
Ho la leucemia linfoblastica acuta. Così si apre questo libro: il diario di Cecilia Poli, giovane sposa e madre con la passione per la danza, che da quel momento inizia la sua battaglia per la vita. Lotta con passione e determinazione sostenuta dall'amore per il figlio, il marito, i genitori. "Adesso mi pare - si legge nel diario - che questa sia la mia grande occasione; attraverso il modo in cui affronto la malattia posso dare una grande testimonianza di fede e di amore per la vita". Giorno per giorno su questo diario annota le gioie quotidiane, i ricoveri in ospedale, le cure dolorose, le ferite del corpo e quelle dell'anima. Una lettura intensa che mostra i momenti di incertezza, di speranza, di commozione, ma che testimonia soprattutto la bellezza della vita nelle piccole gioie quotidiane, spesso date per scontate quando si sta bene. Come ha scritto nella prefazione Antonia Arslan: "avanzando nella lettura di questa testimonianza di vita, ho cominciato a percepire, man mano più chiaramente, non solo l'empatia, la pietà e la partecipazione alla sua drammatica vicenda, ma anche l'immensità dei doni spirituali che è lei, Cecilia a riversare su di noi". Quello di Cecilia è un viaggio consapevole che propone uno sguardo sul dolore illuminato dalla fede che nulla toglie al dolore e allo smarrimento, ma offre una luce in più per accogliere il mistero. In Appendice una raccolta di poesie dell'autrice, scritte in varie epoche della sua vita.
Una biografia sulla figura di monsignor Augusto Bertazzoni (1876-1972), pastore delle Chiese di Potenza e Marsico, in Basilicata, negli anni che vanno dal 1930 al 1966. Pagine che raccontano la “storia bellissima” – come dice il lucano don Giuseppe De Luca – dell’avventura apostolica del servo di Dio Augusto Bertazzoni.
Originario del Nord Italia – nasce nella provincia di Mantova nel 1876 – si trova a dover affrontare la dura realtà dell’Italia del Sud,tra i monti lucani,nella prima metà del ’900,in una terra nella quale“il fascismo relegava i confinati”, come osservò il vescovo di Mantova mons. Carlo Ferrari.
Tempi difficili e drammatici, tempi di arretratezza e di povertà, di fascismo e di guerre, di bombardamenti e di ricostruzioni, di eventi epocali quali la fondazione delle Repubblica Italiana e la celebrazione del ConcilioVaticano II.
Nel dopoguerra prevalse in lui un approccio più pragmatico, che efficacemente l’autore definisce “magistero del quotidiano”. Fu in prima linea nella ricostruzione materiale e morale della sua diocesi e di tutta la Basilicata.
Ormai novantenne, mons. Bertazzoni, formatosi negli ultimi decenni dell’Ottocento, ma capace di affrontare tutte le sfide col coraggio e la speranza di un “uomo nuovo”, sedette con ammirevole assiduità fra i padri conciliari.
Punti forti
La conoscenza diretta dell’autore maturata inseguito a un personale rapporto di collaborazione con mons. Bertazzoni, nota penna del panorama culturale potentino.
La presentazione è di mons. Agostino Superbo e l'introduzione storica di Giampaolo D’Andrea.
Lodevole l'intenso inserto fotografico.
Destinatari
Per chi desidera conoscere un’importante figura della Chiesa italiana del Novecento.
Autori
Gerardo Messina, teologo, saggista e giornalista di Potenza.
Agostino Superbo, arcivescovo metropolita di Potenza.
Giampaolo D’Andrea, politico italiano, inizia come deputato presso le fila della DC; ha partecipato poi alla fondazione del Partito Democratico. È docente di storia presso l’Università degli Studi di Potenza.
Emanuele Basile e Mario D’Aleo erano alla guida della compagnia carabinieri di Monreale quando, nel 1980 e nel 1983, furono assassinati dalla mafia. Avevano rispettivamente 30 e 29 anni. Basile passeggiava con la moglie e la figlia. La piccola, quattro anni, era tra le sue braccia quando i killer entrarono in azione.
