
È la storia dell'ultimo amore di una donna che ne ha avuti molti, come George Sand. Ma è soprattutto la storia della passione assoluta di un giovane incisore, Alexandre Manceau. «La guardo. La camicia in lino bianco le scivola morbida sul busto pieno, l'ampia gonna nasconde le cosce rotonde. Non riesco a immaginarla correre dinamica per Parigi in disinvolti abiti maschili. La mia George è questa, tenera e abbondante, e la amo perdutamente». Capitato nel castello di George Sand per trascorrervi un fine settimana, Manceau si innamora immediatamente della scrittrice e vi rimarrà quindici anni. È un rapporto di passione e di devozione, attraverso il quale George Sand rivive le sue altre passioni e il suo passato. Un legame così intenso che potrà interromperlo solo la tisi, la stessa che le ha portato via Chopin.
Poeta, scrittore, saggista palestinese, Kanafani racconta due diaspore: quella palestinese e quella ebraica, eccomunate da un unico, tragico destino. Said, palestinese di Haifa, torna con la moglie, dopo vent'anni di esilio, nella sua città natale per rivedere fugacemente i luoghi amati e la casa, ora abitata da una famiglia di ebrei polacchi scampati ad Auschwitz, e per cercare il figlio, abbandonato durante la repentina e tragica fuga. Con grande umanità e forza emotiva, Ghassan Kanafani ci accompagna in questo viaggio nel presente e nel passato, dove riaffiorano da entrambe le parti il disagio e la tristezza della situazione, in un groviglio di sentimenti e passioni umane.
Il tirolese Hans Kammerlander ha raggiunto quasi tutti i traguardi ai quali un alpinista possa ambire: le grandi pareti delle Alpi, il K2 scalato nel 2002, la discesa sugli sci dal Nanga Parbat e dall'Everest. Delle sue "imprese eroiche" ha parlato in libri di successo e nelle conferenze che tiene in tutto il mondo. In questo libro, Kammerlander non si propone di glorificare successi strepitosi o drammatiche tempeste sulle vette, bensì di raccontare le tante piccole esperienze compiute lungo il suo cammino di alpinista. Il tema non è il lato eroico del suo sport, quanto, invece, il divertimento con gli amici, i piccoli errori, i casi bizzarri. Racconta di folli scalate notturne, degli amici sherpa, di vie sbagliate, di scambi di scarponi, di clienti imbranati.
È salito su un'infinità di cime, affrontando spesso vie estreme e ha rischiato discese temerarie con gli sci dal Nanga Parbat e dall'Everest. Non di rado si è trovato a mettere alla prova i suoi stessi limiti, quando sopravvivere è questione di pura fortuna. In questo volume racconta i suoi cinque tentativi al K2, la "montagna delle montagne", che conquista finalmente il 22 luglio del 2001. La descrizione del lungo percorso che porta al K2 è intervallata da molti episodi che lo hanno condotto in situazioni apparentemente senza via d'uscita, sia a causa di errori commessi, che a causa di problemi dovuti ai materiali, al cattivo tempo o semplicemente al caso. Kammerlander racconta il modo in cui ha affrontato e superato queste situazioni.
L’intelligenza e la tenacia
di un solo giovane
possono illuminare
l’intero villaggio.
