
L'imprevedibile avventura di un tranquillo impiegato di Lisbona che, suonando un campanello piovuto dal nulla, provoca la morte di un Mandarino cinese, ereditandone così le immense ricchezze. Apparso a puntate nel 1880 sul 1Diario de Portugal», «Il Mandarino» è divenuto uno dei più celebri racconti del narratore portoghese José Maria Eça de Queiroz.
In un'afosa estate, gli abitanti di Dendale erano stati costretti a spostarsi in un nuovo insediamento per permettere la costruzione di un lago artificiale che avrebbe sommerso completamente il vecchio paese. Si erano portati dietro anche i loro morti, disseppelliti e inumati in un nuovo cimitero. Ma quattro dei vecchi abitanti non si erano trasferiti: tre bambine, scomparse, e Benny Lightfoot, il maggior sospettato della loro sparizione. Quindici anni dopo, in una nuova estate afosa, un'altra bambina scompare, proprio mentre, a causa della siccità, riaffiorano nel lago le macerie del vecchio paese sommerso, facendo riemergere, assieme a loro, antichi odi e mai sopiti sospetti.
Ideato e scritto fra il 1890 e il 1898, "Padre Sergio" fu pubblicato soltanto nel 1911, nel secondo volume delle "Opere artistiche postume di Lev N. Tolstoj", curate dal Certkòv. Tutto incentrato sulla figura del protagonista, il principe Stjepàn Kasatskij, che di colpo decide di abbandonare il mondo per farsi monaco e poi eremita, il racconto svolge con arte possente e mirabile il suo tortuoso itinerario verso Dio; la sensualità, il dubbio, la vanità di un 'grande peccatore' sconvolto dall'ansia della perfezione, che solo nell'amore operante per il prossimo troverà la forza per convertire la falsa gloria di una 'santità' mondana ben riconoscibile e gratificante nel dramma profondo della propria fede e della propria difficile vocazione.
Gli equivoci delle donne è un racconto piuttosto singolare nella produzione del geniale scrittore americano Jack London (1876-1916): l'ambiente è ancora una volta il Klondike, la terra ai confini fra Canada e Alaska, divenuta celebre verso la fine del secolo scorso in seguito alla scoperta dei ricchissimi giacimenti auriferi. Ma in questo racconto l'oro è proprio soltanto sullo sfondo, all'origine della ricchezza del 'buon partito' Floyd Vanderlip, intorno al quale si svolge il divertentissimo balletto che ha un po' le movenze della 'commedia degli equivoci'.
In questi racconti - che si dicono 'doppi' in quanto ciascuno di essi ha una parte prima e una parte seconda, in qualche modo dipendente dalla precedente e tuttavia da essa distante nel luogo e nel tempo - la matrice autobiografica è ben evidente, e prende spunto da un viaggio dello scrittore a Londra nel 1849. Scritti per i periodici "Putnam's" e "Harper's", i racconti sono stati composti tra il 1853 e il 1855.
"Grande viaggiatore, Pablo Neruda traccia in questo libro un affascinante itinerario, in prosa e in versi, attraverso vari continenti: l'America natale, dal Cile al Messico, il favoloso Oriente dell'India, della Birmania, di Ceylon, Giava e Singapore, e la Spagna della guerra civile. I ricordi si intrecciano agli aneddoti, le riflessioni personali a quelle letterarie e politiche, le suggestive descrizioni paesaggistiche a minuti cataloghi di piante, conchiglie, animali, in un continuo divagare che nella sua leggerezza sa offrire al lettore, condensato in una goccia, il grande oceano della poetica nerudiana." (dalla prefazione di Ilide Carmignani)
"Una fantasia del dottor Ox" è un originale racconto satirico nel quale il maestro della fantascienza moderna "si diverte" non a farsi beffe della scienza - della quale resta un adepto devoto - ma dei suoi tanti "sacerdoti" senza scrupoli. Con il tono dell'opera buffa, Jules Verne mette in scena un immaginaria pacifica cittadina delle Fiandre sconvolta dall'esperimento di uno "scienziato pazzo": in un bellissimo crescendo, assistiamo alla trasformazione dei suoi flemmatici abitanti in individui rissosi e pronti a partire in guerra contro i vicini, per un torto vecchio di secoli. È dunque possibile che il carattere dell'uomo e le sue qualità dipendano dalla quantità d'ossigeno respirata?