D’Aleo si trovava sotto la casa della fidanzata. Con lui perirono anche due carabinieri: Giuseppe Bommarito, marito e padre di due figli piccoli, e Pietro Morici.
È una storia di mafia che si svolge nella Sicilia degli anni Ottanta, nella località di Monreale, ma è soltanto un frammento localizzato di una storia che invade da sempre l’intera Isola siciliana.
Ed è una storia di coraggio nel compiere il proprio dovere anche nel pericolo, di impegno e, purtroppo, di solitudine invece di essere affiancati da parte di chi avrebbe dovuto.
Infatti, questi uomini perirono quando furono lasciati soli, senza difese.
La giornalista Michela Giordano, grazie ai ricordi delle famiglie D’Aleo e Basile che persero i loro congiunti, e attraverso gli atti del processo che condannò gli assassini, ha ricostruito una storia interessante per comprendere un’epoca di violenza e di soprusi che avrebbe meritato maggiore attenzione.
Punti forti
L’onestà e l’amore al proprio dovere. Il coraggio di rischiare la vita per il bene comune. Una tragica pagina di storia italiana.
Destinatari
Tutti quelli che cercano la verità nelle vicende tragiche che minano le istituzioni pubbliche e la tranquillità dei cittadini.
autrice Michela Giordano, 32 anni, giornalista di Pagani (Salerno). Attualmente impegnata con l’emittente televisiva Telenuova e con il quotidiano Il Mattino. Ha collaborato, in passato, con le testate Cronache del Mezzogiorno e Metropolis e con il sito web Agoràvox. Autrice del testo teatrale «A’ Fetenzìa», cronaca di un omicidio impunito. È sposata con un ufficiale della guardia di Finanza, di qui nasce il suo particolare interesse per le forze dell’ordine.
La storia autobiografica della conversione di John Pridmore, ex criminale londinese divenuto evangelizzatore. A dieci anni la sua vita viene sconvolta dalla separazione dei genitori. Inconsciamente decide di non amare più nessuno. Comincia a taccheggiare, a rubare, a rapinare. Finisce prima in un riformatorio, poi in prigione. Quando esce, le cose vanno di male in peggio. Fa il buttafuori nei pub di Londra e l’addetto alla sicurezza ai concerti di musica pop. Entra nel mondo della droga. Un giorno, per poco non uccide un uomo che lo avea offeso durante una rissa.Tornato a casa, capisce che la vendetta non gli ha procurato la soddisfazione che aveva a lungo cercato, anzi... Poco dopo, sente una voce che gli passa in rassegna tutte le malefatte compiute. Si sente mancare il respiro, grida disperatamente a Dio di dargli un’altra possibilità.A 27 anni John si converte e Dio non solo lo perdona, ma lo trasforma in un evangelizzatore pieno di fede e di entusiasmo, per il bene di tanta gente.
Oggi John Pridmore viene chiamato a dare la testimonianza in tante scuole e centri di ritiro cattolici della Gran Bretagna, dell’Irlanda e di tanti altri Paesi del mondo.
Nel Regno Unito il libro ha riscosso un grande successo ed è in corso di pubblicazione in altre lingue. Una storia avvincente, che riscuote molto successo tra i giovani.
DESTINATARI
Larghissimo pubblico.
AUTORI
John pridmore, ex criminale londinese, dopo la conversione ha fondato una comunità in Irlanda, la St. Patrick Community, dove attualmente vive.Va in giro per il mondo a raccontare la sua storia. Ha testimoniato alla Giornata Mondiale della Gioventù di Colonia nel 2005 e di Sydney nel 2008. È autore di altri due libri: Gangster’s guide to God (2008); Journey to freedom (2010). Greg Watts, giornalista professionista, collabora con numerosi quotidiani e settimanali ed è autore di una decina di libri. Insegna giornalismo al Birkbeck College, University of London.
