
Anna Maria Feder Piazza (1933-1987), marchigiana di origine, è la fondatrice dello scoutismo femminile a Treviso e figura di spicco nella vita culturale e sociale della città veneta, diventata la sua città. Donna colta e raffinata, ha ispirato e indirizzato l'arte di un grande pittore e incisore come Francesco Piazza, suo marito. Lei il vento, sempre in movimento, capace di scompaginare tutto; lui la roccia, la stabilità. Ha dato origine, alla periferia di Treviso, alla Stanzetta, molto più di un semplice salotto letterario: un luogo privilegiato di dialogo, di ascolto e di accoglienza. Poi ha continuato quell'esperienza nella mitica Casa di via dei Biscari. Una personalità straordinaria che in questo libro, a venti anni dalla morte, viene proposta per una lettura a piani diversi: riflessione di grande respiro sui fondamentali temi esistenziali, ma qualcuno già parla di una sorta di breviario per l'uomo moderno.
Biografia di don Guanella,fondatore dei Servi della Carità e delle Figlie di Santa Maria della Divina Provvidenza.Egli ha affidato loro la cura dei poveri,specialmente dei più abbandonati,di “coloro che sono poveri nell’ingegno o nella salute o nelle sostanze”. Si dedicano in modo speciale all’assistenza dei disabili mentali chiamati da don Luigi “buoni figli”, degli anziani, dei fanciulli e dei giovani. Negli ultimi anni della vita di don Guanella le congregazioni si sono diffuse anche negli Stati Uniti. Un aspetto interessante è il fatto che il tutto è raccontato molto spesso con le parole di don Guanella stesso e ci dà così il sapore dell’epoca,il senso dell’ansia apostolica e della carità quasi “incosciente”,in un abbandono fiducioso e assoluto nella Provvidenza. Paolo VI lo ha dichiarato “beato” nel 1964.
AUTORE Mario Sgarbossa(1930). Giornalista professionista dal 1965.Laureato in Filosofia ha inoltre la licenza in Teologia.Ha iniziato a scrivere traducendo i classici popolari per ragazzi e adulti. In seguito si è dedicato alla biografia. È autore di diverse opere, quasi tutte in ambito agiografico:da Maria Goretti a Madre Teresa,il nostro Alberione e I santi e beati della Chiesa d’Oriente e di Occidente. Egli ama esplorare l’animo di uomini che hanno lasciato il segno nella storia,particolarmente i santi.
Raggiunti entrambi da Dossetti, se pur su differenti sentieri, negli anni della loro formazione, gli autori intendono proporre in questo libro un ritratto «inedito» di Dossetti, elaborato a partire dai suoi scritti. Diviso in due parti, nella prima Cesare Paradiso ci presenta il «giovane» Dossetti, protagonista della nascita della democrazia italiana attraverso l’Assemblea costituente; nella seconda, invece, Pietro Maria Fragnelli delinea il profilo del Dossetti «religioso» nella sua esperienza esistenziale e spirituale. Emerge da questa duplice lettura una personalità poliedrica eppure coerente, fortemente ancorata alla dimensione spirituale nella fase politica e profondamente segnata dalla tensione civile nella fase religiosa. Per dirla con il sociologo Ardigò, Dossetti è stato «monaco nel politico» e «politico nel monaco».
In un tempo, come il nostro, di dichiarata emergenza educativa, proporre la straordinaria figura di Dossetti alle nuove generazioni può offrire singolari opportunità: da un lato, specie nei giovani adulti spesso disorientati, può portare a una rinnovata passione per la vita civile e politica; dall’altro può provocare alla ricerca di un discepolato autentico e sereno.
punti forti
Tenendo conto dell’emergenza educativa, Dossetti viene presentato come modello per la formazione dei giovani.
Un «ritratto» agile e originale di questo protagonista dell’Italia e della Chiesa del Novecento.
Un testo che ben sintetizza gli elementi fondamentali del pensiero di Dossetti.