“Prima che scoprissi i miracoli della scienza, era la magia a governare il mondo.” A sei anni William scampa a una maledizione, a quindici vuole diventare ingegnere: gli piace studiare, quasi quanto andare a caccia e in giro per la foresta con l’amico Gilbert. Ma nel Malawi, dove è nato, l’istruzione e` un lusso, la tecnologia è una forma inaffidabile di stregoneria, e comunque prima viene il lavoro nei campi, la lotta quotidiana per sopravvivere. Quando il villaggio viene colpito dall’ennesima carestia, William conosce la fame più nera; e mentre lottano per sfamare le bocche di casa, i genitori non possono più permettersi una retta di 80 dollari all’anno né un figlio improduttivo. Il ragazzo sa che per tornare sui libri deve risolvere nientemeno che l’emergenza principale del Paese: la siccità. Ebbene, le uniche cose che non mancano mai nel Malawi sono il vento e i rifiuti? Armato di un mucchietto di vecchi manuali, di una mezza bicicletta, ingranaggi di trattore e pezzi di metallo raccolti in una discarica, William si impegnerà per realizzare la sua personale magia: imbrigliare la forza del vento e trasformarla in luce, acqua, vita. Da un’infanzia ancora intrisa di leggende alla promessa di un brillante futuro nella tecnologia, la storia di William e del suo piccolo sferragliante miracolo ha conquistato il mondo diventando un simbolo di riscatto. I libri di fisica, le difficoltà economiche e lo sconforto, il sostegno degli amici, l’incredulità dei compaesani e la fiducia dei familiari: fino a quella prima lampadina tremolante che si accende tra le mani del giovane inventore. Il ragazzo che tutti chiamavano misala, “pazzo”, ha catturato il suo sogno e incarnato le speranze di un intero continente.
Sono pochi gli alpinisti che hanno affrontato la sfida per eccellenza della loro disciplina: i quattordici ottomila. Pochissimi quelli che ci sono riusciti. Fra le donne, che pure ormai contano scalatrici impareggiabili, come Catherine Destivelle e Ines Papert, nessuna è ancora riuscita a raggiungere un simile risultato e solo due per il momento sono in lizza dopo l'abbandono dell'italiana Nives Merai: la spagnola Edurne Pasaban e l'austriaca Gerlinde Kaltenbrunner. In questo libro Gerlinde racconta come è nata la sua passione per la montagna e le sfide impossibili, la decisione di abbandonare la sua professione per dedicarsi a tempo pieno all'alpinismo e, naturalmente, la descrizione dei suoi "primi" dodici ottomila, i successi, i momenti drammatici, la convinzione dell'importanza di sapersi fermare anche a un solo passo dalla vetta se le condizioni lo impongono, di rinunciare a una spedizione per salvare un compagno di cordata.
La giovane e vivace Sancia di Aragona viene data in sposa a Goffredo Borgia: un matrimonio combinato per ampliare il potere di papa Rodrigo Borgia, Alessandro VI, che nella sua corrotta corte romana nutre il sogno ambizioso di dominare l'Italia. Giunta a Roma da Napoli, Sancia si trova circondata dalla grandezza della Città Eterna ma anche avviluppata in una stretta trama di intrighi, complotti e torbide relazioni. La temibile Lucrezia esperta di veleni, sua cognata, sarà sua alleata o nemica? E Cesare Borgia diventerà un amante appassionato o il suo peggior nemico? Tra delizie e pericoli, insidie e piaceri, Sancia - personaggio ispirato a una figura storica - intraprende il suo difficile cammino, scoprendo in sé doti che non sospettava di avere.
La sovrana è sola nei suoi appartamenti. Ha congedato anche le dame di compagnia, contravvenendo a ogni etichetta di corte: l’incontro che sta per avvenire non deve avere testimoni. Perché l’ospite di Caterina de’ Medici, quell’ometto zoppicante dai lunghi capelli grigi, è messer Nostradamus, maestro dell’occulto. A lui Caterina vuol chiedere l’interpretazione dei sogni di morte che la tormentano sin dall’infanzia, a lui vuol chiedere una rassicurazione per il futuro dei propri figli, ma soprattutto da lui vuole una spiegazione sulla trentacinquesima quartina delle Profezie, che, ne è sicura, riguarda suo marito, Enrico II di Francia, destinato a morire giovane «di crudele morte». La risposta dell’astrologo è criptica, come le sue quartine: lui scrive quello che deve, ma non pretende di comprenderne il significato. Dentro di sé però Caterina conosce la verità, chiusa in quella perla insanguinata posata sul suo cuore: il destino non può essere ingannato, e il sangue versato chiama solo altro sangue...
