
In bilico tra risentita autobiografia e immaginazione, Vassalli scrive la storia della sua generazione e ci offre un affresco dell'Italia nel periodo immediatamente successivo alla seconda guerra mondiale, in un romanzo percorso da una vena di acre rabbia e di dolorosa pietà.
La storia è ambientata in un lontano futuro. Siamo nel 5000 e l'autore racconta una vicenda di duemila anni prima. In questo secolo, gli uomini, stanchi di guerre e sconvolgimenti, entrano in un lungo periodo di pace e solidarietà. È finalmente la pace universale. In questo stato di beatitudine, le energie creative degli uomini si intorpidiscono, e sempre più cadono sotto la manipolazione dei mass-media. In breve: imbarbariscono. Ma anche nei tempi più oscuri qualche coscienza resta vigile: si costituiscono sette che lottano contro questa universale apatia, si profila la figura di un capo. Il sogno dei dissidenti è generare contrasti e diversità; creare insomma i presupposti di nuove guerre. Le sole, pare, che siano in grado di rimettere in moto la Storia.
Palermo 1893: la storia di un delitto di mafia nella Sicilia di ieri diventa lo specchio inquietante di tutte le connessioni tra mafia e politica che continuano a inquinare la vita italiana di oggi: la parabola esemplare dell'onorevole Palizzolo, detto "Il Cigno", arrivato al potere, simbolo dell'orgoglio isolano, che viene accusato di essere il mandante di un omicidio eccellente. Al centro di tutto lo scandalo del Banco di Sicilia, Francesco Crispi, il grande manovratore, il realista cinico e spregiudicato, ma anche a suo modo sognatore. Il libro di Vassalli è, in ultima analisi, un romanzo storico che si deve leggere in chiave d'attualità.
Con questo nuovo romanzo Vassalli torna a un ambiente che conosce bene, ed appare chiaramente riconoscibile anche se non esplicitamente dichiarato: una città padana che assomiglia a Novara, teatro di oltre cent'anni di storia, dall'unità italiana a questa travagliata fine secolo. Al centro della sua saga Vassalli ha posto una grande villa. Ideata come una dimora principesca (forse dall'Antonelli) per una famiglia aristocratica di origine napoletana, la villa cambierà rapidamente padrone, conoscerà decine di personaggi, sullo sfondo di una decadenza inarrestabile, sino a diventare il ricovero degradato di gruppi di extracomunitari. Animato da una forte passione civile, l'autore ha scritto un nuovo capitolo della sua storia d'Italia che va componendo da anni.
L'odio come energia vitale, un tetro futuro già riconoscibile nel presente. E un romanzo che è fiaba, parodia, invettiva.
Sono storie piccole e grandi: vicende d'amore e di sangue, le prime biciclette, la Grande Guerra, gli scandali e i pettegolezzi, la nascita del fascismo, avventure d'alcova, la guerra civile, l'abbandono del sogno di una società migliore, fino agli anni più recenti: la modernizzazione, l'immigrazione dal sud, le speculazioni, la malavita...
Attraverso la vita di Leo e Michela, il romanzo di Vassalli rievoca i momenti di protesta e le battaglie civili degli ultimi trent'anni di storia. Per chi ha vissuto le rivolte studentesche, il femminismo, l'antipsichiatria, le battaglie pacifiste e più recentemente i movimenti ecologisti, il volontariato nei paesi in guerra, l'impegno nell'accoglienza degli extracomunitari, il romanzo sarà un'occasione per confrontare le proprie illusioni e delusioni con quelle dei due protagonisti. Per chi è troppo giovane per aver vissuto consapevolmente queste vicende, sarà un percorso di conoscenza attraverso i miti delle generazioni precedenti.
È il 1785, Giacomo Casanova ha 60 anni e si allontana da Venezia, umiliato e disgustato, per raggiungere quella che sarà la sua ultima destinazione: il castello di Dux, in Boemia. Se è vero che esiste un tempo per agire e uno per scrivere, per il vecchio avventuriero la biblioteca del conte di Waldstein potrebbe essere il luogo ideale per raccogliere riflessioni e memorie, e consegnare alla scrittura e ai posteri l'immensa storia della sua vita. Ma nel castello lo aspetta, in agguato, una sgradevole sorpresa.

