
La tranquilla vita di Lorenzo, un impresario edile brianzolo, appassionato del suo lavoro e che si diletta di cucina, viene movimentata dal ritrovamento in uno dei suoi cantieri di una tomba celtica risalente al III secolo A.C., contenente i resti di un uomo e di una donna. Prima della denuncia del ritrovamento, Lorenzo non resiste all'impulso di impossessarsi di alcuni reperti della tomba, una collana e una scatola contenente dei papiri. Nell'arco dei cinque giorni successivi, tanto è il tempo in cui il romanzo si sviluppa, il protagonista è iniziato al mondo celtico, a lui sconosciuto, da tre donne, Gianna, Gloria e Brigitta, che incontra casualmente, così almeno lui ritiene. In realtà le tre donne perseguono un piano ben preciso che ruota attorno a Lorenzo, inconsapevole protagonista, e a un essere misterioso che è il punto focale di una storia iniziata proprio in quel luogo più di duemila anni prima. C'è un legame tra Lorenzo e i resti di quella tomba e c'è un destino a cui le tre donne, fate o streghe che siano, lo condurranno.
Questo libro e il film che ne è stato tratto, sono l'avventura di un quadrato: ci riguarda tutti però. Una forma geometrica ben nota sin dai tempi dell'antica Grecia, descritta da Euclide, una forma semplice, che cavalca la storia delle civiltà sino ad arrivare alle soglie del XX secolo. Ed entrare come protagonista dell'arte, del design dei nostri tempi. Perché, come ha scritto Bruno Munari, "il quadrato non ha stili", funziona sempre. Quadrato è il protagonista di questo libro di Abbott intitolato Flatlandia (II mondo piatto) scritto nel 1884. Un'avventura alla scoperta della terza dimensione, lasciando il paese piatto delle origini, sino a sognare, immaginare la quarta dimensione e dimensioni ancora più alte, che diventeranno visibili grazie ai matematici in quegli stessi anni. Un'avventura che parla di geometria, di nuovi mondi, di creatività e fantasia, di libertà. Una storia molto attuale, in cui hanno spazio anche i diversi, i geometricamente diversi, ovviamente. Che turbano e creano scompiglio nel regno della regolarità.
Alfred, quindici anni, alto, grosso e un po' lento, solo al mondo, dotato di scarsissima autostima, accetta di aiutare lo zio che vive di espedienti a rubare una spada antica da un ufficio di New York. La spada è nientemeno che Excalibur e il committente del furto è Mogart, un cavaliere votato al male che vuole usarla per conquistare il mondo. Ma entra in scena Bennacio, un altro discendente della Tavola Rotonda che coinvolge Alfred nel recupero della spada: viaggi in elicottero, in Ferrari, su jet privati portano i due da un punto all'altro del mondo. E Alfred scoprirà di essere in realtà molto più abile, astuto e nobile di quanto credeva. Età di lettura: da 10 anni.
Se sei nato a Europa, la grande città nazione del prossimo futuro, hai due sole possibilità: arrangiarti con lavori rischiosi o umili, oppure riuscire a trovare un impiego a Paradiso, la zona dove i ricchi vivono nel lusso e possono godere di una natura incontaminata. Ma se rubi o uccidi o solo metti in discussione l'autorità, quello che ti aspetta è la prigione definitiva, che sorge su un'isola vulcanica lontana dal mondo civile: Inferno. Costruita in modo da ricalcare l'Inferno che Dante ha immaginato nella Divina Commedia, qui ogni reato ha il suo contrappasso. Piogge di fuoco, fiumi di lava, gelo, animali mostruosi: gli ingranaggi infernali si stringono senza pietà attorno ai prigionieri che spesso muoiono prima di terminare la pena. Nessuno sceglierebbe di andare volontariamente a Inferno, tranne Alec, un giovane cresciuto nella parte sbagliata del mondo, quando scopre che la ragazza che ama, Maj, vi è stata mandata con una falsa accusa. Alec dovrà compiere l'impresa mai riuscita a nessuno: scappare con lei dall'Inferno, combattendo per sopravvivere prima che chi ha complottato per uccidere entrambi riesca a trovarli... Il primo romanzo di una trilogia fantasy.
Il Silmarillion, iniziato nel 1917 e la cui elaborazione è stata proseguita da Tolkien fino alla morte, rappresenta il tronco da cui si sono diramate tutte le sue successive opere narrative. "Opera prima", dunque (ma anche "ultima", e di tono assai diverso, ben più elevato delle altre), essa costituisce il repertorio mitico di Tolkien, quello da cui è derivata, direttamente o indirettamente, la filiazione delle sue favole, da Lo Hobbit a il Signore degli Anelli, da Il cacciatore di Draghi ai racconti di Albero e foglia.