Si tratta di una biografia di Guido Maria Conforti (Casalora di Ravadese 1865 Parma 1931), fondatore dei Missionari Saveriani.
La sua vocazione missionaria si concretizzò nel 1895 con la fondazione dell’Istituto emiliano per le missioni estere, ufficialmente riconosciuto nel 1898 come Congregazione di San Francesco Saverio per le missioni estere. Terra di missione per i primi saveriani: la Cina.
Vicario generale a Parma, nel 1902 fu nominato arcivescovo di Ravenna e, nel 1907, vescovo di Parma. Svolse nel contempo una grande attività per sostenere il crescente spirito missionario della Chiesa italiana tra XIX e XX secolo. Egli stesso si recò in visita in Cina nel 1928.
Beatificato da papa Giovanni Paolo II nel 1996, sarà a breve proclamato santo da papa Benedetto XVI.
Questa biografia è stata redatta in occasione della canonizzazione di Guido Maria Conforti, utilizzando come fonti i documenti del processo diocesano e di quello apostolico per la canonizzazione, gli scritti del Conforti stesso e la documentazione raccolta da Franco Teodori nei suoi 28 volumi noti come Fonte Confortiana Teodoriana, oltre a testimonianze extraprocessuali conservate negli Archivi della Postulazione e informazioni raccolte dalla viva voce di persone degne di fede.
Presentazione di Mons. Enrico Solmi, vescovo di Parma.
Prefazione di P. Rino Benzoni, superiore generale dei saveriani.
DESTINATARI
In particolare missionari (specialmente salesiani), diocesi di Ravenna e di Parma, di cui G.M. Conforti è stato rispettivamente arcivescovo e vescovo E tutti coloro che amano il genere biografico.
AUTORE
Augusto Luca, saveriano, è stato direttore delle riviste dell’Istituto e missionario in Giappone. È autore di diverse biografie di missionari in Oriente.Tra i suoi titoli più recenti ricordiamo: L’ultimo missionario, L’abate Giovan Battista Sidotti e la sua scomparsa in Giappone nel 1708 (Milano 2009); Nel Tibet ignoto (Milano 20092); Pietro Uccelli, uomo di Dio (Brescia 2005); Madre Agnese Shih, testimone di Cristo in Cina (Roma 2005). Con Paoline ha pubblicato Anna Maria Adorni. Madre degli ultimi (Milano 2010).
In Italia e nel mondo tutti conoscono don Oreste Benzi, il presidente dell’Associazione Papa Giovanni XXIII, l’«infaticabile apostolo della carità», come lo ha descritto papa Benedetto XVI nel messaggio in occasione del suo ritorno alla casa del Padre.Tutti conoscono il padre dei poveri, dei diseredati, degli emarginati, di chi non ha voce. Ma non tutti sanno che don Benzi, per ben trentadue anni, dal 1968 al 2000, è stato anche parroco della Resurrezione, al quartiere grotta Rossa di Rimini, comunità parrocchiale che lui stesso ha fondato, insieme ad altri sacerdoti.
Si può affermare che don Oreste Benzi è diventato quella figura di sacerdote che tutti conoscono anche grazie all’esperienza di parroco. E certamente in tale esperienza ha comunicato e alimentato il suo carisma, così da imprimere un marchio inconfondibile alla sua parrocchia.
Questo volume cercherà di raccontare nei dettagli lo spirito, le tappe, gli avvenimenti di questa originale avventura pastorale. Sarà un racconto costruito con le parole e le riflessioni dello stesso don Oreste, e anche con le testimonianze dei suoi parrocchiani, di chi si è lasciato coinvolgere e trascinare dal suo carisma.
Punti Forti
Don Oreste Benzi dal 1968 al 2000 è stato parroco alla Resurrezione, nel quartiere grotta Rossa di Rimini. Questo aspetto, ignorato dai più, è stato ricostruito attraverso le parole dello stesso don Benzi e le interviste rivolte ai suoi parrocchiani.
Prefazione di mons. Francesco Lambiasi, vescovo di Rimini.
