
In occasione del decimo anniversario del sequestro del gesuita Paolo Dall'Oglio, che cadrà il 29 luglio 2023, questo volume è un tentativo di rilettura della sua figura, della sua storia, della sua riflessione sul dialogo interreligioso e sui rapporti fra Oriente e Occidente, nell'oggi di un mondo sempre più lacerato e frammentato, attraversato da quella "terza guerra mondiale a pezzi" di cui parla spesso papa Francesco. Riccardo Cristiano si concentra non sull'esito, dolorosamente non ancora appurato, della vicenda di Paolo Dall'Oglio, ma sulle motivazioni che lo indussero a recarsi a Raqqa (Siria), nel quartiere generale dell'Isis, da dove non fece più ritorno. Padre Dall'Oglio emerge come un credente che si è fatto avamposto della riconciliazione tra i figli di Abramo e anche tra loro e i «post-credenti», come lui stesso li definiva, lungo il cammino di Abramo.
In occasione dei quarant'anni dalla morte di Marcello Candia, l'autore ne ripercorre la vita, la sua grande opera caritativa per gli altri, in particolare per i più poveri dell'Amazzonia e per i lebbrosi, dimenticati da tutti in una terra lontana come il Brasile. L'autore vuole mettere in luce Candia quale figura di cristiano autentico. Arricchiscono il libro alcuni testi di Giorgio Torelli, giornalista che ha incontrato e intervistato più volte Marcello Candia e sul quale ha pubblicato con Àncora nel 2006 Marcello Candia che straordinaria persona.
La vicenda umana e soprattutto resistenziale di don Giovanni Barbareschi (1 febbraio 1922; 4 ottobre 2018) viene raccontata per la prima volta in modo approfondito e documentato da Giacomo Perego.
Una storia che meritava da tempo di essere proposta al grande pubblico, superando il semplice racconto aneddotico e autobiografico e rivelando l'incredibile storia di don Barbareschi, attraverso una prosa romanzata e intima, ma sempre accompagnata da rigore storico e documentale. Il lettore sarà catturato da un senso di stupore e curiosità seguendo passo dopo passo le ricerche che Perego espone con stile quasi poliziesco, per scoprire documenti inediti, fonti, piste di indagine inesplorate. Quest'opera getta finalmente luce su uno dei personaggi più importanti e allo stesso tempo dimenticati della Resistenza milanese e non solo, offrendo una visione completa di un uomo che ha giocato un ruolo cruciale in un periodo drammatico della storia italiana.
L'itinerario quaresimale è stato per l'autore, in cura per la malattia di Parkinson, l'occasione di un percorso ideale da cui sentirsi condotto, traendone molti benefici. Attraverso il proprio diario quotidiano, Dell'Orto ci regala un racconto in prima persona sulla relazione con la malattia che lo accompagna nel percorso della vita, scandito secondo i giorni delle settimane che preparano alla Pasqua. Una riflessione intima su una condizione patologica, che si discosta dalla mera descrizione dei sintomi come si potrebbe trovare in un trattato scientifico. La sintomatologia raccontata è mitigata dall'idea di pensare alla malattia di Parkinson come ad un mondo di relazioni sul quale investire energie. Una riflessione spirituale ma anche un aiuto a vivere nella speranza il proprio percorso di malattia.
«Così la mia vita passa, come il più bel romanzo del mondo, perché è un romanzo d'Amore»: queste parole scritte da padre Mario nel diario riassumono la sua breve e intensa esistenza. Nato fra le montagne del Trentino, è inviato come missionario fra le montagne del Laos, dove col martirio - a 28 anni - porta a compimento la vocazione e scrive la parola "fine" al suo romanzo d'Amore. Questo è un libro scritto a quattro mani: da padre Ciardi, che è l'autore, e da padre Mario, che si racconta nel suo diario.
