
Resoconto, quasi stenografico, del faccia a faccia sublime di Gabrielle Bossis con Cristo, "Lui e io" è il diario intimo di una mistica del nostro tempo, immersa nel mondo, tra la gente, impegnata in un lavoro come tanti altri, quello di attrice di teatro. I dialoghi da lei annotati sono destinati a parlare ai cuori di tutti, a consolare le anime. Il cardinal Camillo Ruini, incoraggiando in altra occasione alla lettura di queste parole, scriveva che stimolano il lettore "a percepire l'invisibile nel visibile, l'eterno nel transitorio, l'amore divino nelle pieghe della solitudine e della sofferenza".
La mattina del 28 dicembre 1967, in una fabbrica metallurgica di Anderlecht, un quartiere di Bruxelles vicino alla Gare du Midi, viene dato l'allarme per uno dei frequenti infortuni sul lavoro. Muore un giovane operaio, il gesuita Egied Van Broeckhoven. Questo libro riporta un'ampia antologia di brani editi e inediti dal diario a cui Van Broeckhoven ha affidato le proprie riflessioni. In esso sono individuabili elementi profondamente radicati nella tradizione della Chiesa cattolica e nello stesso tempo perfettamente adeguati ai bisogni e alle domande degli uomini del XX secolo. Gesuita, operaio e mistico, Egied Van Broeckhoven è rimasto fedele alla vocazione che lo ha condotto nei quartieri più poveri di Bruxelles, dove ha condiviso la vita con gli operai e gli emarginati e dove ha scoperto il valore profondo dell'amicizia cristiana.
Un chirurgo così era difficile trovarlo. Non si arrendeva mai. Aveva gli occhi indomiti e curiosi di un bambino. Era uno che sapeva rischiare dove gli altri si fermavano. Se un malato si rivolgeva a lui per aiuto, lo prendeva a cuore e non lo abbandonava, anche quando dal punto di vista chirurgico, non c’era più nulla da fare. Ma, se esisteva anche solo una piccola possibilità di soluzione, la perseguiva, con tenacia. Enzo Piccinini era un grande chirurgo ma soprattutto era un amico vero, un padre, non solo per i suoi quatto figli, ma anche per i molti giovani che ha guidato all’incontro con il fatto cristiano. Dopo l’incidente automobilistico in cui morì nel maggio del 1999, Emilio Bonicelli fa rivivere in questo libro la figura di Enzo, di cui era profondamente amico. Il libro è scritto come una memoria viva attraverso le parole di chi lo ha conosciuto e come un dono per chi non è stato scaldato dal fuoco della sua compagnia. Enzo Piccinini è stato uno dei protagonisti più significativi del cattolicesimo contemporaneo, uno dei responsabili nazionali del Movimento di Comunione e Liberazione, che con la sua testimonianza ha aperto migliaia di cuori alla verità e alla bellezza del fatto cristiano. Di lui ha scritto Monsignor Luigi Giussani, che considerava Enzo come un figlio prediletto: “Enzo fu un uomo che, dall’intuizione avuta in dialogo con me venti anni fa, disse il suo sì a Cristo con una stupefacente dedizione, intelligente e integrale come prospettiva e rese la sua vita tutta tesa a Cristo e alla sua Chiesa. La cosa più impressionante per me è che la sua adesione a Cristo fu così totalizzante che non c’era più giorno che non cercasse in ogni modo la gloria umana di Cristo”.
Introduzione di Giancarlo Cesana
Sono qui raccolti gli interventi più significativi di don Alberto Zanini, testimonianze di un'umanità che ha come origine e metodo l'appartenenza totale a Cristo. L'eccezionalità del libro sta nella passione di vita che ci comunica: in ogni parola si percepisce la vibrazione di un uomo che ha incontrato Gesù Cristo e in questo incontro si è realizzato. Leggendo queste pagine si incontra un uomo, non il suo ricordo, ma il suo cuore, la sua tensione alla felicità, e la presenza viva del mistero che risponde, segno che l'avventura umana ha, ieri e oggi, una speranza di compimento.
Negli anni Cinquanta una ragazza diventa suora nella Congregazione delle Missionarie fondata da Santa Francesca Cabrini. Quella ragazza è Maria Barbagallo, oggi settantenne, autrice di questa fresca e appassionante biografia in cui ripercorre l'esperienza di una vocazione che diventa scelta di vita.
Una vita "attiva", passata in giro per il mondo, in una serie di "salti nel vuoto", a contatto con la fatica ma anche con l'entusiasmo di dover reinventare la propria esistenza e il rapporto con gli altri e con Dio, giorno per giorno, nelle piccole come nelle grandi cose.
Suor Maria Barbagallo racconta senza retorica gli incontri, gli affetti, i contrasti, le paure e la felicità di una scelta difficile, che non perde forza con il tempo
Dalla prefazione dell'autore: "Ancora un libro su don Giussani a testimoniare l’inesauribilità del suo carisma. L’interezza della sua ricchezza spirituale, infatti, non sarà mai adeguatamente espressa da nessuna riflessione teologica o metodologica e tanto meno perfettamente incarnata da nessuno di coloro che abbiamo partecipato del suo carisma. Esso è, infatti, depositato nella Chiesa: tutti vi possono attingere senza esaurirlo. Nessuno può pretendere di esserne il detentore.
È questa la ragione per cui è bene che molti scrivano su di lui, affrontando i molteplici aspetti della sua personalità e la complessità del suo pensiero. Saranno sempre dei “tentativi ironici” – avrebbe detto lui – di approssimazioni mai definitive.