Destinatari
Sacerdoti, catechisti, educatori, e soprattutto quanti amano e vogliono conoscere più da vicino questa figura.
autori Cesare paradiso è nato a Taranto, dove vive ed esercita la professione di avvocato civilista. Pubblicista, docente di discipline giuridiche ed economiche, ha ereditato la passione per Dossetti dal padre Leonardo, che fu Sindaco di Taranto negli anni Settanta. Ha pubblicato, nel 2008, per Firenze Libri, Se amare non basta, il suo primo racconto. pietro Maria fragnelli, nato a Crispiano (Taranto), è vescovo di Castellaneta dal 2003. Ha studiato filosofia e teologia nella Pontificia Università Lateranense, si è licenziato in Sacra Scrittura al Pontificio Istituto Biblico e ha conseguito la laurea in filosofia all’Università «La Sapienza» di Roma. È stato Padre spirituale e Rettore del Pontificio Seminario Romano Maggiore (1991-2003).Tra le sue pubblicazioni: Il deserto fiorirà (Roma 2005); Alla voce fiducia. Parola di Dio e comunità educante (Roma 2009).
Suor Enrichetta entrò a vent’anni tra le suore della Carità di santa Giovanna Antida Thouret. In seguito si ammalò gravemente: tubercolosi ossea e restò paralizzata per tre anni. Ma nel 1923 guarì improvvisamente dopo aver bevuto dell’acqua di Lourdes. E venne destinata al carcere di San Vittore a Milano per occuparsi dei carcerati. Nominata superiora della comunità, aprì scuole all’interno del carcere, laboratori, asilo nido per i figli delle detenute. Ma durante l’ultima guerra i tedeschi si impossessarono del carcere e vi insediarono il loro quartiere generale.
È il tempo dei rastrellamenti degli ebrei e delle deportazioni nei campi di sterminio tedeschi. San Vittore è il punto di raccolta e di smistamento. Suor Enrichetta si prodiga come può per alleviare tanta tragica sofferenza. E fa da tramite tra i prigionieri e le loro famiglie ancora libere ma in pericolo di rastrellamento. Accusata di spionaggio, viene arrestata e internata nei sotterranei di San Vittore. Processata, è condannata alla fucilazione, ma per l’intervento del cardinale Schuster viene graziata e internata in una struttura che ospita persone con problemi psichici.
Finita la guerra e il pericolo nazista, ritornò di nuovo a San Vittore a continuare la sua missione. Qui morì nel 1951. Aveva vissuto quasi trent’anni in questo carcere a consolare, aiutare come poteva.
E c’era chi la chiamava l’Angelo di San Vittore e chi la Mamma di San Vittore.
Punti forti
Una pagina di eroismo del periodo nazista in Italia.
La persecuzione degli ebrei.
Evento che consiglia l’uscita in tale data: la
beatificazione di Suor Enrichetta Alfieri il 26 luglio 2011 prossimo.
Destinatari
Chiunque è interessato agli eventi storici dell’ultima Grande guerra.
Luoghi: soprattutto carceri, scuole (per integrare lo studio della Seconda guerra mondiale), istituti religiosi.
Autore
Luisa Bove, giornalista professionista, vive e lavora a Milano. Ha conseguito il baccalaureato presso la Facoltà teologica dell’Italia settentrionale. Scrive sui giornali della diocesi di Milano Incrocinews, Il Segno e sull’inserto Milano 7 di Avvenire. Nel 2008 ha ricevuto il premio giornalistico indetto dalla Croce Bianca di Milano per il suo centenario. Per l’editrice Monti ha pubblicato Carlo Maria Martini, una voce nella città (2003), per Il Gabbiano Anna Sironi, una vita per il Brasile (2005), tradotto in portoghese nel 2007.
Il volume presenta la biografia di Shahbaz Bhatti, ministro per le Minoranze del Pakistan, assassinato il 2 marzo 2011, per aver lottato per la libertà religiosa, il dialogo tra cristiani e musulmani, per la giustizia, per l’uguaglianza di tutti i popoli e per la pace.
Come ministro, prese misure a sostegno delle minoranze religiose, tra cui una campagna per promuovere il dialogo interreligioso, la proposta di una legislazione per vietare discorsi di incitamento all’odio e proponendo di assegnare seggi in parlamento per le minoranze religiose.
Il testo è ricco di testimonianze dirette, di persone che l’hanno conosciuto da vicino: Roberto Pietrolucci e, soprattutto il fratello Paul Bhatti che, medico in Italia, accettò di sostituirlo – dopo l’assassinio – nel ruolo di ministro delle Minoranze in Pakistan.
