
*** Questo è il libro consigliato da LIBRERIE DI ROMA per il mese di NOVEMBRE 2019 ***
Una macchina avanza sulle strade americane. All'interno una coppia e i due bambini nati da precedenti relazioni. Il padre e la madre sono documentaristi, si sono conosciuti durante una mappatura degli idiomi parlati a New York, la metropoli linguisticamente più eterogenea del pianeta. Si sono lasciati alle spalle la casa in cui sono diventati una famiglia. Davanti a loro una lunga lingua d'asfalto che li spinge verso un futuro incerto. Sono diretti in Arizona: il padre vuole visitare il luogo dove l'ultima banda di guerrieri apache si è arresa all'esercito americano. La madre vuole invece vedere con i propri occhi la realtà di quella che i notiziari chiamano "emergenza migratoria": bambini che attraversano da soli il confine. In un alternarsi di paesaggi desertici, polverose città di frontiera e soste in motel, si delinea una nuova mappa dell'America d'oggi, un territorio profondamente segnato dalla storia, dalle migrazioni e dalle conquiste. Lo stesso paesaggio che, in cima a un treno merci, attraversano anche i bambini perduti con un numero di telefono cucito sui vestiti. Con "Archivio dei bambini perduti" Valeria Luiselli ha scritto il grande romanzo del presente americano, un lessico famigliare composto di voci, testi, suoni e immagini che unisce al senso politico dello scrivere l'idea che vita e letteratura siano un unico e sterminato labirinto di echi e rimandi continui.
Nina è una ragazzina moscovita che nelle prime pagine ha appena tredici anni. Intelligente, emotiva, curiosa, attraversa crisi adolescenziali, nutre grandi ambizioni, è gelosa delle sorelle e ama in segreto. Ma, soprattutto, ha uno sguardo maturo con cui coglie e valuta gli eventi e il mondo che la circonda. Attraverso di lei sappiamo come si viveva nella Mosca degli anni Trenta, dove le perquisizioni erano all'ordine del giorno, lo spettro del confino o addirittura del Gulag una possibilità più che concreta, la fame, gli stenti, la convivenza forzata. Rinvenuto recentemente negli archivi della polizia segreta russa dalla studiosa Irina Osipova, il testo è giunto fino a noi intatto, indenne da intromissioni famigliari o da devastazioni censorie.
Roma, 19 febbraio 1988. Un cadavere smembrato e carbonizzato viene rinvenuto in una discarica della Magliana, zona popolare alla periferia della capitale. Il corpo presenta segni di orribili, raccapriccianti torture, e le indagini partono immediatamente, coinvolgendo la squadra mobile e Angela Blasi, una giovane ispettrice al suo primo caso nella sezione omicidi. L'inchiesta, per la polizia, si prospetta tutto fuorché semplice. Una volta identificata la vittima, le tracce portano a un insospettabile: il proprietario di una toeletta per cani. La storia vera del Canaro della Magliana è rivista in forma di romanzo da Antonio Del Greco, il funzionario di Polizia che lo arrestò e lo fece confessare, e Massimo Lugli.
Omar Gentile, "colonnello" di una formazione di estrema destra e Pietro Salis, conosciuto come "er Cattivo", boss indiscusso della criminalità del litorale romano: non hanno nulla in comune, né ideali, né obiettivi, né stile di vita. È un furto in banca da quaranta miliardi, realizzato a metà degli anni Ottanta, a segnare l'inizio di un sodalizio criminale tra i terroristi neri e i criminali di Ostia. E a dare il via a una catena di omicidi, attentati e ricatti che andrà avanti per più di un decennio, attraversando una delle fasi più drammatiche e sanguinose della storia italiana e della Capitale, funestata da una malavita spietata e aggressiva e dalla tragedia degli anni di piombo. Partendo da un reale fatto di cronaca, Antonio Del Greco e Massimo Lugli mettono in scena l'affascinante e violenta storia della "grande mala": la sua nascita, l'ascesa e il cambiamento di un gruppo criminale che ancora oggi domina incontrastato sulla scena di Ostia e di Roma.
