
«Sappi che per me vivrai e sarai mia in eterno, ti proteggerò nel mio cuore come unica colomba mia», dice Gesù a madre Maria Celeste Crostarosa, al secolo Giulia Marcella Santa (Napoli 1696 - Foggia 1755), che fin dall'infanzia ha il dono di ascoltare interiormente la sua voce. Divenuta monaca carmelitana, poi visitandina, le rivela infatti, anche con visioni, che sull'esempio della sua Passione desidera che fondi un Ordine con Regole e abiti propri, alla cui guida del ramo monastico femminile sceglie lei, e per quello maschile, missionario, don Alfonso Maria de Liguori. Ma ascoltare la volontà del Redentore e farla adempiere anche fra uomini e donne di Dio non è facile per una monaca del suo tempo; inizia così la passione di Maria Celeste per realizzare l'Opera che il Signore le ha affidato - la fondazione dell'Ordine delle monache Redentoriste e della Congregazione dei padri Redentoristi -, tra calunnie, discredito, invidie, carcerazioni e buio dell'anima, fino al rifiuto del suo padre spirituale e all'espulsione dal monastero che l'aveva creduta. «Attraverso queste pagine», annota mons. Vincenzo Pelvi nella Prefazione, «comprendiamo che gli occhi di Maria Celeste non si sono mai spenti, il suo carisma fa fiorire l'umano e lo apre alla gioia dell'amore crocifisso, fondendo insieme sensibilità e immaginazione, corporeità e interiorità, finito e infinito». Madre Celeste è stata proclamata beata nel 2016 - molto tardi rispetto a don Alfonso, canonizzato già nel 1839 -, ma il suo esempio e il suo insegnamento restano ancora tutti da scoprire.
Il libro racconta la vicenda di un uomo straordinario che nel 1989 si stabilisce nell’immensa discarica di Antananarivo, in Madagascar. Non ha un soldo,ma promette ai più poveri:«Insieme,ne usciremo».Risultato,quindici anni dopo: 250.000 persone sono state curate, aiutate e accolte; 8.500 bambini sono stati scolarizzati. Padre Pedro è stato nominato per il Nobel per la pace e,in occasione dei tafferugli verificatisi in Madagascar nel 2002, la sua posizione in favore della democrazia è stata largamente ascoltata. Egli mostra concretamente come la vita abbia senso solo nella relazione con l’altro.Non si è limitato ad andare a trovare i poveri e gli emarginati in un mucchio di immondizia,ma è rimasto con loro. La personalità di padre Pedro ha anche un altro aspetto,quello di un ribelle. Dalle sue parole pronunciate in una discarica è nato un movimento di dimensioni internazionali. Questo volume racconta la vita e l’esperienza di un uomo fuori del comune e tuttavia sempre attento al quotidiano.
AUTORE Padre Pedro Pablo Opekaè nato nel 1948 in Argentina, a San Martin, un sobborgo di Buenos Aires, da genitori d’origine slovena. Dopo aver fatto il muratore con suo padre, a quindici anni entra nel seminario nei padri lazzaristi. A vent’anni si reca a Lubiana,in Slovenia, per approfondire la propria formazione. Due anni più tardi parte per il Madagascar,dove scopre la sua vocazione missionaria. Termina gli studi presso l’Istituto Cattolico di Parigi. Entra in contato con la comunità di Taizé e viaggia in tutta l’Europa.Nel 1975,è ordinato sacerdote e nominato responsabile di una parrocchia rurale del Sud-Est del Madagascar, Vangaindrano. Nel 1989 è nominato direttore di un seminario ad Antananarivo, la capitale. Sensibile alle condizioni disumane in cui vivono i più poveri, a poco a poco li aiuta a costruire case,scuole,laboratori di formazione e produzione.
