
Le Maestre Pie dell'Addolorata sono religiose che in Italia, Stati Uniti, Messico, Brasile, Bangladesh e Zimbabwe si spendono per ogni vita che incontrano: che siano i bambini e giovani delle scuole o delle case famiglia; che siano i disabili o gli anziani di un pensionato; che siano le donne a cui offrire un lavoro dignitoso. Denominatore comune del loro servizio è la gioia o, come la chiamava la Beata Elisabetta Renzi, fondatrice dell'Istituto, l'allegrezza di spirito. Come già la loro fondatrice, le Maestre Pie dell'Addolorata continuano a vivere nel mondo attente ai segni dei tempi, per essere realmente testimoni di speranza e di gioia ovunque si trovino ad operare.
Nella sua straordinaria passione per Cristo, l'uomo, la Chiesa, Giovanni Battista Montini si sforza di comporre la fedeltà alla verità e il dialogo nei confronti del mondo e delle religioni; la chiarezza nella guida del popolo di Dio e il rispetto per la libertà delle persone; la compartecipazione ai travagli dei suoi contemporanei e alla crisi ecclesiale e un animo fiducioso e sereno, che cerca sempre germi di speranza: riuscendo così a condurre unita la Chiesa nel Concilio e nel postConcilio. La sua spiritualità, forte e umile insieme, informata alla carità verso tutti gli uomini, è un richiamo al continuo rinnovamento cui la Chiesa è chiamata tutt'oggi, che si identifica con la sua conversione e si esprime nella gioia dell'evangelizzazione. Questa biografia è basata sulle fonti documentarie al momento disponibili, le testimonianze raccolte per la Causa di canonizzazione e la consuetudine trentacinquennale dell'autrice con Montini - Paolo VI. Il suo criterio storico e spirituale risponde alla corretta visione di un prete, educatore, vescovo e pontefice che attraversa tutto il Novecento, vibrando come un sismografo, dice lui stesso, di fronte alle vicende del suo tempo. Il suo pontificato apre un varco per la Chiesa nel raffronto con la modernità dal quale sono partiti tutti gli sviluppi successivi.
Marcello Candia è un imprenditore milanese di successo, ma con una caratteristica precisa: vive da cristiano in ogni cosa che fa. La parabola della sua esistenza si muove dalla città milanese verso il mondo, per una necessità di dono che lo spinge a fare i conti con l'uomo "ovunque sia". Giovane di carità e dedizione, Candia avrà sempre in sé la caratteristica della "squisitezza" umana che troppo spesso si rischia di dimenticare. Persona dall'assoluta concretezza, il suo impegno per i meno abbienti non sarà mai astratto o fugace, ma figlio di un'educazione morale e interiore che gli fa trattare amici, dipendenti, ricchi della borghesia, lebbrosi come fossero membra di un unico corpo, commisurato su quello di Cristo. In questa breve biografia, Luca Crippa ci accompagna alla scoperta di un uomo che "sarebbe necessario oggi alla Chiesa e al mondo", per uscire dalle strettoie della paura dell'altro. Perfetta incarnazione del "laico per i poveri" che papa Francesco invoca continuamente.
Il 13 luglio 1920 suor Teresa di Gesù Gimma riceve da mons. Vaccaro, arcivescovo di Bari, l’ordine di uscire dal monastero di San Giuseppe e di dare vita a una nuova comunità carmelitana. Suor Gimma obbedisce e lascia quella che era stata la sua casa per 22 anni per fondare il Monastero di Santa Teresa Nuova a Bari.
Questo volume raccoglie gli scritti spirituali di suor Teresa che vanno dalla fondazione del monastero fino al 1948, anno della sua morte. Si tratta di anni difficili, impegnativi per il carico di responsabilità a cui la serva di Dio era sottoposta, ma dalle sue parole raramente traspare la fatica o la preoccupazione per gli eventi quotidiani. I testi qui raccolti – appunti per ritiri e esercizi spirituali, poesie, scritti di formazione – mostrano invece con chiarezza il cammino di santità e di martirio che la Serva di Dio ha compiuto.
«Un’altra intervista! Ormai ho già detto tutto di me, a chi può interessare questo vecchio? Ma via facciamola, accontentiamoli. E poi rivedo volentieri i vecchi amici…».
