
Già negli anni '50 del Novecento don Oreste Benzi fu un grande innovatore nell'approccio educativo e pastorale nei confronti dei preadolescenti, che già allora tendevano ad abbandonare la pratica religiosa. Intuizioni sul piano psicologico e pedagogico sintetizzate in un obiettivo: «Far fare ai giovani un incontro simpatico con Cristo». Inizia così un'avventura che parte dalle spiagge romagnole e arriva alle vette delle Dolomiti, passando per gli Stati Uniti dove don Benzi va a raccogliere i fondi necessari per avviare la costruzione di Casa Madonna delle Vette, che avrà come primo contabile un giovane ragionere, Stefano Zamagni, divenuto poi economista di fama internazionale. A 50 anni dall'inaugurazione della struttura, un libro ripercorre le tappe di questo percorso, offrendo interessanti spunti anche a chi oggi si occupa di questi temi.
L'Autore, in occasione dell'Anno della Fede, ci inoltra nel cuore di don Oreste, nel suo rapporto intimo, profondo con Gesù, con Maria, con i poveri.
Daniele Comboni (1831-1881) visse in Sudan proprio quando le società e le economie tradizionali stavano per essere travolte dagli effetti della scoperta delle sorgenti del Nilo. La sua opera di evangelizzazione si inserì nella complessa trama di rapporti politici, diplomatici ed economici che avevano come soggetti le potenze europee, l'Egitto e le compagnie commerciali, e come oggetti l'avorio e le popolazioni subsahariane. A queste Comboni si dedicò infaticabilmente, combattendo il commercio degli schiavi e sognando e progettando l'autogoverno del continente, in base al principio della "rigenerazione dell'Africa coll'Africa stessa".
Questo libro vuole portare all'attenzione quanto é stata "devastante" nei confronti del potere mafioso, l'opera di legalità portata avanti da Don Pino Puglisi e Don Peppe Diana.
Padre Giuseppe Puglisi "era divenuto, al pari di altri preti di frontiera impegnati nelle attività sociali, un sacerdote di trincea, trasformando la sua chiesa in una prima linea nella lotta alla mafia.
Il sacerdote da subito aveva cercato di trasformare il quartiere di Brancaccio, da un territorio caratterizzato dal potere mafioso esercitato dalla famiglia Graviano a baluardo delle legalità, combattendo, con la parola di Dio e con l'amore fraterno, ogni forma di violenza e prevaricazione, avviando, altresì, una intensa operazione di risanamento morale e religioso.
Don Peppe Diana, era un sacerdote che amava confondersi tra la gente, la sua "chiesa" doveva essere al servizio dei poveri, degli ultimi ed infatti diceva che "Dove c'è mancanza di regole, di diritto si affermano il non diritto e la sopraffazione. Bisogna risalire alle cause della Camorra per sanarne la radice che é marcia...dove regnano povertà, emarginazione, disoccupazione e disagio é facile che la mala pianta della Camorra nasca e si sviluppi". Entrambi saranno barbaramente uccisi.
Il libro presenta la biografia dell'"ultimo degli Asburgo", cioè il beato Carlo I d'Austria e IV d'Ungheria, sia come sovrano sia come santo della Chiesa Cattolica. Uomo dall'elevata vita interiore, nonché padre di famiglia che vedrà nel suo matrimonio non solo un dovere ma un'occasione di santificazione, Carlo d'Asburgo negli anni del suo breve regno è riuscito a esprimere la propria santità personale anche nel difficile ruolo di imperatore e di re. Nel frangente di straordinaria difficoltà costituito dal primo conflitto civile europeo - la Grande Guerra 1914-1918 - Carlo è stato infatti abile condottiero, valoroso soldato nonché attento ascoltatore del magistero dell'allora Papa, Benedetto XV, la cui denuncia del 1917 dell'"inutile strage" è risultata per molti aspetti profetica.
Fra i cattolici più fedeli al Papa si collocano i cosiddetti "intransigenti", cioè quei cattolici che non solo ritenevano ingiusta l'abolizione del potere temporale dei pontefici, ma obiettavano anche esplicitamente e radicalmente contro il "risorgimento", quella Rivoluzione culturale e sociale inscindibile dal progetto unitario, che voleva plasmare un nuovo ethos nazionale in antitesi con un passato comune, carico di memorie religiose e di istanze universali. Pioniere ed esponente di punta di questa corrente è don Giacomo Margotti (1823-1887), ligure ma attivo a Torino. Teologo e scrittore, è stato soprattutto - sebbene non fosse l'inclinazione maggiore della sua personalità - un giornalista, un giornalista cattolico, un polemista, dirigendo due delle principali testate cattoliche dell'Ottocento, "L'Armonia" e "L'Unità Cattolica". Bersagli delle sue accese ma mai astiose polemiche i personaggi del Risorgimento e i "padrini" stranieri del Risorgimento stesso, soprattutto l'autocrate francese Napoleone III, ma anche i politici liberali inglesi. Sull'altro versante, il suo idolo, il suo avatar, la sua "bussola", è il Papa.
l libro di Roger Scruton è una raccolta di saggi ? otto ?, pubblicata in Inghilterra nel 2016. I temi spaziano dall'estetica artistica, agli animali, alla politica, al ballo, al futuro della tecnologia, alla conservazione dell'ambiente naturale, alla difesa della civiltà occidentale, alla morte. Scruton, anglicano, forse il massimo pensatore del conservatorismo anglosassone odierno, propone una riflessione ad ampio raggio da una prospettiva non-conformistica e "politicamente scorretta" sulla condizione dell'uomo occidentale di oggi, non limitandosi alla diagnosi ma anche proponendo "vie di uscita" originali.