"Il curioso inopportuno" è una delle due lunghe novelle intercalate nel Don Chisciotte che, sin dall'uscita del romanzo, sono state al centro di un ampio dibattito critico a proposito della "opportunità" o meno della loro presenza nello svolgimento del capolavoro di Cervantes. "Inopportuno" nella novella è soprattutto il comportamento di Anselmo, che sposo felice della bella Camilla, decide di metterne a prova la fedeltà, scegliendosi come rivale proprio l'amico fraterno Lotario. Alla fine, come scrive Nardoni nella postfazione, la novella si rivela come uno dei numerosi, incantevoli paradossi del capolavoro di Cervantes, proprio perché "viene proposta come "exemplum" veritiero in un libro che narra la fine non solo degli "exempla", ma di un'epoca intera".
Il lungo racconto "Il diavolo", composto nel 1889, venne pubblicato postumo un anno dopo la morte di Tolstoj, avvenuta nel 1910, seguendo dunque la stessa sorte di "Padre Sergio", un altro dei suoi racconti che per non pochi aspetti a questo si avvicina. "Il diavolo" infatti è, anche qui, la tentazione dei sensi: tema fondamentale nell'arte di Tolstoj, che si trova sviluppato in numerose sue opere e in particolare anche in un altro famosissimo racconto lungo, "La sonata a Kreutzer", pubblicato proprio nel 1889.
Quismondo, Toledo, 18 luglio 1956: nella sua proprietà, vent'anni dopo la fine della guerra civile, la famiglia Avendaño ha deciso di celebrare per l'ultima volta la cerimonia di espiazione con la quale, ad ogni anniversario, mette in scena l'uccisione del fratello minore da parte dei contadini in rivolta, avvenuta in quello stesso giorno del 1936. Tra gli invitati, un ispanista americano e un commissario della polizia politica, uniti dall'interesse di indagare sulla storia della famiglia, e soprattutto sulle relazioni segrete e morbose della bellissima ed enigmatica vedova dell'uomo assassinato e dei suoi familiari.
"Troverò ben io il modo di farvi attoniti, o stolti; dovrete ripetere in perpetuo il mio nome. Se per oneste imprese mi ricusaste la fama, vi sforzerò darmela per sempre con una trista". Così Alessandro Verri faceva parlare il povero Erostrato, che nel 356 avanti Cristo appiccò le fiamme al tempio di Artemide a Efeso, nel tentativo di immortalare - con la distruzione di una delle sette meraviglie del mondo - il proprio oscuro nome. E con il nome di Erostrato per titolo, appunto, Fernando Pessoa compone un saggio per cercare di definire ciò che non gli riuscì mai in vita: la celebrità. Lui - e i suoi innumerevoli eteronimi - scrittore e poeta assolutamente 'postumo', destinato alla notorietà solo molti anni dopo la sua morte, creatore di miti, lui, che sognava il Premio Nobel e il Quinto Impero, cercherà con questo testo squisitamente letterario - in compagnia di Carlyle e Browne, di Milton e Shakespeare - di sistematizzare e di dare una logica a quell'impalpabile e bizzarro fenomeno che si chiama Fama.
"I misteri di Madrid" costituisce una sorprendente eccezione nell'opera di Antonio Muñoz Molina. Gli appassionati di questo grande scrittore spagnolo vi scopriranno un lato insospettato della sua vena: una felicissima ironia, un gusto sottile del divertissement, una prospettiva narrativa che evoca Boccaccio. La vicenda di Lorencito Quesada, corrispondente di un piccolo giornale di provincia nella ancor più provinciale cittadina di Mágina che, a seguito del furto di un crocifisso veneratissimo nella regione, viene spedito ad indagare nella tentacolare Madrid dei giorni nostri non ricorda forse le disavventure di Andreuccio da Perugina? E come non pensare al Boccaccio di frate Cipolla quando le indagini di Quesada lo portano all'interno dell'incredibile mondo del collezionismo di reliquie religiose? Ma questi sono solo l'inizio e la fine del romanzo: tra questi due termini, si muove infatti un turbine di indimenticabili personaggi, dal famoso cantante popolare, alla bellissima Olga, conturbante ballerina di sexy-bar laureata in psicologia, a Pepín Godino, provinciale come Quesada, ma che a Madrid si dà il tono dell'uomo di successo. Filtrati dagli occhi ingenui di Lorencito, che insegna catechismo e che per giustificare la sua assenza alla madre adduce la sua partecipazione ad un Congresso Eucaristico, i protagonisti di questo affresco corale ci aiutano a scoprire la dimensione della follia della nostra civiltà urbana e di un paese in bilico tra tradizionalismo e supposta modernità.