Giugno 1983. L'Italia è sconvolta dalla notizia della scomparsa di una ragazzina di quindici anni, cittadina del Vaticano. Col passare dei giorni la tensione sale e le false piste si moltiplicano: telefonate anonime, ipotesi di terrorismo internazionale, registrazioni e calunnie... Intanto, nella mala romana sembra scoppiato il caos: dopo il furto nel caveau di una banca, la violenza si spande incontrollata, un'escalation di sparatorie e ammazzamenti tra bande un tempo alleate e ora, forse, prossime alla guerra. Il detective Alfonso Stellati è l'unico che potrebbe trovare il bandolo della matassa, ma sopra di lui si agitano uomini di potere disposti a tutto per insabbiare le indagini: magistrati collusi e boss intoccabili, fino a raggiungere le alte sfere della Chiesa. Con una scrittura serratissima, Lugli e Del Greco si confermano due fuoriclasse del noir e ripercorrono uno dei casi più misteriosi di sempre, una storia che ancora oggi ci sorprende e lascia più interrogativi che risposte.
La mattina del 2 novembre 1975 il corpo martoriato di Pier Paolo Pasolini viene ritrovato vicino alle baracche dell'Idroscalo di Ostia. Marco Corvino, giovane praticante di «Paese Sera», grande ammiratore dello scrittore, è sconvolto dalla notizia. Vorrebbe occuparsene per il giornale, ma è ancora alle prime armi e nessuno gli dà credito. Il cronista decide allora di lanciarsi in un'inchiesta solitaria e non autorizzata che lo porterà a scoprire i tanti lati oscuri della vicenda e le incongruenze della versione uffciale. Verrà a contatto con ambienti e personaggi equivoci e pericolosi e rischierà in prima persona, inoltrandosi in una fitta rete in cui niente è quello che sembra. Dietro le ombre di ogni vicolo, infatti, si nascondono verità oscure. Una storia che si ispira a un caso ancora da chiarire.
«Le case dei ricchi e le baracche, le violenze criminali, quelle politiche, l'aspetto sconosciuto di una metropoli.»
Corrado Augias
La storia di Lupo comincia in una Roma ricca e borghese, tra splendide ville, domestici in livrea, abiti firmati. Poi un giorno, annoiato da un’esistenza vuota fatta di lusso e ipocrisia, il giovane Lapo decide di fuggire e abbandonare la famiglia: vuole scoprire la vita della strada, la vita vera. Così il piccolo e viziato Lapo diventa Lupo, barbone, senzatetto, ladro. Sotto l’ala protettrice di Tamoa ha inizio il suo viaggio nel ventre della capitale, alla scoperta di un’umanità diversa, nascosta, sommersa nel fango e nel buio: una Roma notturna e violenta, fatta di gente che vive nell’ombra, che tra furti, prostituzione e aggressioni lotta ogni giorno per la sopravvivenza. Nei due romanzi (L’istinto del Lupo - finalista al premio Strega 2009 - e La legge di Lupo solitario), la penna tagliente e appassionata di Massimo Lugli ricostruisce la storia a tinte forti di una vera e propria discesa nell’inferno metropolitano, tra personaggi memorabili per nobiltà o viltà d’animo, fame, freddo, inganni, perversioni di ogni genere, ma anche inaspettati spunti poetici.
L'uomo che Jason Bourne ripesca dalle acque del Baltico è vivo per miracolo. Il suo corpo intirizzito dal gelo ha subito ferite d'arma da fuoco, e il cervello annebbiato nasconde più di un mistero, primo fra tutti quello della sua identità. Cosa c'è nel suo passato? Chi ha cercato di ucciderlo e perché? Rebeka, agente del Mossad e vecchia amica di Bourne, potrebbe conoscere la risposta a queste e ad altre domande. Da settimane, infatti, dà ossessivamente la caccia a colui che ora giace impotente in un letto, prigioniero della sua stessa amnesia. Incurante di ogni pericolo e di ogni cautela, Rebeka si è spinta al punto di infrangere i ferrei protocolli dell'organizzazione a cui appartiene pur di catturare la preda, e i suoi superiori hanno reagito affidando a un killer il compito di eliminarla. Lungo una scia di sangue, tradimenti e interessi che da Stoccolma porta a Città del Messico, Pechino e Washington D.C., Bourne e Rebeka si addentrano in un labirinto di specchi dove nulla e nessuno è quel che sembra. Per sventare una cospirazione che mette in gioco i destini del mondo intero.