È il giugno del 2016. Gli autori di questo libro bussano alla porta del cardinale Silvano Piovanelli che concede loro una lunga intervista. In una serie di incontri il cardinale ripercorre le tappe principali della sua vita ricostruendo una vicenda che abbraccia oltre novant’anni di storia dell’Italia e della sua città, Firenze: dall’infanzia in una famiglia contadina al seminario insieme a Lorenzo Milani, dagli anni da parroco nel “Comune più rosso d’Italia” fino alla creazione a Cardinale, la viva voce di Piovanelli racconta le grandi e piccole vicende di un’esistenza straordinaria. Quella intervista, che è il filo conduttore di questo libro, sarà l’ultimo incontro con i giornalisti, l’occasione per ricordare l’estremo desiderio del cardinale: essere ricordato come un semplice parroco.
A Erica viene diagnosticato un tumore: questo l'inizio del libro e di una vicenda che sarebbe come tante, se non si manifestasse sostenuta, quotidianamente, dalla fede. Fede in Dio, innanzitutto, ma anche fiducia nel proprio nucleo familiare, che si stringe attorno alla mamma e moglie e che, con lei, esprime in queste pagine un cammino di speranza e di riflessione. Lungo le pagine che Erica ci consegna, emerge un desiderio profondo e condiviso di continuare a stare nella vita con un sorriso, nonostante la fatica e il dolore, nonostante i momenti difficili. Come in un coro, accanto alla voce dell'autrice di questo piccolo e profondo "diario spirituale", ecco dunque manifestarsi tutte le domande, i dubbi, le angosce e le speranze di lei e dei componenti della sua famiglia (il marito Davide e i tre figli) che sempre, in questi casi, sono i primi a dover condividere il dramma della malattia. La porta gialla - quell'uscio di fronte al quale Erica accoglie il referto medico - diventa allora l'immagine di una soglia che conduce a una vita mutata dal dolore; e che diventa occasione non per disperare, ma per riscoprire una nuova prospettiva personale, familiare, amicale. E, soprattutto, per meditare in modo consapevole sul senso profondo del credere in famiglia. Un piccolo dono fatto a ogni lettore.
26 luglio 2016, Saint-Etienne-du-Rouvray. Durante la celebrazione della messa mattutina, un commando di jihadisti prende in ostaggio un gruppo di fedeli e sgozza l’anziano sacerdote, padre Jacques Hamel. È uno shock per il mondo intero, si tratta del primo martire in Europa nel 21° secolo.
Ma chi era questo prete morto sull’altare? Jan de Volder, esperto di dialogo interreligioso, si è recato sul luogo del brutale omicidio e ha ricostruito minuto dopo minuto, attimo dopo attimo, questo terribile rituale di sangue. Ha incontrato gli ostaggi, i parrocchiani e gli abitanti della zona. Insieme ai fratelli di padre Hamel, ha ripercorso la storia di questo prete-operaio, da sempre a fianco degli ultimi: la vocazione, i primi anni di sacerdozio, l’apostolato in Algeria durante la guerra, la sua scelta di vivere da povero in mezzo ai poveri, fino agli ultimi, drammatici, istanti di vita.
A padre Jacques Hamel, papa Francesco ha dedicato - durante la messa celebrata in suo suffragio - queste parole: “È un martire! E i martiri sono beati - dobbiamo pregarlo, che ci dia la mitezza, la fratellanza, la pace, anche il coraggio di dire la verità”.
Il 2 marzo 2011 veniva ucciso Shahbaz Bhatti, Ministro pakistano per le minoranze religiose, figura fondamentale per il dialogo interreligioso mondiale. Il fratello Paul, che da anni aveva abbandonato il Pakistan e aveva sempre cercato di convincere Shahbaz a cercare una vita più tranquilla e senza pericoli, decide di proseguire la sua missione ritornando in patria. Prendendo il posto di Shahbaz, Paul si ritrova a conoscere aspetti della vita del fratello che prima ignorava: entra emotivamente in quella missione che, precedentemente, non aveva capito fino in fondo e che diventerà anche la sua missione. Le vite di due fratelli raccontate non dal punto di vista pubblico ma privato. La missione sincera di chi ha dato voce ad un ideale di giustizia.
