
"Credo che il libro di don Gigi possa aiutare molissimo a rendere consapevoli tutti noi della gravità di un fenomeno che non possiamo ignorare e che deve spingerci a sostenere, come possiamo, tutte le azioni che consentano che nessuna bambina e nessuna donna debba subire mai più questa gravissima forma di violenza." (dalla presentazione di Silvia Von Wunster)
Cosa hanno in comune un poliziotto della Stradale e un camionista? Solamente la strada, mi verrebbe da dire perché - fuori dai denti - le due categorie non si sono mai amate, anzi tutt'altro. Ma a volte le cose della vita sorprendono con un inaspettato contropiede e capita che "cani e gatti" si ritrovino a giocare insieme con un unico intento, quello di unire le forze per raggiungere l'obiettivo. Una strana coppia, forse, ma unita da un messaggio importante da trasmettere ai giovani: la sacralità della vita e quanto sia assurdo perderla sulla strada. Perché la vita rimane la cosa più bella che abbiamo!
Luca Spazzini è stato cappuccino, missionario, medico. Medico "miracoloso"! Lui stesso non sapeva come, ma tante vite umane si sono salvate solo grazie a lui e, durante la sua epoca come primario dipendente statale, l'ospedale di Bokaranga (Centrafrica) aveva raggiunto quantità di pazienti spropositati alla possibilità di seguire tutti, anche considerando la sua figura esile e le sue forze fisiche, ma lui ci riusciva ugualmente. Nato a Sestri Ponente nel 1924, dopo una vita spesa in Centrafrica, si spegne a Genova nel gennaio 2014.
Pagine dirette, quotidiane, ficcanti, sincere, senza fronzoli e senza manipolazioni raccolgono storie di gioventù fallite, degradate, non a lieto fine. L'autore non tenta una facile redenzione o ingenue soluzioni edulcorate, ma si impegna con forza e coraggio in un'opera di prevenzione, partendo dal principio che tutti siamo "capolavori di Dio": occorre saper riconoscere l'immenso valore della nostra vita per non buttarla via ma anche quando tutto sembra distrutto e si tocca il fondo, non è mai troppo tardi per riscoprire la bellezza essenziale di ogni essere umano e recuperare la dignità perduta.
Con un'avvincente e piacevole scrittura, il racconto di Franco Gàbici prende l'avvio dall'infanzia di Francesco nelle valli del comacchiese fino al suo ingresso nel Seminario di Ravenna dove, nelle pause dello studio, commise i primi "peccati di penna". La biografia del "prete scrittore" prosegue con la prima esperienza pastorale e le successive difficoltà e disagi, personali e familiari, in un dopoguerra e in una parrocchia estremamente politicizzata e che oggi lo venera quasi fosse il suo patrono. Al centro di questa lunga e straordinaria storia, che dal dopoguerra si dipana, attraverso gli anni non facili del Concilio e del Sessantotto, fino ai nostri giorni, troviamo un Fuschini con tutta la sua modestia e timidezza, la sua contagiosa simpatia, le sue amicizie letterarie e il grande amore che lo ha lungamente legato al suo fedelissimo cane, "il fratello Pirro". Prefazione di Walter Della Monica.
Lutero nutriva un odio feroce per il «papa, questo porco del diavolo». I teologi romani, dal canto loro, non capivano cos'altro volesse quel monaco rozzo e immensamente vanitoso se non distruggere il Papato. E i devoti principi tedeschi avevano le loro buone ragioni per sostenere il facondo predicatore d'odio. Così, fin da subito, indipendentemente dalle dispute teologiche che già allora pochi comprendevano, si tracciò la strada verso lo scisma nella Chiesa. Volker Reinhardt, utilizzando documenti vaticani finora trascurati, mostra come le radici dello scisma non affondino nelle questioni religiose. L'autore ricostruisce per la prima volta i grandi incontri tra Lutero e il Papato, idealizzati e mitizzati dai protestanti, dal punto di vista romano, e rivela il motivo per cui spesso i papi non presero sul serio le grida che arrivavano dalla lontana Germania.
Siamo Roberto e Martina Zanta sposati da 24 anni e da 13 apparteniamo alla Comunità Missionaria di Villaregia, come sposati missionari.
Abbiamo tre figli meravigliosi: Francesco, Chiara e Gabriele.
Ci siamo conosciuti in parrocchia doev entrambi lavoravamo come animatori.
Lì ben presto, la nostra amicizia si è trasformata in amo e ci siamo sposati.
L'incontro con la Comunità di Villaregia ha segnato una svolta per il nostro cammino di fede. Vivere tra le mura domestiche, nel lavoro tra la gente…mettendo al centro la presenza di Dio e l'amore ai fratelli della missione è stata una scoperta che ha dato colore al nostro matrimonio.
Ci siamo sempre sentiti aperti alla vita e con gioia abbiamo accolto i figli che il Signore ci ha donato.
