
Una accurata ricostruzione dall'infanzia e della giovinezza di Carlo Steeb, nato a cresciuto nella celebre città universitaria di Tubinga, in Germania, e in seguito fondatore a Verona dell'istituto delle "Sorelle della Misericordia". L'opera si scandisce in tre parti fondamentali: la prima è dedicata al clima culturale, politico e filosofico di Tubinga, e in generale del ducato del Württemberg, nel diciottesimo secolo. La seconda analizza in particolare il mondo religioso di Tubinga nel medesimo periodo. Infine, la terza sezione è dedicata alla ricostruzione della storia, per molti aspetti affascinante, della famiglia Steeb.
Un martire si rivela essere tesoro prezioso per la vita della comunità. Alessandro Dordi è un prete della Diocesi di Bergamo che ha connotato il suo ministero di missionarietà. Appartiene alla Comunità Missionaria dei Preti del Paradiso. Il Perù segna la tappa matura e definitiva del suo sacerdozio. Il 25 agosto 1991, mentre torna dalla celebrazione della messa in un villaggio della comunità di Santa, diocesi di Chimbote in Perù, Sendero Luminoso farà giustizia della sua carità con due colpi di arma da fuoco. Non potevano sapere che così sarebbe "fiorita" la sua testimonianza tanto da giungere al riconoscimento del martirio, mentre i leaders del movimento rivoluzionario confessavano la loro incapacità di leggere i segni positivi della sua azione e del suo servizio ai poveri. Tra i suoi amici p. Gustavo Gutierrez che al Convegno Missionario Nazionale di Sacrofano (novembre 2014) afferma: "Voglio anche ringraziare per la presenza di tanti missionari italiani nel mio Paese, tra i quali ho molti amici. Ho conosciuto molto bene don Sandro Dordi e sono stato molto vicino alla terribile vicenda della sua morte". Il testimone della missione che don Alessandro ci affida fiorisce ancora nella sua terra e nel mondo intero grazie alla continua gratuità di tanti uomini e donne davvero immersi nel Vangelo a servizio dei poveri.
Le ultime riflessioni di Celso Costantini, Servo di Dio, non solo aiutano a conoscere meglio una vita ricca di vicende e di esperienze, ma servono anche a mantener viva la memoria di uno spirito nobilissimo, che ha reso grandi servizi alla Chiesa. Queste memorie, venute alla luce postume, continuano quell'opera di apostolato in mezzo alle anime, che fu per l'amatissimo Cardinale la ragione suprema del suo vivere terreno.
Questo libro non è una biografia, ma una raccolta di testi frizzanti e profondi con cui, don Giorgio Buzzo, sacerdote veneziano, ha conquistato il cuore di tanti giovani, molti dei quali hanno abbracciato, grazie anche al suo sorriso contagioso e alla sua opera instancabile, la chiamata a dedicarsi al Signore. Un testo dedicato ai ragazzi adolescenti e agli adulti educatori con indicazioni non scontate sulla vocazione e sulle nostre comunità.
Pensiamo che il lavoro e l'insegnamento di "don Massimo" a servizio della Chiesa, prima come fondatore e superiore della Fraternità Sacerdotale dei Missionari di San Carlo Borromeo e poi come Vescovo, il suo insegnamento e la sua passione per ogni espressione dell'animo umano, la sua apertura al dialogo e il suo amore per la Verità, costituiscano una preziosa eredità da custodire e alimentare. Gli autori, che impreziosiscono questo testo con i loro scritti e i loro ricordi, sono solo alcuni rappresentanti di una schiera innumerevole di persone la cui vita si è incrociata con quella di Mons. Camisasca e idealmente interpretano anche l'affetto e la vicinanza dei tanti che, per ragioni diverse, non sono potuti entrare nell'elenco.
Il 15 settembre 1993 inizia una storia. Il martirio di p. Puglisi riempie della sua eco le strade del mondo: dal quartiere di Brancaccio e dalla città di Palermo si diffonde per il mondo intero. Come mai? Un prete poco noto dai media, ma amatissimo da chi lo conosceva, parla a tutti, e lo fa a partire dal sorriso con cui si rivolse ai suoi assassini. Nel corso del seminario di studi che si è svolto presso la Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia "San Giovanni Evangelista", sita in Palermo, nella ricorrenza del trentennale del martirio (1993-2023) e con l'apporto di una molteplicità di voci, si è guardato a p. Puglisi da vari punti di vista, cercando di arrivare al fondamento del suo essere e del suo agire nei vari contesti in cui ha operato. Ebbene, p. Puglisi era un credente profondamente innamorato di Cristo, un prete attento a ciascuno e impegnato a tempo pieno per far conoscere l'amore del Padre per i suoi figli. Quanto ha fatto è stato eccezionale nella sua ordinarietà: è stato educatore, docente di religione, parroco, animatore della pastorale vocazionale e padre spirituale in seminario. Ogni cosa l'ha fatta bene, perché le motivazioni di fondo e le sue speranze erano poste in alto: il 15 settembre 1993 ha compiuto la sua corsa e ha toccato il cuore di persone avvezze al male, e lo ha fatto con un sorriso. Il suo sorriso incoraggia a fare sempre scelte giuste e coerenti, guardando al bene di ciascuno e della città degli uomini.