Il suo «testamento spirituale» ci fa immergere nella profonda fede di Bhatti. Mette in risalto la grandezza e, al tempo stesso, la limpidezza della sua figura, con una forza che solo i martiri riescono a trasmettere:
«Io dico che, finché avrò vita, fino al mio ultimo respiro, continuerò a servire Gesù e questa povera, sofferente umanità, i cristiani, i bisognosi, i poveri. Credo che i cristiani del mondo, che hanno teso le mani ai musulmani colpiti dalla tragedia del terremoto del 2005, abbiano costruito dei ponti di solidarietà, d’amore, di comprensione, di cooperazione e di tolleranza tra le due religioni...Voglio servire l’umanità sofferente e delle minoranze e diffondere un messaggio di speranza alle perso- ne che vivono nella delusione e nella disperazione».
Destinatari
Chi è impegnato socialmente e politicamente per la giustizia, la pace, il dialogo tra cristiani e musulmani e il dialogo interreligioso in genere.
Operatori di pastorale e catechisti.
Chi ama leggere testimonianze attuali di persone che danno la vita per un ideale.
Autori
Zuccolini Roberto, giornalista del Corriere della Sera, vive e lavora a Roma. Dopo essersi occupato, dagli anni Ottanta, di tematiche come l’immigrazione, il mondo cattolico, gli esteri, attualmente è capo servizio del settore politico. Le questioni relative alla coabitazione interetnica e interreligiosa, con particolare riferimento alle minoranze cristiane, nonché la storia e le società dei Paesi africani, sono al centro dei suoi interessi personali.
Pietrolucci Roberto, funzionario del ministero dell’Interno, sposato con due figli, vive a Roma. Sin da giovane fa parte della Comunità di Sant’Egidio. Dal 2000, quando la Comunità inizia la sua presenza in Pakistan, si occupa della formazione dei giovani, dei progetti di aiuto umanitario e di dialogo interreligioso. Nell’ambito di questo impegno è nata la collaborazione e l’amicizia con Shahbaz Bhatti.
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Il libro presenta la vita e il percorso spirituale di quattro testimoni di luce: esistenze che hanno attraversato fino in fondo la storia tormentata del secolo scorso senza lasciarsi inghiottire dal male e innescando, invece, dinamismi di speranza e di futuro. Il passaggio dalla morte alla vita è infatti il filo rosso che lega le pagine, le vicende e le coscienze delle quattro figure: Etty Hillesum, la giovane donna ebrea che, mentre si avvicina consapevolmente alla morte, si apre alla bellezza e dilata la sua interiorità nella cura dell'altro; Madeleine Delbrêl, passata dal marxismo e dal rifiuto di Dio alla scelta della giustizia evangelica; Roger Shutz, il fondatore della comunità di Taizé e dei nuovi motivi di fiducia e riconciliazione che essa rappresenta; Olivier Clément, pensatore ortodosso approdato alla fede cristiana dopo aver attraversato l'ateismo, il fascino dell'Induismo e del nulla. Dalle tenebre dell'Olocausto, della povertà, della separazione, del conflitto e dell' ateismo, essi vengono a noi come viventi tornati dai morti (Rm 6,13). Nei quattro capitoli del libro l'autore fa emergere nella vita, nel pensiero e nella personalità di ciascun testimone, la dinamica di morte e resurrezione, conducendo il lettore a scoprirne la fecondità e la profezia per l'azione della Chiesa ma anche e soprattutto per ogni uomo che cerca con cuore sincero la giustizia, la pace, il regno dei Cieli.
Mar Musa, monastero dedicato a san Mosè l'Abissino, sorge in mezzo al deserto, in cima a una montagna scoscesa, nei pressi della cittadina di Nebek, in Siria. Abbandonato da due secoli, è stato restaurato grazie alla tenacia di un gesuita italiano, Paolo Dall'Oglio, che vi ha fondato una comunità monastica di rito siriaco. Mar Musa è luogo di accoglienza e di apertura, dedicato al dialogo islamo-cristiano. Qui, uomini e donne ritrovano l'esperienza millenaria del deserto: privazione, silenzio, lavoro e preghiera. Guyonne de Montjou ha incontrato Paolo Dall'Oglio a Mar Musa e ne ha raccolto la storia e la testimonianza, che ha poi raccontato in questo libro, in cui la parola di padre Paolo si alterna alle impressioni della giornalista.