Dalla Prefazione di Giulio Andreotti
Le procedure con cui la Chiesa istruisce le cause di beatificazione non possono forse esser diverse dallo schematismo con cui si articolano, prima nelle diocesi e poi a Roma. Ne risulta un modello suddiviso in tanti rivoli per constatare se le singole virtù dell'esaminato siano state vissute in grado "eroico". Si rischia così di perdere la sintesi della relativa personalità, appesantendo l'itinerario verso il riconoscimento con tutta una serie di frazionamenti accertativi. So bene che, ferma restando questa impressione di burocraticismo, non è facile individuare un mezzo di analisi differente. E mi scuso per il rilievo. Nel presente libro si sintetizzano le deposizioni dei testi affrontando direttamente anche qualche punto che, peraltro, è scomodo in un'ottica politica e non sotto il profilo della santità. Mi riferisco in particolare a una certa indulgenza giovanile di don Carlo verso il fascismo, in cui non è assolutamente necessario cercare e dare giustificazioni. Nel desiderio di apostolato tra i giovani impegnarsi nel campo delle organizzazioni dell'epoca era piuttosto naturale. E, con il suo carattere incline a vedere più il bene che il male non stupisce che nello stesso massimario mussoliniano le cose positive lo attraessero, senza per questo divenire un fanatico sostenitore del regime, né un indulgente simpatizzante generale. Così pure nella sua esperienza di cappellano degli alpini, non si troverà mai traccia di militarismo e tanto meno di odio verso il nemico. Il fascino di don Carlo nel non facile mondo delle penne nere fu tale che quando partecipava - berretto fieramente portato - ai raduni annuali era sempre al centro delle attenzioni affettuose dei reduci. Spostandosi in un altro campo della vita di don Gnocchi, l'autore "rivisita", alcuni momenti caratteristici della sua vita, tra i quali la vicenda dell'Angelo dei bimbi. Il volo di propaganda oltreoceano per la causa dei mutilatini non aveva come scopo prevalente la raccolta dei fondi. È quindi mal posta la critica per il conto addirittura passivo dell'impresa. Associando al suo sforzo Bonzi e Lualdi riuscì invece a entrare in un mondo fino a quel momento insensibile verso la pedagogia cristiana del dolore innocente. L'incarico pubblico affidatogli da De Gasperi urtò contro l'inguaribile anticlericalismo di alcuni circoli. Sotto un altro profilo dava fastidio ai "professionalisti" dell'assistenza il volontarismo e il disinteresse totale di don Gnocchi e dei suoi immediati collaboratori. Che il servizio di guerra gli avesse lasciato tracce non lievi era risaputo. Ma eravamo talmente abituati al suo dinamismo che sembrarono non invincibili i primi sintomi di stanchezza: parola sconosciuta nel suo vocabolario. Se ne andò rapidamente e forse molti capirono in quel momento chi fosse don Carlo. Ricordo la strabocchevole e commossa folla che lo accompagnò in Duomo; le lacrime di grandi e di bambini. A rendere struggente il lutto contribuì anche la notizia che aveva donato i suoi occhi a due fanciulli. Fu in quel pomeriggio milanese che don Carlo venne di fatto elevato agli altari; così come tanti secoli prima il popolo ambrosiano aveva eletto il suo vescovo Ambrogio. I fascicoli rituali sono necessari e ben vengano. Ma alla fine non saranno che la ricognizione di una inconfondibile espressione della vox populi.
Luigia Tincani (1889-1976) fa parte della schiera di quelle donne che, senza clamore, hanno inciso profondamente nella vita della Chiesa e della società del ventesimo secolo. Donna colta, fiera e combattiva, sulle orme di santa Caterina da Siena e di san Domenico, diventa lievito evangelico nel mondo della cultura, dedicandosi alla formazione e all'insegnamento. Fonda le Missionarie della scuola, consacrate che, senza alcuna divisa, hanno la missione quanto mai attuale di portare il vangelo ai "poveri di verità". Dalle sue intuizioni e dal suo cuore nasce a Roma la Libera Università di Maria SS. Assunta. E' in corso la causa di beatificazione
Questo libro è il racconto della vita terrena di Anna Maria scritto dal suo sposo e dedicato a tutti coloro che hanno conosciuto e amato questa donna "della porta accanto", che ha vissuto con meravigliosa normalità il suo essere donna, sposa e madre. "Far posto agli altri nel proprio cuore" è stata la regola di vita per Anna Maria: con questo programma, maturato nella preghiera e vissuto con gioia, ha percorso fino in fondo la strada che il Signore ha tracciato per lei. Pagine che hanno la dolcezza del ricordo e il sapore della testimonianza.
Il secondo volume della collana presenta Luigia Tincani, fondatrice delle Missionarie della Scuola, donna di profonda spiritualità domenicana, figura profetica anticipatrice dello spirito del Concilio nel campo dell'ecclesiologia, della cultura e dell'educazione.
Una biografia del card. Matteo d'Acquasparta. Nell'anno 1300, mentre a Roma giungono migliaia di pellegrini in occasione del primo Giubileo, arriva a Firenze il cardinale Matteo d'Acquasparta, inviato da papa Bonifacio VIII per riappacificare le fazioni dei Bianchi e dei Neri, in lotta tra loro per il predominio cittadino. In realta' papa Caetani mira all'assoggettamento del comune di Firenze, nella speranza di acquisire l'intera Toscana, secondo un progetto di partizione dell'Europa elaborato gia' da alcuni decenni da diversi canonisti.
Un cas important dans l'histoire du jansènisme