
"La terra custodisce la nostra storia, le tradizioni, i valori. Il cielo ci regala un orizzonte più ampio che sa d'infinito, di pace, di eternità". Comincia così il viaggio di Al Bano in cerca delle "cose buone di una volta". Seguendo il filo rosso dei ricordi, riafferma la fierezza delle sue radici contadine e, fra i tanti episodi e aneddoti, racconta come è nata la sua decisione - dopo anni di successi tuttora incontrastati nella musica italiana - di dedicarsi all'agricoltura, alla produzione del vino e dell'olio nella sua Puglia, quasi a voler tornare a quei valori semplici e veri che rischiano di andare per sempre perduti. Con grande lucidità, Al Bano riflette sui problemi di oggi, sul senso dell'integrità professionale, sul degrado morale del nostro Paese, sulle giovani generazioni in cerca di futuro. Il suo invito appassionato è quello di ricominciare a fondare i propri comportamenti sulla "bussola etica" dei dieci comandamenti, un tesoro di sapienza, capace di suggerire l'orientamento giusto a chi desidera un'esistenza ricca di cose belle e di significato.
Molti benpensanti lo chiamavano "il matto". Per i vagabondi, i senzatetto, gli sbandati sporchi e maleodoranti della Stazione Centrale di Milano fratel Ettore fu un padre, un rifugio, un punto di riferimento. Non li accoglieva, non aspettava che andassero da lui, era lui stesso ad andare a cercarli. Se li portava a casa, e non si limitava a sfamarli, ma li lavava e li rivestiva di tessuto e dignità. Dava loro un letto, un posto a tavola, un pasto caldo. La sua testimonianza di straordinaria umanità - intrisa di quella fede che "sposta le montagne" - fu evidente a tutti, credenti e non credenti, e costrinse molte coscienze milanesi a interrogarsi sulla fredda indifferenza di una città ricca che fingeva di non vedere la condizione disumana di tanti emarginati. Presto fratel Ettore sarà proclamato esempio da seguire per tutta la cristianità: nel febbraio 2013 la Conferenza episcopale lombarda ha dato il via libera al processo di beatificazione.
"Gesù è un amico. Amicizia significa riporre fiducia totale in un altro. Quando sono solo a piangere, di notte, chi c'è con me a piangere, ma allo stesso tempo a consolarmi e darmi coraggio di ripartire se non Gesù?". Comincia così il nuovo libro di Nicola Legrottaglie, che dopo il testo sulla sua conversione e il ritorno alla fede, ha scelto di raccontare la vita del protagonista dei Vangeli. Gli episodi più significativi e commoventi vengono rievocati in un percorso ricco di suggestioni in cui ciascuno potrà ritrovarsi attingendo ispirazioni e forza d'animo per affrontare le avversità della vita. Con uno stile semplice e colloquiale, Legrottaglie accompagna il lettore credente e non credente - alla scoperta della figura di Gesù di Nazaret, un amico speciale a cui affidare ogni più piccolo evento e da cui trarre insegnamenti preziosi per il cammino di ogni giorno.
Quella di padre Livio, la voce per eccellenza di "Radio Maria", è la storia di un sacerdote che ritrova le ragioni più profonde della fede seguendo i messaggi che la Regina della pace consegna al mondo ogni mese tramite la parrocchia di Medjugorje. Docile allievo della scuola di preghiera di Maria, padre Livio scopre a poco a poco di avere un compito ben preciso: diffondere in Italia e nel mondo la voce e i messaggi della Vergine. Confidando nella Divina Provvidenza, decide così di fondare "Radio Maria", rilevando nel 1987 una piccola emittente locale del comasco. Da allora è un crescendo di ascolti, merito anche di una copertura di rete sul territorio nazionale che supera persino quella della RAI. Dall'Italia al mondo il passo è breve, fino alla costituzione nel 1998 della "Famiglia Mondiale di Radio Maria", l'associazione internazionale delle emittenti che, diffuse in circa 80 Paesi nel mondo, raggiungono ormai decine di milioni di ascoltatori.
Ripensando al passato, Dalila guarda alla sua vita come a un lungo viaggio, segnato da esperienze indimenticabili e incontri decisivi; ma anche come a un percorso a ostacoli, irto di difficoltà e di prove. Dalila però ha un segreto, che desidera condividere con i suoi lettori: proprio quando la vita sembra metterti con le spalle al muro, la salvezza viene da dentro di te, dal profondo del tuo cuore, dove puoi trovare quell'energia positiva capace di ispirare e guidare la tua vita quotidiana. Dalila apre dunque lo scrigno delle sue memorie e racconta di sé: dall'infanzia friulana all'approdo a Roma con il sogno di diventare una star del cinema, dagli esordi cinematografici agli incontri con le stelle del mondo dello spettacolo, fino alle pagine più dolorose: la prematura perdita del figlio Christian e il dramma dell'incidente che l'ha fatta precipitare nel tunnel del dolore cronico. Ai suoi ricordi accosta poi storie e aneddoti di amici, tutto per arricchire quel mosaico di vissuti che dimostra sempre e solo un'unica, grande verità: dentro al nostro cuore c'è un tesoro nascosto, cioè quella forza interiore che ci permette di vivere nella gioia piena, ogni giorno.