Un intenso inserto fotografico.
destinatari
Per chi desidera approfondire la conoscenza di un aspetto inedito di don Oreste Benzi.
Autore
Valerio lessi è giornalista e consulente di web marketing.Vive e lavora a Rimini. Su don Benzi per San Paolo ha pubblicato il libro intervista Con questa tonaca lisa (2001) e la biografia Don Oreste Benzi. Un infaticabile apostolo della carità (2008); per Paoline ha pubblicato, tra l’altro, la biografia Enrico Bartoletti. Vescovo del Concilio Testimone di speranza (2009). Francesco Lambiasi è stato rettore del Pontificio Collegio Leoniano di Anagni dal ’93 al ’99. Dal 2001 al 2007 è stato assistente ecclesiastico generale dell’Azione Cattolica, a cui ha dato vigoroso impulso. Dal 2007 è vescovo di Rimini.
Il volume presenta la figura di Giuseppe Toniolo (1845-1918) come laico cristiano impegnato nella professione di docente universitario, così come nella vita familiare.
Viene messa anche in luce la «dimensione spirituale» che sostiene e fonda il vasto impegno con cui Toniolo si spende all’interno della vita universitaria, così pure nell’attività che comporta la sua adesione al movimento cattolico, alle molte iniziative editoriali che promuove e cui collabora, all’intensa attività di conferenze che lo porta a viaggiare in Italia e in Europa. Centrale è il contributo dato da Toniolo alla formazione di un pensiero sociale dei cattolici che affianca il nascente magistero sociale, che avrà una Magna Charta nell’enciclica di Leone XIII, Rerum Novarum (15 maggio 1891), e nel dibattito che si apre su grandi temi come quello della «democrazia» che è all’origine di una nuova presenza dei cattolici nel Paese.
Molteplici sono gli elementi di attualità: la testimonianza cristiana, la tensione quotidiana a vivere l’adesione a Cristo come fatto capace di trasformare la vita personale, familiare e sociale e di come divenire fermento per il rinnovamento della cultura e della vita dell’intera società.
«l’esperienza cristiana di Giuseppe Toniolo offre più di un richiamo alla situazione presente del cattolicesimo italiano, proponendo la “spinta morale” necessaria in questa nuova stagione».
(Ernesto Preziosi)
Destinatari
Ai membri di Ac, Fuci, Acli, Cisl. Nonché, docenti, economisti, politici e laici impegnati.
Autore
Ernesto Preziosi, direttore delle Pubbliche Relazioni dell’Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori, autore di saggi di storia contemporanea, è presidente del Centro Studi Storici e Sociali (Censes). Fra le pubblicazioni più recenti ha curato per Rubbettino il volume Storia dell’Azione Cattolica: la presenza nella Chiesa e nella società (2008) e per La Scuola, Ricordi dal Concilio. Siamo solo all’aurora, intervista a Loris Francesco Capovilla (2011).
Dall’esperienza umana e pastorale di un testimone del nostro tempo, una sorta di «libro-guida» per il cristiano di oggi, non per insegnare una dottrina, ma per suggerire la via di una vita che si ispiri in modo più evidente e credibile al Vangelo.
Il volume propone circa venti riflessioni su altrettante tematiche che segnano la nostra quotidianità: dalle relazioni all’educazione, dall’amore alla sessualità, dalla fede alla solidarietà, dalla famiglia ai giovani. Il tutto con un tono «provocatorio» e sempre attento al cuore del messaggio cristiano, che non vuole consolare con «frasi fatte», tipiche di certa retorica anche ecclesiale, ma piuttosto accompagnare, farsi vicino con la comprensione di chi sa portare gioie e fatiche della vita di ogni giorno.
Un cristianesimo positivo, che desidera soprattutto manifestare e comunicare speranza anche a chi non crede. Una «buona notizia» che impegna, coinvolge in prima persona, consente di trovare ragioni per continuare a camminare con rinnovata fiducia e con la disponibilità a «farsi prossimo» di chiunque sia nella necessità.