Il volume, pubblicato direttamente in edizione tascabile, comprende una descrizione dei tanti protagonisti della Terra di Mezzo creata da Tolkien: umani, orchi, elfi, nani, hobbit. Paolo Paron, presidente della Società Tolkeniana Italiana, accompagna il lettore in questo viaggio alla scoperta di usi, costumi e abitudini dei personaggi creati da Tolkien. Il libro è arricchito da interventi, articoli e commenti che descrivono le attività delle numerose associazioni tolkeniane.
Un contadino abitudinario e fanfarone, costretto dalle circostanze a dar la caccia a un drago, riesce ad averne la meglio, diventando tanto ricco e rispettato da essere eletto re del Piccolo Regno. Traendo spunto da un'antica cronaca in latino, Tolkien crea un mondo fiabesco che sfugge alle coordinate spazio-temporali della storia, un universo fantastico popolato da draghi e giganti, capace di affascinare con la sua miscela di epica e ironia lettori, grandi e piccoli. Il volume riporta le illustrazioni originali di Pauline Diana Baynes.
Quando il figlio del fabbro di Wootton Major, alla Festa dei Ventiquattro, mangerà la fetta della Grande Torta con la misteriosa stellina fatata, la sua vita cambierà, perché entrerà così in possesso della chiave del magico mondo delle fate. Ad attendere il piccolo fabbro di Wootton Major ci sarà quindi il dono dell'accesso a questo mondo incantato, e un avventuroso viaggio verso gli arcani segreti del Re e della Regina delle Fate. Corredato dalle illustrazioni di Pauline Diana Baynes che ne impreziosivano l'edizione originale, il volume comprende la genesi della storia raccontata da Tolkien, la sua analisi della struttura temporale e dei personaggi e la versione originaria del racconto, con un finale diverso...
"J.R.R. Tolkien, il professore che amava i draghi, filologo insigne ed estroso, subcreatore della Terra di Mezzo e dei suoi miti cosmogonici, conservatore, cattolico tradizionalista, antimoderno al punto tale da preferire i fulmini ai lampioni, i cavalli alle automobili, ha insegnato ormai a diverse ad amare il Medioevo e il Fantastico e a non considerarli entrambi qualcosa di negativo, di cui vergognarsi o addirittura "pericoloso". Tolkien, della Evasione del Prigioniero dal carcere della Modernità, ne ha fatto un atteggiamento positivo e costruttivo, indispensabile per uscire indenni mentre si superano tutti gli ostacoli che si frappongono alla libertà." (G. De Turris)
Nel terzo romanzo della trilogia di Tolkien, Aragorn e i suoi amici giungono a Gondor, relitto dell'antico Regno degli Uomini: è il mondo del Bene, in piena decadenza. Mentre Frodo e Sam riprendono il difficile cammino verso Monte Fato, nelle pianure presso la capitale di Gondor si scontrano le forze del Bene e del Male. Quando il Male sembra avere il sopravvento, Frodo riesce a far cadere l'Anello nel cratere di Monte Fato. In quel momento l'Occhio malefico, che ha continuato a fissare il mondo, si chiude e una gran pace scende sulle cose. La Compagnia dell'Anello si riunisce e gli Hobbit ritornano a casa, incontrando ancora qualche traccia del Male...
Come il 'Signore degli Anelli' ha segnato la cultura del nostro tempo. J.R.R. Tolkien scrisse un racconto dal titolo Foglia" di Niggle: la storia di un pittore e di un suo quadro, metafora dell'opera letteraria, del suo sviluppo e dei suoi esiti. "Albero" di Tolkien riprende quel titolo e quella metafora riferendosi all'opera letteraria dello scrittore: quali le radici, quali i rami e quali le foglie di essa e scaturiti da essa nel corso degli anni? Cosi' un gruppo di autori che conoscono Tolkien, ma che sono esperti in materie diverse, ha redatto una serie di saggi che in una prima parte indagano sulle radici letterarie e mitologiche non solo del Signore degli Anelli ma dell'opera complessiva del professore di Oxford; in una seconda sui rami, cioe' gli sviluppi di quest'opera e in una terza sulle foglie, su come cioe' l'opera tolkieniana abbia influenzato musica, fumetti, arte, cinema... "