Il volume ripercorre l'esperienza del "Cardinale del sorriso", a capo dell'arcidiocesi di Genova per quattro anni, attraverso il rapporto instaurato con i genovesi e alcune testimonianze di quanti lo hanno accompagnato nello svolgimento di questo ruolo. La sincerità dei modi e lo sguardo diretto lo hanno reso molto lontano dagli stereotipi che molti hanno degli alti prelati. Poco alla volta, incontrandosi con i suoi sacerdoti e i suoi fedeli, il cardinale del sorriso si è fatto amare dall'intera comunità. La terza edizione è ampliata con un nuovo capitolo sull'incarico di Segretario dello Stato Vaticano, che sua Eminenza Tarcisio Bertone è stato chiamato a ricoprire da Papa Benedetto XVI, ad inizio estate 2006.
Matteo Ricci nasce a Macerata il 6 ottobre 1552 da una nobile ed importante famiglia. Dopo aver ricevuto la sua prima educazione e formazione dai padri gesuiti a Macerata, dove maturerà la vocazione al sacerdozio e sentirà parlare delle missioni d'Oriente, viene inviato nel 1568 dal padre a Roma per studiare giurisprudenza. Ma ben presto rinuncerà alla brillante carriera che il padre gli aveva preparato, decidendo di entrare nella Compagnia di Gesù, a Sant'Andrea al Quirinale, dove viene accolto da Padre Alessandro Valignano, all'epoca visitatore generale delle missioni dei gesuiti in Oriente con l'incarico di preparare dei missionari per una spedizione cattolica in Cina. Nel 1577 è inviato in Oriente dove, arriva a Goa in India ed inizia il processo di inculturazione della fede ad opera del gesuita Thomas Stephens, Colpito da malaria, è trasferito a Cochìn. Ritornato in salute, nel 1580 riceve l'ordinazione sacerdotale. Nel 1582 riceve dal visitatore d'Oriente Padre Alessandro Valignano, l'ordine di recarsi a Macao per studiare la lingua cinese ed entrare nella Cina continentale. Nel 1601, dopo vari tentavi falliti, riuscirà finalmente ad entrare a Pechino. Considerato in Cina ed in gran parte dell'Area Asiatica come l'uomo del dialogo tra l'Occidente e l'Oriente, viene riconosciuto come uno dei più grandi missionari del "Paese di mezzo", uomo di scienze, letterato, astronomo, cartografo, matematico e diplomatico.
Si può testimoniare di un prete che la Chiesa cattolica proclama "beato" senza cedere alla retorica, alla falsificazione storica, al buonismo" interpretativo? I tre autori di questo libro ci provano: hanno conosciuto don Pino Puglisi (ucciso dalla mafia il 15 settembre 1993) e hanno scritto di lui in diverse occasioni. Nella prima e nella quarta parte Francesco Palazzo ricostruisce i tre anni di don Puglisi a Brancaccio, con qualche cenno a quanto accaduto dopo. Traccia inoltre una storia recente, sino all'arrivo di don Pino, della parrocchia di S. Gaetano e del quartiere. Nella seconda parte Augusto Cavadi riflette sul significato teologico e filosofico di questo martirio evidenziando soprattutto come esso costituisca la spia eloquente di una comunità ecclesiale spesso indifferente. Nella terza parte Rosaria Cascio ricostruisce la metodologia pastorale di don Pino alla luce della sua formazione teologica e psicologica e delle diverse esperienze nel corso della sua generosa esistenza.
Il volume è impreziosito dalle testimonianze di don Francesco Michele Stabile e di Salvo Palazzolo.
Don Giuseppe Diana fu ucciso il 19 marzo del 1994 nella sua chiesa a Casal di Principe. A vent'anni da quel delitto di camorra, il libro racconta, attraverso il dialogo tra don Diana e il padre Gennaro, cosa è avvenuto dopo la morte del sacerdote. Una storia tra romanzo e cronaca che descrive le tappe più significative di una vicenda che ha fortemente segnato un territorio che oggi tenta il riscatto proprio nel nome di don Diana. I capi camorra sono tutti in carcere e le nuove generazioni cercano altri punti di riferimento. La camorra e la violenza sono i protagonisti di ieri. I giovani e le associazioni che gestiscono i beni confiscati sono i protagonisti di oggi. L'eredità del passato è pesante e la crisi sociale non aiuta a scegliere nuove strade. Il rischio di tornare indietro è concreto. Un argine lo sta faticosamente costruendo un popolo nuovo. È il popolo di don Peppe, che vuole trasformare quelle che una volta erano conosciute come le terre della camorra, nelle terre di don Diana.
Questo «Libro delle Cronache» rivela le ragioni e i sentimenti di uno storico del cristianesimo italiano, catapultato con famiglia negli Stati Uniti di Donald Trump, dove è affiorata in lui una nuova identità di teologo parzialmente americanizzato. Le «Cronache» sono state la sua rubrica esistenziale e politica, pubblicata a scadenza bisettimanale sulla rivista Adista, e coprono quasi tutto il primo quadriennio dell'attuale Presidente, dall'inaugurazione (gennaio 2017) sino all'esplosione del Covid-19 e al predominio di Joe Biden nelle elezioni primarie democratiche (luglio 2020). Rappresentano una testimonianza diretta e spassionata, sempre ironica e spesso dolorosa, di come si vive e talora si muoia, di come si spera e ci si disperi, fra guerre combattute da terzi e crisi di migranti, nell'America del III millennio, in un periodo segnato da contraddizioni e trasformazioni profonde, le cui conseguenze hanno effetti planetari. Il teologo italo-americano si augura di non dover proseguire la scrittura delle Cronache dal Trumpistan oltre le elezioni del 2020.