L'autore racconta la storia di don Alessandro, ventottenne, che sta sbocciando nella stagione della maturità, nel pieno compimento della propria chiamata di sacerdote. Ma la sua serena esistenza viene stravolta dall'irrompere di una malattia fulminante, la leucemia linfoblastica acuta (LLA): l'isolamento, le cure, le paure incrinano la fiducia nel suo destino, inducono allo smarrimento. Ma don Alessandro non è solo. Intorno alla sua malattia si radunano medici, personale sanitario, familiari, amici, compagni di viaggio, sconosciuti che lo sosterranno nel viaggio più duro, sempre pronti a pungolare la sua voglia di vivere, a rendergli evidente la presenza costante di Dio che veglia con tenerezza su di lui. Nel racconto emerge il bene che può sorgere in ognuno nei momenti di maggiore difficoltà, della forza e della speranza che nascono quando capiamo di essere piccoli e deboli, ma sentiamo di non essere soli.
Il libro presenta diciotto storie di religiosi - uomini e donne - la cui vocazione è arrivata dopo un percorso di vita tortuoso, spesso inizialmente lontano dalla fede. Si tratta di testimonianze raccolte in prima persona e raccontate senza spettacolarizzare gli eventi, che pure, spesso, hanno avuto qualcosa di straordinario. Per questo, l'autore ha privilegiato storie "di periferia" o confinate a una notorietà locale o addirittura sconosciute, cercando di dare spazio alle vocazioni più diverse ed emerse dalle esperienze più disparate: Marco Capecci, per esempio, era dirigente alla Rai; Cristina Alfano aveva intrapreso la carriera di cantante lirica; Graziano Lorusso, Gianni Castorani e Samuele Biondini erano delle promesse dello sport; John McElroy era sergente maggiore della marina militare americana; Roberta Vinerba era militante di estrema sinistra; Benedetta Umiker era protestante; Firmin Adamon era musulmano. Il volume intende evidenziare come la vocazione abbia completamente cambiato la prospettiva e la visione esistenziale di ciascuna di queste persone, che hanno abbandonato la vita precedente per mettere al centro Cristo e il suo messaggio salvifico.
È la storia di Giampiero Morettini, seminarista della diocesi di Perugia, morto a trentasette anni per complicazioni sorte in seguito a un intervento al cuore. Dopo un'adolescenza e una giovinezza vissute lontano dalla Chiesa, Giampiero ritorna decisamente alla vita di fede grazie a un'esperienza vissuta durante l'annuale benedizione pasquale nel negozio di alimentari che, con la madre, ha aperto nel centro storico di Perugia. Quattro anni dopo è in seminario, dove la routine quotidiana è bruscamente interrotta nel maggio del 2014 da un malore, che rivela una malformazione cardiaca per la quale due mesi dopo sarà operato. La fibra umana e spirituale di questo giovane è venuta alla luce nel calvario postoperatorio. Per molti, la sua morte ha segnato il loro ritorno a Dio, stimolati dal modo in cui Giampiero ha saputo vivere e morire. Un giovane mite e discreto, che ha dato prova di incarnare il Vangelo nell'ordinarietà della vita quotidiana e il cui desiderio, come egli stesso scrisse nel suo testamento indirizzato al parroco di Castel del Piano, era quello di "diventare santo"
Suor Pura Pagani, figlia spirituale di Padre Pio da Pietrelcina, è ricordata come la "madre dalle braccia aperte", che ha donato la sua vita per gli altri secondo lo spirito evangelico.
Don Stefano Lamera fu uno dei primi sacerdoti nell'Istituto della Società San Paolo. Postulatore Generale della Famiglia Paolina, delegato per gli Istituti aggregati «Gesù Sacerdote» e «Santa Famiglia». E molto altro. Rimase celebre la sua rubrica di posta settimanale su Famiglia Cristiana, «Il padre risponde», che durò più di un decennio. Si firmava «Padre Atanasio», ed era il padre di tutti, credenti e non credenti. Molti altri impegni occuparono la sua vita sacerdotale. Viaggiava di continuo per raggiungere attraverso la Penisola, da Nord a Sud, quelle centinaia e centinaia di persone che popolavano i due istituti aggregati. E non soltanto quelli. Era un uomo di intensa vita interiore e di profondo spirito apostolico, che comunicava a quanti lo avvicinavano. Aveva ricevuto dalla Provvidenza doni particolari. A vent'anni dalla morte la sua memoria è sempre viva tra quanti lo hanno conosciuto.

