
Quando il commissario De Luca, appena richiamato in servizio dopo cinque anni di quarantena, si sveglia da un incidente quasi mortale, non gli occorre troppo tempo per mettere in fila le tante cose che non tornano. Da lunedì 21 dicembre 1953 a giovedì 7 gennaio 1954, con in mezzo Natale ed Epifania, mentre la città intirizzita dal gelo scopre le luci e le musiche del primo dolcissimo consumismo italiano, tra errori, depistaggi, colpi di scena il mosaico dell'indagine, scandita come un metronomo, si compone. E ciò che alla fine ha di fronte non piace affatto a De Luca. Per il ritorno del suo primo personaggio, amatissimo dai lettori, Lucarelli ha saputo evocare una Bologna che non avevamo mai visto così. E ha saputo tessere il più imprevedibile, misterioso romanzo, dove la verità profonda di un'epoca che non è mai interamente finita emerge nei sentimenti e nella lingua dei personaggi.
Ma si può davvero, e così in tanti, morire per niente, si chiede, stupefatto, il capitano Colaprico, che indaga con il carabiniere indigeno Ogbà - scrigno di sapienza e ironia - sulla improvvisa epidemia di morti più che sospette che colpisce la Colonia Eritrea; Certo che è possibile, se quel niente vale molto più dell'oro, in quella sorta di Far West che è diventata la colonia negli anni subito dopo la sconfitta di Adua, quando l'Italia non sa bene che fare del suo sogno africano. Un sogno che forse cova un incubo sconcertante, e attualissimo più che mai, ancora oggi. Benvenuti nel tempo delle iene. Tra miraggi di arricchimento e concretissime speculazioni di borsa, sogni d'amore perduti e follie omicide, monelle meravigliose e donne orgogliose vestite di bianco, tra bambine meticce cui è affidato il futuro, reduci dello Yukon e avventurieri bianchi che hanno conosciuto Arthur Rimbaud, la storia si dispiega scintillante, come le anse di un grande fiume sotto il sole africano. E attenti al catard, l'insetto che ti entra dentro l'anima, e te la divora piano piano.
1944, Bologna sta vivendo il suo «inverno più nero». La città è occupata, stretta nella morsa del freddo, ferita dai bombardamenti. Ai continui episodi di guerriglia partigiana le Brigate Nere rispondono con tale ferocia da mettere in difficoltà lo stesso comando germanico. Anche per De Luca, ormai inquadrato nella polizia politica di Salò, quei mesi maledetti sono un progressivo sprofondare all'inferno. Poi succede una cosa. Nella Sperrzone, il centro di Bologna sorvegliato dai soldati della Feldgendarmerie, pieno di sfollati, con i portici che risuonano dei versi degli animali ammassati dalle campagne, vengono ritrovati tre cadaveri. Tre omicidi su cui il commissario è costretto a indagare per conto di tre committenti diversi e con interessi contrastanti. Convinti che solo lui possa aiutarli.
L'Iguana, il piú feroce fra i serial killer, è scappato. La notizia è di quelle che fanno davvero paura: ora la sua ossessione potrebbe essere vendicarsi della poliziotta che lo aveva arrestato. Torna Grazia Negro. E con lei Simone, il ragazzo cieco di Almost Blue. «Credo di aver sentito un rumore. È come quando ti accorgi che qualcuno sta parlando da un po' ma non hai capito cos'ha detto perché non stavi ascoltando. Da qualche parte, perso nella memoria, ho il ricordo di un suono, sempre più lontano e indistinto, come un sogno dopo il risveglio. Ma c'era, l'ho sentito. C'è qualcuno qui con me». Bologna, Ospedale Maggiore. Grazia Negro è ancora stordita dall'anestesia per il cesareo eppure sorride. Finalmente, a dispetto di tutto, è quello che ha scoperto di voler essere: una madre. Basta con le indagini, basta con i morti, basta con la caccia ai mostri. È felice. Ma un attimo dopo capisce che qualcosa non va. Un'infermiera le porta via la culla con le gemelle appena partorite, mentre un agente spinge il suo letto fuori dalla stanza. L'Iguana, il pazzo assassino che anni prima aveva preso di mira gli studenti dell'università, è scomparso dalla struttura psichiatrica in cui era detenuto, lasciando due morti dietro di sé. Era stata Grazia a catturarlo. Per questo trasferiscono lei e le bambine in un luogo segreto. E per questo conducono lí anche Simone, il suo ex compagno, il giovane non vedente che l'aveva aiutata nell'indagine. Però non è sufficiente. Ci sono zone buie, in questa storia, che nascondono sorprese molto pericolose. Nessuna fra le persone coinvolte nel caso è al sicuro.
Le macchine sfrecciano, si superano, si affiancano. Utilitarie, fuoriserie, giganti a quattro o più ruote viaggiano, la lancetta del contachilometri oltre i cento. Loro, chi al volante e chi no, si lanciano rapide occhiate attraverso finestrini e specchietto retrovisore. Sul filo dell'alta velocità corrono questi racconti: storie di uomini che si sfiorano per un attimo in una corsa sfrenata verso imprevedibili situazioni.