L'arrivo di Gabriele, il nostro bimbo affetto da Trisomia 18, ha rivoluzionato la nostra vita in famiglia.
Nel mondo di oggi dove si è portati a ricercare sempre la perfezione, il tutto e subito, senza cadere in incidenti di percorso, la vita di Gabriele sicuramente è una risposta ad un'esigenza d'amore che si nasconde nel cuore umano.
Fin dal primo istante della sua vita, nostro figlio ci ha trasmesso la forza di lottare per affrontare e superare ogni ostacolo e ci ha aiutato a comprendere maggiormente il valore della vita. La limpidezza dei suoi occhi ci ha trasmesso la gioia di accogliere e vivere ogni istante in pienezza. Per noi ogni suo sorriso, ogni suo sguardo sono il suo modo di dirci grazie per aver creduto all'amore.
Natuzza Evolo (1924-2009) presentava tutta la gamma dei doni meravigliosi legati al più intenso sentimento religioso: colloqui con Gesù, la Madonna, gli angeli, i santi e con le anime dei disincarnati, chiaroveggenza, profezia e bilocazione, ovvero il dono di essere in due luoghi contemporaneamente. Oltre a ciò le stigmate e perfino le emografie, trasudazioni di sangue che tracciavano sul corpo e sui panni della semplice donna calabrese disegni e scritte di carattere sacro, preghiere in latino, greco, aramaico e in altre lingue a lei completamente sconosciute. Il libro narra le vicende della mistica a partire dalla sua difficile infanzia nel paesino calabrese, la sua vita che per più di cinquant'anni è stata dedicata a portare avanti la sua missione, incontrando l'umanità sofferente che andava a visitarla nella sua modesta casa di Paravati - un paese piccolo in cui avvenivano cose straordinarie - e pregando per la guarigione dei malati, miracolo spesso realizzatosi. Le eccezionali fenomenologie di Natuzza Evolo sono documentate da numerose fotografie.
Stigmatizzato, veggente gratificato dall’incontro con la Madre di Dio e con Gesù, in contatto anche con Esseri di altri mondi, coinvolto nel famoso e tanto discusso problema del terzo segreto di Fatima, impegnato in prima persona in opere sociali e nella lotta alla mafia: tutto questo, e altro ancora, è Giorgio Bongiovanni.
Nato nel 1963, oggi è un uomo nel pieno della sua maturità, è un personaggio scomodo per alcuni, positivo e foriero di speranze per altri. Certamente un simbolo, una presenza che non lascia indifferenti.
Fino all’età di 26 anni, la sua vita è stata normalissima, anche se contrassegnata da episodi particolari come l’avvistamento di Ufo, il contatto con gruppi di ufologi, in particolare con la forte personalità di Eugenio Siragusa. Poi ha avuto la visione di una bellissima Signora vestita di bianco e, obbedendo al suo invito, si è recato a Fatima dove ha ricevuto il “segno” che la Signora gli aveva preannunciato, ma che lui mai e poi mai avrebbe immaginato: le prime due stigmate gli si aprono sul palmo delle mani. Un evento che ha rivoluzionato la sua tranquilla vita professionale di piccolo imprenditore nel campo delle calzature e di ufologo per passione.
Questo libro, che fa seguito a un altro che Paola Giovetti ha pubblicato nel 1997 (La storia straordinaria di Giorgio Bongiovanni), intende descrivere i fatti finora avvenuti e rispondere a coloro – e sono tanti – che si interrogano sulla figura certamente enigmatica e sconcertante di Giorgio Bongiovanni. Per scriverlo la Giovetti ha avuto la collaborazione piena di Giorgio stesso, dei suoi familiari e dei suoi amici, quindi il libro esce con il loro totale consenso e con la loro approvazione. Contribuirà a far luce su un personaggio dal destino straordinario, e soprattutto farà riflettere sui grandi Misteri che ci circondano e sul nostro compito in questa vita.
Stevenson era arrivato sull'isola hawaiana di Molokai nel 1889, qualche mese dopo la morte di Damiano de Veuster, il sacerdote cattolico, di origine belga, "apostolo dei lebbrosi", fatto santo nel 2009. A spingere l'autore dell'Isola del tesoro a scrivere questa "lettera aperta" per difendere l'onore di padre Damiano fu l'indignazione per la lettera che il reverendo Hyde aveva pubblicato su un giornale di Sydney con l'intento di gettare un'ombra d'immoralità sul prete cattolico già venerato come santo ancora in vita. Arrivato nel 1873 a Molokai, padre Damiano visse fino in fondo, con la sua tempra e il suo carattere non sempre accomodante e buono, la condizione dei lebbrosi, morendo anch'egli di quel morbo. Stevenson non nega i limiti dell'uomo, ma il suo cuore puro sa intuire la verità di quella testimonianza, difendendola dalla calunnia in una polemica che mette a rischio la sua stessa immagine. Una storia esemplare. Introduzione di Roberto Beretta.