Figlia illegittima del duca di Milano Galeazzo Maria Sforza e di Lucrezia Landriani, Caterina crebbe nella raffinata corte di Milano della seconda metà del Quattrocento. La sua affascinante vicenda personale e politica è raccontata in questo romanzo dalla voce della sua dama di compagnia, Dea, esperta lettrice di tarocchi. Mentre Dea cerca nelle sue carte il nome dell'assassino del marito di Caterina, lei sfida le convenzioni sociali in nome della passione e combatte contro chi vuole rubarle le terre e il titolo. Ma le carte di Dea non mentono, e mostrano un nome, quello dell'uomo che riuscirà a distruggerla, Cesare Borgia.
La settantacinquenne Margaret Hughes vive in una grande villa sulle colline di Seattle in compagnia di una vasta collezione di porcellane antiche e preziosissime. Le ha ereditate dal padre e da allora le ha custodite con ogni cura, fingendo di ignorarne la storia, fino a trasformare stoviglie, portacalamai e statuette nella famiglia che non ha potuto conservare. Ma una diagnosi di astrocitoma maligno cambia tutto. Margaret decide che è tempo di far piazza pulita di fantasmi e segreti e aprire la sua casa al mondo; quel che le occorre è un'inquilina. Risponde all'annuncio Wanda Schultz, una giovane direttrice di scena da poco giunta in città alla ricerca dell'uomo che ama, allontanatesi da New York con il proposito per nulla originale di "trovare se stesso". Per Wanda è solo l'ultimo di una serie di abbandoni che, a partire da quello dei genitori, spingono la ragazza a indossare sempre nuove corazze dietro cui nascondere il suo cuore impietrito. Per quanto stranamente assortite, le due donne trovano un immediato legame nella comune necessità di smantellare un passato troppo doloroso, e a mano a mano che l'improbabile nucleo familiare si va rimpolpando di nuovi accattivanti membri, Margaret e Wanda scoprono che una grande rottura può condurre a una grande riparazione, che le vie del riscatto possono essere divertenti e imprevedibili, e che la miglior colla per ciò che si spezza è la tenerezza.
In una città devastata dalla paura e dal dolore ci sono almeno due persone che gioiscono, segretamente, della possibile morte l'una dell'altra. Quella dell'11 settembre 2001 è una mattina come tante nella routine quotidiana di Marshall e Joyce. Lei esce presto per salire sul volo diretto a San Francisco dall'aeroporto di Newark. Lui fa tardi al lavoro per flirtare con la maestra d'asilo di sua figlia. Giunge al World Trade Center appena in tempo per vedere l'inferno e salvarsi. Dall'ufficio di Joyce, intanto, arriva un contrordine che le risparmia di perdere la vita sull'aereo che si schianterà in Pennsylvania. Sopravvivere al più grande attentato che il terrorismo internazionale sia mai riuscito a mettere a segno nel cuore d'America non significa però scampare al caos di un'esistenza allo sbando. Perché Joyce e Marshall, dopo essersi amati, sposati e aver generato due figli, stanno ora combattendo la più feroce e avvilente delle guerre: il divorzio. Ma il loro disordine "particolare" non che è il frammento di una più vasta crisi della famiglia, della società e della politica del paese. Con sguardo impietoso, scrittura graffiante e soprassalti visionari Ken Kalfus racconta l'America in modo dissacrante, rivelandosi uno dei più arditi narratori della sua generazione.
Un libro che con stile narrativo descrive la preparazione e lo svolgersi degli eventi bellici mettendo al centro del racconto la grandissima figura del generale Kuribayashi: il comandante in capo a Iwo Jima che si ribellò alla convenzione estetica della morte eroica e non solo proibì ai suoi soldati di lanciarsi negli attacchi suicidi ma combattè con i suoi uomini in prima linea per contrastare l'avanzata degli americani e la conquista di un primo avamposto di suolo giapponese. Da questo libro Clint Eastwood ha tratto il suo film "Lettere da Iwo Jima".