Un medico, un missionario, un uomo coraggioso e mite, sostenuto da una fede incrollabile. Padre Giuseppe Ambrosoli aveva deciso da ragazzo che avrebbe vissuto da comboniano al servizio dei poveri e che per questo avrebbe lasciato il suo paese, Ronago (CO), gli affetti e l'azienda familiare. Destinazione: Uganda. Partito nel 1956 con la nave Africa, dopo un avventuroso percorso su una jeep in mezzo alla savana, trovò a Kalongo, ai piedi di quella che è chiamata la Montagna del Vento, un dispensario per la maternità, una piccola capanna con il tetto di paglia. Nel giro di pochi anni, grazie alla sua caparbietà, alla grande capacità di medico e sacerdote, allo spirito manageriale ereditato dalla famiglia, quel piccolo centro divenne un grande ospedale. Ma la guerra civile irrompe nella vita dell'ospedale, stravolgendola. L'ordine di evacuazione è perentorio e padre Giuseppe, costretto in sole 24 ore ad organizzare la carovana di pazienti, medici e infermieri, lascia Kalongo senza tornarvi mai più. Lui, medico al servizio dei più poveri, muore a Lira, isolata dalla guerra, senza la possibilità di essere curato. Tutto finito? No. L'ospedale di Kalongo, protetto dai suoi abitanti, dopo tre anni rinasce e prosegue la sua opera di cura dei più vulnerabili. Quella storia di dedizione al prossimo e caparbietà umana continua ancora oggi con la Fondazione voluta dalla famiglia Ambrosoli e dai missionari comboniani, che hanno raccolto l'eredità di padre Giuseppe per dare sostegno e continuità ad un miracolo d'amore. Como, Milano, Kalongo. Migliaia di chilometri di distanza, rumori e odori diversi, ricchezza e povertà. Ma padre Giuseppe e la sua opera hanno ridotto le distanze, unito l'Ospedale e la Fondazione, i medici ugandesi e i volontari italiani, il bisogno di ricevere e la voglia di dare. Premessa di Mario Calabresi. Prefazione del card. Gianfranco Ravasi.
Unico parlamentare della Repubblica ucciso dalla mafia mentre era ancora in carica, Pio La Torre è ancora oggi ricordato come un esempio da seguire. In queste pagine i suoi due figli, Franco e Filippo, raccontano l'eccezionale normalità di un eroe che non ha mai voluto diventare un eroe, l'umanità di un uomo e di un padre ancora scomodo, che interroga ciascuno di noi, chiedendoci fino a dove siamo disposti a metterci in gioco per vivere davvero le nostre battaglie. «Il motivo per cui nostro padre poté fare quello che fece sta proprio in questa identificazione totale e piena con le sue battaglie. Oggi come allora queste parole possono sembrare retoriche eppure non lo sono. Pochi hanno avuto e hanno la credibilità per pronunciarle, pochi possono davvero dire "Io sono la mia battaglia". Con la Prefazione di Giuseppe Tornatore.
Questa è una storia sorprendente e affascinante, perché la Divina Misericordia è una realtà sorprendente e affascinante. Il potere di Gesù e di Maria opera in questa storia come il potere di un'onda del Pacifico alta tre metri. Leggete questo libro e vedrete come la stessa onda che ha sollevato Paolo e Agostino, Francesco e Ignazio ha sollevato adesso Donald Calloway trasformandolo da "incorreggibile" e "impossibile" in "radicalmente convertito". È una storia vecchia, molto vecchia: eppure ogni volta è irresistibilmente nuova. Qui è raccontata con candore e semplicità seducenti da un prete surfista ex-drogato ed ex-criminale. Peter Kreeft, Teologo Una storia che è fonte di ispirazione; una conversione davvero sbalorditiva. Sarete colpiti nel leggere come Nostro Signore ha riorientato le passioni di quest'uomo, portandolo da una vita di crimini all'amore per Gesù e per Maria, e per il surf! Se Hollywood avesse fede quanto un granello di senape, la storia di padre Calloway sarebbe già diventata un film. È un libro che si legge tutto di un fiato, in cui il protagonista passa da un'adolescenza criminale a una fede adulta, per arrivare fino al sacerdozio. È la storia di una vita drammatica, e padre Calloway la racconta con uno stile letterario avvincente e virile. Perciò, se non è diventata un film (almeno non ancora), potrete almeno ricordarvela come un film, tanto è vivace. Scott Hahn, Professore di Teologia e di Sacra Scrittura Franciscan University of Steubenville, Ohio
Che cosa è il protestantesimo? Chi lo ha inventato? Perché? Che conseguenze ha avuto? È vero che cattolici e protestanti sono "avversari"? E che Lutero ce l'aveva con il Papa? E che ha fatto la guerra ai contadini? E che non celebrava l'Eucaristia e il sacramento della Confessione? Un racconto attento e fresco, che coglie i temi centrali della vicenda del protestantesimo nelle sue origini e che accompagna il lettore in un viaggio lungo i quarant'anni che videro cambiare completamente la fede in Occidente e nel cristianesimo. Un libro giocato con tono spigliato e linguaggio immediato, per introdurre anche i meno addentro alla storia e alla teologia su un tema che oggi è significativo, quello del dialogo ecumenico e del rapporto che papa Francesco sottolinea molto con il mondo protestante.