Il confessore argentino di papa Francesco si racconta e racconta il suo rapporto con Bergoglio, nato molto prima dell’elezione al soglio pontificio. Illumina così il senso di un’idea di peccato e di misericordia, quella del Papa, nata nella povertà dell’America Latina e nella consuetudine quotidiana con gli ultimi della Terra, con i loro problemi e con i compromessi quotidiani della loro vita. Un libro autobiografico che racconta con un taglio inedito gli anni formativi di Bergoglio, ma anche un libro dai contenuti filosofici e politici perché va alle radici del messaggio rivoluzionario di inclusione di papa Francesco, quello perfettamente riassunto nella celebre domanda che ha conquistato i cuori: “Chi sono io per giudicare?”.
Chiara Corbella Petrillo muore a 28 anni per un carcinoma alla lingua, scoperto quanto è al quinto mese di gravidanza: rimanda le cure per dare alla luce il suo bambino. Lo fa con gioia, dicendo il suo "Eccomi", pensando prima di tutto al bene della creatura che porta in grembo. La vicenda di Chiara, di suo marito Enrico e del loro figlio Francesco (come anche di altri due fratellini già in Cielo), ha sorpreso migliaia di persone in tutta Italia e si è diffusa rapidamente su Internet e sui mezzi di comunicazione. Può la storia di una donna morta giovanissima testimoniare che la vita è un dono meraviglioso? Che seguire Cristo anche nella sofferenza ci apre alla luce? Queste pagine raccontano la storia di Chiara, con le sue parole e i ricordi di chi l'ha conosciuta e ne ha condiviso la profonda esperienza di fede: un'esistenza che non si è arresa di fronte alla morte fino a diventare un segno di speranza per tutti noi.
Nata a Milano nel 1890 da famiglia profondamente religiosa, Giuseppina De Micheli entrò nella Congregazione delle Figlie dell'Immacolata Concezione, assumendo il nome di suor Maria Pierina. Visse profonde esperienze mistiche: dapprima i dolori spirituali di Gesù nell'agonia del Getsemani, poi l'apparizione della Vergine Maria. Il Santo Volto di Gesù divenne la fonte principale delle sue riflessioni. Ne promosse il culto anche attraverso una medaglia che ebbe ampia diffusione. Morì nel 1945 e fu proclamata Beata nel 2010.
Il libro illustrato racconta la vita di Clemente Marchisio (Racconigi 1883 Rivalba Torinese 1903). Ne emerge la figura di un sacerdote infaticabile che, oltre a curare con amore il gregge a lui affidato, fondò e diresse per 28 anni l'Istituto "Figlie di San Giuseppe", alle quali lasciò come testamento questo messaggio: l'Eucaristia deve essere per le Figlie di San Giuseppe il centro di tutta la vita, il fulcro su cui poggia l'attività, il perno intorno a cui si muove tutto l'essere e l'operare.
"Ascolto della Parola di Dio mediante attento studio della sua attestazione biblica e intelligente osservazione dei fenomeni culturali e religiosi creano capacità di aprire nuove strade per l'azione missionaria della Chiesa. In questa notazione si può riassumere l'itinerario teologico-spirituale di Pietro Rossano (1923-1991). Aperto al confronto con il pensiero contemporaneo fin dagli anni di preparazione al ministero ordinato, ha conservato sempre curiosità intellettuale per le esperienze delle persone e dei popoli. Da qui è nata la sua passione per il dialogo con i rappresentanti delle religioni e delle culture a cui ha offerto un contributo determinante sia nel suo lavoro presso il Segretariato per i non cristiani (istituito da papa Paolo VI, ora Dicastero per il dialogo interreligioso) sia nella sua missione come vescovo ausiliare di Roma, incaricato della pastorale della cultura, e come Rettore della Pontificia Università Lateranense. In coloro che hanno avuto la possibilità di incontrarlo ha lasciato l'impressione di uomo mite perché cercatore di verità." (Giacomo Canobbio)
Un olandese formatosi a Venezia, che ha come modello e amico un cancelliere inglese, diviene il legatus dell'imperatore spagnolo, e decide di morire a Basilea, cercando invano un luogo di pace religiosa: anche solo questo minimo richiamo biografico evidenzia la singolare personalità di Erasmo da Rotterdam (1466/69-1536) e illustra la ricchezza del suo percorso umano e culturale all'insegna di un autentico spirito europeo. Ci introduce alla sua lezione il critico letterario Carlo Ossola, ricostruendo i caratteri storici che configurano "il vero Rinascimento", quello che "non si lascia irretire dalle contese religiose", che fu capace di "togliere all'eredità classica i paludamenti aulici e alla tradizione patristica i tratti apologetici", per andare all'essenziale della condizione umana. Sodale di Thomas More, e nutrendo poi Rabelais e Montaigne, e non meno Spinoza, Leibniz, Condorcet, Voltaire, e divenendo infine, nel Novecento, l'emblema e il conforto di una piccola schiera di uomini colti, da Zweig a Huizinga a Bataillon, che hanno resistito alle barbarie dei totalitarismi, l'umanista Erasmo, ironico e sapienziale, paradossale e libero, può rivelarsi, come conclude Ossola, un "prezioso faro per il viaggio e le tempeste che l'umanità incontra e suscita nel secolo ferito che si è aperto", in questo 'notturno' d'Europa.