Con questo volume sul tema della carità si chiude la mia riflessione sulle virtù morali e teologali come sono state da lui vissute e proposte. La caratteristica di questa ultima opera rispetto alle altre, che hanno trattato il tema dell’amicizia, della fede e della speranza, è la coralità della testimonianza. Ho chiesto, infatti, ad alcuni di coloro che sono stati educati da lui a quel culmine della carità che è la gratuità di raccontare come l’impronta ricevuta sia fiorita nella loro vocazione familiare o religiosa e in opere sociali. Ne è risultata una sinfonia nella quale si fondono accenti diversi nel riaffermare l’unica verità: Dio è carità e noi siamo fatti per vivere la sua stessa vita. Sfaccettature di un prisma nelle quali si riflette la luce di un unico carisma, quello di don Luigi Giussani.
Pongo alla fine a mo’ di post-fazione la lettera ricevuta dalla mia carissima amica Lucetta Scaraffia che testimonia quanto sia prezioso il dono dello Spirito che abbiamo ricevuto e quanto sia grande la responsabilità che abbiamo nel custodirlo integro nella nostra umanità".
Francesco Ventorino
Questo libro è il racconto di una vita vissuta drammaticamente all'insegna della fede, e insieme è la testimonianza dei rapporti e delle vicende in essa generati e affrontati. Il protagonista è don Savino Gaudio (1944-2016), sacerdote che ha operato in diverse parrocchie della periferia milanese (Baranzate, Cesano Boscone, Cormano, Dergano, Brugherio, Mezzate e Corsico). Dai ricordi, dalle testimonianze e dai dialoghi riportati nel libro dal fratello, emerge vivida la missione di don Savino, contrassegnata da un'esigenza di bene e di amore che si è composta per lui nell'umanità di Cristo.
Il pensiero e l'azione pastorale di Jean Daniélou hanno anticipato di diversi decenni gli sforzi di ecumenismo e di dialogo interreligioso che proseguono ai nostri giorni. Negli ultimi anni, autori illustri hanno parlato di lui sulla stampa italiana e in campo editoriale le sue opere sono state oggetto di rinnovata attenzione attraverso riedizioni o ristampe. Il 9 maggio 2012 a Roma, presso la Pontificia Università della Santa Croce, si è svolta una giornata di studi dedicata proprio al suo pensiero. In queste pagine sono raccolti gli atti di quel convegno, il primo in Italia dopo quasi quarant'anni ad occuparsi dell'opera di Jean Daniélou.
«Singolare è la vicenda di San Benedetto. Tutti oggi sanno che non solo è il fondatore del monachesimo occidentale, ma anche che il monachesimo è intimamente connesso alla rinascita del mondo europeo dopo le invasioni barbariche. Non così noto è il modo in cui ciò è avvenuto. Il libro di Gloria Cuccato, che racconta con incisività e ricchezza di particolari la vita del Santo, permette di capirlo con chiarezza. Benedetto semplicemente fece il monaco e affrontò ogni aspetto della vita "definito sin dal profondo del suo io dall'essere amato e posseduto dal Signore"». Dalla Prefazione di Giorgio Vittadini
Leggere l’avventura umana di san Camillo de Lellis è un'esperienza affascinante. È vedere come l’incontro con Cristo porti a compimento il desiderio di pienezza umana che muove tutte le azioni dell’uomo. Camillo fu un giovane in cerca di una vita bella e gloriosa che, come per tanti nobili del suo tempo, coincise nei suoi sogni con la fama di una brillante carriera di soldato di ventura. Per essa sarebbe stato disposto a compiere qualunque sacrificio, tranne che a rinunciare al gioco dei dadi o delle carte, vizio cui non sapeva resistere e che lo portò a perdere tutto, perfino la stima di se stesso. Quando si trovò disperato di fronte all'incapacità di soddisfare il suo profondo desiderio, fu pronto a riconoscere la voce del Signore che lo chiamava a Sé. L’amore a Cristo coincise per Camillo con la carità verso tutti gli uomini, soprattutto verso coloro che erano provati dalla sofferenza della malattia, a cui egli si dedicò con la tenerezza e la fantasia di una madre, radunando intorno a sé molti giovani toccati dalla sua testimonianza e dando vita alla più grande riforma dell’assistenza ospedaliera.
Le note diaristiche tracciate da Simone Weil su un quaderno nei mesi della sua esperienza come operaia tra 1934 e 1935 non erano certo destinate alla pubblicazione. Edite postume nel 1951, fecero da premessa a una raccolta di saggi e lettere sulla condizione operaia, rendendo così evidente la connessione fra un'esperienza di vita tanto anomala e la serie cospicua di analisi, riflessioni e proposte operative parimenti fuori schema per rivoluzionari e conservatori. Tale scelta ha tuttavia condizionato la lettura del Diario di fabbrica, riducendolo a pura registrazione del vissuto dell'autrice o a mero documento sull'oppressione subita dagli operai, e ne ha intralciato la percezione come opera narrativa di straordinario valore artistico per forma e contenuti, a condizione che lo si legga a s~ stante. Questo è per l'appunto l'intento con cui lo si ripropone in una nuova traduzione basata sull'edizione critica delle Oeuvres complètes, arricchita da un apparato di note che fa luce sul contesto storico e sulle procedure di lavoro nell'industria dei primi decenni del XX secolo.
«Che cosa ho guadagnato in questa esperienza? [...1 Un contatto diretto con la vita...».
«Se scrivessi un romanzo, farei qualcosa di totalmente nuovo».
Simone Igéil
Sant'Antonio è una figura che assume rilievo nella suggestiva cornice medievale europea, così ricca di eventi e fermenti, dominata dalle figure di Federico II e di papa Gregorio IX. L'Autore ci presenta una storia rigorosa e di accattivante lettura, che cerca di spiegare le radici del fenomeno antoniano e perché il frate lusitano abbia scelto Padova come città del cuore