Destinatari
Giovani e adulti, in particolare quanti non hanno timore di porsi interrogativi forti in ordine alla loro scelta di vita e di fede.
Autore
Don Gino (Virginio) Rigoldi, milanese, è sacerdote dal 1967. Dall’inizio degli anni Settanta è cappellano dell’Istituto penale per minorenni «Beccaria» di Milano. Nel 1973 ha fondato il «Gruppo amici del Beccaria», in seguito denominato «Comunità Nuova», un’associazione che si occupa dell’accoglienza e dell’inserimento sociale dei ragazzi dopo periodi di detenzione. È membro di commissioni regionali e comunali che si occupano di minori e di tossicodipendenza. Dal 1999 ha dato avvio al progetto «Le case del sorriso», in Romania, per aiutare i bambini a rischio di abbandono. Nel 2007 ha pubblicato Il male minore. Devianza giovanile, un problema per tutti (Mondadori).
Punti Forti
Notorietà dell’autore, una delle voci più autorevoli in tema di devianza giovanile, ma non soltanto. Spunti di riflessione su tante questioni relative alla vita di ogni giorno che rimandano al senso dell’esistere.
Testimonianza di una vita vissuta nella Chiesa per il mondo come impegno a comunicare la profezia del Vangelo.
Suor Enrichetta entrò a vent’anni tra le suore della Carità di santa Giovanna Antida Thouret. In seguito si ammalò gravemente: tubercolosi ossea e restò paralizzata per tre anni. Ma nel 1923 guarì improvvisamente dopo aver bevuto dell’acqua di Lourdes. E venne destinata al carcere di San Vittore a Milano per occuparsi dei carcerati. Nominata superiora della comunità, aprì scuole all’interno del carcere, laboratori, asilo nido per i figli delle detenute. Ma durante l’ultima guerra i tedeschi si impossessarono del carcere e vi insediarono il loro quartiere generale.
È il tempo dei rastrellamenti degli ebrei e delle deportazioni nei campi di sterminio tedeschi. San Vittore è il punto di raccolta e di smistamento. Suor Enrichetta si prodiga come può per alleviare tanta tragica sofferenza. E fa da tramite tra i prigionieri e le loro famiglie ancora libere ma in pericolo di rastrellamento. Accusata di spionaggio, viene arrestata e internata nei sotterranei di San Vittore. Processata, è condannata alla fucilazione, ma per l’intervento del cardinale Schuster viene graziata e internata in una struttura che ospita persone con problemi psichici.
Finita la guerra e il pericolo nazista, ritornò di nuovo a San Vittore a continuare la sua missione. Qui morì nel 1951. Aveva vissuto quasi trent’anni in questo carcere a consolare, aiutare come poteva.
E c’era chi la chiamava l’Angelo di San Vittore e chi la Mamma di San Vittore.
Punti forti
Una pagina di eroismo del periodo nazista in Italia.
La persecuzione degli ebrei.
Evento che consiglia l’uscita in tale data: la
beatificazione di Suor Enrichetta Alfieri il 26 luglio 2011 prossimo.
Destinatari
Chiunque è interessato agli eventi storici dell’ultima Grande guerra.
Luoghi: soprattutto carceri, scuole (per integrare lo studio della Seconda guerra mondiale), istituti religiosi.
Autore
Luisa Bove, giornalista professionista, vive e lavora a Milano. Ha conseguito il baccalaureato presso la Facoltà teologica dell’Italia settentrionale. Scrive sui giornali della diocesi di Milano Incrocinews, Il Segno e sull’inserto Milano 7 di Avvenire. Nel 2008 ha ricevuto il premio giornalistico indetto dalla Croce Bianca di Milano per il suo centenario. Per l’editrice Monti ha pubblicato Carlo Maria Martini, una voce nella città (2003), per Il Gabbiano Anna Sironi, una vita per il Brasile (2005), tradotto in portoghese nel 2007.