Innumerevoli sono le figure di sante donne che popolano il martirologio irlandese, ma solo di quattro di esse ci sono pervenute le biografie. Si tratta delle fondatrici dei monasteri maggiori d’Irlanda (Kildare, Killeedy, Killeavy e Clonbroney), rappresentanti di una nuova figura di donna, custode ed evangelizzatrice. Raccontandone la vita, questo volume rappresenta un’incursione nel mondo del cristianesimo celtico, ai margini delle terre allora conosciute e della stessa avventura benedettina, e fa luce su una realtà ancora troppo poco nota e sulle origini stesse del monachesimo femminile.
"Mi considero un poeta religioso e politico, una categoria pericolosa: quegli uomini che, se individuano un obiettivo, fanno un gran casino e coinvolgono tutti quelli che avvicinano per raggiungere il sogno". Quello di Gino Girolomoni (1946-2012), contadino e mistico, marito e "monaco", è stato ritornare alla terra, rivivere l'affetto per il lavoro agricolo come contatto vivo e vivificante con il creato. Grazie a tale passione, scaturita da un cristianesimo radicale, Girolomoni ha costruito un'esistenza intessuta di opere e incontri: la rinascita di un monastero abbandonato, Montebello, ancor oggi luogo di spirito e silenzio per tanti e tante in ricerca: "Alce Nero" (oggi "Girolomoni"), la prima cooperativa agricola biologica in Italia; i dialoghi con gli amici Guido Ceronetti, Massimo Cacciari, Sergio Quinzio, Vittorio e Rosanna Messori. E, in tempi più recenti, la lotta contro gli Ogm, "la prova vivente che esiste il diavolo". Ermanno Olmi definisce "sacrale" la missione di impegno civile ed ecologico di Girolomoni. Massimo Orlandi ci guida nella conoscenza di un autentico profeta del nostro tempo, capace di ritornare alla terra per trovare il Cielo. Un uomo che chiedeva ai suoi sodali "di smettere di esistere per cominciare a vivere". E che nel cuore portava una certezza antica: "Vedi, amico, il grano è come Gesù Cristo. Non ti tradisce mai". Prefazione di Vandana Shiva.
Nella piazza della Libertà di Trieste, ribattezzata "Piazza del Mondo" una donna, Lorena Fornasir e insieme a lei il marito Gian Andrea Franchi e gli attivisti della Associazione Linea d'Ombra, curano i piedi martoriati dei migranti della rotta balcanica, in arrivo dopo estenuanti cammini da Paesi come Afghanistan, Pakistan, Siria, Bangladesh. Prefazione di: Domenico Iannacone.
Questo libro non e solo una appassionata biografia di Giovanni Vannucci ma anche uno stimolante viaggio nello stile e nel pensiero di una tra le figure piu innovative nel cammino spirituale del ventesimo secolo