10 anni fa - il 12 maggio del 2014 - moriva il card. Marco Cè, dopo 23 anni di patriarcato a Venezia e ulteriori 12 di presenza come emerito. Il segno lasciato nella diocesi è stato decisivo e ancora appare in molte persone da lui incontrate e nelle istituzioni da lui volute e guidate. Gli interventi del patriarca Marco nella vita ecclesiale e negli spazi pubblici della città hanno abbracciato molteplici ambiti: dalla Sacra Scrittura ai mass-media, dalla liturgia al mondo sociale e del lavoro, dalla spiritualità al ricco contesto culturale veneziano, traghettando la diocesi dai vorticosi anni '70-'80 del secolo scorso fino alle soglie del secondo millennio. Tutto e sempre a partire da un centro vitale e propulsivo: l'"adorabile persona di Gesù", proclamato e celebrato in ogni circostanza. Frutto della collaborazione di laici e preti suoi collaboratori, questo volume tenta, a partire dal materiale finora disponibile, una prima lettura del suo lungo e variegato episcopato. Prefazione di Francesco Moraglia. Postfazione di Angelo Scola.
La vita del Cardinale Pietro La Fontaine raccontata in otto quadri giocati su episodi simbolicamente significativi: educazione in famiglia, formazione all'apostolato, vita sacerdotale, che lo hanno portato ad essere presente in molta parte d'Italia.
La vita di Daniele Comboni, missionario in Africa nell'800.
La figura di don Barra può essere dunque sintetizzata con poche parole: è stato l'indefesso vivificatore di quell'amore di Dio da cui egli stesso voleva essere divorato. Don Giovanni Barra (1914-1975) ha segnato con il suo apostolato una stagione della Chiesa. Non solo a Pinerolo, dove la sua impronta ha lasciato un segno indelebile nella Diocesi intera, ma in tutta Italia. Predicatore ispirato, infaticabile animatore dell'associazionismo cattolico, uomo colto, giornalista della grande stagione de Il Nostro Tempo ed editorialista de La Voce del Popolo, fu definito "il cronista della grazia". Don Barra fu scrittore prolifico, traduttore raffinato, amico delle grandi figure del Cristianesimo del suo tempo, concreto realizzatore d'infiniti progetti culturali, come lo definì l'editore Piero Gribaudi. Il presente volume, pubblicato su iniziative della diocesi di Pinerolo nel centenario della nascita di don Giovanni Barra, riassume la sua storia, la sua vocazione, la sua impronta indelebile su un'intera generazione di cattolici italiani, con una raccolta di testimonianze dirette di chi ha ricevuto i frutti del suo apostolato.
Nel villaggio tedesco di Bacherach, in una sera imprecisata del medioevo, si celebra il rituale della pasqua ebraica. Due stranieri, avvolti in ampi mantelli, si uniscono, inattesi, alla piccola comunità. E da quel momento nulla sarà più come prima. Con una nota di Claudio Magris.
Ripercorrere oggi la storia di Mario Gozzini significa andare al cuore della storia italiana del XX secolo: ricostruire quel «dialogo alla prova» tra mondo cattolico e comunista di cui si fece promotore, vuol dire affrontare una delle vicende più complesse e meno studiate della storia dell'Italia repubblicana. La storia di un paese «mancato», di una nazione che avrebbe potuto esserci ma che non c'è stata. Vuol dire anche recuperare un «filo rosso» che va dall'antifascismo alla Costituzione fino alla fine della guerra fredda per costruire prospettive che hanno unito uomini e donne schierati ideologicamente in campi diversi, cattolici e comunisti, ma con la condivisione di valori fondanti. Mario Gozzini ha partecipato, da protagonista indiscusso, a quella storia: fu uno dei principali sostenitori della candidatura della «pattuglia cattolica» nelle liste elettorali del Pci; fu un pioniere, sul fronte dei credenti, di alcune tra le più importanti battaglie sui diritti in Italia, dal divorzio alla regolamentazione dell'interruzione di gravidanza, alla obiezione di coscienza al servizio militare fino alla riforma carceraria in funzione umanitaria e garantista; fu un severo critico del comunismo ateista, ma anche un riformatore nel mondo religioso. Ricordare la sua vita è recuperare un pezzo fondamentale del Novecento italiano.