che hanno smarrito la fede e che certamente "rivivrebbero" a causa dell'Annuncio pasquale. Questo libro è scritto anche per amore delle nuove generazioni che abitano le nostre città postcristiane, spesso private della gioia dell'incontro con Cristo, a causa di un annuncio pasquale, declinato senza entusiasmo, e senza uno sforzo comunicativo, perché ritenuto scontato o di difficile attrazione. A tanti miei confratelli, presbiteri e diaconi, per mettere in comune ciò che lo Spirito certamente ci dona a riguardo nella nostra esperienza pastorale, onde annunciarlo meglio nelle celebrazioni liturgiche e in quelle situazioni in cui è cessata la speranza e domina la paura del proprio futuro. A tutti gli educatori e catechisti, perché facciano risplendere la originalità del Dio "cristiano". Ai tanti fratelli e sorelle, anche non credenti, che non sono chiusi pregiudizialmente a Cristo e che rimarrebbero piacevolmente meravigliati se qualcuno facesse loro notare che tutti i racconti evangelici dimostrano che, sia le parole di Gesù, che le sue azioni, erano finalizzate a dare Spirito e vita a chi Lo incontrava e Lo incontra ancora oggi.