Giuseppe Cafasso (1811-1860) svolse la sua azione formativa in pieno Risorgimento. Fu maestro di una schiera di santi sacerdoti, fra cui don Giovanni Bosco. Nell’arco della sua esistenza ha percorso soltanto 30 chilometri di raggio, ma il suo insegnamento e la sua spiritualità, profusi tra il famoso Convitto ecclesiastico di Torino e le carceri regie, furono un moltiplicarsi di santità sacerdotale.
Oggi Benedetto XVI lo ha riproposto, quasi dopo anni di oblio, a modello dei sacerdoti, insieme al santo Curato d’Ars. Di lui ha detto: «Conosceva la teologia morale, ma conosceva altrettanto le situazioni e il cuore della gente, del cui bene si faceva carico, come il buon pastore». Questo uomo di Dio rese inscindibili, attimo per attimo, la vita e la morte. La morte fu sua benigna compagna quotidiana: sempre pronto a «partire», sempre pronto a offrire la chiave d’accesso al paradiso a tutti coloro che si presentavano al suo affollatissimo confessionale. Fu un sacerdote di eccezionale paternità, che si prefisse l’ambizioso disegno di convertire tutti i sessantotto condannati a morte – «i miei santi impiccati», come li chiamava–, che assistette. E il suo disegno si realizzò.
Punti forti
Gennaio 2011: 200° anno dalla nascita del santo. È un libro che esalta tutta la bellezza di essere veri sacerdoti, veri Alter Christus.
Destinatari
Persone credenti e non, interessate al personaggio specifico.
Autrice
Nata a Torino nel 1966, è sposata e ha due figli. Laureata in lettere con indirizzo storico, è specializzata in biografie. Ha scritto per La Stampa, La Gazzetta del Piemonte, il nostro tempo, Avvenire, L’Osservatore Romano e collabora con diverse riviste culturali e religiose, fra cui il Timone. È membro delle Accademie Paestum, Costantiniana, Ferdinandea, Archeologica italiana. Fra le sue numerose opere, circa quaranta: Giulia dei poveri e dei re. La straordinaria vita della marchesa di Barolo (19983); Madre Teresa. Tutto iniziò nella mia terra (20102); Nello specchio del Cardinale John Henry Newman (2010). Con Paoline ha pubblicato: Elena. La regina mai dimenticata (20022); Giovanna di Savoia. Dagli splendori della reggia alle amarezze dell’esilio (20022); Mafalda di Savoia. Dalla reggia al lager di Buchenwald (20074); Paolo VI. Il papa della luce (2008); Giovanni Paolo II. L’uomo e il Papa (2011). Dal suo studio dedicato alla principessa Mafalda è stata tratta la fiction per Canale 5 Mafalda di Savoia. Il coraggio di una principessa, prodotta da Angelo Rizzoli e diretta dal regista Maurizio Zaccaro.
Il racconto ha come sfondo epocale l’euforia liberalista, in cui l’enorme sviluppo industriale fece arricchire i ricchi, causando gravi problemi alla classe meno abbiente. Si levarono alte grida di uomini che, come Andrea Costa e Filippo Turati, esprimevano la sete di giustizia per la quale i poveri non riuscivano ad avere voce.
La famiglia Gavazzi appartiene al mondo della ricca industria. Il figlio maggiore però si innamora di una giovane bella, intelligente e agnostica espressa dal mondo rivoluzionario. I due si sposano e il loro primogenito è Guido, 1905-1990 (Egidio, da monaco).
Questo giovane laureato in ingegneria e a capo di trecento operai, a un certo punto, viene afferrato totalmente da Dio. Dopo forte esitazione, decide di entrare nell’abbazia benedettina di Parma. Stimato dai superiori e amato dai giovani confratelli, viene presto eletto maestro dei novizi. Diventerà poi Abate a Subiaco, culla del monachesimo d’Occidente. Come Ordinario del luogo (essendo il monastero di Santa Scolastica abbatia nullius) disimpegna il ruolo di pastore con saggezza e bontà. Incontra persone significative da un punto di vista di rapporti ecumenici. È un maestro nello spirito, ma senza darlo a vedere procede su vie di essenzialità evangelica dove tutto diventa un unico atto di abbandono fiducioso in Dio.