Fu uno dei sacerdoti più amati e seguiti dai giovani. Con il suo carisma affascinò credenti e laici, lasciando un'impronta indelebile e originale nella Chiesa e nella società del suo tempo. A dieci anni dalla scomparsa, Renato Farina, che lo frequentò fin da liceale e realizzò con lui numerose interviste lungo tre decenni, ne ricostruisce la straordinaria parabola esistenziale.
Wimbledon. Campo centrale. Una folla sugli spalti. Manca poco, ormai. Un'intera vita sta per compiersi in un pomeriggio d'estate, mentre una nuova pagina della storia del tennis è sul punto di essere scritta. Mara è una tennista tra le più talentuose del panorama internazionale, a un passo dal sogno per cui ha lottato fin da piccola: giocare sul campo centrale di Wimbledon. "Non ti avrei mai delusa e su quel campo ci sarei arrivata prima o poi". Parole cariche di speranza, pronunciate da una bambina che sarebbe diventata una donna forte, una campionessa capace di accettare le sue fragilità, senza mai arrendersi. Vincendo sul campo e, un giorno, nella vita vera. La promessa fatta fra le braccia della mamma la porterà a diventare un'atleta vincente e combattiva, anche a causa di una malformazione ai piedi, che fin dagli albori della carriera era stata per lei il vero avversario da battere, partita dopo partita. Dolori acuti, lancinanti, che a volte la gettano a terra, e che tuttavia non spengono in lei la voglia di lottare per raggiungere il suo sogno e mantenere l'antica promessa. Finché un giorno, all'improvviso, un infortunio stronca per sempre la sua inarrestabile ascesa sportiva. La racchetta non sarà più il cuore pulsante delle sue emozioni. Dopo una notte di veglia e preghiere, di lacrime e pensieri, una luce le rapisce il cuore e, sulla Collina delle Apparizioni di Medjugorje, ritrova la forza di rialzarsi. Mara rinasce fra le braccia di Maria, nella gioia della fede.
Fabio Salvatore ha scoperto di avere un cancro alla tiroide all'età di 21 anni. Fino a quel momento aveva creduto che la vita fosse ai suoi piedi. Era pieno di sé. Forte di un talento messo a disposizione solo di se stesso, stava per debuttare in un'importante produzione teatrale internazionale che lo vedeva come protagonista. All'improvviso, la scoperta: il cancro, da lui sempre definito "Scarafaggio". Per mesi nega l'evidenza, recita in teatro, accantona la malattia, nasconde tutto ai suoi familiari, finché, afono e privo di forze, è costretto ad affrontare il calvario della malattia. Operato d'urgenza, supera l'intervento e fa la sua prima radio-iodio-terapia, che lo porta a essere isolato da tutto e da tutti. È in quel silenzio che Fabio inizia a guardare dentro se stesso. Guarda alla fede, ma è poco lucido per capirne la forza. Passano i mesi, e dopo un anno parte per il Portogallo, per una vacanza, ma durante quel viaggio nel buio dell'intimità trova uno spiraglio che è Maria, la sua Mamma, e che lo porta a Fatima. Di qui il suo cammino, il suo deserto che diventa fiorito e pieno di colori. Abbraccia la Croce e vive nella Gioia. La morte tragica del padre, avvenuta in un incidente stradale, fa conoscere a Fabio il valore della Redenzione del perdono, e il ritorno del cancro dopo dieci anni lo consegna in totale offerta a Maria. Ecco il dolore che si trasforma in passione di vita. L'incontro con Chiara Amirante e la Comunità di Nuovi Orizzonti è il sentiero che lo porterà a Medjugorje...
Aveva 17 anni, in quel lontano 1944 di guerra, quando con un fiammifero diede fuoco ai diari a cui aveva affidato le confidenze più intime dell’adolescenza. Era il segno della volontà di lasciare tutto per consacrarsi anima e corpo alla Compagnia di Gesù, che lo avrebbe portato a diventare sacerdote, teologo e cardinale della più grande diocesi d’Europa.