Primi anni Settanta. A pancia in giù e sollevato sui gomiti, un ragazzino legge su una rivista frasi impenetrabili, rabbiose, attraenti. Sono tutte di Pier Paolo Pasolini. Il tempo passa e, quasi inavvertitamente, dentro quel bambino che oggi è uno scrittore sedimenta qualcosa di profondo: non è solo la passione per la parola, è l'istinto di un mestiere. "Seguire quello che succede, immaginare quello che non si sa o che si tace, rimettere insieme i pezzi disorganizzati e frammentari, ristabilire la logica dove regnano l'arbitrarietà, la follia e il mistero." Perché il Pasolini che ci parla dalle pagine di questo libro non è il poeta né il letterato, è quello della narrazione civile, lo stesso che confessò di sapere e che è stato assassinato. È proprio lì che torna Carlo Lucarelli, agli anni più violenti della nostra storia recente, ai pestaggi, ai morti ammazzati e alle stragi. Torna al Pasolini intellettuale e all'odio che lo circondava. Attraverso un tessuto di impressioni intime, analisi politiche e ricostruzioni storiche, torna a quella notte di novembre del 1975 in cui si è consumato un delitto comunque politico. Ciò che resta, una volta disintegrata la versione ufficiale e rimessi in ordine i fatti, è la certezza di trovarci di fronte a un Segreto Italiano.
La storia del comandante Nobile e del dirigibile Italia; le epiche gesta dell'atleta statunitense Jesse Owens alle Olimpiadi di Berlino; la vicenda del reverendo Jim Jones e del massacro di Jonestown; il bizzarro caso di un hoax, un uomo enorme chiamato il gigante di Cardiff; l'avventurosa spedizione di Ernest Shackleton in Antartide; il disastro dell'LZ 129, meglio conosciuto come Hindenburg; storie d'amore e d'avventura, grandi sfide sportive e rcconti inquietanti...
"C'era un poliziotto in una serie di romanzi gialli degli anni Trenta, che diceva una cosa, diceva in un mistero, forse, non è così importante scoprire chi è l'assassino, in un giallo, in un vero giallo, il mistero più importante è sempre lo stesso: quello del cuore umano. Nel dicembre del 1965, poco più di un anno prima di essere ritrovato nella stanza 219 dell'Hotel Savoy di Sanremo ucciso da un colpo di pistola alla testa, Luigi Tenco era andato in Argentina, dove rimase dieci giorni. Cosa ha lasciato, laggiù, in quel viaggio. Cosa si è portato dietro. Cosa si è portato dentro. Il 27 gennaio 1967, dopo che la sua canzone è stata eliminata dal Festival di Sanremo, Luigi Tenco si chiude in quella camera d'albergo e si spara. Per qualcuno c'è qualcosa di poco chiaro in quel suicidio, per altri non è neanche un suicidio, ma questo adesso non ci interessa, questa è un'altra storia. A noi, adesso, interessa un altro mistero. Il mistero del cuore umano." Il mistero che Carlo Lucarelli racconta ha per protagonista un ispettore della polizia di Sanremo, che subito dopo il suicidio di Tenco viene incaricato d'investigare sul viaggio del cantante a Buenos Aires. Una storia sottile, sensuale, malinconica, uno spettacolo teatrale di Giorgio Ugozzoli, con la regia di Gigi Dall'Aglio, le musiche di Alessandro Nidi, interpretato da Masela Foschi e Adolfo Margiotta.
Andrea ha vent'anni, dovrebbe studiare per gli esami all'università, ma ha una tessera del Partito in tasca e altre velleità in testa. È entrato in politica quasi per caso, perché Angelica, la ragazza con cui stava, voleva studiare sul serio e non aveva tempo da dedicargli, così lo ha piantato. Però poi lui ci ha preso gusto. La stoffa ce l'ha. Nell'associazione studentesca ha incontrato le persone giuste che lo hanno istruito e gli hanno spiegato come funziona davvero la politica: a cosa bisogna prestare attenzione, come ci si muove, cosa bisogna dire e soprattutto quali domande non fare mai. Così è stato affiliato alla corrente di Salvo, quella vincente, e in un baleno ha fatto carriera. A dispetto di tutti i timori e dello scetticismo di suo padre, che lo ha sempre contestato ricattandolo col fatto che gli pagava gli studi fuori sede, Andrea ce l'ha fatta, e adesso guadagnerà anche un suo stipendio, perché la politica è un lavoro vero, i soldi corrono, sebbene non sempre in modo limpido. Con ironia e leggerezza, "Così giovane e già così moderato" smaschera i meccanismi che si muovono dietro le quinte dei partiti politici italiani. Ci mostra come anche ai livelli più periferici le logiche del potere e della burocrazia interna inquinano gli ideali e i contenuti della politica, quella che noi tutti crediamo sia la politica vera, di cui si dibatte in tv e sui giornali, e che invece spesso è solo il paravento dietro cui si muovono interessi molto meschini.
"Questo è il senso profondo de Le strade di polvere, un libro che anche nel titolo sembra richiamare il senso del viaggio nello spazio (e quindi nel tempo) e del raccontare senza fine, affidando alla immagine della polvere la suggesione della labilità del vivere e la sua asprezza in campagne avare" (Claudio Marabito, "Nuova Antologia"). Premio Viareggio e Premio Supercampiello 1988.
A guardarle dal paese di Brusson, le fortezze volanti che vanno a bombardare le città del Nord per un attimo possono sembrare stelle. E i ragazzi sfollati si tengono compagnia e intanto si allenano alla vita. Mentre le note della "Paloma" si diffondono dal grammofono a manovella, qualcuno si innamora e qualcun altro si prepara a morire. Ma dopo l'8 settembre nessuno potrà più stare in un limbo, le partite a tennis, gli amori, le parole sussurrate si dilegueranno nel mondo dei ricordi. E dal passato tornerà solo qualche immagine, familiare eppure terribile. Immagini come ferite, destinate a lacerare per sempre l'orizzonte del paesaggio alpino e del ricordo.