In quel maledetto taxi, lanciato come un proiettile per le strade di Città del Messico, Jason Bourne non ha perso solo una cara amica. Stretta fra le sue braccia c'è il corpo senza vita di Rebeka, l'unica donna che abbia mai amato. Non importa a che prezzo, non importa con quali rischi o conseguenze: Rebeka avrà la vendetta che merita. Il suo assassino non può farla franca. Ma Bourne non è l'unico a essere assetato di sangue. Anche la sensuale ed esotica Maricruz Encarnaciòn pretende la testa di chi ha ucciso suo padre, il torbido Maceo, l'eminenza grigia che gestiva dall'alto i più pericolosi e feroci cartelli della droga messicani. Nel frattempo, dall'altra parte del mondo, il ministro cinese Ouyang Jidan, marito di Maricruz, sta combattendo una guerra senza esclusioni di colpi per aggiudicarsi il favore del Politburo e dettare le nuove linee guida per il governo della Cina. "La vendetta di Bourne" è una partita cieca con il destino, una corsa furiosa e disperata verso il lato più oscuro del potere dove nessuno è disposto ad arrivare secondo. Perché perdere vuol dire morire.
Jason Bourne è a Mosca per il matrimonio del suo vecchio amico, il generale Boris Karpov, capo dell'FSB russo. Durante il ricevimento, però, Karpov viene ucciso, la gola recisa. All'interno della ferita, una Stella di David, la stessa che indossa sempre Sara Yadin, addestratissima agente del Mossad ed ex amante di Bourne. È stata lei a uccidere il generale? O forse qualcun altro aveva interesse a eliminare il depositario di troppi segreti? Prima di morire, però, Boris ha consegnato a Bourne un'antica moneta, la chiave per accedere a informazioni riservate su una missione delicata che ci condurrà prima in Egitto, poi al confine tra Siria e Turchia e infine nell'Ucraina, a un passo dall'invasione russa. In un vortice di intrighi e omicidi efferati, tra teatri di guerra e metropoli mediorientali, l'agente segreto senza passato deve sventare una minaccia che incombe sul mondo intero, perché dove si incontrano soldi sporchi, terrorismo, fanatici religiosi e trafficanti d'armi, c'è l'ombra di un folle progetto politico.
Il colonnello John Smith, medico ricercatore, è a Venezia per una missione segreta. Il partner russo con cui deve incontrarsi viene ucciso al momento dell'incontro. L'informazione agghiacciante è che qualcuno - qualcuno molto potente - sta per far uscire dalla Russia un campione di virus del vaiolo. Un virus micidiale che può scatenare un'epidemia di proporzioni catastrofiche. Inizia, in tutto il mondo, la lotta contro il tempo...
Quando la Dresner Industries presenta la sua ultima creazione, il Merge, un dispositivo destinato a rivoluzionare il mondo e a rendere obsoleti il computer e lo smartphone, il colonnello Jon Smith di Covert-One viene incaricato di valutare la sua possibile applicazione militare. Subito, Smith si rende conto che - grazie al potenziamento della vista, al controllo in tempo reale del campo di battaglia attraverso un display sofisticato, alla garanzia di una mira pressoché perfetta e all'inviolabilità del sistema - il Merge è il precursore e il protagonista assoluto di una tecnologia che cambierà per sempre la nozione stessa di guerra. Una tecnologia che per nessuna ragione dovrà mai cadere in mani nemiche. Intanto, sulle montagne dell'Afghanistan, l'agente della CIA Randi Russell scopre che un villaggio è stato teatro di un massacro e che tutti i miliziani morti erano equipaggiati con tecnologia Merge, ancora sconosciuta all'Intelligence. Russell e Smith cominciano allora a indagare sulla carneficina, ma l'indagine viene prontamente bloccata da qualcuno che sembra far parte dei gradi più alti dell'apparato militare, e che agisce all'insaputa dello stesso Presidente. Il Merge è davvero così sicuro come sostiene il suo ideatore? E perché il Pentagono sembra così ansioso di mantenere il segreto più assoluto sul suo sviluppo? Smith e Russell sono determinati a svelare la verità. Anche a costo della loro stessa vita.