L’episodio giovanile è uno dei tanti particolari poco noti della vita di Carlo Maria Martini raccontati dal vaticanista Andrea Tornielli, che in questo ritratto disegna la parabola umana, spirituale e istituzionale di una delle figure più carismatiche della Chiesa cattolica del post-Concilio.
Cardinale dell’attenzione agli ultimi e dell’accoglienza agli immigrati, dell’ecumenismo e del confronto con le altre religioni, Martini fu uomo attento alle istituzioni e all’etica pubblica, capace di sferzare politici di destra e di sinistra e di denunciare con anni di anticipo il malcostume di Tangentopoli. Biblista di fama internazionale, non disdegnò di farsi indagatore di questioni complesse: dal fine vita alla fecondazione assistita, dal celibato dei sacerdoti all’accoglienza pastorale di divorziati e omosessuali. Uno stile di dialogo personalissimo lo portò a farsi anche umile visitatore di carceri e sperdute parrocchie della diocesi milanese, di ospedali e comunità alloggio. Indicato dalla stampa laica come “l’altro papa”, pur avendo in Conclave molti sostenitori lasciò a Joseph Ratzinger l’ascesa al soglio pontificio, adducendo come impedimento la malattia del Parkinson. Attraverso retroscena, curiosità e aneddoti emerge la vicenda di un uomo dallo sguardo lucido e lungo, capace di segnare in modo indelebile il cattolicesimo recente fino agli anni odierni della crisi della Chiesa che in un’ultima intervista lo costrinsero a constatare: «è rimasta indietro di 200 anni».
Andrea Tornielli
Inviato e vaticanista del quotidiano «La Stampa», collabora con varie riviste italiane e internazionali. Numerose le sue pubblicazioni, tra cui ricordiamo presso Piemme: Pio XII. Il Papa degli Ebrei (2001), La scelta di Martini (2002), Papa Luciani. Il sorriso del santo (2003), Il Papa che salvò gli Ebrei (2004), Benedetto XVI. Il custode della fede (2005), Il segreto di Padre Pio e Karol Wojtyla (2006) e Attacco a Ratzinger (con Paolo Rodari, 2010).
Don Lorenzo Milani (1923-1967), sacerdote ed educatore, è stato il fondatore della scuola di Sant'Andrea di Barbiana, il primo tentativo di istruzione a tempo pieno espressamente rivolta alle classi popolari. A lungo frainteso e ostacolato dalle autorità scolastiche e religiose, don Milani è stato una delle personalità più significative del dibattito culturale del dopoguerra e la sua vita rappresenta per molti una testimonianza di scelta radicale in favore degli ultimi. I progetti di riforma scolastica e il tema della libertà di coscienza, anche nei confronti del servizio militare, compaiono in molte sue opere. Sulla base di documenti editi e inediti, di testimonianze e interviste ai suoi allievi ancora oggi viventi, viene ricostruita la parabola umana e spirituale di un grande protagonista del Novecento.
Dopo il primo libro "La luce oltre il buio", Giacomo Celentano declina il delicato tema della paternità, raccontando la sua toccante avventura di figlio di un grande artista, di genitore del piccolo Samuele e di credente che coltiva nel quotidiano un forte legame di fede con Dio Padre. È stato un "percorso interiore" complesso che lo ha portato ad affrontare e superare momenti duri di ansia, di depressione e di ricerca della propria strada nella vita. Oggi Giacomo ha raggiunto il suo equilibrio. "Un equilibrio sereno e fragile - ammette l'autore - che si regge sulla convinzione che la vita è uno sforzo continuo di conversione in compagnia di Dio. Ogni giorno si può fare un passo per diventare una persona migliore del giorno prima". La serenità non è un dono del Cielo, è una conquista quotidiana. E chi firma questa testimonianza non ha paura di affermare che, se si procede sul sentiero della fiducia, Dio viene subito in nostro aiuto sostenendoci nel cammino per diventare figli, genitori e cristiani felici.
Il racconto del pellegrinaggio spirituale compiuto da Fabio Salvatore sulle tracce di Francesco d'Assisi è un viaggio dell'anima, un'avventura che lo porta a perdonare i responsabili dell'incidente stradale in cui ha perso la vita il padre, vivendo sulla propria carne quella misericordia che è stata la parola d'ordine dell'esordio del pontificato di papa Francesco. Quando si attraversa il tempo dell'amore e il tempo del dolore, occorre rallentare il passo, fermarsi a riflettere su quel che di bello e buono si è ricevuto, ma anche su ciò che di faticoso e drammatico ci ha riservato la vita. Il diario del cuore che Fabio Salvatore affida ai suoi lettori è una confessione commovente e intensa, un invito a non lasciarsi sfuggire l'esistenza, ma ad assaporarla - istante dopo istante - con tutto l'amore possibile.