«era l’epoca della grande euforia liberalista... non si può parlare dell’abate egidio Gavazzi, senza tener conto di questo terreno ricco di umori in cui affondavano le sue radici. sono umori di ideali, inquietudini, propensioni politiche e scelte in campo familiare, professionale e sociale... su questo sfondo cogliamo anna Kuliscioff, nonna materna dell’abate... con le mie orecchie ho sentito l’abate affermare:“la nonnaanna è la persona più intelligente che io abbia conosciuto”».
(Maria pia Giudici)
Punti forti
Per circa un ventennio (1952-1974), è Abate del monastero di Santa Scolastica e del Sacro Speco (Subiaco). La nonna materna dell’abate è Anna Kuliscioff, famosa e inquietante per la sua strenua battaglia a favore della giustizia sociale.
Destinatari
Per quanti sono interessati al profilo di Egidio Gavazzi della Milano bene dei primi del Novecento.
Autrice
Maria Pia Giudici, è suora salesiana. Da molti anni vive a San Biagio, uno dei primi dodici piccoli monasteri dell’Occidente. Con altre consorelle si dedica all’approfondimento orante della Parola, accogliendo chi vuole aprirsi a questa esperienza nello Spirito. Ha insegnato lettere e si è interessata dei problemi educativi circa i mass media. Ha unito a queste attività quella di pubblicista collaborando a diverse riviste e scrivendo diversi libri, fra cui con Paoline ha pubblicato: Il viaggio irrinunciabile. Lectio divina sul passaggio dalla dispersione all’essenzialità (Milano 2007); Semplicemente vivere (Milano 2008); Elogio della vita (Milano 2009); Lettere di amicizia (Milano 2010).
È la vicenda di un giovane sacerdote che muore colpito da uno dei suoi ragazzi assistiti.
La sua vita pastorale è piena di impegni: educatore in oratorio, insegnante di religione nel liceo classico, membro del consiglio presbiterale diocesano, direttore del settimanale diocesano «Luce» nell’edizione dell’Alto milanese. È molto stimato anche per le sue raffinate qualità intellettuali, ma soprattutto è una guida spirituale instancabile e illuminata, le sue omelie lasciano il segno e il suo rapimento durante la celebrazione eucaristica ne rivelano la grande fede.Visita gli ammalati, le persone sole e si prende a cuore gli sbandati. Tra loro c’è un ragazzo psicolabile, Maurizio, che don Isidoro cerca di riabilitare.
Negli anni Ottanta, il dilagare della droga tra i giovani non lo lascia indifferente. Con l’aiuto di altri volontari, ristruttura una cascina e ne fa un «Centro di recupero».
Rubando il tempo al sonno, studia libri di psicologia ed elabora un metodo di riabilitazione: Dallo sballo all’empatia. Diagnostica della tossicodipendenza, testo ancora oggi alla base del lavoro della Comunità.
La notte del 14 febbraio 1991 Maurizio, geloso delle attenzioni che il sacerdote riserva anche agli altri bisognosi, va a cercarlo e lo colpisce con una coltellata al cuore.
Don Isidoro muore all’istante. Ha soltanto 46 anni.
Punti forti
La forza di una vocazione di solidarietà: il sacerdozio.
Destinatari
Giovani, educatori e quanti vogliono conoscere una testimonianza evangelica del nostro tempo.
Autori
Cristina Tessaro, laureata in lettere moderne, giornalista in alcune reti televisive locali, presso il quotidiano La Prealpina e diversi altri periodici; collabora a varie attività culturali e religiose. Da gennaio 2008 si occupa, come libera professionista, di un ufficio stampa e copywriter per conto di enti pubblici, agenzie di comunicazione, associazioni, aziende. Con le Paoline ha pubblicato il volume Santa Rita da Cascia (2009).